L’amore appartiene alla dimensione dell’indefinibile, come tutto ciò che ha a che fare con l’anima, con la dimensione più segreta del nostro essere. L’amore è un mistero e attraverso l’amore ciascuno incontra l’altro e nell’altro se stesso. L’innamorato è come stregato e ossessionato dall’immagine dell’altro e vive come rapito in un’estasi. Quando gli innamorati si trovano l’uno di fronte all’altra provano un senso di pienezza assoluta e, allo stesso tempo, vivono il sentimento di esser vissuti fino a quel momento come in uno stato di privazione perché la presenza dell’altro è fonte inestinguibile di benessere totale.
Nella realtà, l’amore si alimenta e vive di ciò che avviene nel profondo della nostra vita interna. La persona amata è unica, insostituibile e soltanto lei può evocare le dimensioni profonde del nostro essere perché quella persona corrisponde pienamente all’interiorità del nostro desiderio. L’innamoramento ci pone di fronte a qualcosa d’oscuro, incomprensibile, impenetrabile. La persona amata non si può classificare perché altrimenti ciò significherebbe che la conosciamo e se così è, non è più il mistero che ci attira, il segreto che ci rapisce, il fascino che ci seduce e anche se diciamo di voler conoscere e capire l’altro, nella realtà non vorremmo mai abbandonare l’“illusione” che accecandoci ci consente di vivere il nostro innamoramento. L’esclusività del rapporto d’amore trasforma i modi con cui viviamo sia la realtà esterna sia quella interna e illumina di significato qualunque aspetto dell’esistenza psichica e fisica. La persona amata ci cattura nel suo vortice esistenziale, ci orienta nella sua direzione e nella dimensione psicologica della sua anima e tutto ciò avviene perché siamo attratti dalla sua misteriosità e indefinibilità. Noi siamo attratti dalla persona amata perché libera in noi un desiderio di “conoscenza”, perché rappresenta la parte oscura del desiderio che non si lascia esaurire. Quando amiamo, il desiderio ci spinge verso la “ricerca” di un qualcosa di non definibile che ci dispone ad una nuova, più intensa vitalità. Gli esseri umani possono mantenere accesa l’esperienza amorosa se sanno condividere con la persona amata quel ricco nutrimento interiore che nasce dalla relazione, se riescono ad accettare questa nuova possibilità di conoscenza dell’esistenza.
Nell’innamoramento siamo come attirati da un segreto che ci lega e disorienta, un turbamento e il desiderio reciproco dell’altro che evidenziano come sia incalzante la necessità di riunirsi a ciò che sembrava perso e che adesso ci appare con sembianze più attraenti e nuove. Il desiderio che ci muove nell’innamoramento trasforma la realtà esterna che sembra scomparire per lasciare il posto alla realtà fantastica nella quale gli unici protagonisti sono i due innamorati coinvolti nel loro rapporto amoroso al centro di un nuovo universo. Il rapimento amoroso ci allontana dai precedenti punti di riferimento, ci isola, ci separa dalla sintonia col mondo ordinario e violentandoci nella sua esaltante frenesia ci fa sentire unici, in una unicità in cui due sole presenze contano all’interno di un rapporto irripetibile in cui il senso di questa dimensione d’amore si accompagna a quello dell’eternità perché in quel momento nessuno dei due può pensare che quel sentimento può finire. La dimensione amorosa ci catapulta nell’eternità della dimensione psichica in cui si perde il senso delle cose, in cui il rapporto con la realtà è alterato, in cui le nostre immagini interne dirompono e distruggono ogni equilibrio e tutto ciò che è rigido, immobile, bloccato si scioglie al calore intenso di questa fiamma vitale. L’innamoramento ci strappa alla sensazione di solitudine per spingerci verso gli aspetti più vitali del nostro essere fino a quel momento segretamente nascosti e restituirci alla continuità della vita.
Ma la dimensione amorosa è la più desiderata e al contempo la più temuta. Nell’innamoramento siamo sedotti dall’amato, incantati dal suo essere e i suoi modi, per quanto insignificanti per gli altri, diventano grandemente significativi per noi stessi che ne subiamo costantemente il fascino. Siamo come rapiti, non dall’essere che ci sta di fronte, quanto dall’idea che quella persona ha suscitato nelle profondità del nostro essere che viene attivato e portato alla luce da quell’incontro. Quella idea noi la portiamo costantemente dentro di noi, ma soltanto la persona che amiamo riesce ad evocarla, a richiamarla in vita ed è il nostro mondo immaginario che emerge in modo prepotente grazie alla presenza della persona amata e soltanto la sua presenza riesce a portare in vita una dimensione sepolta. Quando amiamo ci sentiamo più forti e inaspettatamente capaci di affrontare situazioni difficili e in questa dimensione recuperiamo una forza che non sospettavamo di avere e nuove possibilità di realizzazione. La rinuncia all’amore è la rinuncia al nostro mondo interiore, al nostro immaginario, alle nostre possibilità generative interne, la separazione da ciò che genera unione e armonia, da tutto ciò che può dar forma al nostro universo interno. L’amore stabilisce nuove congiunzioni, c’introduce in nuovi e sconosciuti progetti, e crea quei collegamenti con qualcosa che si trasforma, con l’ignoto, ma l’ignoto genera paura. L’amore si sostanzia di desiderio e paura e se non si prova angoscia nella dimensione amorosa probabilmente non amiamo. L’amore è una passione e la passione è una sofferenza. L’amore è una pienezza che si nutre di desiderio e paura ed è per questo motivo che accanto ai sentimenti più sublimi, più elevati si prova anche timore e angoscia per quest’esperienza. L’esperienza amorosa porta con sé l’angoscia e il senso di colpa perché ci pone di fronte ad esperienze indissolubilmente legate come il divieto e la trasgressione.
Quando rifiutiamo, attraverso la razionalizzazione, l’esperienza d’amore, non facciamo altro che obbedire alla legge del collettivo che abbiamo interiorizzato e ricacciamo nel profondo del nostro essere quelle parti che anelano alla luce. Se vogliamo vivere l’esperienza amorosa, dobbiamo sviluppare la capacità di neutralizzare ciò che nel nostro mondo intimo ci minaccia con i suoi rimproveri e la forza d’affrontare la trasgressione perché l’amore è anche trasgressione. E’ la trasgressione del mondo che ci vuole incapsulare all’interno dei codici repressivi e coercitivi di stampo collettivo. Siamo troppo abituati a rispettare il divieto perché in tal modo possiamo tenere lontano il desiderio così da metterci al sicuro dai sensi di colpa senza renderci conto che la condanna del desiderio si trasforma in una vita sterile, infeconda e spenta, nella morte di un’anima che non riesce più a trovare nuovi significati e valori. La dimensione amorosa accoglie parti elementari che ci catturano e ci dominano e che non hanno raggiunto la dimensione razionale. Dovremo essere in grado di comprendere che l’amore è sostanziato dalla paura e che se non esiste questa paura, questo nutrimento che spinge verso la conoscenza, difficilmente possiamo parlare d’amore. La mancanza d’amore ci sprofonda nella solitudine, nel vuoto del nostro mondo immaginario che è reso muto e spento, in quella dimensione in cui il nostro corpo viene vissuto come estraneo, risucchiato da un’enorme inerzia e privo di forza. L’amore è un forza vitale che ci strappa all’inerzia, al vuoto, alla mancanza e ci orienta verso una promessa di vita. L’amore è una forza seducente veramente possente, ma dovremo diventare consapevoli che nell’amore non è l’altro che ci seduce, ma le nostre stesse immagini interne che l’altro è stato capace d’evocare e che ora noi possiamo finalmente incontrare e conoscere.