ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Il Fatto

LA CATASTROFE GIAPPONESE

a cura di Francesco Astore
 

Viviamo giorni di fiato sospeso per le sorti del Giappone, terra straziata da una ferita dolorosissima, insanabile, in questo tragico 2011. È un’immane catastrofe che sembra non finire mai, un angoscioso, terribile, incubo per il mondo intero.
Come dimenticare l’immagini dell’11 marzo con le onde dello tsunami alte almeno 23 metri? Come scordare le espressioni di muto compianto, gli occhi persi nel vuoto, la cupa, raggelante, rassegnazione in un silenzio carico di prostrazione, dei superstiti?
Le vittime del fatale cataclisma sono destinate a salire di giorno in giorno e, mentre scrivo, sono arrivate ad un totale di 22 mila, tra morti e dispersi.
Numero destinato ancora tristemente a salire.
È di queste ore la notizia che in tutta l’aerea attorno a Fukushima la radioattività ha intaccato i generi alimentari (latte e verdure) e le acque (comprese le acque del mare).
Intanto nella centrale termonucleare i tecnici (dovremmo dir meglio, i kamikaze, termine eroico caro alla cultura nipponica) saranno contaminati dalla testa ai piedi, moriranno tutti, stanno cercando, disperatamente, in una folle corsa contro il tempo, di porre un limite alla fuoriuscita di particelle radioattive.

Un’autentica apocalisse su cui si muove, da protagonista e vittima, un intero popolo: di una fierezza senza pari. Dimostrata ampiamente, questa fierezza, quando, a sette giorni esatti dalla tragedia, i giapponesi si sono inginocchiati e hanno osservato un lunghissimo minuto di silenzio per tutti i loro morti. O, ancora quando, il loro insopprimibile istinto di resurrezione gli ha fatto celebrare la rituale festa dell’equinozio di primavera. A questo proposito, confesso, che mi ha molto toccato un intervento dello scrittore giapponese Hitonari Tsuji (autore del romanzo Buddha Bianco, si trovava a Parigi al momento del terremoto): “Anche in questa circostanza disperata stanno per rifiorire  ciliegi … una ragazza scampata al disastro è riuscita a partorire … - ma più avanti – … abbiamo bisogno anche della forza del vostro affetto”.

La domanda che più frequentemente ci sentiamo ripetere, noi conoscitori o appassionati di astrologia in queste circostanze, è:
“Ma si poteva prevedere tutto questo? Il terremoto, seguito dal devastante maremoto (lo tsunami) e poi, peggio ancora, le esplosioni nelle centrali nucleari e il pericolo radioattivo? Era possibile riuscire a ipotizzare, con uno studio astrologico serio, che una catastrofe simile si sarebbe abbattuta sull’arcipelago del Sol Levante?”.
La risposta è, ovviamente (e diciamo fortunatamente!), negativa. 
No, allo stato attuale delle conoscenze astrologiche, sarebbe stato del tutto impossibile prevedere questa sconvolgente calamità e poi anche le conseguenze sul piano energetico – ecologico sul Giappone.
I transiti planetari sono leggibili, mirabilmente, ex post. Raramente, o mai, possono prevedersi ex ante (in certi casi, eccezionali, però, sì).
Troppe sono le variabili in gioco, troppo giovane è ancora la nostra disciplina per poter offrire studi consolidati a questo scopo.
Ciò, naturalmente, non toglie la possibilità di formulare ipotesi e previsioni seguendo le indicazioni zodiacali supportati dal contributo delle esperienze precedenti e di una logica ferrea. 
Altro quesito è che, incerta, o in fase di attribuzione, risulta la corrispondenza geografica di tutte le zone dell’orbe terraqueo con i vari dodici segni dello Zodiaco. Perché, una volta identificata un’influenza di transito planetario (negativo o positivo) bisogna anche capire quale sarà il bersaglio geografico che andrà a colpire.

Ad esempio, fu relativamente facile, nel 2001, prevedere un periodo duro per l’Occidente, proponendosi in Cielo l’opposizione di Plutone (in Sagittario) a Saturno (Gemelli), ma riuscire a identificare che l’evento scatenante sarebbe partito dagli Stati Uniti era impossibile allo stato attuale del cammino di conoscenza astrologica. A posteriori è facile inserire l’opposizione nell’orbita di influenza degli Stati Uniti (corrispondenti al Sagittario, bersagliato dall’opposizione di Saturno e gravato dalla distruttiva congiunzione di Plutone) ma, arrivare a prevedere quello che poi successe quell’ormai celebre 11 settembre 2001, è del tutto fuori discussione. Anche perché altri stati come l’India, l’Indonesia, la Thailandia sono corrispondenti al Sagittario.
E poi non si poteva scordare la responsabilità dei popoli islamici che hanno avuto un ruolo di attori nell’evento. Islam – Scorpione lacerato dalle quadrature di Urano e Nettuno in Aquario nel 2001, mostrò il suo riscatto nell’autunno di quell’anno, grazie al patriottico trigono di Giove nel Cancro e all’esplosivo sestile di Marte nel Capricorno.

Si poteva prevedere anche agevolmente, (ancora, e va detto, a mo’ di esempio positivo) il balzo fenomenale della tecnologia, dello sviluppo economico, degli stili di vita che si evolvevano vertiginosamente, con i transiti prima di Urano (dal 1995 al 2003) e, in quasi simultanea, di Nettuno (dal 1998 al 2012) nell’Aquario. E questo regolarmente è avvenuto perché,  da più di 16 anni, viviamo in un’era di meraviglie tecnologiche di cui l’umanità non ha mai goduto in tutta la sua lunga storia.
Facile capire anche, sulla base dell’elementare buon senso, che questo processo avrebbe toccato la civiltà occidentale da sempre più opulenta e dunque ricettiva al progresso.
Ma arrischiarsi a dire che questo strepitoso avanzamento avrebbe toccato la Cina (in un modo tanto enfatizzato) sarebbe stato arduo.
Eppure la Cina è corrispondente al segno dei Gemelli, segno che i transiti di Urano e Nettuno avrebbero magnificato poi negli anni a venire. Sì, è chiaro, ma soltanto a una lettura successiva all’evento.

Lettura che tuttavia costituisce un’esperienza cognitiva di altissimo valore intellettuale, illuminando una visione del reale complessa, articolata e, il più delle volte, oggettiva.    
Il Giappone (nella convincente attribuzione datane da Lisa Morpurgo nel 1979) appartiene al segno del Capricorno. Ne conferma la corrispondenza, tra l’altro, la natura isolazionista della nazione e del segno, la tradizione dei giacigli nipponici durissimi (in una stuoia adagiata sulla nuda  terra e un legno incavato per posarvi il capo) in un tentativo di strutturare la spina dorsale, di farla stare eretta (schiena, parte anatomica del corpo umano, prediletta dal Capricorno). L’isola, la sobrietà, il silenzio tutte parole – chiave del Capricorno e del Giappone.

La cronaca recente ci stimola tuttavia ad essere ancor più precisi e molti di noi hanno inserito le isole del Sol Levante nello spazio zodiacale capricornino tra i 13 – 20 gradi: quello spazio zodiacale assegnato all’esaltazione di Marte.

I tre pianeti simbolicamente governatori del segno collaborano attivamente nel descrivere questo Paese in modo efficace e anche abbastanza sorprendente. Oltre a Marte in esaltazione, il Capricorno ospita il domicilio più forte di Saturno e il secondo domicilio di Urano. Questi tre pianeti, nella loro connotazione capricornina, risultano estremamente “parlanti” se li inseriamo nell’osservazione del carattere, della natura, delle abitudini giapponesi.  Risultano oltremodo rivelatori in un’analisi, sia pur veloce, dei transiti planetari del Giappone.

La forza d’animo, la sola che permette di andare avanti, di non scoraggiarsi di fronte a difficoltà, se non proprio di fronte alle sciagure, è da attribuirsi al Capricorno; ma anche il persistente richiamo al pessimismo, ad una visione della vita che guarda preferibilmente alla logica del peggio, sono qualità di Saturno domiciliato nel Capricorno. E come non riconoscere nel Giappone un popolo – Capricorno, dopo averlo visto, in queste settimane, capace di un senso di sopportazione che sfiora lo stoicismo?

Gli shogun, i samurai, i guerrieri della morte, il sacrificio estremo del kamikaze, il harakiri, richiamano l’austerità marziale quasi elevata a mistica; ma poi la fierezza e la temprata forza psicofisica, il karate (arte marziale giapponese di difesa e di attacco), il kung fu (sistema dei pugni, letteralmente) tutti si riallacciano alla simbologia del Marte in Capricorno.

E di un Marte prettamente saturnino, strategico, capace di una disciplina durissima, strutturato in un militarismo perfetto, qui si parla.
Urano (tecnologia) è l’altro pianeta del Capricorno (domicilio secondario): qui nel Giappone il pianeta mostra un’evidenza lampante. Per avere una dimostrazione della cultura avveniristica (uraniana) che domina il Giappone, basta visitare alcune sue megalopoli, come Tokio sì, ma soprattutto Osaka, dove si ha l’impressione di essere in un film di fantascienza come Blade Runner. Si è alla presenza di una fiducia nella tecnica e nel progresso (tutta uraniana) che ha prodotto quest’ultima, immane, sciagura.

Opposto al Capricorno abbiamo il segno del Cancro la cui “signora” simbolica è la Luna, tra le cui simbologie troviamo anche quella di Natura. Lo sfruttamento della natura (forse scriteriato) ha portato il Giappone al day after del marzo 2011? Dobbiamo (tristemente) ricordare anche la caccia alle balene praticata (è tradizione remotissima) nelle isole nipponiche nonostante i divieti internazionali?

S’impone un’altra notazione, curiosa questa volta, la geisha (donna giapponese educata alla danza, al canto, alla conversazione, alle cerimonie di intrattenimento) è forse una rivisitazione della Luna- donna (dell’opposto Cancro) nel Capricorno – Giappone?

E ancora la passione giapponese per i cartoni animati (per bambini, ma non solo) altro non sarebbe se non il riflesso dialettico (per opposizione) dell’opposto Cancro (infanzia, fiabe regolarmente raccontate e immaginate)?

Un velocissimo viaggio nei transiti, ora, transiti sempre stupefacenti nella loro esplorazione e successiva tangibilità.

Spessissimo è Saturno (ma non è una sorpresa, è il signore del Capricorno!) a toccare il Giappone al positivo e al negativo, secondo gli eventi considerati nei transiti.

Si fa risalire, secondo alcune fonti, la fondazione del Giappone all’anno 660 A. C. Questa data parrebbe essere piuttosto esatta secondo i transiti. Il Capricorno, quell’anno, non ha un solo aspetto negativo dai transiti: Giove è in Capricorno al trigono di Urano in Toro, Nettuno è al sestile del Capricorno dallo Scorpione, Plutone in Aquario e Saturno in Sagittario, si mettono favorevolmente in angolo di semisestile rispetto al Capricorno.

Nel tremendo terremoto del Kanto (settembre 1923), invece, abbiamo Saturno quadrato dal centro della Bilancia e Plutone a inviare una durissima opposizione dal segno del Cancro.

Il Giappone si lancia nell’avventura della Seconda Guerra Mondiale suggestionato dai trigoni di un reazionario Nettuno in Vergine e dalle ambizioni espansionistiche e dalla forza dinamica di Urano, Saturno poi Giove in Toro (1940 – ’41; Pearl Harbor). 

La bomba di Hiroshima e Nagasaki (agosto 1945) vede concentrarsi aspetti pessimi sul Capricorno: Saturno al centro del Cancro lo oppone, Nettuno in Bilancia lo quadra. 

Il 18 dicembre 1956 il Giappone entra a far parte dell’Onu: Plutone fa la prima apparizione in Vergine, Nettuno al secondo grado dello Scorpione, Saturno benefico dal Sagittario, Giove a 0° Bilancia quadrato (la probabile tensione nei rapporti diplomatici ancora esistente, la guerra fredda), Mercurio al centro perfetto del Capricorno (15°).

La rinascita miracolosa, esaltante, del decennio ’60 – ’70, che porterà il Giappone, da nazione sconfitta, a seconda potenza economica mondiale è ancora da manuale: Plutone in Vergine (al trigono), Urano, sempre Vergine, congiunto a quest’ultimo per quasi tutto il periodo, Nettuno sestile dallo Scorpione, Saturno e Giove congiunti in Capricorno all’inizio dei ’60, poi Saturno in Toro, in trigono, all’inizio degli anni ’70.
Rinascita che avrà la sua celebrazione e riconferma negli Anni Ottanta e Novanta con Nettuno, Urano, Saturno in Capricorno e Plutone dallo Scorpione in sestile. L’influenza di Nettuno negli Anni 1985 – ’97 porterà la cultura e l’arte giapponese ad affermarsi nel campo della moda, della musica, della letteratura, del cinema. Ma non solo. L’onda lunga dello spirito giapponese (Nettuno in Capricorno) continuerà fino ad oggi “contagiando” anche arti minori come la cucina (il sushi), il giardinaggio, l’arredamento. 

Ma veniamo all’appuntamento col destino l’11 marzo 2011.
Plutone occupa i primi gradi del Capricorno (ricordiamo la caratteristica distruttiva di Plutone, le cui simbologie sotterranee, ctonie, lo rendono opposto e complementare di X – crosta terrestre, territorio stabile), Giove è in quadratura dall’Ariete, Saturno sempre in quadratura nella Bilancia (a 15°, come nel terremoto del Kanto). Transiti esemplari.

Urano, va osservato, si trovava ancora in Pesci e dopo qualche ora sarebbe entrato in Ariete. Le centrali nucleari (tecnologia uraniana), infatti, esplodono giorni dopo il terremoto e il maremoto, quando Urano (tecnica, sfruttamento delle tecnologie esistenti) è definitivamente entrato nell’Ariete e quadra anch’esso il Capricorno. Esplodono quando escono i fumi radioattivi (che continuano ancora a inquinare l’aria del pianeta). Anche qui il quadro descritto è preciso, anzi perfetto.  I tecnici nipponici stanno cercando, con tutto il loro temerario sforzo e ingegno di fermare la fuoriuscita dei vapori radioattivi. Di sicuro, una nazione intera nei prossimi mesi, in cui a questo Urano si congiungerà Marte e poi anche Mercurio e Venere (in Ariete), farà molta fatica a uscire dal tunnel dell’incubo.

Un raggio di speranza si aprirà con Giove che, abbandonando definitivamente l’Ariete, a giugno, entrerà nel segno amico del Toro (e con lui una serie di pianeti veloci) da dove formerà un trigono al Giappone – Capricorno: da quel momento in poi, probabilmente, la nazione riuscirà a rimettersi in piedi con un potere quasi soprannaturale. Anche se, finché Urano sarà in Ariete (2018), le conseguenze dell’11 marzo ’11 continueranno a farsi sentire. Ma il Giappone e la sua gente troveranno modo (come sempre hanno fatto) di rinascere. Plutone racchiude con sé la simbologia di morte e resurrezione, il suo transito nel Capricorno sembra proprio promettere e ridare nei prossimi anni una nuova, spettacolosa rinascita. A Plutone nel Capricorno (una volta uscito Urano dall’Ariete che nel frattempo sarà passato al trigono dal Toro) tra il 2019 e il 2020, si congiungeranno Saturno e Giove, nel frattempo anche Nettuno sarà al sestile dal segno amico dei Pesci: la previsione di una nazione portentosamente in sella è facile e assicurata.

Ma intanto bisognerà affrontare il quadrato Urano – Plutone. Si stabilizza nei prossimi mesi tra Ariete e Capricorno durando fino al 2015 – ’16 e non lascia adito a dubbi di sorta: l’uso che si fa nel presente (Urano) dell’energia atomica (Plutone), almeno come la conosciamo oggi, avrà battute di arresto (forse definitive) in tutto il mondo. E dopo la catastrofe giapponese anche nelle imminenti scelte nucleari in Italia.

Cambierà moltissimo l’opinione dei giapponesi sul nucleare e sull’utilizzo delle tecnologie, con Urano in quadrato al segno; Nettuno nell’anti- tecnologico segno dei Pesci infonderà poi un modo di pensare diverso, più in armonia con la natura.  Fino ad ora il Giappone – Capricorno ha pensato di dominare (verbo capricornino più che mai!) la natura, di utilizzare l’energia, piegandola a scopi e intenti, sia pur benefici, non militari. Ora bisognerà rispettarla ancor più questa natura. È quel che hanno capito i molti “volenterosi” (termine nipponico per descrivere la reazione alle catastrofi, la necessità di organizzare le difese) decisi nel continuare a lavorare, a vivere, sognare ed amare ancora nel loro Giappone.

Plateale dimostrazione, frattanto, della risolutezza nipponica la stanno dando le autorità delle prefetture più colpite che hanno deciso di seppellire i corpi delle vittime già identificate (un migliaio, per iniziare). Coraggiosa iniziativa dettata dalla carenza di combustibile e che va contro una delle usanze più seguite in Giappone: ovvero la cremazione dei cadaveri secondo il rito buddista.

Nel 2008 con Giove e Plutone in Capricorno, Urano al sestile dai Pesci e Saturno in trigono dalla Vergine (ma anche Nettuno positivo al semisestile dall’Aquario) il regista Yojiro Takita gira il capolavoro assoluto Departures. Le partenze, cui allude il film, sono i viaggi finali alla volta dell’aldilà, con la rituale cremazione giapponese, dopo che la salma è stata onorata da familiari e amici in una cerimonia in cui il defunto è truccato e trasfigurato (dai protagonisti del racconto, i tanato-esteti). Il film vincerà l’anno successivo l’Oscar (meritatissimo) come miglior film straniero. È un film in cui l’anima giapponese riluce in tutta la sua poetica sacralità, un film in cui la confidenza con la morte approda a una maturazione filosofica su un significato della vita pieno, maturo, modellato sulla semplicità e su una sorta di musicalità artistico -  affettiva, che rimanda infine alla dignità ultima della persona umana, al suo impegno concreto nel mondo. Tutti valori che si inscrivono nella parte evoluta, speculativa, prestigiosa del Capricorno e del suo pianeta signore, Saturno.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati