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TRA SDEGNO E INDIGNAZIONE

a cura di Sandra Zagatti
 

Vorrei fare una premessa, anche se solo per ricordare quanto ho già scritto in altri articoli. Amo molto la mia patria, ma non mi piace la tendenza dei miei connazionali al sospetto, al disincanto, alla critica fine a sé stessa; della serie “piove governo ladro”, qualunque sia il governo o la sventura, non necessariamente climatica. Non mi piace il populismo, la demagogia, la strumentalizzazione; il giudizio facile che nasconde il pregiudizio, lo slogan accattivante ma privo di alternative costruttive. E ovviamente non mi piace la violenza, in alcuna forma: né quella fisica e materiale (palese), né quella verbale o comportamentale (spesso più sottile e subdola).

Ciò premesso, anch’io ho guardato con interesse e solidarietà la nascita del movimento degli “indignati”, perché ne riconosco il valore socioculturale prima che politico, anzi ancor più importante laddove a-politico. Un forte segnale di stanchezza, di dissenso e disagio, che ha il confortante merito di non limitarsi al brontolio passivo e si organizza, si trasmette, si diffonde, raccogliendo in un manifesto comune tanti giovani (e sempre più adulti) che non si riconoscono più in uno stile di vita, in un “sistema” ormai privo di credibilità morale, politica, finanziaria. Ma che, pure, nel momento in cui si lascia blandire dalle istituzioni economiche o identificare in bandiere politiche, si espone ad una contraddizione in termini che ne inficia il valore e il potere, facendo rientrare dalla finestra proprio ciò che vorrebbe (e potrebbe!) cacciare dalla porta. 

Ciò che è accaduto a Roma il 15 ottobre scorso deve farci riflettere. I Black Bloc non sono “indignati”: sono violenti, teppisti, distruttori e niente più; anzi, niente meno. E ormai da anni si inseriscono in ogni manifestazione, di parte o apartitica che sia e comunque legittima e pacifica, per dar sfogo ai loro impulsi altrimenti frustrati e, in totale mancanza di motivazioni e ideali, fare un macello. Bruciare automobili e cassonetti, rompere vetrine di negozi o assaltare sportelli bancari non ha nulla a che vedere con una protesta, men che meno con una proposta. E, se su questo credo che tutti concordiamo, noto che la cultura del sospetto (comprensibile, ma di per sé anch’essa poco costruttiva se valida per tutti e tutto) ha già passato il messaggio che queste “frange violente” siano tollerate, se non addirittura protette, dalle istituzioni proprio per boicottare i più pacifici ma scomodi indignati. Io naturalmente non so come stiano le cose, ma sono certa che politicizzare un movimento nato dalla gente comune e non dai partiti significhi – questo sì – far rientrare dalla finestra quei metodi, quello stile e appunto quel “sistema” che il movimento stesso critica. Lo stile della parola e azione “contro” e non “a favore”, che è poi quello per cui si additano i colpevoli prima di provare le colpe e, spesso, senza cercare soluzioni.

Mi secca dover apparire severa, ma ci tengo a chiarire che anch’io sono indignata per come i poteri politici ed economici hanno ridotto il mondo; e vorrei tanto che la diffusione di un movimento del genere rappresentasse davvero l’inizio di un cambiamento di coscienza e di approcci alla realtà sociale, dei costumi, delle relazioni umane. Ma non posso disconoscere che, almeno sul piano astrologico, le configurazioni sono in movimento contraddittorio e ancora molte sono le incognite e le incertezze. Resta il fatto che qualcosa di nuovo sotto il sole c’è. Ed è appunto la volontà di fare emergere, in modo globale e strutturato, un sentimento di indignazione che ha mille motivi per essere condiviso.

“Los Indignados”, i giovani spagnoli che hanno acceso la prima scintilla, si diedero come nome di battesimo la sigla “Movimento 15-M”, dalla data di nascita della protesta, quando migliaia di studenti, lavoratori, cittadini, si riunirono a Puerta del Sol, piazza principale di Madrid.
Il 15 maggio scorso, Marte era già in Toro mentre Mercurio, Venere e Giove erano a pochi gradi di distanza ma ancora in Ariete. Questo gruppo planetario era insomma l’ultimo residuo dell’eccezionale accumulo in Ariete, capitanato dall’ingresso di Urano nel segno già l’11 marzo. Pare verosimile che l’incontro in piazza non sia stato certo improvvisato, ma preparato proprio nei mesi precedenti, il che conferma la spinta innovatrice – fortemente primaverile – del movimento, nato con Sole in Toro (che esprime comunque il desiderio di maggiore stabilità e sicurezza, anche materiale) ma concepito sotto l’egida del rivoluzionario Urano nel pionieristico Ariete; il che conferma le caratteristiche inedite di un movimento collettivo che non eguali nella storia recente e può forse ricollegarsi, almeno come intensità di intenti e ampiezza di adesione, solo ai primi hippy degli anni ’60. Anche in tal senso, le dissonanze di Saturno in Bilancia e di Plutone in Capricorno possono ben descrivere la resistenza dei poteri consolidati e il rischio di manipolazioni sotterranee, ma non vanno sottovalutate nemmeno come eventuali incertezze interne, a destabilizzazione della purezza e rigorosità de movimento stesso.

Dalla capitale spagnola, “l’indignazione” si è diffusa in Europa e negli Stati Uniti, con la velocità tipica della trasmissione in rete; tant’è che, il 15 ottobre, a manifestare contemporaneamente sono stati i cittadini di 80 Paesi diversi, in 722 città del mondo. Un’osservazione di corollario riguarda proprio questo moderno strumento di comunicazione e informazione: Facebook, Twitter, Google e in generale i Social Network sono ormai a tutti gli effetti una sorta di società parallela, nient’affatto “virtuale” ma capace di tradurre in realtà quel legame mentale e psichico simultaneo già ipotizzato dalla fisica quantistica e di fatto talmente rapido, esteso ed efficace da risultare tanto scomodo quanto inafferrabile al controllo o ai filtri dei vecchi stili di potere. Anche qui, sarebbe (e sarà) cruciale impedire che questa nuova realtà mediatica e sociale, di per sé altrettanto e forse più potente, ceda a Plutone inquinandosi da sola e regredendo, settorializzandosi e vestendosi di particolari bandiere o di locali finalità, perché la Nuova Era che rappresenta – oltre ad esserne strumento – può essere tale solo se priva di barriere e veramente planetaria, su un piano culturale, ideologico, ecologico, sociale e spirituale, e pur nel rispetto delle tradizioni e differenze.

Già scrissi in un’altra occasione che la chiave per un futuro più equilibrato e sostenibile passa attraverso l’opportunità e capacità di essere “uniti nelle differenze”: non nonostante ma grazie alle differenze stesse, che anche in natura (leggasi biodiversità) sono l’essenza della vita, del benessere, dello sviluppo. Ma le differenze possono smettere di essere motivo di scontro solo se collegate, interfunzionali e basate su comuni valori.

E così torniamo alla crisi economica in quanto crisi, appunto, di valori; laddove il valore materiale, sia quello legato alla fisicità (salute del corpo ed ossessione per l’eterna giovinezza) che quello legato al denaro (identificazione ormai assoluta che ha fagocitato ogni altra misura del vivere), non riesce più a fornire il carburante necessario a mantenere in velocità il motore di un mondo sovraccarico di persone, di rifiuti, di richieste energetiche, di esigenze effimere e voluttuarie; a rischio di implodere nella sua stessa entropia. Di fronte a una situazione al limite del collasso, contrastata poco e male dal semplice malcontento, il mondo si è diviso in poli opposti ma incapaci di produrre sinapsi proficue: da una parte chi rischia di perdere le proprie sicurezze, dall’altra chi pretende di perpetuare le proprie comodità. Di questo impari confronto – accentuato da un degrado morale e da una perdita di autorevolezza istituzionale sempre più evidente – l’indignazione è il minimo dei risultati che assicuri ancora una capacità reattiva da parte dei cittadini, e in quanto tale confortante. E ritengo che l’aspetto migliore di Saturno in Bilancia sia proprio nell’aver enfatizzato il bisogno di giustizia ed equità sociale, risvegliando assieme a Nettuno in Acquario il senso dei diritti. Ciò che però manca ancora all’appello è, a mio parere, il senso dei doveri, nonché la responsabilità del singolo nei confronti della collettività, per accettare i sacrifici necessari in un periodo delicato; per quanto sarebbe più facile se l’esempio partisse dall’alto, e in modo credibile.

Ma tant’è. Negli ultimi mesi e nei prossimi, il trigono di Terra tra Giove e Plutone sembra mantenere stabili le posizioni e gli equilibri politici ed economici; il che non significa necessariamente che “i cattivi” resistono nei loro castelli mentre “i buoni” fanno la fame. Come ho già detto, questa visione mi sembra riduttiva, fuorviante e a suo modo un po’ fanatica, mentre è illusorio pensare che una destabilizzazione radicale possa davvero giovare a qualcuno, buoni o cattivi che siano. Semmai, sarebbe il caso di approfittare di questi tempi per sanare davvero le contraddizioni e gli squilibri più stridenti, per favorire o accogliere almeno qualche modifica autentica, e prima ancora per capire davvero i motivi dell’indignazione popolare: non limitarsi a dirlo per accattivarsi simpatie.

Già ai primi di febbraio Nettuno sarà in Pesci, ma nel frattempo comincerà il lunghissimo anello di sosta di Marte in Vergine. Se Nettuno riuscirà davvero ad abbattere le barriere, a favorire una metamorfosi di valori che accomuni l’umanità e renda più vivibile la società… potremo saperlo solo nel tempo. Ma intanto, questo Marte così critico e selettivo potrebbe aumentare il numero di “indignati” senza con ciò migliorare davvero la qualità della loro indignazione. Marte in Vergine è più permaloso che propositivo, più diffidente che obiettivo, e tende a difendere “il proprio orticello” più che combattere per nobili cause collettive; ma è pur sempre il Dio della Guerra, per cui il rischio di contaminazioni aggressive nel movimento resta anche durante il suo passaggio in un segno tutto sommato tranquillo. E non è detto che le contaminazioni pacifiche siano meno insidiose, visto che si tratta anche di un segno conformista e (auto)conservatore, per cui il trigono di Marte con Giove e Plutone negli altri segni di Terra potrebbe addirittura spegnere l’indignazione sotto un cumulo di compromessi.

Restiamo vigili e obiettivi: in questo Marte in Vergine ci aiuterà. Ma restiamo anche aperti e disponibili al nuovo, desiderosi di nuovo, pronti ad essere noi stessi nuovi e diversi: allora Nettuno in Pesci sarà davvero un’onda trasformatrice di coscienze, e non solo un caotico contagio ideologico o emotivo. Cominciamo subito, intanto evitando di confondere l’indignazione con lo sdegno. Perché sdegnarsi è lecito ma sterile come una dichiarazione di principio, se non serve ad allontanarsi da ciò che riteniamo indegno… e ad allontanarlo da noi: quindi, usiamo pure lo sdegno nei confronti dei Black Bloc o di chiunque tenti di proporre o mantenere metodi distruttivi. Indignarsi è invece – dovrebbe e può essere – un recupero di dignità, cioè un atto creativo. E, guarda caso, è anche un verbo riflessivo…

Indignamoci con forza dunque, ma anche con consapevolezza. Soprattutto, insieme.




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