Quando i figli si avvicinano all’adolescenza si aprono le infinite strade dell’amore; possiamo dire che i primi veri innamoramenti, accompagnati dalle prime relazioni, sono i veri rituali di iniziazione delle ultime generazioni che sembrano non averne altri: indubbiamente c’è un passaggio preciso che i ragazzi fanno uscendo dalle fantasie e dall’autoerotismo che si sperimentano nella pubertà per iniziare una vera e propria relazione d’amore con un partner con cui, si arriverà anche alla prima relazione sessuale.
In questa prima parte della vita amorosa la fanno da padroni i grandi coinvolgimenti e turbamenti emotivi: astrologicamente infatti, pubertà e adolescenza sono caratterizzati dalle case VIIa e VIIIa che richiamano proprio il mondo a due, qualcosa che inizia sempre con grandi tempeste emotive ed anche grandi paure che derivano dalla sperimentazione di una serie di sentimenti nuovi, o almeno nuovi per intensità e prorompenza.
L’amore in questa fase è ancora molto acerbo: si tratta per lo più di un sentimento rivolto verso sé stessi piuttosto che verso l’altro… ma questo è tipico di quest’età in quanto l’innamoramento serve ovviamente per conoscersi meglio e per cominciare a comprendere quale forza di attrazione si ha sull’altro sesso e quindi, quanto si è in grado di “sedurre e conquistare”. Come ho spesso detto la componente narcisistica è tipica delle relazioni adolescenziali dove l’investimento è quasi tutto a carico della propria identità e delle proprie pulsioni, ma è anche il preludio all’incontro psichico con l’altro.
I genitori sono sempre abbastanza spaventati dai primi innamoramenti dei figli in quanto cambiano carattere, si chiudono di più al mondo della famiglia e vogliono stare molto più fuori per cui iniziano a premere per conquistare una maggior libertà. Inoltre, spesso i figli innamorati perdono un po’ la testa e rendono meno a scuola oltre a mettere in scena atteggiamenti stravaganti a dimostrazione del fatto che si sentono improvvisamente più adulti. L’innamoramento è sempre una fonte di energia e di sicurezza.
E’ indubbio che, mentre i genitori sono più sconvolti dal primo rapporto sessuale, soprattutto nel caso di figlie femmine, in realtà, l’elemento più scatenante ed inquietante è proprio l’innamoramento che sconvolge tutto l’equilibrio dell’adolescente che si trova all’improvviso a dover gestire grandi emozioni e passioni non certo facili da gestire.
Oggi infatti la sessualità ha perso la grande magia di un tempo; la caduta del tabù della verginità e la grande libertà che regna tra i giovani fanno si che non vi sia più trasgressione da un punto di vista di rapporti fisici: anzi, sembrerebbe quasi il contrario: che la vera trasgressione sia l’innamorarsi del coetaneo o, addirittura puntare nuovamente sulla verginità come molti giovani oggi fanno, per un particolare senso di sfida al mondo comune.
Indubbiamente, nel momento in cui il sesso perde la sua attrattiva maggiore diventa interessante fare qualcosa di diverso: il sesso oggi viene vissuto come qualcosa che si deve fare e praticare presto, anzi prestissimo, ma, proprio per questo, diventa anche qualcosa di banale e di insignificante, soprattutto quando le prime esperienze avvengono in discoteca magari dopo aver bevuto qualche drink che porta a non ricordare neppure l’esperienza.
Il consumo del sesso è sicuramente in aumento e abbiamo spesso detto che è direttamente proporzionale alla caduta di valori e soprattutto alle difficoltà di relazione: quando non ci si riesce a relazionare, si fa sesso per cercare di placare il senso di solitudine e di isolamento; i giovani poi vivono il sesso come una cosa “che fan tutti e quindi, tanto vale togliersi il pensiero”.
Del resto, gli adolescenti di oggi sono i nati della generazione con Plutone in Scorpione e ben tre pianeti in Capricorno e, non si può certo dire, che – generazionalmente parlando - siano degli inguaribili romantici; in genere sono sperimentatori ma, come tutti i giovani, vogliono sperimentare quello che è proibito e non certo ciò che è già a portata di mano.
Vi sono comunque particolari giovani.. soprattutto quelli che hanno valori Cancro, Bilancia o Pesci che, nonostante i tempi, tengono comunque molto a tutto ciò che riguarda il romanticismo, il sogno, la fantasia, lo scambio e l’amore.. e, per questi, anche la sessualità viene investita da un non so che di magico che non vogliono assolutamente perdere.
Questi ragazzi hanno particolarmente bisogno di una relazione e spesso cominciano prestissimo a cercare nell’altra metà del cielo una vera interazione che plachi un profondo senso di solitudine; non sono tantissimi ma sono quelli che ancora vibrano per Tristano ed Isotta o per Romeo e Giulietta ed incarnano l’esperienza autentica dell’adolescenza che dovrebbe prevedere un lento e dolce avvicinamento a sé stessi attraverso la magia che evoca l’altro sesso e l’attrazione che produce.
Quando questo accade si ha un’idea di “fatalità” che i genitori di solito non apprezzano perché pensano che sia troppo presto e che i loro ragazzi dovrebbero viversi la loro età con spensieratezza possibilmente non distogliendosi dallo studio e dai valori familiari; chiaro che i genitori in questo modo cercano di allontanare da sé l’idea che il figlio possa “essere in qualche modo trascinato da qualcosa di più grande di lui” e quindi fanno blocco non accettando l’altro o l’altra, cosa che sconvolge ancora di più gli equilibri. Eppure, come tutti sappiamo, l’adolescenza non è una fase spensierata ma un continuo susseguirsi di drammi interiori a cui fanno seguito fasi di esaltazione che rappresentano tutti gli sconvolgimenti dell’anima che muove il corpo spingendolo verso quel senso di fusione mitico che ricorda il “paradiso perduto” sperimentato un tempo.
Platone sosteneva che il desiderio di fusione degli innamorati e dei giovani è un bisogno antico di simbiosi che non può essere fermato perché conduce alla vita.
Chiaro che alla radice di ogni innamoramento e non solo di quello adolescenziale c’è il ritorno al primo legame che abbiamo vissuto, ed infatti sia i ragazzi che le ragazze quando lo sperimentano sentono un’incredibile attrazione verso qualcosa di già conosciuto.
Sarebbe però importante che i giovani sperimentassero anche tutto ciò che si chiama il “corteggiamento”, una sorta di danza di avvicinamento che permette di sperimentare appieno il desiderio che, in fondo, è una delle più interessanti esperienze psichiche. Quando si passa troppo velocemente dall’attrazione al rapporto sessuale il rapporto poi perde di interesse e quasi sempre i giovani sono costretti a sentire il senso di vuoto del tipo “era tutto qui?”. E’ importante comprendere che l’innamoramento rappresenta una crescita interiore, un grande passaggio evolutivo che sarebbe bene assaporare proprio perché può portare a conoscersi meglio oltre che a conoscere l’altro. Non a caso, la bellezza dell’innamoramento consiste nelle interminabili conversazioni che avvengono al telefono quando non è possibile farlo di persona, ai sogni ad occhi aperti e al bisogno di sperimentare l’intimità con l’altro; oggi sicuramente molto di tutto ciò avviene al computer o via sms ma si tratta pur sempre di un’esperienza unica che, se si brucia troppo velocemente o bruscamente, interrompe uno stadio ed immette in un senso di “perdita” e di “svuotamento”.
Oggi l’avvicinamento lo fanno più le ragazze a differenza di un tempo in cui erano i maschi a dover conquistare, tuttavia, mancano tutti quegli elementi di seduzione fatti di sguardi, e di quel darsi e non darsi che erano il teatro su cui si svolgeva l’intera azione dell’innamoramento.
L’atteggiamento genitoriale di fronte alla crescita dei figli in questo campo deve essere molto cauto e, soprattutto, non intrusivo in modo da non portare i ragazzi a chiudersi senza più rivelare cosa stanno vivendo; ogni genitore dovrebbe ricordarsi di ciò che faceva all’età dei figli e di quali erano gli struggimenti, le tempeste emotive ed anche le grandi delusioni che, inevitabilmente sono parte integrante dell’esperienza di questo periodo anche se, molti ragazzi, non ammettono la sconfitta perché brucia troppo forte.
Ci sono anche adolescenti che sono frustrati perché, al contrario degli altri, non si innamorano, oppure vivono con la sensazione di non riuscire a far innamorare nessuno; spesso è un dolore fortissimo soprattutto quando gli amici del cuore hanno già tutti vissuto l’esperienza e quindi si trovano a non potersi confrontare e a sentirsi terribilmente soli ed isolati; questi ragazzi andrebbero seguiti poiché può trattarsi di un’esperienza disperante che manifesta residui edipici non risolti, oppure un eccessivo narcisismo che fa da barriera all’incontro con l’altro.
Questi tratti sono molto visibili anche nella “promiscuità sessuale” di cui fanno uso molti adolescenti; il passare da un oggetto sessuale ad un altro, oppure a rapporti di gruppo cela sempre una paura profonda di coinvolgersi e di mettersi in gioco.
In questi casi si passa dall’idealizzazione alla svalutazione che salva da un eventuale rapporto a due che viene accuratamente evitato attraverso una nuova conquista.
Queste conquiste ripetute che vengono immediatamente superate con il disprezzo, la svalutazione, il rifiuto e poi la fuga sono ancora una volta la rappresentazione del tutto inconscia di una paura fortissima di incontrare l’altro; nel caso dei maschi prevale indubbiamente la paura del femminile perché non hanno ancora risolto lo strapotere psichico della madre. Le ragazze che scelgono questi comportamenti promiscui soffrono invece della paura di dipendere o di essere abbandonate.
Indubbiamente i primi rapporti d’amore costituiscono la struttura portante su cui la psiche si avventurerà nelle future relazioni; l’amore è indispensabile per vivere ma anche per la costruzione dell’identità in quanto facilita tutti i processi di individuazione, di distacco dai più pericolosi rapporti familiari e dal mondo infantile; è quindi opportuno che i figli vivano le loro fasi in maniera puntuale senza sentirsi in qualche modo in colpa perché sentono che la famiglia si allarma per i loro sentimenti.