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GLI ANELLI DI SOSTA DI VENERE E MARTE E LA GRANDE CROCE

a cura di Luna
 

L’ 8 dicembre Marte è entrato nel segno della Bilancia. Normale transito che si verifica ogni due anni vero? No, proprio per nulla. Il nostro amico Ares rimarrà nel segno della bellezza per ben 7 mesi. Per fare la fiscale aggiungerò che questo passaggio finirà il 26 Luglio 2014. Prima di descrivere quello che il pianeta guerriero combinerà cerchiamo di capire che carattere assume entrando nella Bilancia. Sappiamo bene che quando si studiano i transiti, prima di vedere quali pianeti radicali va a toccare un dato passaggio, in quali case produce questo o quell’effetto, dobbiamo capire di che pasta è fatto il pianeta transitante.

Da un punto tecnico Marte in Bilancia è in caduta (Lisa Morpurgo docet) cioè è nella posizione meno adatta per esprimere il proprio potenziale. Sappiamo bene che il pianeta rosso rappresenta l’energia, la guerra, il sangue, la volontà. La Bilancia ha a che fare con l’equilibrio, l’armonia, la bellezza, l’eleganza. Ora, capite bene che le rispettive caratteristiche si scontrano e si confondono.
E’ come se Achille, l’invincibile guerriero della mitologia greca, invece di battersi in “mortal tenzone” con Ettore ( il suo più valoroso avversario), si fosse messo a discutere con lui circa la ben poco elegante architettura della città di Troia.
Marte in Bilancia non combatte selvaggiamente (per il puro gusto di farlo) come quello psicotico di Ares. Al contrario discute, elabora, organizza, cerca un accordo vantaggioso. Sia chiaro, non è una mammoletta, la differenza con gli altri Marte è che la sua guerra viene accuratamente pianificata, studiata in ogni minimo particolare. E’ un Marte tanto cervello e molto meno muscoli.

Veniamo al dunque. Il fatto che questo passaggio duri ben 7 mesi, cambia le prospettive di un classico transito marziano il cui effetto dura una decina di giorni circa. Normalmente questo aspetto ci rivela uno scontro che dovremo affrontare, un uomo che ci attacca o da attaccare, ci potrà rendere energici o privi di forza (dipende ovviamente se il passaggio è positivo o dinamico),  provocare febbri o tagli, ci vedrà nervosi ed intrattabili oppure eccessivamente passivi.

Contemporaneamente viviamo il transito di Venere in Capricorno, anch’essa in anello di sosta. Ha fatto il suo ingresso il 6 Novembre e se ne andrà dal segno di Saturno il 6 Marzo 2014, ben 4 mesi di transito di un pianeta il cui passaggio normalmente dura 5-7 giorni. Anche in questo caso abbiamo il passaggio astrale di un pianeta in un segno che è l’antitesi della natura stessa del pianeta.
Noi dobbiamo, anche in questo caso, immaginarci una splendida, leggiadra fanciulla che si mette in coppia con un vecchio sì affascinante (il brizzolato ha da sempre un gran successo) ma anche rigido e serissimo, saggio quanto volete ma così pesante e noioso da far passare la “fantasia” anche a Messalina in persona. Il motto che farei adottare a questo transito è “Le ragioni del cuore”. Tenendo però presente che il cuore non sente ragioni.

Andiamo più a fondo. Sappiamo che Venere è il pianeta fra le cui simbologie troviamo l’autostima, la nostra scala valori, il benessere psico-fisico ed infine il nostro modo di amare. Non dobbiamo nemmeno scordarci che Afrodite è figlia di Urano, il Dio della libertà, della diversità, del nuovo, del futuro. Venere è una Luna diventata matura e consapevole, non vive di bisogni ma di libere scelte. Se ne frega delle regole, vive liberamente l’amore e le sue conseguenze. Se la mettiamo in coppia con Saturno (Capricorno) le sue scelte saranno ragionate e non più spontanee. Più dovere e meno piacere. Anche in questo anello di sosta troviamo effetti più legati al cervello, al razionale che non all’istinto. Il che non è male nel caos che stiamo vivendo in questo periodo. Sarà una Venere più riflessiva, più saggia, più alla ricerca di quei sani valori di cui abbiamo perso memoria. Il superfluo verrà estirpato chirurgicamente ed il motto “giusto il necessario” avrà il suo momento di gloria. Una Venere che ci aiuterà a capire cosa è giusto e cosa no, che ci farà comprendere e apprezzare ed, eventualmente, perfezionare la nostra scala valori, la qualità dei nostri sentimenti.

Per capire cosa succederà con questi due pianeti si dovranno anche considerare gli altri protagonisti dello zodiaco in questo periodo storico. Plutone e Venere sono in Capricorno, Urano in Ariete, Giove in Cancro e Marte in Bilancia. I segni cardinali sono i primi attori di questo grandioso e allarmante spettacolo allestito per noi nel cielo. Sono i segni che danno il via al nuovo, ai progetti, al cambiamento. Questi pianeti formano fra di loro quell’aspetto che in termini astrologici viene chiamato “la grande croce”. Bellissimo da vedere ma difficile da vivere se interessa i pianeti del nostro tema natale. Non sono una grande esperta di astrologia mondiale, ma ricordo perfettamente che fra il 2010 ed il 2011 ci fu lo stesso tipo di aspetto ma non così potente. I terremoti di Haiti e del Cile, il vulcano impazzito dal nome impronunciabile che fermò i voli aerei europei  per giorni e giorni, ed infine il tragico tsunami che colpì il Giappone furono le conseguenze “terrestri” di quella formazione astrologica. Spero solo che questa volta il globo terrestre non sia interessato da altri devastanti disastri. Ho però una mia idea (forse solo una mia speranza) di quello che potrebbe accadere questa volta.

Come sempre, per capire il futuro bisogna vivere il presente ispirandosi al  passato. Io l’ho fatto e ho scoperto cose interessanti.
Stiamo vivendo la più grave crisi finanziaria dopo quella del 1929. Ma cosa causò quella crisi? Guardiamolo da un punto di vista astrologico. Urano era in Ariete, Plutone in Cancro. Non ci ricorda qualcosa? Sono gli stessi protagonisti della “grande croce” odierna. Quell’anno ci fu un anello di sosta di Marte fra il Cancro ed Gemelli e contemporaneamente Saturno dal Sagittario si opponeva a Giove nei Gemelli. Se guardiamo Plutone dobbiamo dedurre che si trovava all’esatto opposto della sua attuale posizione, mentre Urano è nella stessa di allora. E’ come se, sia Urano che Plutone, dovessero chiudere un ciclo. Dopo 84 anni esatti Urano è nello stesso segno e ci troviamo in un periodo storico dove oltre la crisi, imperano disperazione e rabbia. Esattamente come nel 1929. 

Se andiamo ancora di più indietro nel tempo troviamo ancora una volta Urano in Ariete nel bel mezzo di un periodo di grandi rivoluzioni europee ed italiane: il famoso 1848 (da cui l’espressione “è successo un 48” per indicare una grande crisi ed un caos inimmaginabile). Non che questo ci stupisca più di tanto. Urano fu astronomicamente scoperto nello stesso periodo in cui il mondo visse la Rivoluzione Francese e la Guerra d’indipendenza Americana. Dopo questo rapido esame storico viene spontanea una deduzione: serve una rivoluzione. Non intendo una rivoluzione con le armi in pugno, ma una rivoluzione culturale. Un radicale cambiamento di abitudini che partendo dall’alto (politici e potere economico) derivi dall’aver compreso che ognuno di noi dovrà dare il suo contributo lavorando per il bene comune e non solo per il proprio profitto o interesse. Stare seduti in poltrona a piangersi addosso non serve a nessuno. La rabbia e l’indignazione di molti che a causa di questa crisi hanno perso lavoro, danaro, casa, sicurezze, dignità, il senso di appartenenza e l’idea di un futuro migliore per i propri figli, deve essere ascoltata.

Mi viene in mente una frase tratta dal film “The Interpreter” dove la protagonista cita questa frase puntando una pistola alla nuca ad un dittatore “Gli spari intorno a noi, ci impediscono di udire, ma la voce umana è diversa dagli altri suoni, e può essere udita al di sopra dei rumori che seppelliscono tutto il resto; persino quando non grida, persino se è solo un bisbiglio. Perfino il più lieve bisbiglio può essere udito al di sopra degli eserciti quando dice la verità.
La verità è che dobbiamo cambiare. Tutti. Questa “grande croce” può davvero rappresentare l’ultima chiamata, l’ultima opportunità. Questa crisi rappresenta il fatto che quando solo pochi si arricchiscono, magari rubando a piene mani, o, a volte, semplicemente de-regolamentando il mercato e la finanza senza avere il benché minimo scrupolo, alla lunga il tutto si rivela controproducente. E’ un boomerang che colpirà la presunzione e l’arroganza di quelle persone che pensano solo a loro stesse spendendo e sprecando danaro pubblico o amministrando il proprio senza pensare agli altri, alla gente, al popolo. Mi permetto di consigliare la visione del film “Margin Call” per capire davvero come si comportano i potenti. Questa pellicola è una sorta di film-denucia che racconta l’inizio di questa crisi economica mondiale.

L’unico uomo potente che sta dicendo la verità fino in fondo è un cattolico, un religioso. E’ il nostro Papa Francesco. Lo sta gridando ai quattro venti che ci vuole una dimensione che riporti finanza, economia ed istituzioni al servizio dell’uomo e non il contrario. Il danaro non deve governare, ma solo servire.

Servirà dunque questa “grande croce” a farci capire cosa dobbiamo fare? Sicuramente. Saremo in grado di farlo? Forse. La mia grande speranza (quella di cui sopra) è che finalmente saremo capaci di considerare questa crisi solo come una grandissima opportunità per fare della nostra MadreTerra un posto dove sia bello imparare, migliorare, ascoltare, capire, amare, lavorare e convivere. A tal proposito citerò un insegnamento che arrivò da un uomo che visse la crisi del 1929. Un insegnamento oggi più valido di allora.

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le  persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia. Come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere “superato”. Chi attribuisce alla crisi i propri fallimenti e le proprie difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel trovare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide. Senza sfide, la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, mentre tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece… lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica vera crisi pericolosa che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”

Un pazzo? Un visionario? Un utopista? Può darsi. So solo che quest’uomo riuscì a cambiare il modo di vedere le cose, se non altro nel suo settore. Si chiamava Albert Einstein.




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