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TIPI PSICOLOGICI. I BIPOLARI COME RICONOSCERLI

a cura di Elena Cartotto
 

Parlare di personalità “bipolari” è diventato di moda nel linguaggio di uso comune, quasi a tratteggiare tipi psicologici creativi, con predisposizioni artistiche, mentalmente poco stabili, che vivono di eccessi. Come sempre c’è del vero nei derivati popolari di concetti nati in altri ambiti, come ad esempio quelli medico/psichiatrici o filosofici, ma ci sono anche grandi inesattezze.

Il disturbo bipolare o psicosi maniaco-depressiva è una malattia seria che l’attrice Patty Duke, tanto per citare un caso fra tanti, si sentì diagnosticare a 35 anni, dopo alterne vicissitudini tra successi, depressioni sepolcrali e accessi maniacali, intesi quali periodi di totale esaltazione, caratterizzati da energia inesauribile, senso di invincibilità, attitudine al rischio e totale assenza di percezione del limite, qualsiasi limite: fisico, morale, psicologico.

Patty Duke che vinse, da minorenne, un Oscar per l’interpretazione di Hellen Keller in “Anna dei miracoli” e la cui personalità intelligente e ricca di talento era ben nota, soffrì di allucinazioni, sposò un uomo incontrato da poche ore, assunse per amministrare il proprio ingente patrimonio due estranei conosciuti in un parcheggio, tentò due volte il suicidio, soffrì di anoressia nervosa e per molti anni fu convinta che ci fosse in lei qualcosa di profondamente sbagliato, una sorta di demone che la possedeva. “Psicosi maniaco-depressiva … le parole del medico avevano un senso. Non appena il mio psichiatra le pronunciò, ricordo che annuì come se lo avessi saputo da sempre. Erano la parole più belle che avessi mai sentito: descrivevano ciò che si provava a vivere nei miei panni”.

Patty Duke ha raccontato tutto questo in un suo libro dal titolo “Un’estrosa pazzia” scritto con la giornalista Gloria Hochman, una narrazione che permette di cogliere tante sfumature come, ad esempio, la differenza tra un temperamento ciclotimico, ossia soggetto a degli up and down, e la vera e propria psicosi maniaco-depressiva, una malattia psichiatrica per la quale non esiste alcuna psicoterapia risolutiva, se non a titolo di supporto, ma solo un farmaco, diventato ormai celebre come riequilibratore dell’umore: il litio. “Lithium” per gli amanti di questo genere musicale, è anche una celebre canzone di Kurt Cobain il fu leader dei Nirvana che soffriva di questa psicosi e che morì suicida in giovane età.

Gli studi inerenti questo disturbo, di cui ormai è ufficialmente riconosciuta la base genetica, sfatano molte leggende popolari e miti nati intorno alla malattia, tipo l’idea che il bipolare sia sempre un creativo: non è così, ci sono bipolari non creativi e creativi non bipolari. Semplicemente un temperamento artistico nella fase maniacale è molto più produttivo: sviluppa maggiori collegamenti neuronali, coglie aspetti, suggestioni, rapporti simbolici, visioni più rapidamente che in uno stato cerebrale normale. Ci sono bipolari, invece, che durante l’accesso maniacale, non creano assolutamente nulla, ma comprano di tutto spinti da un’avidità non comune che in una fase normale nessuno attribuirebbe mai loro, oppure si concedono avventure amorose senza sosta, o rispondono con aggressività estrema a provocazioni minime, prendono decisioni immediate rischiose e surreali mettendo in pericolo le proprie finanze o la propria immagine sociale, o ancora praticano attività sportiva senza porsi alcun freno arrivando a veri e propri crolli fisici quando finisce l’accesso maniacale, quasi fossero drogati.

Di fatto, e questo è un altro aspetto inquietante della malattia, l’uso di sostanze stupefacenti o di alcool è piuttosto elevato in coloro che sono affetti da questo disturbo, senza che questo significhi che sono le suddette sostanze a produrre la malattia: semplicemente talvolta possono costituire la prima causa scatenante della manifestazione psicotica nel senso che agendo chimicamente vanno proprio a stimolare un terreno già predisposto in questo senso. Ad esempio la cocaina su un soggetto non bipolare può avere effetti meno devastanti che su un bipolare. La stessa cosa vale per alcolici e superalcolici.  

L’astrologia fedele specchio della persona nei suoi tracciati temperamentali, psichici e perfino fisici, di fronte all’analisi di temi di noti bipolari mette subito in evidenza un fatto interessante, il punto centrale non è, come si potrebbe pensare, il pianeta Mercurio, simbolo della mente, della comunicazione, della percezione e dei processi del pensiero. Anzi, spesso Mercurio è perfino ben messo. Nel caso di Patty Duke è in posizione dominante al Fondo Cielo, a cui è congiunto dalla 3^ casa, e addirittura totalmente beneficato da un trigono di Saturno: il che spiegherebbe, ad esempio, la sua vittoria dell’Oscar in tipica età mercuriale, sedici anni. Non solo. Perfino Van Gogh, altro celebre “scompensato psichico” aveva un eccellente Mercurio, congiunto a Plutone e trigono alla congiunzione Luna/Giove. Sinead O’Connor altra cantante bipolare si avvale di un Mercurio sicuramente artistico, dato che è congiunto a Nettuno, ma beneficato da un trigono a Saturno, mentre Indro Montanelli giornalista e intellettuale della cui bipolarità si è spesso parlato, godeva di un Mercurio misto soggiogato sì dalla quadratura di Marte, ma comunque congiunto a Venere e trigono a Giove. Altro bipolare fu Robin Williams il cui epilogo suicida, dopo la splendida epopea cinematografica costellata di eroi positivi del quotidiano, dal Professor Keating de L’Attimo Fuggente allo psicologo del Genio Ribelle Matt Demon, ha lasciato stupefatti e addolorati. Anche qui uno splendido Mercurio congiunto a Plutone e trigono a Giove.

Chiaramente non sempre  Mercurio è così ben messo e talvolta entra come “spalla” potremmo dire nelle tipiche configurazioni potenzialmente disturbanti a livello psichico, ma non è lui il detonatore. La Luna, ad esempio, è spesso più conflittuale di Mercurio, forse per le sue valenze inconsce, interiori, umorali,  nei temi dei maniaco-depressi, ma nemmeno qui in maniera così statisticamente rilevante da potersi considerare una ‘conditio sine qua non’ del disturbo bipolare.

Di fatto la psicosi maniaco-depressiva sembra rispondere più a delle configurazioni che mettono in relazioni certi pianeti, che a pianeti specifici presi singolarmente, e molto spesso si tratta di scontri tra pianeti personali e pianeti lenti sia che questo avvenga nell’opposizione, tipicamente rappresentativa dell’altalena di un bipolare, che nella croce a T che si scopre essere, ancora più dell’opposizione,  la configurazione statisticamente più presente nei bipolari. In particolare la croce a T sembra coinvolgere, non certo in maniera esclusiva ma più frequentemente, segni mobili, ossia Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci quasi a volerne sottolineare una certa fragilità nervosa complessiva. Inoltre si radica più spesso nelle case cardinali, ossia la 1^, la 4^, la 7^ e la 10^, a sigillare, forse, la rilevanza della configurazione.

L’attrice Patty Duke è portatrice di una croce a T il cui vertice è la Luna in Vergine in 1^ casa quadrata a Urano in Gemelli in 10^ e al Sole Sagittario in 4^ opposti naturalmente tra loro. Configurazione esplosiva data la presenza di Urano e del Sole congestionato dalla congiunzione con Marte che lo appoggia dall’esterno pur non rientrando nell’orbita della croce a T. Altro caso eclatante di bipolarismo fu quello di Ernest Hemingway conclusosi con un suicidio: Marte in Vergine in 1^ casa, vertice di una croce a T comprendente Plutone/Nettuno in Gemelli 10^ e Saturno in Sagittario in 4^. In ridondanza troviamo una Luna in esilio nel Capricorno e totalmente lesa, e ancora, stranamente, un Mercurio in 12^  beneficato da Nettuno, Saturno e Giove, quasi a sancire la scelta cosciente e il pensiero totalmente lucido anche in relazione alla propria morte.

Wolfgang Pauli premio Nobel per la fisica, considerato una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde in relazione al suo disturbo bipolare scelse, come ultima opportunità prima di suicidarsi, di andare in cura da un genio dei suoi tempi, Carl Gustav Jung. Pauli ha inserita nel tema una croce a T con punto d’appoggio sulla Luna in Pesci in 7^ in quadratura con Plutone/Venere in Gemelli 10^  e Urano/Giove in Sagittario 4^.

Croce a T in segni mobili e case cardinali anche per Sinead O’Connor: Sole/Venere in Sagittario in 1^ quadrati a Plutone/Urano in Vergine 10^ e a Saturno in 4^.

Nessuna croce a T, ma un’opposizione netta sull’asse cardinale ascendente-discendente per Kurt Cobain tra Vergine e Pesci: Venere e Saturno da una parte che fronteggiano Urano e Plutone dall’altra. Una sorta di meccanismo, sia quello dell’opposizione pura che della croce a T, capace di innescare un continuo passaggio dal caldo al freddo, dal rapido al lento, in una specie di cortocircuito umorale, che prende certe pieghe o altre a seconda dei pianeti e delle case coinvolte. Il senso è quello dell’oscillazione tra due mondi che il punto di appoggio della croce a T sente con grande intensità: se tale punto non ha recuperi può più facilmente soccombere sotto l’urto delle opposte pressioni, se li ha può trasformarsi davvero nel “game changer” che ribalta la situazione aprendo a riscatti e a grandi ricostruzioni di sé e della propria vita.

Croce a T importanti, spesso in case cardinali, ma non in segni mobili per altri celebri bipolari: Winston Churchill, Napoleone Bonaparte, Richard Wagner e i precedentemente citati Indro Montanelli e Robin Williams. Van Gogh è un caso particolare: non ha croci a T, né opposizioni, ma una quadratura comprendente ben quattro pianeti, quasi a mimare un grande quadrato in versione condensata, tra segni mobili: Luna/Giove in Sagittario 6^ e Venere/Marte in Pesci 10^.




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