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I SIMBOLI DEI PARTITI : RIFONDAZIONE COMUNISTA

a cura di Giovanni Pelosini
 

Questo partito non ha mai rinunciato alle sue origini, che rivendica orgogliosamente anche nei simboli, oltre che nel nome.

L’emblema elettorale è composto da due cerchi non concentrici: il cerchio più esterno è rosso e reca la scritta "Sinistra Europea"; quello interno si sovrappone al primo ed è bianco, ma richiama la bandiera nazionale con i due elementi verde e rosso, e mette in massima evidenza la stella, la falce ed il martello.

La scelta grafica non è priva di implicazioni simboliche: se il cerchio interno rappresenta l’anima e le radici del partito, la sua posizione eccentrica rimarca la sua scelta di schieramento decisa e radicale, che però rispecchia forse più il parlamento nazionale che non l’accorpamento europeo.

Singolare, invece, appare il fatto che tale eccentricità grafica sbilancia il simbolo verso destra, anziché verso sinistra, come dovrebbe essere più naturale.

Questo fatto è spiegabile solo con la bandiera rossa al centro del cerchio interno, decisamente inclinata verso sinistra e protesa verso un vento ideale proveniente da questo lato: una direzione inequivocabile, una vera e propria "stella polare".

La bandiera rossa è quella che ha suscitato tante emozioni contrastanti, sempre forti, nei popoli di ogni continente soprattutto durante il secolo scorso. E’ la bandiera del comunismo, della rivoluzione che scosse l’Europa, che diede origine all’Unione Sovietica e che sognò di cambiare le sorti di tutto il mondo.

Il rosso è un colore che stimola la passione e spinge ad agire: ricorda l’Elemento Fuoco che rivitalizza l’energia.

Questa bandiera è ancora cantata nell’inno che porta lo stesso nome e, come tutte le bandiere, è uno dei più forti simboli di identificazione.

Nel complesso è anche un simbolo piuttosto aggressivo, per scelta di colore e di immagini, nonostante il partito si sia dichiarato in modo esplicito e ripetuto per la non violenza.

La stella rappresenta sempre un segno di speranza, un ideale, una guida che il cielo dispone per gli uomini. Le stelle si vedono solo di notte, ma sono luci splendenti nel buio, ed è solo grazie a loro che è possibile orizzontarsi nell’oscurità.

La stella è l’emblema della provvidenza.

Particolarmente, la stella a cinque punte ha una struttura geometrica che richiama il Numero Aureo, e quindi possiede significati anche esoterici di ottimo augurio.

Nel solco della tradizione pitagorica e neopitagorica, tale stella significa "salute". Le sue sacre proporzioni, che Luca Pacioli chiamò "Divine", si ritrovano nella matematica di Leonardo Fibonacci, nell’arte di Piero della Francesca e di Leonardo da Vinci, nonché nelle misure della Grande Piramide di Giza. Anche in natura sono frequenti, in botanica come in zoologia, a ricordare all’uomo la perfezione delle Leggi della Materia che regolano il Cosmo.

La stella è dunque un simbolo antico e positivo, e massimamente lo è nel cosiddetto Pentagramma, o stella a cinque punte: un autentico portafortuna.

In passato la falce era invece un simbolo plurivoco associato al culto della Luna, per la forma che questo satellite assume durante le sue fasi, ovvero al dio Crono, nella sua personificazione del tempo.

La falce era lo strumento sacro dei Druidi, i quali la usavano per tagliare il vischio dalle querce con un’operazione simbolica e rituale di origine preistorica. La ritroviamo anche nell’iconografia sacra pagana e cristiana come attributo di Priapo e di Santa Notburga, ma soprattutto, nei Tarocchi e nell’immaginario collettivo, essa richiama il concetto di morte e di rinnovamento.

Si pensi al mito preellenico di Crono-Saturno, che con la falce evira il padre Urano, assicurandosi così il dominio sul mondo e sugli Dei. L’azione cruenta è certamente simbolica di un passaggio epocale in cui all’autorità precedente (Urano) si toglie il potere (testicoli), mentre si va instaurando un nuovo ordine. A questo proposito, è anche significativo ricordare come, nel mito, anche Crono-Saturno sarà in seguito detronizzato, quando, colpito da un fulmine (di simbolica astrologica uraniana), lascerà il potere al fratello Zeus-Giove.

Per altro, la falce è anche un emblema del lavoro dei contadini nei campi, che diventa proficuo proprio con la mietitura e con il piegarsi della schiena verso la Madre Terra, generosa di frutti.

In questa accezione, il simbolo è adatto ad un partito che dichiaratamente e tradizionalmente si rivolge ai lavoratori ed è sensibile alle tematiche, alle problematiche ed ai valori connessi al lavoro.

Nella medesima ottica deve essere intepretato il simbolo del martello, altro strumento di lavoro manuale, ma più adatto agli operai delle industrie e delle officine.

Anche il martello però è un utensile antico e carico di simbolismi arcaici. In primo luogo la sua forma ricorda la lettera greca TAU, un segno sacro già nell’antico Egitto che ancora oggi è utilizzato con successo come croce particolare.

Il martello, come la falce, può essere anche un’arma, come ricorda il mito del dio nordico Thor e del suo magico martello Mjöllnir, che ritornava nelle mani del proprietario dopo aver annientato i nemici.

Ma, soprattutto, il martello è un simbolo di forza e, in particolare, di forza attiva: strumento principe del fabbro che forgia i metalli, è capace di piegare il ferro e di dare forma alle armi più nobili, dimostrandosi così più forte dello stesso Marte, dio della guerra. Ne possiede uno Efesto-Vulcano, il fabbro degli Dei, costruttore anche delle magnifiche armi degli eroi; mentre un altro è impugnato in modo inquietante dal demone dell’oltretomba etrusco Charun.

L’associazione della falce e del martello genera quindi un simbolo molto forte nel significato: un emblema di azione, rivoluzione e rigenerazione, che intende rappresentare (sempre simbolicamente) una politica non moderata, ma decisamente radicale e di schieramento certamente non equivocabile. Il riproporre tale simbolo, che ancora evoca sentimenti forti e contrastanti, anche dopo il declino delle ideologie del secolo scorso, è, infatti, indice di coraggio e di coerenza nelle scelte effettuate.




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