Ogni bambino nel percorso evolutivo impara a distinguersi dalla fusione in cui è stato immerso durante la gestazione, attraverso il delicato processo di “differenziazione”.
Dalla nascita in poi si “distingue” dal mondo in cui si è trovato ed impara a riconoscere via via il suo corpo (IIa casa), la sua mente (IIIa casa), le sue emozioni (IVa casa) fino a concentrare il tutto in un preciso senso di “essere” che è orgoglioso di esprimere (Va casa).
Non vi sono dubbi che dovrà incontrare il mondo contingente (realtà) che lo introdurrà alla comprensione delle regole che ordinano la vita e le cose e che gli consentiranno di apprendere e convivere con gli altri in attesa dei futuri processi di “socializzazione” che avverranno dalla casa VIIa in poi. E’ in questa fase che il bambino inizia a dare una forma precisa alla sua identità, modellandola anche sulle regole del collettivo e, sempre in questo periodo, struttura un primo abbozzo di “super Io” che deriva ovviamente da ciò che apprende dal rapporto con l’autorità e dal contatto con il mondo esterno.
Tutto questo processo verrà fatto nel lungo percorso della scuola elementare che, astrologicamente parlando, rappresenta la fase della VIa casa che ha come compito quello di rendere ogni singolo bambino “un cittadino” che rispetti il mondo che lo circonda e che si integri bene nelle norme che regolano la convivenza di ogni micro o macro società.
Così, dopo un periodo di vera e propria onnipotenza in cui l’Io si è gonfiato al punto da sentirsi “unico e speciale” ogni bambino dovrà invece ridimensionarsi in quanto incontrerà la prima vera istituzione esterna della sua vita: la scuola.
In questo ambito il bambino verrà a contatto con le prime autorità esterne alla famiglia, che saranno incarnate dagli insegnanti che avranno il ruolo di “educare” il che comprende sia l’opportunità di apprendere tutto ciò che potrà poi un giorno essere considerato “cultura personale”, sia la necessità di integrarsi in un contesto più allargato di quello familiare il che richiede sicuri adattamenti alla sua “natura” che, invece, ha potuto esprimersi molto più liberamente fino a questo momento.
La natura infantile accompagna opportunamente tutti i processi e le fasi con atteggiamenti che hanno lo scopo di favorire al meglio i passaggi evolutivi che servono per la costruzione della futura architettura cognitiva e psichica di ogni individuo.
In questa fase il bambino avverte pienamente l’uscita da quello che è stato un vero e proprio “delirio di onnipotenza” e si appresta a sperimentare il fascino dell’uniformità e dell’adattamento all’esterno.
Come a dire che, prima di affrontare una vera e propria possibilità di individuazione, ogni essere umano deve prendere coscienza di appartenere ad un gruppo, ad una micro società che si basa su regole che sono uguali per tutti e che devono essere rispettate da tutti; così, dopo essersi creduto unico e speciale, il bambino diventa “scolaro” ed accetta, anzi desidera sentirsi “uguale agli altri” e, proprio per questo, dovrà impegnarsi a rispettare una serie di dettami validi per tutti, unica condizione che permetterà una sana convivenza in assenza di una coscienza vera ed autentica, basata su valori e idee personali, che verrà strutturata solamente negli anni a venire.
La fase di uniformità è molto presente nella psiche del bambino; egli infatti desidera a questa età “essere come gli altri” il che significa che vuole comportarsi come gli altri, fare le stesse cose, vestirsi allo stesso modo. Il modello zodiacale ci fa comprendere che prima di poter “riconoscere la propria diversità” bisogna aver costruito delle basi comuni che diano un senso di sicurezza e che forniscano poi i parametri necessari a discriminare e a scegliere ciò che diventerà “il mondo personale”.
Il contesto collettivo è come un grembo che rassicura con il sentirsi integrati ed uguali agli altri; sarà poi compito delle case superiori – in cui interverranno ben altre capacità cognitive – di creare la possibilità di potersi allontanare dalla “norma” creando la propria filosofia di vita.
Molte persone, anche da adulte, faticano a lasciare questo tipo di sicurezza e ad avventurarsi nel mondo della diversità: soprattutto chi ha molti pianeti in casa VIa o il Sole in questa casa, ha bisogno, più di altri, di imparare a lavorare sulle proprie capacità e sui suoi limiti e vuole riconoscersi in un contesto un po’ più allargato che riesca però a fornirgli una sorta di “struttura protettiva di base”; le società non a caso premiano chi si integra e chi esegue, senza troppe difficoltà ciò che viene richiesto dallo Stato e dall’apparato burocratico. Si tratta di persone che preferiscono restare dentro a determinati schemi senza troppo allontanarsi da essi.
Così, quando il bambino entra nella fase di casa VIa, sono trascorsi ormai sei anni dall’inizio della sua vita e si appresta a varcare il portone della scuola con lo zainetto in spalla pronto a raffinare le sue esperienze ma, soprattutto, a rendere più organiche e strutturate le sue conoscenze. La scuola servirà anche a fornirgli nuovi modelli che entreranno nella sua vita attraverso il contatto con gli insegnanti e con i compagni, alcuni dei quali diventeranno anche i suoi primi amici.
L’incontro con la scuola non è sempre fantastico ed idilliaco: ci sono bambini che hanno timore e che non riescono subito ad inserirsi: per capire in che modo il proprio figlio affronterà questo traguardo bisognerà analizzare il segno su cui poggia la casa sesta e i pianeti che la occupano o che la governano; in questo modo si potranno anche adottare misure adatte a favorire un maggior inserimento nel suo primo “mondo sociale”.
Questa casa dovrà dare al bambino gli “strumenti” che serviranno per la vita; sarà infatti da quello che prenderà dalla scuola e dalla sua capacità di integrarsi con gli altri nonché di imparare a gestire bene le risorse innate che dipenderanno un giorno serenità e autorealizzazione.
La scuola tenderà a dare al bambino anche “nuove abitudini”, orari e impegni: ci saranno infatti compiti da eseguire, non si potrà arrivare più in ritardo e, soprattutto, bisognerà imparare ad essere disciplinati e a non disturbare mentre si lavora o mentre l’insegnante spiega, tutte cose che appariranno completamente nuove; i bambini dovranno anche imparare a concentrarsi e a non distrarsi e, per la prima volta, riceveranno una valutazione del loro modo di lavorare, di apprendere e di comportarsi il che significa che impareranno in modo più preciso la legge dello scambio ovvero: lavoro e buon comportamento = gratificazione; scarso impegno e cattivo adeguamento alle regole = frustrazione e punizione.
In questa fase il bambino comincerà a distinguere bene le fasi di gioco da quelle di impegno: se tutto funzionerà diventerà un giorno anche un “lavoratore” che non solo manterrà se stesso ma che contribuirà anche a far funzionare la società in cui vive.