Nettuno è un simbolo che mantiene significati a volte sconosciuti e incomprensibili giacchè è veramente molto lontano da tutto ciò che appartiene alla realtà ordinaria per cui è vero che si fa fatica a decifrare certi suoi risvolti.
Sappiamo bene che uno dei simboli di questo pianeta ha a che fare con il “sacrificio”, ma sarebbe bene intendersi sul vero significato di questa parola in modo da poter meglio afferrare ciò che accade quando non si può ottenere ciò che si desidera utilizzando le forze della ragione e dell’Io. La parola sacrificio significa “rendere sacro” e, nell’antichità, si faceva un “sacrificio” quando si dava qualcosa di molto importante ad un Dio; questo atto non prevedeva “dovere”, ma andava fatto con amore (abnegazione) autentico.
Ed è in questo che Nettuno e la casa dodicesima si differenziano profondamente da Saturno e dalla casa sesta che spesso ci richiedono invece di “rinunciare” a qualcosa perché non possiamo essere egoisti e perché abbiamo dei precisi doveri verso gli altri e verso la comunità in cui viviamo; Nettuno invece ci porta molto più in là e ci chiede di sacrificare qualcosa di personale per un fine ed un bene più grande e, soprattutto, ci chiede a volte di farlo senza necessariamente pretendere di comprendere quali sono le motivazioni sottostanti. In effetti, il senso spirituale della vita si esprime anche a questo livello: a qualche livello il Dio chiede pegno affinchè onoriamo quel lato divino che è in noi che può richiederci di accettare decisioni superiori che l’Io e la mente non possono contemplare.
L’archetipo di Nettuno è molto lontano da noi che giungiamo da una cultura prettamente “eroica” in cui l’eroe solare (IO) vince le sue battaglie contro la regressione; Nettuno è molto vicino al mito di Dioniso, una divinità che non ha nulla di eroico ma che rappresenta la “follia” degli Dei – come la definiva Platone - qualcosa che ha a che fare con il portare la psiche verso un’iniziazione spirituale.
In effetti, molto più spesso di quanto non pensiamo Nettuno ci ricorda che non tutto ciò che ci accade è logico e comprensibile dalla nostra mente che, anche se potente, non può arrivare in territori che non le appartengono e che non può frequentare. Soprattutto nei transiti Nettuno vuole offrirci l’opportunità di arrivare al di là di ciò che la parte razionale può cogliere, ma per ottenere ciò che è nei suoi intenti ci deve portare a quella che si chiama “resa dell’Io” che non ha nulla a che vedere con la perdita o la rinuncia.
La resa dell’Io e della ragione è uno stato in cui ci si rende conto che non è possibile utilizzare gli strumenti soliti perché si sente che questi sono fuori dalla portata rispetto alla situazione che si sta vivendo. In quei frangenti, le persone si sentono “svuotate” e, per questo, toccano i fili di Nettuno che richiede l’“affidamento” a qualcosa di superiore, qualcosa la cui intenzione non è chiara e quindi non può essere compreso, almeno non sul momento. Così, Nettuno può portarci anch’esso ad un’esperienza limite che tuttavia, consente una rinascita psichica che magari giunge proprio dalla sensazione di aver “sacrificato” qualcosa di importante che tuttavia apporta ad un nuovo stato di coscienza.
Nettuno è un principio di “perfezione e di guarigione”, ma la sua guarigione riguarda il Se’ mentre l’Io troppo spesso non è in grado di capire quali sono i disegni dell’anima né le strade che essa persegue anche perché lei è vicina al disegno superiore e quindi sa che tutto ha senso; tuttavia, se l’Io continua a combattere per ottenere ciò che vuole, e la mente continua a percorrere le sue strade per capire, non vi sarà quell’affidamento che permetterà nel tempo di comprendere il disegno del Se’.
A volte la grande lotta dell’Io riguarda il volere un figlio che non viene. Non è facile per chi desidera tanto un figlio affrontare una situazione in cui, anche se in apparenza non sembra esserci nulla di fisico ad impedirlo, non riesce però ad ottenere ciò che più desidera al mondo.
Spesso queste persone si sentono “ferite” dall’universo e da Dio; vivono in una sorta di karma negativo senza trovare un senso di giustizia in ciò che sono costrette a vivere.
Ho visto persone con Nettuno in quinta casa dibattersi in una situazione in cui il “sacrificio” tocca l’ambito riproduttivo senza però riuscire a farsene una ragione. In effetti, probabilmente questo pianeta sembra chiedere di andare oltre a ciò che si vede o si crede; Nettuno a volte può aprire porte molto particolari attraverso cui ricavare poi un senso della vita assolutamente diverso e molto lontano da quello che c’era prima. Non è facile tuttavia per noi rinunciare a ciò che vogliamo e che perseguiamo con testardaggine se non veniamo illuminati al punto da cogliere un disegno più grande che permetta di aprire le nostre porte. Nettuno però non riguarda mai la gratificazione che può arrivare dai fatti normali della vita: egli non è terreno e sicuramente è l’archetipo che non ha nulla a che vedere con la realtà ordinaria in quanto ci parla di “realtà assoluta” e di ciò che può servire all’unità più che alla parte.
Ho conosciuto persone che, dopo aver sofferto tanto per non aver potuto avere un figlio proprio, hanno avuto “in dono” un figlio adottato che ha regalato loro grande amore e grandi emozioni che hanno permesso di capire che forse, senza quell’esperienza, non avrebbero mai percepito quel senso di completezza e, in un certo senso di “risanazione”.
Altrettanto dicasi per le persone che avvertono di dover fare un grande sacrificio per aver avuto un figlio malato che, quindi, necessita di cure continue e di abnegazione da parte dei genitori.
Anche in questo caso, sembrerebbe essere stati colpiti dalla sorte anche se ciò appare troppo semplicistico per un pianeta così complesso come Nettuno; non è facile per noi umani riuscire a capire perché un genitore possa avere figli bellissimi ed intelligentissimi ed un altro un figlio handicappato o con difficoltà grosse a livello di salute.
Tuttavia, anche in questo caso bisogna andare un po’ al di là delle apparenze; noi sappiamo molto poco della vita e ancor meno del significato che essa ha al di là del piano individuale e interpersonale. Nettuno riguarda il piano universale e quello spirituale delle cose e quindi si occupa solamente di ciò che trascende il mondo materiale e in questo la difficoltà di comprendere è totale. A volte quindi, il suo intento è quello di spingerci a fare un’esperienza in cui ciò che non riusciamo ad ottenere viene offerto e “diventa sacro” nel senso che, forse, proprio questa esperienza riserverà qualcosa di più grande che solo nell’attraversarla potremo vedere.
Proprio in questi giorni abbiamo assistito alla morte del figlio del deputato conservatore inglese David Cameron; ciò che ha scritto Cameron sulla morte del suo bambino ha colpito l’anima dell’intera Europa ed ha destato le coscienze sul nebuloso significato della vita: il suo bimbo Ivan era nato sei anni fa con una gravissima forma di “paralisi cerebrale” e quindi non aveva mai avuto una vita “normale” e necessitava di cure continue, tuttavia, Cameron oggi ha detto che l’amore che lui, sua moglie e gli altri due figli hanno ricevuto da Ivan è qualcosa di straordinario e di meraviglioso, un vero e proprio dono.
Come sempre Nettuno ci sorprende perché è lontano mille miglia dalle possibilità della nostra mente razionale; tuttavia, se ci affidiamo alla sua “straordinarietà”, forse arriverà anche la capacità di “comprendere” e di vedere il grande disegno della vita, al di là delle terribili limitazioni che abbiamo.