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L'IMPERATRICE

a cura di Rosanna Sotgiu
 
Avevamo lasciato il Bagatto in silenzio, a riflettere su quale via intraprendere per iniziare il suo cammino di conoscenza. Davanti a sé ha due opportunità, la via dell’emotività, del sentimento e quella della ragione, l’Imperatrice e l’Imperatore.

L’Imperatrice rappresenta il sentimento, la creatività, l’istinto innato, la via della fede, della fiducia nella Natura, nelle leggi cosmiche già scritte; mentre l’Imperatore costituirà la pura via razionale.

Da dove iniziare? Le osserva entrambi, ciascuna ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, forse dovrà essere capace di integrarle, ma per farlo deve prima comprenderle separatamente, percorrerle singolarmente e metabolizzarle.

L’Imperatrice indossa abiti di colore invertivo rispetto alla Papessa, dove c’era il celeste, colore della mente, della riflessione, ora c’è il rosso, ad indicare che l’azione deve essere pregna di impulso naturale. Il mantello, che copriva la Papessa era rosso all’esterno e verde all’interno, ad segnalare che prima bisogna accettare la Natura (verde) e poi intervenire con l’azione, ma dopo lunga riflessione (abito celeste).

Nell’Imperatrice questi colori sono invertiti per dirci che se si ascolta l’istinto naturale, aiutato dagli ornamenti d’oro, che simboleggiano l’azione dello Spirito, si può procedere nella conoscenza, accettando tutto e sentendoci parte del tutto. Non esclude l’Imperatrice il valore dell’intelletto (il mantello blu) ma lo distacca da sé quasi a tenerlo come seconda istanza di apprendimento.
Il velo che era alle spalle della Papessa si è tramutato in ali, a suggerire la capacità di innalzarsi fino alle vette più alte, a sublimare la cognizione, riconoscendone sempre la parte nascosta ed esoterica (la luna ai suoi piedi).

Il capo è scoperto, la posizione frontale, gli occhi bene aperti, la bocca con un sorriso sereno.
Lo scettro che tiene delicatamente in mano rappresenta le certezze interiori che il suo modo di porsi le trasmette, il fiore alla sua sinistra è un giglio bianco, simbolo di purezza.
Tutta l’iconografia rappresenta un inno all’intuito, alla fede, alla capacità di affidarsi alla Natura, consci che essa ci accoglierà e non sarà “matrigna” ma Madre.
Il rispetto dei tempi naturali è sottolineato dalle nove stelle visibili che circondano il capo. Rappresentano i nove mesi di gestazione: non bisogna mai affrettare i tempi, né procrastinare le decisioni. “C’è un tempo per ogni cosa, e ogni cosa va compiuta a suo tempo”.

Il Tempo non trascorre mai invano, ci dona sempre degli insegnamenti, ma se non ne comprendiamo il significato, siamo usi dire che “abbiamo perduto tempo”, al contrario, quando percepiamo il valore di una consapevolezza, diciamo che “abbiamo fatto una esperienza”.
Il tempo scorre uguale, non si dilata, né si contrae, è solo la nostra percezione che regola la velocità della ruota della vita (lo vedremo alla carta n. 10).

L’Imperatrice può definirsi anche la Natura Fecondata e Manifesta. Rappresenta il Potere del Sentimento, dell’Emozione, della cognizione dell’Essere e del Divenire contrapposto al Potere della Conoscenza proprio della Papessa e al Potere temporale dell’Imperatore.
È una carta che esprime azione, in quanto in lei sta germogliando nuova vita.
È l’intelligenza della Natura all’opera, unita alla sacralità della ricezione.
Questa carta rappresenta la Madre universale che dà forma alla realtà, l’Intelligenza creatrice e rivelatrice che dà forma alle idee.

La lettera ebraica che la rappresenta è la GHIMEL, che, come la carta, ha un valore numerico 3.
È l’iniziale del vocabolo “gamal”, cammello. Il cammello effettua lunghi viaggi nel deserto, sopravvivendo per la riserva d’acqua che porta dentro di sé. Anche noi sopravviviamo agli eventi più pregni di emozioni con la nostra “riserva d’acqua” che è la nostra capacità di sentire, percepire e affidarci.
Questa carta definisce il passaggio attraverso le contraddizioni del dualismo in azione che, fluidificando gli opposti, fecondando le potenzialità del Due e riunendole all’Uno, genera vita, azione, sentimento, pensiero. È il superamento del dubbio, che dà l’avvio ad una nuova azione.
Il tre è numero maschile (essendo dispari) ed è sempre propulsivo, a differenza dei numeri pari che indicano stasi e riflessione.
Rappresenta i tre regni della natura, piante, animali e minerali, li ingloba e ne costituisce la sintesi.

Ora passiamo alla fase pratica: quando si presenta l’Imperatrice in una stesa può significare l’intelligenza, la sapienza e la saggezza, una donna di grandi e profondi valori, l’esattezza del percorso intrapreso.
La nostra creatività, ma anche la necessità di valutare attentamente le situazioni per individuarne con facilità gli aspetti benefici e quelli nocivi.
Viceversa può rappresentare una donna infida, consiglia di non riporre troppa fiducia in conoscenze recenti e in particolare quelle femminili.
Se nella stesa si troverà nella posizione propria della carta del Consultante, può indicare che questi si trova in un momento dove deve tenere conto della propria Forza Creatrice, che le carte vicino ci preciseranno se è bloccata o magari troppo prorompente.
Consiglia sempre di non alterare i ritmi della Natura, di tenere conto delle diversità degli altri, ma di non sacrificare il proprio istinto.




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