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EQUINOZIO DI PRIMAVERA

a cura di Sandra Zagatti
 

Dopo movimenti planetari importanti, dissonanze pesantissime e configurazioni sempre un po’ tese, arriviamo alla primavera stanchi di tutto ciò che non va, nel mondo e nelle nostre vite, e desiderosi di credere che la rinascita non si limiti alla natura. E in effetti, i movimenti celesti della prossima stagione non sembrano presentare ulteriori o eccezionali conflittualità, soprattutto ricordando il cielo della primavera 2013 o 2014, con Marte rispettivamente in Ariete e in Bilancia ad acutizzare la quadratura Urano-Plutone. Adesso, molte tensioni si sciolgono o si alleggeriscono almeno un po’… a partire da quella quadratura, che il 16 marzo scorso è arrivata al settimo appuntamento dal 2012 a oggi. Settimo e ultimo! Finalmente, pur non immediatamente ma irreversibilmente, i due pianeti distanzieranno infatti la loro orbita e smetteranno di disturbarsi a vicenda: Urano procederà sui gradi dell’Ariete con il suo moto più veloce, mentre Plutone a metà aprile riprenderà il moto retrogrado, così che nel corso della primavera si allontaneranno di 6° (arrivando a 7° a fine luglio).

Di questi movimenti beneficerà soprattutto Urano, che potrà godersi il trigono di Giove più liberamente: è un aspetto già attivo e che si perfezionerà durante la primavera (proprio mentre Urano si affranca da Plutone), raggiungendo l’orbita esatta per il Solstizio d’estate. Ed è un aspetto davvero interessante, se pensiamo che l’energia creativa e innovatrice di Urano è rimasta a lungo bloccata, esprimendosi spesso in modo alterato e quasi rabbioso, mentre Giove potrà facilitarne le manifestazioni aggiungendo espansione, fiducia, sviluppo! In tal senso, mi auguro che possano arrivare buone notizie relativamente alla crisi economica, che appunto è stata accompagnata dalla lunga quadratura Urano-Plutone, e che migliorino i rapporti (commerciali, politici, sociali) con l’estero. Potrebbero esserci anche progressi scientifici, iniziative nel settore dell’istruzione o del turismo, progetti (seri, cioè sostenuti da leggi e fondi) sull’utilizzo delle risorse e delle energie alternative.  

Anche i pianeti veloci sembrano voler partecipare, come possono, ad aumentare la speranza di una autentica “nuova stagione”. Sia Mercurio che Venere formeranno infatti i loro anelli di sosta in aspetto armonico alla coppia Giove-Urano: Mercurio sarà in Gemelli dal primo maggio all’8 luglio, Venere arriverà un po’ tardi, per affiancare e poi sostituire Giove in Leone, dal 5 giugno fino all’8 ottobre! Soprattutto Mercurio sarà efficace, perché forte del suo domicilio e perché ovviamente attivo per buona parte della stagione: mi piace molto il “triangolo” con Urano e Giove perché sembra stimolare le idee (buone, valide, nuove, e sappiamo quanto ce ne sia bisogno) e inoltre favorisce gli scambi, non solo di idee ma anche di prodotti e servizi, e poi le comunicazioni, i trasporti, l’editoria, la cultura in genere! Voglio essere positiva e quindi dico, anzi ripeto: speriamo davvero che qualcosa di buono accada.

Non bisogna perder tempo, comunque. È una primavera che appare come una specie di “stargate”, un’occasione per fare passi avanti ma che non va sprecata. Se infatti Urano si alleggerisce dal peso di Plutone, tra fine luglio e inizio agosto Giove tornerà in aspetto dissonante a Saturno (che rientra in Scorpione dal 13 giugno al 19 settembre); ed anche la quadratura tra Saturno e Nettuno si alleggerirà durante la primavera e sarà sospesa in estate, ma già da fine agosto sarà Giove a opporsi a Nettuno, con l’aggravante di Marte a inizio autunno. Lo stesso Marte è abbastanza veloce in questo periodo, disturberà un po’ Giove nella terza settimana di aprile e sarà dissonante a Saturno e Nettuno nella seconda metà di maggio, ma non insisterà troppo con i suoi transiti ed anzi sarà in appoggio a Giove nei primi dieci giorni di giugno… ma già intorno a metà luglio potrebbe risvegliare Plutone, che resta lì, al suo posto in Capricorno apparentemente immobile, a gravare come una nuvola scura pronta ad ingrossarsi, ricordandoci che ogni rinascita richiede morti, distacchi, superamenti, trasformazioni non sempre gradite e comunque non facili.

Insomma, da anni guardo al 2015 come a un anno di svolta, ma non mi sono mai illusa che tale svolta fosse immediatamente visibile, tangibile, o comunque stabile. Ci sono appuntamenti celesti che ci aspettano nel 2020, sufficientemente lontani per non preoccuparcene adesso ma non così lontani da non essere considerati in prospettiva. E tra fine 2015 e tutto il 2016, Giove e Saturno insisteranno a lungo su Nettuno in Pesci, con dissonanze che fanno pensare fin d’ora ai tanti squilibri della convivenza o vicinanza (o sovrapposizione di interessi) tra diverse razze, culture, religioni: problemi gravi e complessi, di cui purtroppo stiamo da tempo vedendo i peggiori effetti.

A proposito di Saturno e Nettuno, nel tema dell’Equinozio hanno un ruolo significativo: precisamente, nella domificazione per l’Italia c’è Saturno sull’Ascendente, mentre nella domificazione “universale” (Greenwich) è Nettuno a collocarsi in angolarità al Fondo Cielo. È sempre difficile decifrare Nettuno, e in questa posizione sembra addirittura contraddittorio, perché il Fondo Cielo è considerato “la fine delle cose” (il che, almeno su certe “cose”, potrebbe essere un sollievo) ma la quarta casa che inaugura è anche legata alla patria, alla razza, alla famiglia: forse Nettuno vorrà allargare i confini etici e spirituali della solidarietà, forse semplicemente renderà fragili i confini politici e geografici; o magari avrà a che fare con le “diversità” nella famiglia, e mi riferisco in particolare ai temi caldi delle coppie di fatto, delle coppie gay, delle fecondazioni assistite o delle adozioni per i single o per le stesse coppie appena citate (Urano è in quarta casa per l’Italia e in quinta per Greeenwich). Intanto Saturno frena, soprattutto chiede regole, norme, logiche realistiche, e le chiede su questi argomenti come su quelli politici o economici, così come invoca limiti sostenibili all’immigrazione che invece Nettuno sembra descrivere inesorabile e dilagante.

Che dire, in conclusione? Viviamo un’epoca tormentata, in cui la trasformazione è necessaria ma appare ardua, a volte davvero irraggiungibile senza quei “macro-eventi” che nell’antichità decretavano – bruscamente, violentemente e dolorosamente – il passaggio tra passato e futuro. Eppure, la primavera torna ogni anno e dovrebbe insegnarci qualcosa. In fondo, i fiori sbocciano e le rondini tornano anche se fa ancora freddo, se piove, se il clima è folle… e ciò accade perché la natura segue la luce. Io non so perché sia così difficile per l’umanità fare altrettanto, potrei come tanti dare risposte filosofiche che tuttavia non aiuterebbero ad effettuare quel salto di qualità, quel cambiamento pratico e non a chiacchiere che invece la natura compie con tanta disinvolta saggezza; ma nemmeno voglio credere che “difficile” e “impossibile” siano sinonimi.

Tornassimo tutti un po’ più naturali, forse diventeremmo anche un po’ più saggi.




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