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LUCIO DALLA : UN PICCOLO GRANDE UOMO

a cura di Luna
 
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Il mio nome è Lucio e facevo il cantante | ora canto felice nella mia strada | anche se non è più la stessa strada | anche se non è più la stessa cosa.

Lucio Dalla è morto. Era in Svizzera per alcuni concerti ed è stato stroncato da un infarto 3 giorni prima del suo 69° compleanno. Ho usato le stesse parole che lui dedicò al mitico pilota Ayrton Senna nella canzone “Ayrton”. Credo che mi perdonerà se ho modificato il testo, sono parole così belle e profonde che era giusto dedicargliele.

Dalla, Battisti e De Andrè hanno rappresentato il Gotha della musica italiana. Loro non ci sono più, ma le loro canzoni, la loro musica,  ci risuonano in testa persino 30-40 anni dopo la loro prima uscita. Musica eterna, accordi perfetti, voci particolari, parole splendide. Non erano solo cantanti, ma anche grandi musicisti e soprattutto poeti.

Lucia Dalla nasce a Bologna il 4 Marzo 1943 alle ore 08.15. Il padre è il Direttore del Club di Tiro a volo, mentre la madre Lole è una casalinga che fa lavori di sartoria a domicilio per arrotondare le entrate. Lucio è “nipote d’arte”, dato che lo zio,  Ariodante Dalla, fu un noto cantante melodico fra gli anni ’40 e ’50.  Una famiglia modesta ma tranquilla, nonostante la guerra fosse ancora in corso. La tragedia arriva 7 anni dopo, quando il padre muore a causa di un tumore fulminante. La madre, rimasta sola, decide di metterlo nel Collegio Vescovile “Pio X” di Treviso. Proprio in questo Istituto Lucio inizia la sua carriera artistica. Per quanto piccolissimo (sia di statura che d’età) si esibisce nelle recite scolastiche ed impara a suonare la fisarmonica. Torna a Bologna ormai adolescente e si innamora del Jazz. La madre gli regala un clarinetto per il 13° compleanno e lui si affretta ad imparare a suonarlo. Inizia subito a fare spettacolo al seguito di gruppi musicali dilettantistici e si fa notare per il suo talento. Conosce Gianfranco Baldazzi, musicista e paroliere, ed inizia con lui una collaborazione che finirà solo negli anni 70.

L’amore di Lucio per il mare in generale e per la Puglia in particolare, nasce dal fatto che la madre lo portava sempre  in vacanza a Manfredonia. Nel corso del tempo, alcuni abitanti delle Tremiti, dovendole pagare dei lavori di sartoria le assegnarono una casa nell’arcipelago. Una casa che per Lucio è sempre stata un nido dove rilassarsi e rifugiarsi.

Dal punto di vista scolastico Dalla consegue il diploma nel Liceo linguistico, ma solo dopo essere passato dall’Istituto di Ragioneria prima e dal Liceo Classico poi,  fallendo in entrambi.

Tornando alla sua carriera, è da notare un episodio curioso: verso la fine degli anni ’50 sembra che Pupi Avati, sia uscito dal gruppo Jazz bolognese “Rheno Dixieland Band”, perché si sentiva offuscato dal talento di Dalla che nel gruppo faceva il clarinettista.  Decise così di cambiare strada ed intraprese la carriera cinematografica. Ringraziamo Lucio anche per questo.

Nel 1960 vince, con il suo gruppo, il primo Festival europero del Jazz, ad Antibes in terra di Francia. Questa vittoria costituisce il suo vero trampolino di lancio, poiché viene notato da un’orchestra romana la  “Second Roman New Orleans Jazz Band” insieme alla quale inciderà per la prima volta un brano strumentale “Telstar” con la RCA. Questa casa discografica lo accompagnerà per metà della sua carriera.
Per ora Lucio è solo un musicista, ma sarà nel 1963, grazie a Gino Paoli che lo convince, che diventa un cantante solista. Il suo primo disco 45 giri esce nel 1964 ed è un autentico flop. L’artista però non si dà per vinto. Seguono piccoli successi e grandi delusioni fino al 1967, anno nel quale, da bravo Pesci versatile, si cimenta nella carriera di attore. Prima recita in film musicali piuttosto leggeri, ma poi i Fratelli Taviani lo prendono per “I Sovversivi” una pellicola destinata al successo. L’artista ottiene persino la candidatura per il miglior attore, ma viene superato, per ragioni “politiche” da un attore slavo.

Lui, imperterrito, continua comunque a comporre, a cantare e a recitare con esiti alterni, ma saranno gli anni ’70 a rendergli giustizia.  Nel 1971 si presenta per la terza volta al Festival di Sanremo con la canzone “Gesù Bambino”, titolo poi tramutato in “4 Marzo 1943” a causa della censura che all’epoca era paragonabile alla “Santa Inquisizione”. Il titolo originale  fu considerato blasfemo ed offensivo per la Chiesa Cattolica.

Il successo è immediato e assume proporzioni mondiali. Il brano sarà poi cantato dalla grande Dalida prima e dal famosissimo Chico Buarqhe de Hollanda poi. Da questo momento la notorietà e la presenza di Dalla nelle classifiche dei più venduti diventano costanti. Canzoni splendide gli escono dalle dita che compongono anche musiche molto belle. Solo per citarne alcune:  Piazza Grande, Itaca, Il Gigante e la Bambina, La Casa in riva al mare.

Rompe la collaborazione con Baldazzi ed inizia quella con Roversi;  un musicista politicizzato che porta Lucio verso testi più impegnati socialmente e politicamente. La famosa “Nuvolari” segna comunque la fine di quest’altra collaborazione nel 1976. Dalla spiega questo “divorzio” sostenendo che lui vuole parlare alla gente, vuole comunicare con la loro anima e non con la loro fede politica.

In realtà lui ha sempre sofferto di “complesso d’inferiorità”, vedeva gli altri compositori più preparati culturalmente di lui e credeva, essendo giovane e meno colto e preparato di loro, di non riuscire a cavare un ragno dal buco scrivendo e componendo da solo. Follie tipiche dei Pesci…

Questo è un elenco costituito da solo alcune delle canzoni da lui scritte e musicate: Come è profondo il mare, L’anno che verrà, Marco ed Anna, Futura, L’ultima Luna, Cara, Balla, balla, ballerino, Ma come fanno i marinai, Attenti al Lupo, Caruso. Brani che tutti abbiamo canticchiato in un’occasione o in un’altra.

Per onor di cronaca vanno citate le sue collaborazioni e/o duetti con: Ron, gli Stadio, Mogol, Battiato, Morandi, Francesco de Gregori. Pochi giorni fa era a Sanremo, in qualità di accompagnatore del giovane cantautore Pierdavide Carone, oltre ad essere il co-autore della canzone “Nanì”.

Un piccolo grande uomo il nostro Lucio, un artista poliedrico che non si è fatto problemi ad intraprendere tutte le strade possibili della musica, delle parole, dell’arte in generale. A Bologna ha persino aperto una Galleria d’arte. Un vero Pesci, uno dei pochi realizzati. Sì, perché quando i confusissimi Pesci (soprattutto se sono supportati da un buon Mercurio Aquario) ci si mettono di buzzo buono, non c’è niente da fare: prima o poi arrivano al successo. Steve Jobs, Albert Einstein, Gianni Agnelli (solo per citarne alcuni) appartengono al segno. Gente straordinaria. Persone che hanno avuto fegato, talento, intelligenza e caparbietà nel perseguire i propri sogni, nel realizzare i propri progetti. Talento Lucio ne ha avuto da vendere. Il suo Sole in 12^ (isolamento, grandi prove, nemici), proprio la casa attribuita al segno dei Pesci, è uscito dall’ombra anche grazie al trigono di Giove ed al sestile al Medio Cielo. Per non parlare di quel monolite di Marte in Capricorno in casa X^ (ambizione, tenacia, capacità di sacrificio) trigono a Urano in 2^ (grande energia e doti organizzative) ed a Nettuno in casa 6^ (creatività professionale, ma anche insofferenza per i lavori di routine). E’ pur vero che Plutone si oppone a quel Marte, conferendo all’artista, soprattutto nei primi anni della carriera, una certa brama di “potere” frustrata dall’idea di non poter essere all’altezza di colleghi più colti e raffinati. Idea malsana che, fortunatamente, si è dissolta con la sua crescita professionale ed anagrafica.

La sua Venere in Ariete, anch’essa in 12 casa forma aspetto di trigono a Plutone, di sestile a Saturno e si oppone, infine a Nettuno. La sintesi di questi aspetti è che il destino affettivo di Dalla non era certo quello di un’affettività sviluppata in una famiglia ma di un “amore” da dare agli altri, nel suo caso, attraverso la musica, le parole e l’arte in generale. Quelle parole affilate ma sensibili regalategli dal suo Mercurio Aquario congiunto alla Luna, sono meravigliose figlie della splendida fusione fra anima e mente.

Certo la  Luna Aquario non brilla per empatia, anzi... ma l’opposizione a quel potente Plutone Leone le conferisce karisma e calore, anche se spesso rende chi la possiede, manipolativo e ricattante a livello emotivo. A nessuno può sfuggire la grande malinconia che pervade i testi dell’artista  e, salvo poche eccezioni, una tenera nostalgia del “paradiso perduto” che si respira nella sua musica. Un’ulteriore conferma ci arriva attraverso il trigono della stessa Luna a Saturno. Questo aspetto viene perfettamente interpretato dal suo affidamento al Collegio di Treviso, dove rimane da solo e lontano dalla madre per anni.

Come non vedere poi l’origine delle insicurezze di fondo del grande Dalla in Urano e Saturno   tristemente inseriti nella sua casa 2^? Questi pianeti nel campo delle sicurezze e del danaro creano grande instabilità caratteriale ed economica, sono pianeti che creano gli “affamati”.  Può essere una fame di cibo,  di danaro,  oppure di possesso in generale, sta di fatto che costituiscono una pessima base di partenza per chi li possiede. Non dimentichiamo che Lucio non è nato in una famiglia benestante, e che una volta rimasta vedova, la madre ha dovuto sgobbare parecchio per far crescere il proprio figlio.

Lucio Dalla è un artista venuto dal “niente”, un uomo piccolo e bruttino pieno di comprensibili insicurezze. Un uomo modesto con una grande anima. Un Mahatma della musica.  Un uomo che ha accettato la sfida della vita e ha vinto. Perché se è vero come è vero che un infarto ce lo ha tolto, è anche vero che ciò che lui ha creato vivrà a lungo dentro e fuori di noi. Grazie Lucio. Ciao Lucio.




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