ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Parliamo di amore

QUANDO IO E TU DIVENTANO “NOI”

a cura di Lidia Fassio
 

Abbiamo sempre detto che per vivere bene in coppia bisogna prima di tutto aver coltivato il proprio Io ed essere diventati persone separate ed indipendenti: questa è la premessa fondamentale per incontrare un’altra persona e decidere di fare almeno un pezzo di viaggio insieme.

Questa cosa è molto più semplice a dirsi che non a farsi e questa è la ragione per cui la coppia è così tanto in crisi e, generalmente parlando, spesso non regge la tensione e scoppia. In effetti vediamo ogni giorno come sia difficile avere un’identità strutturata al punto tale da non essere né rigida né labile in modo da permettere il vero incontro con l’altro, pronta a negoziare senza mai perdere di vista ciò che si è e senza neppure rifiutare uno scambio autentico e trasformativo con l’altro per paura di snaturarsi troppo.

L’astrologia ci dice che i due estremi sono sempre sbagliati ma, essendo una disciplina dialettica, ci riporta ogni volta alla giusta via di mezzo che, in questo caso, è l’incontro tra i due opposti.

Le problematiche con cui si dibatte oggi la coppia sono senza dubbio, almeno in parte, legate  alle grandi difficoltà che, sul piano individuale, emergono nel percorso dell’identità personale.   Senza dubbio possiamo dire che oggi le persone mancano sostanzialmente di “struttura” e, come sappiamo, senza di essa non è facile raggiungere obiettivi stabili in quanto diventa difficile mantenere nel tempo la rotta e, ancora più spesso, diventa impossibile superare le tante frustrazioni che la vita ci mette sul nostro cammino senza accusare troppo i colpi.

In effetti i ragazzi oggi sono stati allevati da coppie “difficili”, spesso separate più volte che hanno lasciato difficoltà, paure e, soprattutto vuoti che vorranno essere compensati ma nello stesso tempo negati.

In effetti, astrologicamente parlando, una buona identità si regge allorchè Sole e Luna dialogano tra loro e creano una relazione con Saturno ed Urano, quelli che solitamente vengono chiamati “controluminari” che, come nel caso dei luminari, devono avere anch’essi un buon rapporto tra loro. Effettivamente luminari e controluminari rappresentano l’asse portante di una vera struttura d’identità in cui i luminari sono la parte attiva che vuole seguire un progetto preciso ma che si vuole confrontare con la parte sensibile e ricettiva che “sente” e che può dare risposte nonché mantenere il collegamento con l’interno. Insieme questi due poli individuano e decidono la direzione da intraprendere elaborando e cercando di volta in volta senso e significato nelle esperienze; i due controluminari forniscono invece  forza, struttura, solidità e resistenza (Saturno) ma, al tempo stesso, elasticità, voglia di aprirsi al nuovo e possibilità di fare dei cambiamenti quando si rivelano necessari (Urano), in modo da poter sempre mantenere la struttura flessibile e dinamica cosa indispensabile per il continuo rinnovamento e crescita.

Sappiamo però che non sempre questi quattro archetipi riescono a dialogare e ad interagire senza la sovrapposizione di uno o più di essi e senza contrapposizioni il che, automaticamente, consente di mettere in sordina le altre funzioni impedendone la loro espressione.

Senza dubbio, se siamo di fronte ad un Sole e ad un Saturno troppo forti, ci troviamo a vivere con la  difficoltà nei cambiamenti: la struttura è esagerata e quindi si è creata una corazza un po’ troppo rigida il che comporta una paura di avventurarsi e di aprirsi ad esperienze diverse e nuove ed anche alla capacità di fidarsi degli altri e di credere di avere infinite possibilità; Saturno teme poi la troppa intensità emotiva perché non gli appartiene e non la sa padroneggiare: questi soggetti hanno provato grande sofferenza in quell’ambito e quindi hanno finito per credere che, se si è sensibili e teneri si finisce per essere anche fragili e, per reazione, tenderanno a mostrarsi duri e impermeabili all’amore in modo da non essere più feriti.

Se  invece i  problemi sono sulla parte lunare si rischia di non essere ancorati alla realtà e di essere eccessivamente fragili, sensibili e illusoriamente propensi a pensare che la relazione sarà la panacea di tutti i mali e coprirà tutte le difficoltà: in una parola si resterà dipendenti fantasticando un modello fusionale e simbiotico, qualcosa di molto distante da ciò che la vita reale potrà regalare e questo non potrà che portare verso sofferenze ed abbandoni che inaspriranno la sensazione di vuoto che c’è all’interno.

Possiamo però avere anche un’eccessiva propensione a “sfuggire” dagli impegni affettivi a lungo termine e questo in genere è il frutto di una difficoltà con l’archetipo di Urano che, quando è leso porta ad una difficoltà nello scegliere rinunciando ad alcune opportunità, e finisce per infilarsi dentro a situazioni non pienamente valutate il che, con il tempo, si affaccia  l’idea che la relazione è qualcosa che blocca e che imprigiona, impedendo la libertà individuale e l’espressione della propria natura.

Come si può intuire, a seconda della nostra struttura di identità saremo più o meno aperti anche sul piano relazionale ed avremo una serie di filtri che ci porteranno a credere oppure a diffidare di ciò che viviamo. La sensazione di essere a pieno titolo persone forti e in grado di scegliere è sicuramente la premessa essenziale per entrare in relazione e per evitare di vivere una delle tipologie esposte sopra.

Chiaramente, in termini astrologici occorrerà verificare anche la posizione di Venere e della casa settima perché da questi due simboli potremo evincere la capacità affettiva e l’idea che ognuno di noi si è fatta della relazione attraverso quella dei propri genitori, cosa non trascurabile perché fortemente imprintata nella nostra psiche anche se non a livello cosciente. In effetti, la settima casa si trova all’incrocio dell’asse quarta decima che, come sappiamo, simboleggia l’asse genitoriale con i ruoli che le due figure ricoprivano all’interno della famiglia.

Sarà dunque la combinazione tra le nostre potenzialità e i messaggi ambientali che abbiamo ricevuto a costruire quelle particolari immagini al nostro interno che evocheranno diversi tipi di relazione e di partners.

Le fragilità legate alla nostra identità possono poi renderci particolarmente bisognosi di affermazione o di conferme; l’opposizione tra le case prima e settima ad esempio si caratterizzano per questo tipo di conflitto che è tra i più difficili in assoluto poiché richiede un grande lavoro interno per equilibrare le due istanze.

La prima casa è quella in cui noi dobbiamo brillare e portare alla luce la nostra essenza e la nostra personalità; se non riusciamo a fare questo abbiamo la sensazione di non essere vitali e di non occupare una buona posizione nel mondo. Chiaramente una prima casa piena nel nostro tema natale può dare un’eccessiva enfasi su questo bisogno soprattutto se i pianeti che si trovano in questa casa si oppongono ad uno che sta in settima; in questa situazione avvertiamo negli altri un blocco o un limite alla nostra espressione: significa che la difficoltà interna nell’espressione e nell’affermazione di sé viene proiettata sul mondo e in particolare sui partners che sono le persone che più possono riflettere le parti di noi irrisolte. Nella psiche di questi soggetti gli altri vengono percepiti come nemici naturali pronti a ostacolare e a negare la propria affermazione. Chiaro che perché l’opposizione funzioni in questo modo la prima casa deve essere affollata e l’insieme del tema deve lasciar emergere un forte bisogno di affermazione e di potere personale non ben realizzati (valori marziani e arietini forti ma lesi).

Vi è però anche l’altra modalità di espressione di questa configurazione che riguarda invece le persone che hanno valori venusiani e lunari e una forte presenza di pianeti  in casa settima, o ascendente Bilancia. In questo caso ci troviamo di fronte ad un soggetto che non riconosce il suo bisogno di affermazione e che, pertanto, è convinto di essere molto portato per la relazione il che lo porterà a fare di tutto per portarla avanti spesso a scapito della propria vera individualità. Il bisogno e la dipendenza dalla relazione saranno tali da spingerli ad annullarsi per l’altro e a negare la propria identità; in alcuni casi invece l’identità è nebulosa e quindi sarà proprio lo stare in rapporto con un’altra persona a risvegliarla e a farla venire alla luce.

In entrambe queste possibilità siamo di fronte ad un sistema che si presenta inizialmente come squilibrato (nel senso vero del senza equilibrio) in quanto non vi è una modalità di riconoscimento di entrambe le parti per cui il conflitto è interno ma viene spostato all’esterno, sul partner. Nel primo caso si ricercheranno partners che apparentemente sembrano limitare e penalizzare la propria autonomia, libertà ed espressione; nel secondo caso si ricercheranno partners fortemente autonomi e si penserà che, invece, non vogliano stare all’interno della relazione.

Anche in questo caso ci ritroviamo con i simboli astrologici che ci ricordano che ogni istanza del tema natale ha diritto ad un riconoscimento e che, soprattutto, non vi è la possibilità di vivere una parte di noi proiettata all’esterno a maggior ragione quando parliamo di identità personale.

Una delle possibilità che ci viene offerta è quella di incontrare le parti più difficili o inconsce di noi attraverso la relazione e il partner. In questo modo la settima casa si rivela a pieno titolo  una casa di “conoscenza e di equilibrio” in quanto dal momento in cui l’Io incontra il Tu avviene dentro di noi una sorta di alchimia che condurrà ad una vera possibilità di trasformazione che deriverà dalla negoziazione dei propri bisogni con quelli dell’altro. L’opposizione mette in contrapposizione queste cose e il soggetto fatica di più a trovare quel senso di mediazione di cui la Bilancia e Venere si fanno carico per cui si sente di possedere una parte sola del conflitto presente e, pertanto, si proietterà l’altro polo sui partners.

La vita è completezza e la relazione è la prima forma attraverso cui la sperimentiamo e la ricerchiamo proprio perché, il bisogno di entrare in contatto, di scambiare e di relazionarci porterà fuori proprio il nostro senso di incompletezza interna spingendoci alla ricerca di ciò che manca: in questo senso Venere non è più solamente l’archetipo dell’amore e dell’unione ma diventa parte integrante della costruzione della nostra identità ed è quindi chiaro il suo valore di  “pianeta personale”. Proprio ciò che ci piacerà e che attrarremo nella nostra vita sarà importante a tutti gli effetti per noi perché da un lato ci gratificherà permettendoci uno scambio profondo ed arricchente ma, dall’altro, permetterà anche il riemergere delle parti nascoste e del rimosso, aiutandoci così a trovare completezza ed armonia.

In pratica psicologicamente parlando non possiamo prescindere dall’avere una identità definita, riconosciuta e affermata all’esterno: solo così saremo individui a pieno titolo e sapremo avvicinarci in modo corretto agli altri vedendoli come interlocutori importanti per il nostro viaggio e non come nemici da cui difendersi o su cui gravare con i nostri bisogni.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati