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FIORI DI BACH : HONEYSUCKLE CAPACITÀ DI DIMENTICARE

a cura di Corrado Nieli
 

“Per quelli che vivono nel passato, magari nel ricordo di un periodo di grande felicità, di un amico morto, oppure delle ambizioni che non sono mai riusciti a realizzare. Dalla vita non s’aspettano nessuna felicità che possa eguagliare quella passata”. - Edward Bach

 

Il caprifoglio è un esile liana, appartenente alla famiglia delle Caprifogliacee. La Scheffer la definisce una pianta estremamente romantica: “Appartiene alle calde notti estive, ai poeti e agli innamorati che passeggiano nella morbida luce lunare”. I lunghi fiori aprono le loro corolle solo verso sera, emanando un profumo dolcissimo, la cui intensità è paragonabile solo al gelsomino. Honeysuckle fiorisce incessantemente da giugno a settembre. I fiori hanno un aspetto molto vivo, quasi “animale”. Questa caratteristica ci anticipa il carattere fortemente emotivo di questo fiore scelto da Bach.

 

Il nome scientifico è Lonicera caprifolium. La famiglia delle caprifogliacee deriva il suo nome dal fatto che la capra è forse l’unico animale da pascolo che gradisce il gusto delle sue foglie, seppur esse siano lievemente tossiche. Per gli astrologi la capra ricorda il simbolo del Capricorno, e di conseguenza Saturno.

 

Nel linguaggio dei fiori questo rimedio simboleggia un amore profondo e pieno di emotività, quasi un bisogno di simbiosi e di fusione (Luna e Nettuno). In alcune zone dell’Inghilterra, donare un ramo di caprifoglio fiorito significa promettere il proprio amore e la propria fedeltà (Saturno). Spesso si tratta di di un amore segreto, senza futuro, o che vive nel passato.

 

Una persona che vive in negativo il principio Honeysuckle, è emotivamente legata al passato. Le classiche descrizioni riferiscono di donne anziane che ogni giorno passano ore a lucidare la tomba del marito defunto, o a riordinare le sue cose, o a parlare di lui e della loro vita insieme ad una ormai esausta vicina di casa. Ma è anche il caso di un uomo abbandonato dalla moglie o dalla fidanzata che continua a rivivere la relazione, non accettando che un cambiamento è già avvenuto. Spesso questo rimedio è associato alla nostalgia delle persone anziane, forse perché, più avanti ci troviamo con l’età, meno potere sentiamo di avere per realizzare la nostra felicità. Non è facile, d’altra parte, per un anziano, vivere in una società che pur essendo sempre più vecchia, non valorizza l’esperienza ed il potenziale di saggezza che gli anziani possiedono. In una società nella quale il rimedio sovrano per tutti i mali sembra essere la crescita della produttività, non c’è più spazio per gli anziani e per le loro “conoscenze lente”, troppo antiche per un mondo nel quale non si ripara più nulla. In una società nella quale un computer dura al massimo tre anni, cosa ce ne facciamo di un vecchio che nemmeno sa usare un mouse? Quale via di fuga ha allora una persona anziana se non il passato?

 

Honeysuckle è però, al di là dello stereotipo dell’anziano, un rimedio per tutti. Nella vita di tutti infatti il passato può irrompere senza preavviso nel presente, bloccando la propria evoluzione. Oppure si può ritenere il presente ed il futuro così poveri di prospettive e di speranze da rifugiarsi nel passato.

 

Honeysuckle è un rimpianto malinconico per qualcosa che riteniamo migliore e che pensiamo di non poter più avere. L’energia è come proiettata all’indietro nel tempo. In questo stato negativo si pensa che le novità non possano avere nulla di buono. Considerata la forte colorazione emotiva di questo rimedio, personalmente ritengo che l’accettazione del nuovo si sia legata ad uno o più eventi traumatici, tanto da far perdere la speranza che, in un cambiamento presente o futuro, possa ancora celarsi un bagliore di felicità. È spesso molto forte il desiderio di voler ricominciare daccapo. La sensazione che un avvenimento passato sia ancora presente, come se fosse appena accaduto, ci dà la certezza di essere ancora emotivamente aggrappati alla nostalgia dei nostri ricordi. Continuando a vivere nel passato si forma uno schema mentale fortemente legato agli aspetti positivi che sono stati vissuti, ma con il drammatico rovescio della medaglia legato alla nostalgia di qualcosa che non sarà più. È chiaro allora come in un tale contesto la persona divenga incapace di accettare il presente, incapace di rimettersi in gioco.

 

I ricordi di luoghi e di persone vengono ammantati di un magico alone, soggettivamente trasformati in un’esperienza piacevole. Una relazione passata viene ricordata solo per gli aspetti positivi, rimuovendo completamente i problemi che certamente vi furono. Nel caso di un anziano che racconta delle sue battaglie, è curioso constatare come, seppur sotto i bombardamenti della guerra: “Una volta era meglio”!

 

A scanso di equivoci, vorrei chiarire che Honeysuckle non è legato ad un passato oggettivamente bello, meraviglioso e reale. Il tratto fondamentale è qui rappresentato dalla fuga in un passato considerato soggettivamente migliore. Che poi esso sia stato realmente vissuto, che sia stato realmente piacevole, o che sia semplicemente lo scenario di una condizione immaginata come idilliaca, ma mai fisicamente vissuta, non fa alcuna differenza.

 

Siamo soliti pensare al passato come ad un luogo lontano nel tempo, ma Honeysuckle non è un fiore per la terza età. Il passato può essere anche ieri. Un esempio classico è quello del bambino che affronta il suo primo giorno di scuola. È un evento dal quale non si torna indietro, proprio come per un lutto, il bambino deve accettare la fine di una condizione che non tornerà mai più. Credo che questo fiore sia adatto in tutte quelle situazioni nelle quali iniziamo una nuova fase della vita dalla quale non possiamo tornare indietro. Ed è proprio questo senso di ineluttabilità del cambiamento che è così difficile accettare. Mentre Walnut ci aiuta a perseverare nell’intenzione di tagliare con le vecchie abitudini, ricordandoci la motivazione del nostro cambiamento, Honeysuckle è maggiormente associato ad una componente luttuosa del presente. Poiché anche se lo desideriamo con tutte le nostre forze, non potremo mai più tornare alla condizione precedente. Inoltre mentre Walnut e più razionale, Honeysuckle è caratterizzato da una tremenda carica emotiva. Per questo è molto utile associare i due rimedi quando è veramente necessario dare un taglio col passato. E poiché uno o più traumi sono certamente alla base dello stato Honeysuckle sarà opportuno aggiungere quel rimedio meraviglioso che risponde al nome di Star of Bethlehem (per i traumi in genere).

 

Un impressione eclatante dello stato d’animo Honeysuckle la possiamo “sentire” immaginando il vissuto emotivo di un neonato, costretto ad abbandonare un ambiente molto piacevole e protetto, come l’utero materno, per essere scaraventato, senza passaggi di adattamento, in un ambiente terribilmente diverso ed ostile. Passare infatti dal caldo ed avvolgente elemento acqua alla fredda e tagliente aria, è un’esperienza che le persone più emotive conoscono bene. Possiamo solo immaginare l’intensità della nostalgia per la situazione appena abbandonata.

 

Nel linguaggio dell’astrologia, credo che questo sia un fiore molto interessante per i nettuniani, così spesso a disagio nel loro corpo, eternamente nostalgici di un mondo non fisico ed unitario, e spesso cinicamente consapevoli del fatto che la felicità non è di questo mondo. Essi vivono lo struggente desiderio di tornare alla simbiosi, alla fusione originaria con il Sé, o quantomeno, con la propria madre.

 

Astrologicamente il momento della nascita segna il taglio, la separazione fra la dodicesima e la prima casa. E così, mentre Marte ci spinge verso il futuro ed una nuova vita, alle nostre spalle lasciamo la Luna e Nettuno.

Dall’alto della decima casa, Saturno e nostra madre saranno il nostro nuovo mondo e le nostre sole possibilità di sopravvivere nella nuova terrificante realtà.

 

Il rimedio Honeysuckle è legato al sentimento della nostalgia, di un desiderio insoddisfatto, di un legame precocemente stroncato o di un amore non vissuto. Tutte emozioni e sentimenti che possono avvelenare l’anima. Il rimedio ci aiuta a lasciar andare queste tossine emotive e a ritrovare il desiderio di vivere nel presente.

 

È importante rendersi conto, che è vantaggioso e piacevole abbandonare i vecchi ricordi e tornare ad investire nuovamente la propria energia nel presente. È di fondamentale importanza comprendere che la vita può essere vissuta unicamente nel presente. Inoltre, ad un livello più alto di consapevolezza, diveniamo coscienti del fatto che il passato può essere cambiato solo attraverso il presente. Qualcuno potrà obiettare che il passato non può essere cambiato, ma ammesso che questo sia vero da un punto di vista oggettivo, certamente non è vero da un punto di vista soggettivo. Credo che ognuno di noi abbia vissuto questa esperienza di cambiamento del passato. Infatti, quando un evento viene privato della sua carica emotiva, o quest’ultima viene trasformata, quello stesso evento, o meglio, la percezione soggettiva di quell’evento, cambia radicalmente.

 

Si diventa allora più obbiettivi rispetto agli eventi del passato ed alle persone che ne fanno parte. Si riscopre la gioia di vivere la vita nel presente, con la rinnovata consapevolezza che può riservare esperienze piacevoli e pregne di significato.

 

È una nuova nascita.




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