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VITA DA LEADER

a cura di Lidia Fassio
 

Parlando del Leone è impossibile non pensare alla parola “leader” che racchiude in sé qualcosa di intrinseco di questo segno, qualcosa che è molto di più della traduzione “capo”. In effetti, il leader non è solamente un capo, non almeno nella sua accezione più classica, poiché necessita di qualità decisamente diverse da quella del solo “dirigere”.

 

E’ vero che oggi il mercato offre una innumerevole gamma di corsi destinati alla formazione di un  “leader” tuttavia, vi sono qualità e particolarità in questo ruolo che devono presentarsi in modo naturale e che, solo se sono presenti in modo innato, possono essere raffinate e potenziate.. ma senza le quali non ci sarà mai un leader. Questo fa capire innanzitutto che leader si nasce e non si diventa in quanto si tratta di un ruolo che non si può costruire e forgiare a tavolino ragion per cui devono essere presenti tratti caratteriali e di personalità che, in genere, si sono manifestate fin da bambini.

 

La prima caratteristica che deve avere un leader è il carisma, seguito subito dopo dalla capacità di ottenere  il consenso in modo naturale lavorando sulle proprie capacità ma, soprattutto, motivando ed incentivando gli altri, evitando di creare divisioni. Queste caratteristiche indicano che devono essere superati i tratti più competitivi della personalità, trovando dentro di sé quelle sicurezze e quel senso di autostima personale che consentono poi di non entrare in dinamiche di potere e di non lasciarsi contaminare da sentimenti di inferiorità e di inadeguatezza che sono alla base delle più grandi difficoltà sul piano sia individuale che professionale.

 

Questo significa che si deve avere una personalità solida al punto tale da non doverlo dimostrare in continuazione con prove di forza o lotte di potere passando quindi per forme di comando più tradizionali. Oltre al carisma la personalità di un leader deve essere mossa anche da sentimenti di autentica generosità che si dimostra nel riconoscere il valore dei collaboratori e nel cercare sempre di aiutare ed accompagnare gli stessi nelle loro difficoltà in modo da estrarre da loro il massimo delle  potenzialità.

 

Sappiamo bene che molti di questi tratti sono rintracciabili naturalmente nel segno del Leone che, se sostenuto adeguatamente nel tema natale, risulta essere uno dei più predisposti alla leadership naturale. Il Leone è in grado di occupare tranquillamente una posizione “centrale” come si addice al Sole che, naturalmente si trova al centro del nostro sistema solare. Essere al centro significa “essere un faro ed un punto di riferimento”  per gli altri senza per questo dover richiamare l’attenzione e senza essere “egocentrici” cosa che, invece rivela sempre una fragilità nella struttura, fattore che genera conflitti e diatribe; un leader deve essere tale prima di tutto per il suo staff e non può improvvisarsi e, soprattutto, non può usare la coercizione per arrivare ad ottenere risultati; questa è la ragione per cui deve aver superato il bisogno di accettazione così come quello di dover piacere; non deve sentirsi in colpa e non deve mai cercare il potere per sé.. ma deve avere mete più ampie e autentico senso del gruppo: in caso contrario non avrebbe libertà di azione cosa fondamentale per non trovarsi in gravi situazioni di stress che tutti vedrebbero; deve inoltre  prendere decisioni chiare anche in situazioni difficili e deve sostenere con responsabilità le sue scelte anche  qualora non siano perfette. Sicurezza e decisione sono due ingredienti assolutamente indispensabili. 

Deve inoltre avere stabilità ed anche questa è una caratteristica del Leone che è un segno “fisso”. Sarà proprio la sicurezza in sé stesso che gli consentirà di lavorare e trattare con tutti. Senza questo tipo di risorse interiori si manifesteranno prima o poi dinamiche di potere che, come ben si sa, sono oggi viste come estremamente negative per un’azienda.

 

Un vero leader deve sapere esattamente quando agire e quando, invece, ritirarsi o attendere e, per ottenere risultati, deve essere sicuro e conoscere perfettamente lo stato delle cose oltre ad impiegare bene il suo potere; in pratica il leader è paragonabile ad un “bravo padre” che sa motivare i suoi figli aiutandoli a padroneggiare sempre meglio le situazioni fino a far loro raggiungere livelli elevati di competenza, offrendo sempre opportunità e mai obblighi. Non utilizza il biasimo ma cerca di far riflettere sulle difficoltà e sulle conseguenze che possono originare da certi comportamenti in modo da permettere di affrontarle e superarle. Anche in questo caso il simbolo del Sole è molto interessante perché in astrologia riflette sempre l’archetipo paterno inteso come “guida” , come punto di riferimento e mai come autorità.

 

Un leader deve avere la capacità di relazionarsi sia con i superiori che con i sottoposti; in effetti questa capacità di mediare e di fare da trade union tra i diversi settori dell’azienda è una caratteristica che nasce dall’acquisizione di un vero potere personale che rende stabili di fronte a qualsiasi situazione. Deve dunque godere della stima di entrambi e, pertanto, deve dare prova di accettare l’autorità e di mettere le finalità individuali al secondo posto dopo quelle aziendali. In pratica deve saper utilizzare molto bene la diplomazia soprattutto quando deve far comprendere ai suoi superiori che le richieste non sono realistiche: non potrà infatti sfidarli perché questo sarebbe negativo e dovrà perciò riuscire a sensibilizzarli su ciò che lui ha individuato subito; il che significa che dovrà usare qualità come il tatto e la diplomazia in modo da non mettere mai in discussione il potere dei  capi e continuare a godere della loro stima.

Sarà proprio la fiducia nelle proprie capacità a supportare quel senso di forza e stabilità interiore che non necessiterà di particolari manifestazioni esteriori.

Il leader è colui che utilizza il suo potere in modo democratico e così spinge ognuno dei collaboratori a crescere nell’individualità il che smorza l’aggressività e aumenta invece la produttività.

In pratica, il leader autentico lavora sulla cooperazione e mai sulla competizione che alla lunga, oltre ad essere complessa, è anche distruttiva in quanto genera ansia e spinge a mettere in moto le difese. Il leader coopera e condivide i risultati con i suoi collaboratori e sottolinea spesso l’importanza del team nel raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

Un’altra qualità leonina è la chiarezza ed in effetti questa è una dote richiesta ad un leader: laddove c’è manipolazione e sotterraneità è sempre difficile l’interazione: inoltre non si può barare in quanto un leader non può sembrare ciò che non è.. verrebbe smascherato immediatamente dai collaboratori e perderebbe in credibilità con il risultato che dovrebbe poi utilizzare il potere autoritario per ottenere ciò di cui ha bisogno. Un vero leader deve sempre saper offrire opportunità rafforzando il potere di ognuno dei membri del suo staff favorendo così la crescita nell’identità di ognuno. Non può far leva sull’obbligo in quanto ingenera automaticamente sentimenti di sottomissione in chi deve eseguire; piuttosto deve fare in modo di stimolare la responsabilità individuale fondamentale nel gruppo.

 

Il leader deve essere in grado di premiare ciò che fanno gli altri utilizzando quindi il suo potere per potenziare ed incentivar le qualità di ognuno; deve quindi essere in grado di capire perfettamente le differenze individuali, di saperle valorizzare e deve conoscere esattamente cosa fanno i suoi dipendenti; in momenti particolari deve saper ascoltare i suoi collaboratori in modo da rendersi conto personalmente di eventuali problemi che, se non risolti tempestivamente, potrebbero compromettere il buon andamento del gruppo.

 

Anche in presenza di gravi difficoltà fra i collaboratori il compito del leader sarà quello di ascoltare le persone coinvolte cercando di stimolarle a superare la tensione. In nessun caso darà giudizi ma richiamerà i vari soggetti alla responsabilità mettendo di fronte la prospettiva comune rispetto alla questione in sé. In questo modo i collaboratori si sentiranno rispettati nella loro diversità e, al tempo stesso, saranno spinti a trovare soluzioni.

 

In pratica, la vita di un leader poggia soprattutto sul consenso e sul rispetto che deve essere guadagnato sul campo. In pratica il vero leader incarna ed ha molto in comune con l’archetipo dell’eroe di cui ci parlano i miti solari.

In effetti, le qualità che vengono richieste ad un leader hanno molto a che vedere con l’aver superato alcune tappe nel cammino dell’individuazione. In effetti solo una persona che abbia contemporaneamente fatto un lavoro su di sé, sui suoi valori più profondi e, soprattutto che abbia sviluppato un’autentica umanità potrà  veramente regalare qualcosa in più e di diverso al mondo.

 

Non è possibile fare il leader senza avere queste peculiarità: l’eroe in fondo è colui che ha fatto il viaggio e che, pertanto, ha compreso molto di sé e della vita; è colui che ha compiuto il matrimonio interno unendo  il suo maschile e il suo femminile ed ha quindi messo in armonia cuore e ragione e sa in ogni momento prendere il meglio da entrambi. L’eroe è arrivato alla comprensione per cui si mette a disposizione e non giudica gli altri riconoscendo in ogni momento anche le difficoltà che bisogna affrontare mettendosi in cammino.

 

In pratica i miti dicono che l’eroe è colui che ha raggiunto la meta e che, proprio per questo, non si sente superiore, ma semplicemente completo e in grado di restituire e di condividere il suo premio.. con l’intera umanità.

In pratica, soprattutto la psicologia umanistica di Maslow considera questi individui “autorealizzati” nel senso che hanno integrato le varie parti di sé.. e sono in grado di mettere al servizio della società in cui vivono tutto il loro potenziale.




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