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LA FAMIGLIA DIVERSA

a cura di Lidia Fassio
 

Se ci guardiamo un attimo attorno ci accorgiamo di quanto siano cambiati i costumi e i comportamenti sociali; solamente 50 anni erano pochissimi i figli di genitori separati e, quando questo accadeva, erano drammi sia per la donna separata che per i figli che si trovavano ad essere visti come “diversi” e, in un certo senso, emarginati e visti con una sorta di “atteggiamento pietistico”.

L’epoca del divorzio chiaramente ha aperto e spesso sfasciato le frontiere della famiglia ed ha generato la famosa fase dei “cespugli familiari”; in effetti le famiglie si sono allargate, a volte “dilatate” e sono apparsi i nuovi compagni della mamma, le fidanzate di papà, i figli dei nuovi partners dei genitori e il raddoppio dei nonni; tutte novità che se da un lato possono apportare movimento e nuovi affetti nella vita familiare, dall’altro portano però grandi sconvolgimenti soprattutto nei bambini che si trovano a doversi adattare a nuove figure di adulti che non vorrebbero in casa e a “fratelli e sorelle” che magari restano per poco tempo dopo di che si dileguano perché la madre o il padre cambiano partner.

Indubbiamente le cose non possono fermarsi e il progresso porta con sé inevitabili rivoluzioni che toccano sia il mondo esterno che quello intimo e, chi ne fa le spese in modo più forte sono solitamente quelli che per primi si trovano ad agire una nuova possibilità: in effetti questi soggetti si trovano a sperimentare il nuovo senza avere ancora alcuna esperienza e, in questa situazione, non può che fare errori che poi, via via, saranno visti e corretti nel tempo.

 

Certo, non possiamo ancora dire che oggi la situazione sia risolta; in effetti si parla tantissimo di bambini e di psicologia ma non è mai facile applicare le teorie sul campo e, spesso le complicazioni sono in agguato e tendono ad investire i singoli che si trovano a combattere con tutte le difficoltà che la vita comporta.

Molti passi sono stati fatti ma è anche vero che poco esiste a supporto delle famiglie che si rompono e, in genere, non vi sono grandi possibilità di accedere a mediatori familiari che possano accompagnare durante questi eventi traumatici in modo che questi pesino il meno possibile sulle future sicurezze dei figli che, sono gli unici che sicuramente non avrebbero voluto che i genitori si separassero e che, pertanto, tendono a creare barriere contro le nuove situazioni affettive che destano in loro moltissime perplessità e paure.

I figli inoltre si trovano spesso lacerati tra difficoltà di spostamenti, di case, di abitudini che minano in profondità il loro bisogno di stabilità.

 

Il divorzio, a distanza di più di 40 anni ancora non viene vissuto, se non in casi rarissimi, senza traumi: molti figli lamentano che la separazione invece di mettere fini ai litigi che regnavano dentro casa, ha  peggiorato di molto le cose  e quindi per loro si è aperta una fase di grande insicurezza ed instabilità in quanto si sono visti triangolati tra i due genitori in guerra.

Una ricerca fatta nel 2002 riporta che la maggioranza delle persone intervistate considera l’esperienza della separazione come altamente traumatica e sostiene che gli strascichi derivati non sono facilmente superabili anche dopo anni di distanza.

 

Anche se ancora non abbiamo assorbito tutte le trasformazioni di cui abbiamo parlato oggi se ne prospettano altre, ancora più destabilizzanti per i bambini: in alcuni paesi dell’Europa infatti è possibile il matrimonio tra omosessuali il che porta naturalmente verso la possibilità di poter avere dei figli anche in assenza della coppia classica; non solo, le donne gay ovviamente hanno subito pensato all’inseminazione artificiale in modo da poter avere dei figli anche senza un compagno.

 

Indubbiamente stiamo andando verso una cultura completamente diversa che metterà sul tappeto problemi che ora possiamo solamente intuire ma non ancora vedere.

Infatti, è prevedibile che i figli dovranno rivedere molte cose soprattutto nell’ambito dei loro processi di costruzione dell’identità: in effetti, già adesso possiamo notare le difficoltà nei casi in cui i genitori hanno ruoli pressochè rovesciati: ad esempio la madre normativa che fa un ruolo “più maschile” spesso destabilizza molto la vita di un figlio maschio in quanto crea confusione; allo stesso modo crea difficoltà un padre assente e per lo più debole in quanto non fornisce la necessaria struttura che deve accompagnare la crescita. Il risultato di questo tipo di rovesciamento di ruoli porterà a problematiche sul piano delle relazioni ma ancor di più su quelle della futura paternità e maternità.

 

Non abbiamo ancora nessuna idea della strada che prenderà il processo di identificazione in una famiglia dove due genitori appartengono allo stesso sesso; sicuramente bisognerà rivedere molta della psicologia odierna in quanto, per quando conosciamo oggi, risulta prioritaria l’importanza di due genitori di sesso diverso che, servono alla formazione dell’identità del ragazzo/a, ognuno con il loro ruolo che ha un compito preciso:

 

-         il genitore dello stesso sesso serve infatti per l’identificazione e per scoprire le somiglianze;

-         il genitore dell’altro sesso serve invece per la differenziazione, processo molto utile per cominciare a scorgere le differenze.

 

Sappiamo inoltre che così come occorrono cromosomi maschili e femminili per concepire un figlio, abbiamo sempre pensato che la famiglia fosse il luogo dove Sole e Luna potevano vedersi ed incontrarsi e dove, proprio per via del riflesso di questi due archetipi, un figlio o una figlia potessero ricavare dal loro specchio il lato attivo e quello ricettivo della personalità in modo da formare un “IO” solido e completo.

Forse, in queste nuove situazioni basteranno i “ruoli interpretati dalle due persone dello stesso sesso” ad imprimere e soddisfare i bisogni che sono insiti in ogni creatura ma questo ancora non lo sappiamo e non abbiamo ancora alcuna controprova né positiva né negativa in quanto, ovunque nel mondo sono in sperimentazione adozioni a un solo genitore sia eterosessuale che gay, ma non ci sono ancora famiglie omosessuali che possano avere figli in adozione.

C’è quindi da chiedersi se queste famiglie “diverse” saranno in grado di preparare i loro figli alle sfide del futuro, consegnandoli ad una società molto diversa da quella attuale, multietnica ma anche molto variegata da un punto di vista di punti di riferimento e di identità.

I pianeti lenti che hanno transitato e transitano gli ultimi quattro segni imprimono infatti cambiamenti repentini che impiegheranno anni ad essere messi in atto senza troppi traumi dalla società; in particolare Urano in Pesci e Nettuno in Acquario hanno portato la possibilità di vedere approvate leggi impensabili anche solamente qualche anno addietro.

Inoltre, con l’abbattimento di tutte le frontiere ci troveremo di fronte a situazioni in cui le famiglie di altre civiltà non sono non vedranno di buon occhio queste novità, ma si schiereranno contro tacciandoci di trasgressione e di scarsa moralità.

 

Plutone in Sagittario ha aperto alla famiglia multietnica, non priva di difficoltà, soprattutto quando la cultura dei due genitori non è facilmente integrabile come risulta dall’incontro tra occidentali e musulmani che spesso produce ferite insanabili sui figli in caso di divorzio.

Plutone in Capricorno però ricreerà spinte più tradizionali che verranno supportate dall’ingresso di Urano in Ariete nel 2012; questo significa che ci saranno grandi difficoltà in quanto Nettuno prima in Acquario e poi in Pesci cercherà di abbattere tutte le frontiere proprio mentre, gli altri due pretenderanno di rimetterle.

 

Di certo, in queste rivoluzioni che producono nuovi “modelli di famiglia” non sono da sottovalutare le difficoltà che arriveranno dall’esterno; non è infatti detto che la nostra società sia pronta ad accogliere questi cambiamenti che, da un punto di vista culturale spesso aprono dibattiti e contrapposizioni che impiegano anni ed anni a sanarsi. In effetti, sarà da valutare molto attentamente il rischio che correranno i figli di queste nuove famiglie di fronte all’emarginazione che giungerà da quelle tradizionali che non vorranno che i loro figli frequentino famiglie a loro dire “particolari”.

Non possiamo dimenticare che i gay non sono ancora integrati completamente nella nostra società e, molti li percepiscono ancora come persone strane ma soprattutto poco raccomandabili che, se da un lato possono stare benissimo in certi campi come il cinema, la canzone e l’arte, sono però generalmente scomodi da frequentare come vicini di casa o come genitori dei compagni di classe dei figli.

 

Come sempre tra il dire e il fare c’è un lungo solco; in questo caso, tra le possibilità che possono essere accettate dalla legge e la vita pratica di tutti i giorni vi saranno momenti di stallo che richiederanno pazienza, tolleranza  e…. soprattutto.. tempo!




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