Tra le emozioni più difficili vi è sicuramente il “senso di colpa”; spesso le persone che lo provano in modo frequente non sanno darsi pace per ciò che “hanno o non hanno fatto”; il senso di colpa deriva da una difficile introiezione dell’autorità che, nel caso, ha utilizzato uno strumento particolarmente sabotante per ottenere obbedienza.. e adeguamento non ammettendo dunque uno sviluppo sano della volontà di affermazione del figlio.
Sentirsi il colpa è infatti altamente sabotante.. perché significa che non ci si riesce a riappacificare con sé stessi nel presente, per qualcosa che, invece, appartiene al passato ma che perdura ne tempo: è chiaro che la nostra ingannevole mente tende a portare costantemente nel presente qualcosa che in realtà ha un’origine molto lontana nel tempo.
Purtroppo il mondo sembra abbondare di persone che vivono sensi di colpa per qualcosa che avrebbero dovuto o non dovuto fare: non importa per cosa si prova la colpa, ciò che è certo è che questo è un sentimento che paralizza e, via via che si protrae nel tempo, può anche diventare un alibi potentissimo per precludersi un sano futuro. E così, tra passato e futuro il presente si blocca e non viene vissuto e la persona è ingabbiata in una situazione di continuo stallo.
Ci sono persone che sembrano essere delle vere e proprie macchine da “colpa”; si muovono sempre piene di paure e sembrano capri espiatori di persone e di cose che accadono, anche quando non hanno un rapporto diretto con chi o con ciò che li fa sentire in colpa; vi sono quelli che si portano dietro le colpe anche di ciò che hanno fatto i loro parenti o i loro avi, senza neppure averli mai visti.
Il senso di colpa arriva dal passato; è un preciso schema “emozionale” che generalmente viene appreso nell’infanzia allorchè uno o entrambi i genitori manipolavano in modo da ottenere maggior obbedienza facendo leva sulla colpa e sulle mancanze del bambino. Il bambino costruisce quindi una personalità “inadeguata” che, in qualunque situazione si verrà a trovare, emergerà con il suo carico di paura e di vergogna.
E’ chiaro che quando ritroviamo questa situazione in un adulto dobbiamo pensare che sia un “residuo” dell’infanzia, qualcosa che però è ancora potente nel presente perché deriva dall’introiezione della paura della punizione inflitta dal genitore autoritario che, successivamente diventa un Super Io punitivo.
Il senso di colpa agisce su due punti importanti: sulla vergogna che deriva dall’aver deluso e dal non essere all’altezza delle aspettative; agisce però anche sul futuro in quanto, proprio in virtù dell’inadeguatezza ci si ritrova poi ad avere grandi difficoltà nelle iniziative e nel prendere in mano la propria vita.
Il senso di colpa mina in profondità le sicurezze e l’accesso ai propri potenziali e, pertanto, va a ledere la fiducia in sé stessi e il desiderio di mettersi alla prova e, infine, di essere sé stessi.
C’è però anche un senso di colpa che nasce dalla percezione di “non essere come l’altro desidera” e questo, è il più drammatico tra i vari sensi di colpa poiché nega sostanzialmente il diritto ad essere autentici.
In effetti, quando il senso di colpa viene agito così in profondità bisogna pensare che si sta veramente sabotando la persona e che questa, in qualche modo, abdica al suo potere personale.
Possiamo premettere che non esiste possibilità di crescita se non imparando a tollerare il senso di colpa; ciò significa che esiste un senso di colpa “positivo” che parte dal presupposto che un giorno, da adulti, si dovrà rinunciare alla legge familiare e collettiva in modo da poter seguire la “legge personale”; in questo caso, il senso di colpa rappresenta il giusto prezzo da pagare per il senso di tradimento interno che si vive allorchè ci si allontana dai valori familiari per poterli sostituire con i nostri “personali”.
Questo è ovviamente un sacrosanto senso di colpa che bisogna imparare a tollerare per crescere e diventare adulti e autonomi: è in pratica quello legato a Saturno e alla casa Xa che implica un voltare le spalle psicologicamente alla casa IVa e alla Luna e a tutto ciò che c’è di fantastico nella dipendenza e nella protezione che però, ci rende eternamente figli perlopiù vulnerabili e mai adulti forti e strutturati.
Da un punto di vista astrologico però sono due i pianeti che hanno a che fare con il senso di colpa: Saturno e Plutone. Le differenze tra i due sono sostanziali e perciò anche molto evidenti.
Saturno - come abbiamo detto - rappresenta il Super Io che tra le altre cose svolge anche la funzione di strutturare l’immagine di un IO IDEALE a cui la persona vuole tendere e, pertanto, ci fa sentire in colpa quando manchiamo a questo ideale e non siamo all’altezza delle nostre aspettative.
Questo è un senso di colpa estremamente positivo o meglio, un senso di colpa “necessario” in quanto ci fa crescere e migliorare e, pertanto, mette in luce mancanze e fragilità che devono essere superate per giungere ad essere veramente forti e all’altezza dell’immagine che ci siamo posti.
Esiste però un altro senso di colpa molto più plutonico e quindi anche molto più subdolo e difficile da individuare che nasce dalla manipolazione e da veri e propri ricatti che vengono messi in atto per trattenere o per far sentire “sbagliati” o meglio ancora “ingrati”.
Questo senso di colpa richiede aspetti plutoniani che forgiano relazioni invischianti che non permettono al soggetto – qualunque esso sia – di essere libero e di decidere della propria vita.
Infatti, questo tipo di senso di colpa ha più la faccia del “ricatto morale ed emotivo” poiché si gioca all’interno di relazioni di dipendenza in cui, ad un certo punto, uno dei due presenta il conto di ciò che dice di aver dato all’altro in modo “disinteressato”; nel “conto” viene ovviamente fatta balenare l’idea che vi possa essere la perdita di qualcosa che per l’altro è assolutamente importante e vitale.
Questo particolare modello richiede una dinamica “vittima – ricattatore” in cui ovviamente vi sia un rapporto intimo profondo ed una collusione tra le due persone.
In questa situazione infatti il ricattatore deve conoscere molto bene la vittima proprio per poter operare in profondità facendo leva sulla possibilità di farle “perdere” di qualcosa di fondamentale e vitale.
Ma perché una persona che si ritiene forte ha bisogno di ricattare quello che dipende da lui e che ritiene debole?
A pensarci bene sembrerebbe ridicolo, ma è qui che entra in gioco la dinamica collusiva.. infatti, il ricattatore ha una grande paura.. quella di perdere delle sicurezze emotive che, in qualche modo, rappresentano la sua stabilità interiore.
I più grandi ricattatori hanno paura di “essere abbandonati” e temono di non poter avere ciò che vogliono e di cui credono di avere assoluto bisogno.
Il ricattatore ha paura di perdere e così “tradisce” profondamente la fiducia dell’altro. Anche le dinamiche tra Plutone Venere o IIa – VIIIa possono portare a dinamiche simili nel tentativo di salvare il salvabile.
La vittima a sua volta è un soggetto che ha abdicato al suo potere personale e quindi si trova ad essere completamente in balia dell’altra persona con la quale ha però una relazione invischiante ed emotivamente profonda.
La vittima crede di non “avere diritto” e, pertanto, si candida a vivere secondo i dettami di un’altra persona.
La dinamica si attiva e diventa cruenta nel momento in cui quello che apparentemente sembrerebbe più debole e succube inizia a dar prova di insofferenza e comincia a definirsi come “persona separata” simbolo che si sta svincolando per individuarsi; quello è il momento in cui l’altro tende a tirare la rete e a usare il suo potere ricattatorio.
Per uscire dal senso di colpa in entrambi i casi bisogna diventare autonomi e gestire in prima persona il potere personale evitando di concederlo ad altri che, potrebbero usarlo contro di noi.