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LA PAPESSA

a cura di Rosanna Sotgiu
 
Abbiamo lasciato il Bagatto che osservava davanti a sé i quattro elementi, forse inconsapevole di avere sul cuore il quinto ....
Cosa farne? Come utilizzarli? Come mescolarli? Ha gli ingredienti, ma non ha la ricetta ...
Senza “libretto di istruzioni” bisogna arrangiarsi! Egli sa che tutta la natura intorno è formata da questi elementi, in composizione diversa, ma tutti presenti: allora rivolge lo sguardo intorno e osserva, è l’unico modo che possiede al momento per apprendere.

La Papessa può essere paragonata alla Natura che ci circonda, silenziosa, misteriosa a volte, dualistica, armonica e contraddittoria.
Questa carta rappresenta la dualità, l’Uno che, iniziando il movimento creativo, si è diviso in due parti opposte, lo Yin e lo Yang. Dualità significa l’instaurarsi di due centri di contemplazione, di due principi separati e antagonisti.
La Natura è lì a disposizione di tutti, manifesta e misteriosa allo stesso tempo, con molti simboli che ci ricordano che per tutte le nostre azioni, quella di conoscere compresa, esistono sempre almeno due vie, tutto è duale nel mondo della creazione, nulla esiste senza il suo contrario. E nulla può essere conosciuto senza la percezione del suo contrario. Maschio e femmina, creatore-creato, Dio-natura, luce-buio, freddo-caldo, sono contraddizioni proprie del mondo fisico che si conforma grazie all’attività e passività di questi due principi intercambiabili.
L’Intelligenza è la riflessione del principio numero Uno, dell’Amore, la Gnosi o Saggezza che aiutò Dio nell’opera della Creazione. L’integrazione avverrà in seguito con il Tre.

Questa carta lo sottolinea in molti modi: il tappeto a scacchi bianchi e neri, le due chiavi che ha in mano, le due colonne, lo stesso simbolo dello Yin e dello Yang sul libro.
La Natura si offre allo sguardo di tutti per essere conosciuta, ma ciascuno deve scegliere quale via intraprendere per imparare, se quella emotiva o quella razionale, se far prevalere l’intuito o la ragione, il metodo analogico o digitale.
Senza sforzo non vi sarà conoscenza vera.
L’osservazione rimarrà sterile, virtuale, inutile, priva di significato.
È la posizione di coloro che esaminano gli opposti ma non decidono per nessuno di essi.

Al Bagatto si chiede invece di decidere, perché per poter utilizzare i propri strumenti, ha bisogno di una visione d’insieme, globale, circolare. Ma in questa circostanza si manifesterà anche il tipo di volontà e desiderio dell’individuo di fronte alla conoscenza: si accontenterà delle apparenze oppure oserà andare in profondità? Questa carta rappresenta la Dottrina celata dietro il velo delle apparenze. La Natura misteriosa le cui leggi possono essere penetrate solo attraverso lo sguardo interiore, nel silenzio di un cammino iniziatico.
È l’Arcano della trasformazione dell’atto puro in rappresentazione, della rappresentazione in immagine della memoria, dell’immagine della memoria in parola, della parola in carattere scritto o libro. È la carta della Gnosi, cioè della discesa della rivelazione divina. La Scienza parte dai fatti per risalire alle cause, la Gnosi invece è riverbero dell’Atto Primario; la scienza interpreta ciò che è in basso, la gnosi riflette ciò che è in alto.

Osserviamo la carta:

due chiavi, una d’oro e una d’argento, l’accesso intuitivo e l’accesso razionale alla vera scienza;

due colonne e un velo, qui appare il terzo elemento: conoscere gli opposti non basta, bisogna avere il coraggio di oltrepassare il soglio del Tempio, che conserva il Mistero della Verità Soprannaturale, che solo ai privilegiati è consentito intravedere.

il libro della rivelazione, la Torah, di cui l’Adepto dovrà impossessarsi per ricevere la luce del sapere, capace di fugare le tenebre dell’ignoranza ... ma potrebbe anche essere il libro dei destini, che dovrebbe essere consultato, letto o scritto in collaborazione con Dio? Nessuno potrà aprire questo libro se non prenderà dalle mani della Sacerdotessa una delle chiavi che gli consentirà l’accesso al segreto; l’Adepto dovrà necessariamente scegliere la via della propria iniziazione ...

la sacerdotessa con il volto semicoperto, gli occhi socchiusi ci insegna a percorrere questo cammino in silenzio, per poter oltrepassare le forme cercando l’essenza delle cose, non elenca i principi, le leggi, i dogmi, ma sottolinea la certezza che intenderà solo colui che avrà avuto una esperienza spirituale, e che la serberà nel suo intimo come un prezioso tesoro

il tappeto a scacchi bianco e nero oltre a rimarcare la legge della dualità, è caratteristico del Tempio Massonico

l’abito è celeste e il mantello rosso foderato di verde, con bordature d’oro

l’unico piede di cui si scorge la punta, è il destro, a significare che per procedere nel cammino della sapienza dei misteri è necessario il pensiero analogico, che si nutre di archetipi.

Il Bagatto può ora appagare la sua sete.

La lettera ebraica che è raffigurata sulla carta è la BEITH, seconda lettera dell’alfabeto, quella che venne scelta proprio per iniziare la Creazione.
Prende il nome da bayit, casa, che con la sua forma è simbolo di accoglienza: come fa la Natura, ci accoglie tutti, lasciando ad ognuno il proprio cammino. Il numero 2, che contiene il seme dell’1. La parola bayt (beth – yod e taw) può essere anche scomposta in beth e taw, diventando bat, che significa figlia, con all’interno lo yod che racchiude in sé il tetragramma, quindi la Figlia (la creazione) che contiene il seme del Padre, il quale a sua volta diverrà “figlio” nel proseguo della Creazione che sarà continua opera di entrambi.

Il Bagatto, in qualità di 1 riveste il ruolo di principio generatore, di seme, e quindi di elemento maschile (come tutti i numeri dispari), mentre la Papessa rappresenta il polo opposto, il ricevente, il 2, la luce e il buio, il Bagatto ha il volto scoperto, il corpo che fa intuire essere pronto ad agire per creare, la Papessa ha il volto assorto, raccolto, parzialmente nascosto dal velo del copricapo, indice di riflessione, silenzio, raccoglimento.
Quando si ha una percezione (1) prima di passare all’azione (3), occorre un momento di riflessione, di concentrazione, per evitare che l'energia potente dell’1 non venga dispersa inutilmente.

Ora passiamo alla fase pratica: quando si presenterà la Papessa nella stesa dovrò ricordare il suo “compito”, che è quello di riflettere, sedare ogni impulsività inutile, scrutare le parti più celate della circostanza, nella propria interiorità. Potrebbe avvertirci che il momento è propizio per la meditazione profonda, per acquisire una maggiore autoconsapevolezza, per non essere miopi, rigidi, egocentrici. Oppure per lasciare agire la Natura, con i suoi tempi, che all’uomo sembrano a volte eterni, ma che sono quelli giusti per portare a maturazione gli eventi, senza forzature, rispettando i cicli cosmici.
Viceversa può indicare un errore di percorso, una errata o insufficiente progettazione, l’incapacità di introspezione.

Precisazione: ogni carta degli Arcani Maggiori rappresenta il consultante nel corso del suo cammino iniziatico, tappa dopo tappa. La carta suggerisce una azione, esteriore o interiore, un movimento o una stasi.




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