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LA SCELTA D'AMORE - SECONDA PARTE

a cura di Lidia Fassio
 

Dopo aver accennato ai modelli di attaccamento possiamo ora scoprire il tipo di relazione che, soprattutto nella prima parte della vita, tenderemo a formare proprio sulla base della prima esperienza infantile.

Con questo non si intende che se uno ha avuto un attaccamento insicuro o ambivalente non potrà mai avere relazioni gratificanti, ma solamente che, fino a quando resteranno inconsce queste modalità, si andrà a ricercare proprio quel particolare tipo di persona che, in qualche modo, avrà il compito inconscio di  riportarci a rielaborare qualcosa del nostro passato.

 

E’ interessante comprendere che la nostra psiche tende a girare attorno ai vecchi modelli e quindi rimette in scena vecchi schemi e vecchie rappresentazioni e, possiamo affermare con certezza che la psiche non esce mai dai suoi protagonisti che sembrano essere eterni: padre, madre, fratelli, figure che andiamo a ricercare in tutti gli incontri e soprattutto nei partners che attiriamo nella nostra vita.

 

Aristotele diceva che la “famiglia è il luogo della tragedia”, non nel senso negativo del termine ma in quanto è lì che accadono tutte le cose della vita a partire dalla nascita, alla crescita fino alla morte ed è pertanto sempre in quel contesto che si vivono le emozioni più pregnanti, quelle che incidono solchi profondi nella nostra psiche.

All’interno delle relazioni familiari noi impariamo ad esistere, ad essere e a provare sentimenti ed emozioni e quindi, è lì che forgiamo la nostra identità. Tuttavia è la “famiglia interna” quella che ci creerà più problemi, quella che abbiamo nella nostra testa piuttosto che quella che effettivamente abbiamo avuto; bisogna inoltre dire che, nella scelta del partner sono proprio gli schemi antichi che entrano in gioco favoriti anche da situazioni “sociali e morali” che si sono consolidati nei millenni e che spingono verso la monogamia e verso la proibizione dell’incesto.

Siccome le pulsioni, soprattutto quelle sessuali ed aggressive, sarebbero estremamente dannose non solo per la famiglia ma anche per la società se solo venissero lasciate libere di esprimersi, il matrimonio e la famiglia sono soggetti a leggi che concorrono a mantenere saldi alcuni principi fondamentali.

 

In fondo, la scelta del partner che, nella prima parte della vita è motivata dalla “somiglianza psicologica” con le figure genitoriali, permette di rivivere tutta la “fase edipica e l’incesto simbolico” per poi potersene definitivamente liberare.

La maggior parte delle persone riesce perfettamente nell’impresa; alcuni invece brancolano a lungo ricercando sempre lo stesso tipo di partner in una fissazione che si chiama “coazione a ripetere”.

Ciò che risulta chiarissimo però è che le relazioni con i genitori sembrerebbero dei legami tiepidi, affetti importanti ma gestibili mentre, la nostra psiche – attraverso il nostro inconscio – ci ricorda che si tratta invece di legami fortemente passionali che verranno rivissuti con pari intensità nelle relazioni con i partners rimettendo in scena  – prima di poterlo abbandonare definitivamente – lo stesso tipo di attaccamento.

 

Non solo possiamo vedere quali sono le coppie che tenderemo a formare comprendendo quale tipo di attaccamento abbiamo vissuto leggendo nel tema natale la nostra Luna e gli assi prima settima e seconda ottava, ma possiamo addirittura dire che le fasi che formano l’attaccamento (quattro) sono le stesse che entrano in gioco nel momento in cui iniziamo un rapporto d’amore:

 

la prima fase è quella del corteggiamento e del flirt che si mette in atto nei confronti della persona che comincia a piacere;  è la stessa che il bambino fa con la propria madre. In questa situazione si è rilassati, si parla sottovoce, si cerca di accompagnare i movimenti dell’altra persona con la testa.. (sintonia perfetta): si cerca però soprattutto il contatto con gli occhi esattamente ciò che fa il bambino quando, nella fase di casa IIa, comincia a cercare la mamma con lo sguardo e cerca di attirare l’attenzione di lei. Questi “segnali” rivelano disponibilità, tenerezza e interesse per l’altro. Tutto è molto coinvolgente anche se non c’è nulla di verbale.  (Fase di avvicinamento)

 

La fase due è quella in cui si passa dall’attrazione all’innamoramento. Sono ancora presenti gli stati psicologici precedenti – che sono quelli che fanno sentire l’eccitazione – però sono presenti anche insonnia, calo dell’appetito, energia potente.. come se si fosse sotto l’effetto di una sostanza “dopante”. In questa fase sono presenti anche la dolcezza e la tenerezza che sono i sentimenti principali, ma c’è anche la passione e soprattutto quella sessuale; è anche la fase in cui ci si racconta; infatti si chiama “baby talk” è identica a quella di tutte le moine che scambiano mamma e bambino intorno al III° - IV° mese: c’è moltissima complicità ed intimità; in questa fase adulta il rapporto sessuale diventa importantissimo e molto frequente. E’ una fase in cui c’è un grande bisogno dell’altro perché si sta creando a pieno titolo l’attaccamento.

 

La fase tre è quella dell’amore: non tutte le relazioni arrivano però a questo traguardo, molte si arenano prima. Qui l’attaccamento si è strutturato e c’è una grande complicità che porta alla creazione di uno “spazio emotivo condiviso”. Tra innamoramento e amore cambiano molte cose non ultima proprio la diminuzione della quantità di rapporti sessuali in quanto non è più solo il sesso a dare appagamento ma diventa  fondamentale la stabilità del legame; in effetti si sta così  bene con il partner che è presente anche l’ansia da separazione, nel senso che quando il partner è lontano si avverte tantissimo l’assenza in quanto la relazione fornisce anche “contenimento e cura”. Questo tipo di rapporto è simile a quello che avviene intorno ai 2 anni del bambino.. quando pur essendo già un po’ più indipendente si avventura ma ha ancora un estremo  bisogno del “rinforzo e delle conferme” della mamma.

 

La fase quattro è quella della quotidianità. Certo, vista dall’esterno questa fase sembra meno eclatante delle precedenti; in realtà saranno proprio la forza dell’unione e la stabilità di fondo che permetteranno ai due partner di cominciare la loro avventura nel mondo, conquistando il loro ruolo.

In questa fase non c’è più dipendenza, ma c’è interdipendenza emozionale che è l’elemento che rende il legame indissolubile fino a quando è presente. In questa fase c’è impegno verso l’altro ed ognuno è una “base sicura per l’altro” il che assicura la possibilità di esplorare e di perseguire i propri interessi, obiettivi e vocazioni, sicuri del legame. L’amore in questo caso permette veramente di crescere, esplorare e conquistare la vita e il mondo. E’ simile alla fase dei tre quattro anni del bambino allorchè va all’asilo, sta con altre persone, scopre e conosce un sacco di cose.. ma questo gli è possibile proprio perché ha una “base a cui tornare”. Vuol dire che c’è fiducia e costanza oggettiva che sono i presupposti essenziali sia dell’attaccamento che della relazione.

 

Ovviamente, come abbiamo visto la volta scorsa se l’attaccamento è sicuro, si cercheranno partners con lo stesso stile di attaccamento e si darà vita a relazioni importanti, basate sulla stima, sulla fiducia e sul reciproco rispetto della diversità. In una parola, chi ha un attaccamento sicuro cerca un “amore sicuro” poiché si sente degno di essere amato e rifiuta a priori situazioni e proiezioni ambivalenti tipiche di chi ha attaccamenti di altro tipo. C’è sicurezza e pertanto non c’è alcun bisogno di controllare l’altro, si è aperti ed attivi e ci si aspetta dal partner un forte coinvolgimento ma anche il rispetto della propria integrità e individualità. Ognuno dei due si sente bene quando anche l’altro sta bene e sente che la relazione è una base per la ricerca della propria individualità.

 

Se invece l’attaccamento è insicuro tutto questo risulta complicato perché mancano dei passaggi importanti dell’infanzia che creeranno difficoltà nel formalizzare la relazione e nello stabilizzarla.

 

Non tutte le coppie riescono ad arrivare all’amore e, a volte, ciò che viene chiamato con questo nome è invece più simile ad un dramma di cronaca nera in cui sono presenti violenza, aggressività, distacco e paura.

 

Chi ha un attaccamento insicuro – ambivalente od invischiante tende ad attrarre a sé altre persone con lo stesso tipo di attaccamento e quindi c’è molta ansia, insicurezza ed entrambi sembrano per lo più gestiti da pulsioni ed emozioni che eruttano incontrollate piuttosto che dal sentimento. Emotività e razionalità si contrastano a vicenda e quindi non vi è modo di giungere ad una regolazione affettiva che, pertanto, resta soggetta ad alti e bassi che producono insicurezza che dà vita a stati di vigilanza e permalosità il tutto condito da tanta ansia e rabbia verso l’altro. I due soggetti sono vulnerabili ed amano in modo intermittente: alcuni momenti si (e li’ c’è grande passione) ma poi subito dopo tornano le paure di essere messi da parte, abbandonati o feriti, e quindi si passa all’aggressività.. Tipico rapporto Luna Marte o anche Venere Marte oppure presente nelle opposizioni prima settima (insicuro) o seconda ottava (ambivalente).

Siccome l’attaccamento si è formato con una persona considerata inaffidabile, si vedrà il partner sempre come inaffidabile e quindi pericoloso ed inattendibile.

I sentimenti sono sempre doppi ed è difficile stabilizzarli perché sono presenti sospetto, sfiducia e c’è gelosia per paura che l’altro possa tradire. (Alla base vi è sempre un’autostima precaria da risanare).

C’è in genere un’esasperazione nell’invischiamento con la famiglia di origine dalla quale non c’è stato mai un  vero svincolo e questo complica tantissimo la relazione di coppia poiché uno dei due partner a turno cerca triangolazioni esterne che risultano drammatiche e dolorose.

In questo tipo di relazione c’è ancora un grande bisogno di simbiosi (ambivalente) oppure c’è grande idealizzazione del partner (specie nella coppia invischiante). Si vuole l’altro però poi, in alcuni momenti, lo si vorrebbe distante e quindi lo si tiene a bada, lo si rifiuta o lo si tratta male; quando prevale l’idea di essere una persona “amabile” allora c’è passione e amore, quando invece si è nella fase “non amabile” allora non ci si sente amati e si comincia ad avere paura e, a quel punto, si interpreta ogni comportamento, ogni atto, ogni distanza ed ogni “no” come un messaggio di disprezzo o di abbandono che porta alla svalutazione totale di sé.

Nell’ambivalente sono presenti possessività e controllo e c’è molta imprevedibilità con sentimenti di odio e amore in cui è emerge tantissima rabbia, sempre rivolta verso l’altro.

 

Questi tipi di attaccamento possono degenerare fino al vero e proprio abuso che può giungere al maltrattamento, soprattutto se è già stato vissuto nell’infanzia da parte della figura di riferimento. In questo caso ovviamente le situazioni si complicano perché si aggiunge la sensazione di non avere controllo sulla propria vita il che porta spesso a subire senza osare contrastare gli abusi, oppure a maltrattare a propria volta utilizzando come stile di comunicazione l’intimidazione in presenza di sentimenti contraddittori quali la freddezza e la crudeltà e, in altri momenti, improvvise manifestazioni di affetto. In questo caso tutto è disorganizzato; non si è in grado di valutare gli altri e si scelgono partners con valenze a volte sadiche e violente o in alternativa masochiste con cui si creano situazioni assolutamente insostenibili che generano infelicità e distruttività.

Questi sono i casi in cui apparentemente vi sarà “sudditanza psicologica” da parte di uno dei due anche se entrambi saranno estremamente dipendenti e, per questo, non potranno rompere la simbiosi.

 

Chi ha un attaccamento rifiutante invece ha uno schema mentale del tipo “non sono degno di essere amato” e quindi si comporta cercando di evitare il “coinvolgimento emotivo” che non saprebbe reggere; ovviamente questo lo porterà a cercare persone che abbiano lo stesso tipo di attaccamento (Luna Saturno, Venere Saturno; Saturno in seconda casa o in ottava).

In questo caso la razionalità prende il posto del sentimento e delle emozioni poiché questi ultimi sono legati sempre a momenti di grande sconforto. Ci sono moltissime difese che filtrano ogni messaggio in modo da evitare a priori qualsiasi coinvolgimento per non correre il rischio di essere rifiutati. Sono soggetti che ritengono ridicole le espressioni di affetto e le romanticherie e che non sanno che cosa è la passione e, soprattutto, che non creano mai intimità e complicità.. (sono le cose che temono di più). Del resto questo attaccamento si è creato proprio sull’autosufficienza e quindi quanto più il soggetto sarà triste e starà male quanto meno cercherà conforto e supporto nell’altro. Non chiedere aiuto è la parola d’ordine e in questo modo viene mostrata a sé stessi la “falsa” autonomia.

La ricerca di un’altra persona rifiutante ed evitante ha lo scopo di non sottoporsi a troppe richieste affettive o di intimità che in nessun modo si sarebbe in grado di sostenere, così ci si ritrova sempre con lo stesso modello che è disconfermante e sconfortante in cui si è certi sempre della svalutazione. In questa coppia la comunicazione è sicuramente la grande assente e vi è anche una grande indifferenza che viene scambiata per autonomia.

 

Gli stili di attaccamento sono molto importanti per comprendere i meccanismi che vengono messi in atto nelle relazioni; come sempre, avere consapevolezza significa avere la possibilità di intervenire e di superare le fasi che non sono state completate a suo tempo.



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