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I SIMBOLI DEI PARTITI : ALLENZA NAZIONALE

a cura di Giovanni Pelosini
 

Il simbolo di Alleanza Nazionale è piuttosto semplice nella sua struttura, e pertanto di una certa efficace immediatezza.

La parte superiore del campo è azzurra ed occupa la maggior parte dello spazio, richiamando il cielo limpido e inducendo al rilassamento.

In basso il colore bianco è, ancora una volta, semplice nella sua neutrale e totale assenza di colore. I colori dello sfondo, quindi, non intendono in alcun modo modificare l’essenza dell’unico simbolo grafico presente nell’emblema.

La figura nel cerchio piccolo è il vecchio simbolo del Movimento Sociale Italiano, da cui il moderno partito deriva, come è del tutto evidente dalla grafica stessa.

Il cerchio piccolo è decentrato verso il basso, e questo fatto solo apparentemente minimizza l’importanza del simbolo, che, essendo una fiamma, tende naturalmente ad ascendere puntando al centro del cerchio più grande.

Da un trapezio rosso spunta, nettissima, una triplice fiamma che svetta verso l’alto: l’Elemento Fuoco domina l’emblema.

Il Fuoco è un simbolo piuttosto ambivalente: nel suo significato di focolare è un richiamo alla casa, alla tradizione, alla famiglia; adattissimo ad un partito conservatore. Nel significato di luce e calore, se ne confermano gli aspetti positivi solari, amichevoli. Per altri aspetti, invece, il Fuoco esprime vivace passione ed azione, nonché pericolo per la sua capacità di bruciare, di ferire, di distruggere.

Inevitabilmente l’immaginario individuale e collettivo vede nel Fuoco sia la possibilità di illuminare le tenebre, di riscaldare le abitazioni e proteggersi dalle avversità del clima, sia il rischio connesso alle fiamme incontrollate ed incontrollabili degli incendi.

Il Fuoco è un simbolo di duplice natura: le sue fiamme possono purificare, distruggendo le forse del male, e tendono sempre verso l’alto, indicando spesso lo Spirito e l’intervento divino sulla Materia; in altri casi rappresentano le pene infernali ed i sinistri roghi del supplizio.

Esistono quindi un Fuoco celeste, uraniano e divino, come quello del fulmine; ed un Fuoco sotterraneo, plutoniano e ctonio, come quello del magma: in ogni caso esso esprime energia, movimento e spirito dinamico.

Marius Schneider riconosce un Fuoco mistico, spirituale e purificatore, rivolto verso la Terra; ed un Fuoco erotico, passionale e fisico, rivolto verso l’Aria.

I valori positivi prevalgono, quando si accetta la fiamma come simbolo di trascendenza e se ne considera l’oro come quintessenza, secondo i princìpi alchemici tramandati da Gaston Bachelard in "La Psycanalise du feu". Tutto nasce dal Fuoco, dice Eraclito, ed al Fuoco tutto ritorna in una eterna trasformazione che lo vede agente creativo e distruttivo.

Ed altrettanto accade con l’idea del Fuoco "amico", simbolo di vita, di salute e di energia spirituale, così come si legge nei geroglifici egizi.

La fiamma del simbolo possiede i colori della bandiera italiana, con una forte ed esplicita connotazione nazionale ispirata al XIX secolo.

Il Tricolore, infatti, nacque il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia come bandiera del Regno Italico, ma, dopo la parentesi napoleonica, divenne ben presto l’emblema dei patrioti fautori dell’unità d’Italia e della sua indipendenza.

La bandiera fu pensata come una variante di quella della rivoluzione francese, ma il colore azzurro fu sostituito con il verde, simbolo della natura e quindi dei diritti naturali di ogni essere umano, come l’uguaglianza e la libertà.

Giuseppe Mazzini l’adottò come simbolo della Giovine Italia nel 1831; Carlo Alberto lo usò nella sfortunata campagna del 1848, e Giuseppe Garibaldi in ogni sua impresa.

Fu naturale mantenere il Tricolore come vessillo nazionale anche dopo l’unità, nel 1861, e perfino nella costituzione repubblicana del 1947.




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