ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astri e benessere

LA DEPRESSIONE POST PARTUM

a cura di Lidia Fassio
 

La depressione è una malattia molto grave, spesso sottovalutata e, di conseguenza non trattata con la tempestività e l’attenzione che invece merita.
La depressione viene considerata tra le malattie così dette “dell’umore” in quanto generano turbe che via via possono patologizzarsi.

Queste malattie si pensa che prendano origine da disturbi di “tipo affettivo”; la psicologia, sotto la voce “affetti” intende emozioni, istinti e sentimenti. Nel caso della depressione si creerebbe uno squilibrio tra la gioia e altre emozioni quali tristezza, paura e vergogna e, il mix potrebbe essere così forte da escludere poi ogni emozione positiva, instaurando la tristezza come emozione di base.
Senza dubbio la tristezza è un’emozione universale che tutti noi adottiamo nel momento in cui soffriamo, quando affrontiamo difficoltà o quando ci troviamo di fronte ad una sconfitta, ad una delusione o ad un lutto: siccome le emozioni sono informazioni “adattive”, ci spingono a trovare un adattamento interno alle situazioni esterne. La tristezza serve per “sciogliere il dolore” in quanto informa che qualcosa al nostro interno sta soffrendo; aiuta a piangere e a stare in uno stato per così dire “elaborativo” che costringe ad espellere ciò che deve essere portato fuori. La tristezza però non deve rimanere troppo a lungo perché, in quel caso, si cronicizza fino a bloccare lo stato d’animo che non può più variare: quello è il momento in cui si rischia veramente una depressione.

Esistono fondamentalmente due tipi di depressione: quella monopolare e quella bipolare; la prima tende ad insediarsi in persone introverse e profondamente ansiose che hanno paura della vita e, di conseguenza,  tendono a vedere le difficoltà con un grand’angolo; la seconda colpisce invece persone estroverse e fortemente competitive che hanno ambizioni forti che non riescono a soddisfare; sono persone che, anche prima della malattia, utilizzavano l’iperattività, per eludere i problemi interni.

Le donne sono in genere maggiormente colpite da questa malattia in quanto hanno un livello maggiore di ormoni tiroidei e sono più soggette a fluttuazioni ormonali. Il massimo di fluttuazione ormonale si ha proprio nella fase della gravidanza, del puerperio e dell’allattamento.

Tra le varie forme di depressione c’è quella che colpisce le puerpere che, per l’appunto è chiamata “post partum”; per ovvi motivi è solo femminile e tende ad insinuarsi nella fase del puerperio portando lentamente la donna a scivolare in uno stato di seria difficoltà soprattutto nei confronti della sua creatura.

La depressione post partum viene così chiamata perché si insedia dopo il parto e tende a presentare un tasso altissimo di difficoltà nelle funzioni che la madre si trova a fare in rapporto al figlio; il tutto è dovuto all’umore che inizia ad abbassarsi fino a lasciare il posto al pianto e al senso di angoscia.
In questo particolare periodo della vita la donna si trova per forza di cose in una condizione di fragilità emotiva: in effetti, in termini astrologici, è preda dell’archetipo lunare e, come tale, in una condizione di “regressione naturale”, condizione questa che le permette di essere in sintonia con il suo bambino e di avvertirne i bisogni.
Significa quindi che anch’essa si trova in un momento di particolare bisogno, proprio perché sappiamo che  la Luna è legata alla sensibilità ed anche alla fragilità emotiva e, in un periodo in cui la stanchezza può essere esagerata soprattutto quando un bambino tende a dormire poco o, magari, non è facile da comprendere e presenta eccitabilità o disturbi del sonno o dell’alimentazione, la madre può trovarsi spiazzata con la sensazione di non avere le risorse necessarie.
Sappiamo che di fronte ad un bambino piangente quasi tutte le madri, soprattutto se inesperte, tendono ad andare in ansia perché si sentono impotenti e si percepiscono come “inadeguate ed incapaci” a soddisfare il loro piccolo.
In alcuni casi la donna si trova sola in questo periodo perché non ha un compagno disponibile e capace di sostenere emotivamente e, magari, non può neppure contare sulla madre o su una figura di riferimento che possa alleviare il suo compito e rassicurarla di fronte alle tante ansie.

E’ così che un periodo particolarmente bello, ricco ed intenso come il puerperio può trasformarsi in un incubo in cui la donna scivola pian piano senza che nessuno se ne renda veramente conto e senza che lei stessa denunci le sue paure.
Gia’ di suo la depressione viene spesso confusa con l’indolenza e la mancanza di volontà e questo non giova certo al suo riconoscimento.
In molti casi, la donna avrebbe veramente bisogno di un conforto di tipo affettivo ed emotivo da parte del compagno: possiamo anzi sottolineare che il ruolo richiesto all’uomo è proprio quello di sostenere, confermare e aiutare psicologicamente la donna nel difficile ruolo che si trova a vivere.

Anche quando le cose non funzionano bene e la madre non ha un perfetto “feeling” con il bambino, può iniziare a scoraggiarsi ma, cosa ancora più grave, può cominciare a sentirsi in colpa fino ad avvertirsi come insicura, incapace e non in grado di allevare il figlio. La colpa è sempre “rabbia verso sé stessi” e può portare con facilità a stati di tristezza che si alternano alla sensazione di non farcela a portare avanti il compito che ha di fronte.
Senza dubbio la depressione lavora fortemente sul piano energetico: blocca l’energia e, a quel punto, la mente si cronicizza su idee fisse che non sono rassicuranti ma che diventano persistenti.
Si entra in stati di ansia, in paure del tutto immotivate ma perfettamente reali per il soggetto in questione; molte volte c’è anche un senso di persecuzione e, senza ombra di dubbio il soggetto comincia a “sentirsi morire”.

Le tematiche suddette producono alterazioni non solo nell’umore ma anche nel ritmo sonno veglia il tutto aggravato dai bisogni del bambino che già di suo impedisce il sonno della madre; interviene poi anche la diminuzione della fame che porta la donna a nutrirsi via via sempre meno fino ad uno stato di vera e propria debilitazione psico-fisica.

In genere tutti questi sintomi vengono scambiati per spossatezza o naturale calo energetico dovuto al parto: sarebbe invece opportuno valutare attentamente cosa succede nei primi mesi dopo la nascita del bambino e, nel caso, prendere provvedimenti che mettano la donna al riparo dalla cronicizzazione di uno stato che può portare a difficoltà gravissime.

Molti dei casi che la cronaca registra di madri che fanno del male o arrivano ad uccidere i loro bambini non riguardano la follia della donna ma, molto più semplicemente, stati di depressione mai individuati e quindi lasciati cronicizzare fino al punto il cui la donna perde completamente il senso della vita per sé e per il suo bambino.

La depressione infatti conduce al classico “vedo tutto nero”; niente nella vita ha più importanza, si perdono gli stimoli e si comincia a coltivare l’idea della morte che, a quel punto, non è solo per sé stessi ma anche per il bambino che, nella mente della donna depressa, viene visto come la vittima su cui si sta abbattendo un destino crudele.

Chiaramente bisogna essere attenti ai primi sintomi e in nessun modo sottovalutarli ma consultare immediatamente un esperto che deve prendere in carico la donna; in alcuni casi è opportuno separarla dal bambino in modo che possa riprendere le sue forze e il senso del valore personale che, nel caso, è  sempre ridotto al minimo. Molte donne nascondono i sintomi in quanto si vergognano di ciò che provano e pensano di essere “cattive madri”.

La depressione vera e propria non è da confondersi con quel particolare stato che Winnicott chiamava “baby blues”, un vero e proprio stato malinconico in cui compare di tanto in tanto il pianto senza motivi apparenti alternato a momenti di ansia e di nervosismo che sono considerati normali dopo il parto, almeno nei primi 15 giorni. In genere lo stato “baby blues” si instaura a partire dal 4° giorno ma, se ne va al massimo entro di 18 20 giorni.

La vera depressione post partum non cessa ed anzi, finito il primo mese tende a peggiorare e a cronicizzarsi. Non sono ancora state definite in modo chiaro le cause: alcuni sono propensi a pensare ad un problema fisiologico dovuto al difficile ritorno alla regolarizzazione dei livelli di estrogeni e progesterone e agli elevati tassi di prolattina che entrano in gioco dopo il parto; altri sostengono che è dovuto ad una vera e propria alterazione dello stato psicologico a cui la donna viene sottoposta in quanto chiamata ad entrare in un circuito casalingo che la estromette dalla vita sociale e che, spesso, vive come uno stato di solitudine ed isolamento; altri pensano invece ad un problema di esagerata responsabilità a cui la donna si sente chiamata.

Da un punto di vista astrologico le donne che vengono colpite con più facilità da depressione post partum sono quelle che hanno una relazione difficile con la loro “luna” e con il loro “femminile” che non le predispone a sopportare le difficile alterazioni emotive del periodo e neppure a sostenere l’ansia.
L’ansia  è molto  legata alla Luna e alla conseguente paura di non farcela.

Quando, in prossimità del parto di una donna, ci sono transiti dinamici di Giove e di Saturno occorre avere un occhio di riguardo poiché possono riflettere una fase di chiusura a cui si aggiunge inadeguatezza ma anche insoddisfazione; Giove richiede sostegno ed accudimento ma, se non arrivano può permettere l’accesso a insoddisfazione, senso di vuoto, rabbia e senso di colpa.

Anche le gravidanze sottolineate da transiti di Plutone vanno viste con particolare attenzione perché possono mettere in luce trasformazioni che vanno a colpire in profondità il lato emozionale della donna in una fase della vita a dir poco delicata. La donna può essere colpita da fortissime ambivalenze verso la sua creatura e pensare di non essere una “buona madre”; questo può diventare una fissazione e portare a desideri distruttivi.

Come sempre le malattie hanno una loro difficoltà ma possono diventare perniciose se vengono trascurate. Le donne che manifestano esagerata difficoltà con il puerperio devono essere accolte, accettate ed amate ma anche seguite e curate: la depressione è una vera malattia che, troppo spesso, tende ancora ad essere sottovalutata.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati