La sofferenza psicologica, i sintomi con i quali essa si esprime, rimanda a qualcosa che dovrebbe essere cercato, a qualcosa che pur appartenendoci è altro da noi. La sofferenza è sempre la ricerca di qualcos’altro e non dovrebbe mai essere ridotta alla lettera, poiché essa chiede d’essere trasformata, vuole far sentire la sua voce di là del sintomo, vuole esprimersi. La sofferenza si può esprimere attraverso la creatività in quanto essa è presente in ciascuno di noi. Secondo alcuni autori la creatività è presente, in diversi gradi, in tutti gli esseri umani e ogni essere umano possiede l’impulso a fare delle cose. Tutti quanti sanno quanto l’ambiente condizioni l’individuo, ma è necessario non trarre delle conclusioni estreme, poiché durante il processo di crescita si può sviluppare la possibilità di sottrarsi almeno in parte a molti condizionamenti. Si potrebbe affermare quindi che al di là dei condizionamenti ambientali, l’individuo giunto ad un certo punto dello sviluppo può prendere in mano la sua vita e determinarsi secondo quelli che sono i suoi desideri. Dovremmo lasciarci guidare dal pensiero di poter fare qualcosa, anche se a volte sembra più facile lasciarsi andare alla rassegnazione.
La creatività è una funzione dell’Io e l’Io può essere creativo in molti modi e si può vivere la creatività in qualsiasi momento della nostra esistenza. Mi sento di poter affermare che non esistono persone malate, ma individui che soffrono perché la loro dimensione più autentica, la loro creatività è stata rimossa. La creatività non appartiene soltanto ai grandi "geni", ma all’essere umano che immagina, modifica e realizza qualcosa di nuovo nella sua esistenza quotidiana. L’essere umano porta con se una tendenza naturale a diventare effettivamente quello che sono le sue potenzialità. Ogni essere umano è potenzialmente creativo. La creatività non è al di fuori di noi stessi, ma è qualcosa inerente alla nostra stessa personalità, al nostro modo di essere in relazione col mondo. La capacità creativa, insista in ogni essere umano, è la capacità di vedere il mondo in modo originale. L’essere umano deve continuamente combattere per affermare la propria individualità, anche se questo è faticoso sul piano psicologico proprio perché ci si appoggia ad un piano interno soggettivo e contestabile e non a quello esterno, preordinato e condiviso. Tutto questo comporta la capacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e scelte attraverso la ricerca di una verità interna che bisogna definire volta per volta. Ognuno nella sua vita può essere capace di costruirsi un centro, una filosofia ed elaborare la propria verità che si giustifica nella fedeltà a se stessi. Il bambino ha costantemente bisogno della presenza della madre per poter crescere e sopravvivere, ma la crescita psicologica consiste nella capacità di diventare madri e padri di noi stessi e non essere più fissati alla dimensione materna, alla famiglia, alla scuola, alla chiesa e tutte quelle situazioni protettive e cercare in noi stessi la capacità di sostegno e protezione necessarie alla vita.
La persona che soffre e che chiede un aiuto psicologico deve essere ricondotta a se stessa, vale a dire alla ricerca della propria autonomia emotiva e alla responsabilità della sua vita. L’individuo non ha soltanto bisogno di una logica e una ragione per sopravvivere ma di un cuore per esistere e in quel cuore, alle volte, una scintilla di follia può essere utile ad affrontare difficoltà che alla luce della ragione si mostrano insuperabili. Quella scintilla di follia ci consente di credere la dove la ragione ha perso ogni speranza e ci trasforma in individui vincenti, in chi seguendo le proprie inclinazioni interne, riesce ad orientarsi nella vita con le proprie leggi, col proprio timone e col proprio vento, seguendo la propria corrente nella consapevolezza che navigare col vento degli altri significa abbandonarsi alla corrente che non ci appartiene. La difficoltà consiste proprio nell’accettare e valorizzare la nostra diversità. Ognuno di noi, come singolo, ha i propri contenuti da esprimere perché portatori di un’esperienza soggettiva diversa da quella di un altro individuo e dalle modalità collettive. E’ compito dell’essere umano ricercare la propria individualità per arrivare a possedere un sistema di riferimento personale che gli permetta di contrapporre il suo sentire a quello degli altri. La vera creatività è lo sviluppo e la difesa della nostra individualità. L’essere umano può convivere meglio con la sofferenza psichica, quando riesce a recuperare quella qualità umana che gli permetta di inserirsi nel mondo non più passivamente ma attivamente, allo scopo di non essere più diretto dagli altri ma da se stesso. In tal modo rispettando se stesso è meglio equipaggiato a rispettare gli altri all’interno di relazioni umane costruttive e creative.