ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astri lavoro

IL BURNOUT

a cura di Elena Cartotto
 

Non solo ansia, depressione, attacchi di panico o narcisismo: tra i mali che affliggono l’uomo postmoderno è in aumento anche la sindrome da burnout dall’inglese “Burn out” ossia “bruciato”. Il riferimento è all’esaurimento, spersonalizzazione, demotivazione che derivano dallo stress cronico correlato alla professione: è, infatti, una sindrome riconosciuta dall’Oms come tipicamente associata al lavoro.

Non a caso viene spesso citata in riferimento all’ambiente sociosanitario: medici, infermieri, ma anche psicologi e assistenti sociali sarebbero soggetti particolarmente a rischio di burnout a causa del continuo vivere in urgenza, sotto richieste pressanti, a contatto con la malattia e la sofferenza altrui. La pandemia degli ultimi anni ha naturalmente aggravato il problema in maniera esponenziale e non solo per i medici.
Pare, infatti, che il fenomeno sia molto più esteso e che possa riguardare diverse categorie, specialmente coloro che svolgono professioni altamente responsabilizzanti come chi si occupa della sicurezza altrui e perfino gli insegnanti che debbono formare e gestire minorenni problematici.

Il burnout sembrerebbe essere l’ultima risposta di una psiche stressata alle continue richieste di un ambito lavorativo che, per sue dinamiche organizzative e relazionali, richiede alla persona di mettere in gioco molte più risorse fisiche e mentali di quante ne abbia a disposizione.

La sintomatologia è vasta, ma la sua peculiarità è quella di essere strettamente connessa al lavoro: mancano le energie, non si ha voglia di impegnarsi. Si diventa aridi, se non addirittura cinici verso i propri colleghi. Si perde concentrazione, creatività, produttività: gli standard qualitativi del proprio operato si abbassano in maniera sostanziale. Ci si sente frustrati, insoddisfatti, privi di scopo, inutili. Progressivamente diminuisce la fiducia nel proprio entourage, nei capi, in se stessi, non si ha più voglia di stare a contatto con gli altri anche se si svolge una professione d’aiuto: la sensazione è quella di una sopraffazione totale e impossibile da gestire. Si fanno assenze continue e si rifiutano le responsabilità perfino quando garantirebbero un ritorno in termini economici o di crescita personale. Ciò si accompagna a manifestazioni fisiche sempre più invalidanti: mal di testa, dolori muscolari, insonnia, perdita di appetito, tachicardia, abbassamento delle difese immunitarie. La problematica emotiva può creare la base per lo sviluppo di pericolose dipendenze da alcool, droghe o semplicemente da farmaci nell’illusione di trovare una fuga dal malessere costante.

Quando i primi sintomi del burnout fanno capolino non bisogna sottovalutarli. Pensare che il tempo o la propria volontà porranno rimedio, è una pia illusione: occorre chiedere aiuto ad un esperto. Però si può fare qualcosa per prevenire il burnout attivando un modus operandi lavorativo sano. Prima di tutto non si deve confondere se stessi con il proprio ruolo, attitudine che sembra mettere molto più a rischio di sviluppare la sindrome. Un medico, ad esempio, è prima di tutto un essere umano: la sua essenza non viene definita dalla professione che svolge anche se sente su di sé la responsabilità di “avere in mano” la vita altrui. È necessario trovare un equilibrio tra vita privata e professionale, coltivare passioni al di fuori della sfera lavorativa, dialogare con i colleghi e creare con loro delle relazioni di scambio e amicizia.

Il riposo, il “perdere tempo” può rivelarsi un’arma vincente contro il burnout: non per niente gli antichi romani avevano creato il motto “otium e negotium”, ozio e attività. Il tempo libero mette in moto risorse che normalmente rimangono silenti proprio perché la nostra mente può finalmente volare non più schiava del pragmatismo che caratterizza la società del “fare”, del produrre sempre di più e ad ogni costo. A fianco del riposo, ci vuole anche l’esercizio fisico regolare che aiuta a ridurre lo stress attivando la chimica giusta nel corpo.

A livello astrologico il pianeta che può rivelarsi maggiormente responsabile di un burnout è Saturno di transito in aspetto difficile ai pianeti personali. Il Sole viene spodestato e messo in un angolo, costretto al sacrificio costante per riuscire ad assolvere ai suoi doveri. La Luna si asciuga, diventa arida, emotivamente spenta: la persona con un transito difficile Saturno-Luna può davvero faticare a separare vita pubblica e privata e si sente costantemente assorbita dalle richieste di aiuto altrui. Saturno in aspetto complicato a Mercurio può generare la crisi della pagina bianca nello scrittore, rallentare e impoverire la capacità comunicativa anche del migliore esperto di marketing e creare sfiducia nella propria intelligenza. Saturno Vs. Venere può generare cortocircuiti relazionali di vasta portata: fine di amori, ma anche di amicizie. L’ambiente di lavoro può diventare tombale e far sentire la persona isolata, presa di mira, soggiogata dal potente di turno. Infine Saturno contro Marte può essere all’origine di un profondissimo senso di castrazione: la persona soggetta a questo passaggio planetario può sperimentare, per tutta una serie di circostanze, un forte senso di impotenza. Il rischio è che il desiderio di rivalsa per compensare la rabbia che si prova porti ad atteggiamenti competitivi, nervosi, irritabili perché di fondo ci si sente in guerra col mondo.

Secondo Selina Barker, famosa life coach e autrice di un libro appena uscito dal titolo “Burnt Out”, questa sindrome va ormai considerata come un fenomeno psico-fisico complesso che riguarda tutti gli aspetti della vita, compresa quella privata, non più solo l’ambito professionale. Sarebbero quattro   i tipi di personalità più a rischio di sviluppare la sindrome del burnout. La Barker ritiene che in queste quattro tipologie caratteriali i lati oscuri che normalmente abbiamo tutti, prendano il sopravvento nell’individuo fino a dominarlo completamente.

In primis abbiamo l’overgiver, ossia colui che tende per sensibilità spiccata ed empatia a farsi carico dei problemi di tutti. È quello a cui si chiede sempre aiuto: può avvenire sul lavoro, ma anche in famiglia e con gli amici. A furia di dire di sì a chiunque, l’overgiver comincia a dire di no a se stesso, a mettere da parte il sano egoismo e l’amor proprio. E così precipita in un burnout emotivo. Astrologicamente è probabile abbia valori Acqua importanti e una struttura planetaria molto ramificata sul lato ovest del piano astrale. Possibile una dominante lunare o nettuniana data la scarsa attitudine a delimitare i confini della propria identità e la tendenza a vivere in simbiosi con chi lo circonda. Luna o Venere forse sono lese a determinare un’attitudine compensativa verso un’emotività e un’affettività che si percepiscono ferite e che si pensa di curare occupandosi costantemente degli altri.

C’è poi il cosiddetto overdoer, ossia il soggetto sempre impegnato a fare, costruire, realizzare, orientato da un atteggiamento entusiasta e pragmatico. Il problema è che non riesce a fermarsi, a riposare, si sente in colpa se non è operativo 24 h. Questo tipo di personalità va molto facilmente in burnout fisico oppressa da tutta la montagna di impegni che lei stessa ha messo in agenda. Probabile che in questo caso la persona in questione abbia valori Terra e Marte e/o Urano molti forti nel tema natale con lesioni totali o parziali che si cerca di compensare eccedendo in attivismo.

Il terzo archetipo viene definito overachiever: vuole brillare, essere il migliore, ha obiettivi chiari e una personalità da leader. Ambizioso sente di poter gestire tutto e vuole mantenere il controllo su ogni aspetto della vita al fine di raggiungere gli scopi che si è preposto. Il suo terrore più profondo è quello di non essere all’altezza del successo che lui stesso ha programmato di raggiungere: ha paura di fallire, di cadere come succede nella mitologia a Icaro proprio perché si è avvicinato troppo al sole. Quando comincia ad avere questi dubbi, a nutrire sfiducia nelle sue stesse capacità, vuol dire che il burnout è vicino. Valori Fuoco, segni come Leone e Capricorno, un Sole o un Saturno dominanti che si ledono fra loro possono stare alla base di questo tipo di carattere spinto a primeggiare, ma incalzato da un forte raziocinio che gli fa mettere in discussione, soprattutto sotto stress, le sue stesse scelte.

Infine a rischio di burnout, questa volta mentale, è l’overthinker. La sua testa è sempre in movimento. È veloce, abile, ama il problem solving, ha idee brillanti, ma non riesce a capire che a un certo punto deve staccare la spina. Quando va in burnout perde la concentrazione. Il guaio è che invece di riposare, la sua mente entra in iperattività, come se fosse in una centrifuga, e finisce per accanirsi su problemi inutili che generano questioni ancora più futili in un circolo vizioso che termina con l’esaurimento totale dell’overthinker. Qui probabilmente ci sono in gioco, astrologicamente, valori Aria e componenti mercuriali e uraniane importanti nel tema natale che entrano in collisione fra loro.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati