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EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2022

a cura di Sandra Zagatti
 

Come ho scritto nel pezzo dedicato al cielo del mese, arriviamo a questa primavera dopo due anni di pandemia e a meno di un mese (che sembra tanto più lungo) dall’inizio del conflitto in Ucraina. È naturale, quindi, che accogliamo la nuova stagione e il nuovo anno astrologico con la speranza che inauguri davvero una fase di rinascita.

In effetti, se la congiunzione di Marte a Plutone (il 3 marzo) ha indurito la crisi in Ucraina, accompagnando un’impietosa caduta di maschere, lo svelamento di bluff più o meno verosimili e l’emersione di menzogne più o meno convincenti, la prossima congiunzione di Marte a Saturno (il 5 aprile) non si prospetta certo più leggera. Semmai, la differenza tra Plutone e Saturno sta proprio nella capacità di Plutone di occultare la realtà, mentre Saturno tende a mostrarla per ciò che è: nuda e cruda, come si dice.

Resta il fatto che Marte è il pianeta della guerra, comunque dell’affermazione individuale e della conseguente competizione. Un’energia decisa, diretta, aggressiva o difensiva, che si esprime sia in senso personale che collettivo, cioè anche nell’interazione tra singoli territori o nazioni. E se finora il conflitto non si è esteso (almeno non militarmente), un merito non secondario spetta a Venere, pianeta della diplomazia, che già da fine gennaio affianca Marte calmierandone gli aspetti più impulsivi e mantenendo aperte, seppure con grande difficoltà, le vie di mediazione, in alternativa o in aggiunta a quelle dello scontro.

Adesso Venere, più veloce, comincia ad allontanarsi da Marte e infatti lo anticiperà di dieci giorni nell’ingresso in Pesci. Intanto, però, il 12 aprile si formerà la congiunzione tra Giove e Nettuno, sui 24° Pesci. Ciò ovviamente non basterà a sanare, quasi per magia, i tanti problemi attuali, che hanno alle spalle altrettanti problemi antichi non compresi o non affrontati, tanto meno risolti. Ma Giove e Nettuno non sono pianeti individualisti, al contrario offrono visioni più ampie della realtà contingente: intuizioni lungimiranti sul piano temporale e percezioni più solidali sul piano umano. Volentieri aggiungerei che favoriscono anche la crescita di una coscienza spirituale che trascenda le contingenze… ma questa è un’occasione evolutiva, direi persino una sfida, che al momento non sembra essere stata colta. Un’opportunità che comunque resta a disposizione e pure con insistenza, considerando la potenza di Giove e Nettuno nel segno che governano.

A prescindere dagli orientamenti confessionali, è interessante notare che il prossimo 25 marzo, ricorrenza dell’Annunciazione, Papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, rispondendo alla richiesta dei Vescovi ucraini. Ovviamente è soprattutto il popolo cristiano ad attendere questo evento, che sancisce atti simili compiuti da diversi pontefici precedenti e si rifà alle apparizioni mariane di Fatima. Ma l’accenno a tali profezie si inserisce in un contesto emozionale collettivo, che riconosce la gravità di questo periodo, ponendosi come conferma – quanto meno simbolica – di istanze spirituali e aspettative salvifiche. Non si tratta insomma di essere cattolici e forse nemmeno credenti, ma del desiderio di trovare un senso a ciò che sta accadendo, di un’apertura a interrogativi più profondi e a risposte che offrano un po’ di conforto, seppure scaramantico.

D’altra parte, l’esperienza della paura ha assunto un pesante protagonismo negli ultimi tempi: paura del Covid, paura di ammalarsi, di soffrire, di morire o perdere persone care. Una paura che è diminuita solo inizialmente o superficialmente con l’arrivo dei vaccini, trasformandosi in paura dei non vaccinati e adesso in paura della guerra, nonché in ulteriori, ennesime separazioni di idee, ideali e ideologie. Non sembra esserci scampo per un’umanità che tende a differenziarsi e quindi a rivaleggiare, confondendo l’appartenenza con la faziosità. Proprio per questo la spiritualità può offrire un rifugio: una via alternativa, di certo non una scorciatoia, verso l’unificazione a cui gli individui aspirano ma che non sanno realizzare tra loro.

Se Giove in Pesci, al fianco di Nettuno, sa offrire questo ponte dall’Io al Noi, Giove in Ariete dall’11 maggio riproporrà la spinta affermativa di Marte (anch’esso in Ariete dal 25 maggio e congiunto a Giove il 29), ma auspicabilmente in veste nobilitata e con motivazioni ricostruttive. In fondo la paura in sé rimane sterile e devastante, finché non diventa consapevolezza di ciò che abbiamo e temiamo di perdere. La stessa sofferenza può essere sublimata nella generosità e nella gratitudine, come insegna il mito di Chirone. E non a caso anche Chirone sta transitando in Ariete e riceverà la congiunzione di Marte il 15 giugno, simboleggiando il passaggio da una sofferenza passiva, rassegnata e spaventata, a una sofferenza creativa e rigenerante, come il Fuoco dell’Ariete che può distruggere ma anche illuminare le menti e riscaldare i cuori. Non c’è ferita che non lasci una cicatrice, ma è proprio quella memoria l’insegnamento più prezioso; purché ci decidiamo a imparare qualcosa.




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