Nel nostro paese la libera professione stenta ad avere una dignità riconosciuta e questo per tutta una serie di fattori che vanno dall’intercettare ragazzi disoccupati costringendoli ad aprire partita IVA unicamente per una questione di comodità da parte di aziende e società che mirano al risparmio, sia per l’idea che l’imprenditore o il professionista di fama siano accaniti evasori fiscali.
La tecnologia, l’evoluzione di internet, il predominio della lingua inglese, la settorialità sempre più sofisticata all’interno delle aziende hanno inoltre contribuito a creare nuove figure professionali di cui perfino il nome è difficile da decifrare. Basti pensare ai vari content manager, communication strategist, web developer, solo per citare i profili lavorativi più semplici del nostro mondo 2.0 in costante evoluzione. Costoro, tranne quando naturalmente vengono inseriti all’interno delle aziende mediante contratti di assunzione vera e propria, vanno a rimpolpare l’ampia schiera dei liberi professionisti e dei consulenti che dalla vendita di servizi e prodotti, alla creazione di strategie e contenuti, ormai impazzano dovunque. Perfino i ben noti “influencer” sono dei liberi professionisti che hanno fatto fortuna.
Da questo punto di vista la libera professione ha, in realtà, potenzialità nettamente superiori a quelle che le sono attribuite perchè viviamo, volenti o nolenti, nella “società liquida” di Bauman dove certezze e garanzie vengono meno un po’ in tutti i campi. Diventare consulenti richiesti per la propria capacità, creare un proprio business o addirittura, per alcuni, un marchio riconoscibile della propria attività, è qualcosa che va oltre l’arte tutta italiana di arrangiarsi. Nella prospettiva americana sarebbe addirittura il compimento di un sogno, perché infondo che cos’è il famoso “American Dream” se non quello del self-made man che riesce a farcela da solo in una nuova terra, ossia fuori, metaforicamente, dalla propria “comfort zone”?
Certamente l’Italia non è l’America e la struttura economica del belpaese è una tale gabbia di tasse e burocrazia da scoraggiare sul nascere la libera iniziativa commerciale. Eppure nel mondo liquido, dove molti affari e pratiche scorrono in rete, restare abbarbicati ad una postazione vecchio stile può diventare perfino più dispendioso di quel che rende, a fronte poi di un mondo di free-lance che senza consumare risorse altrui lavorano ben oltre le canoniche otto ore weekend compresi.
L’Italia non è un mondo per liberi professionisti, ma a dispetto dei pregiudizi sociali, è probabile che, fuga dei cervelli permettendo, proprio da qui, da questo universo di free-lance in continua espansione con le loro teorie, tecniche, consigli, modelli gestionali, aperti al confronto, all’estero, all’innovazione, capaci di rischiare, desiderosi di apprendere, abili nelle pubbliche relazioni, verrà un rinnovamento vero delle risorse creative e strategiche così necessarie ad un paese come il nostro che potenzialmente ha tutte le opportunità, ma non la capacità di sfruttarle.
Da un punto di vista astrologico capire se una determinata risorsa umana è portata verso la libera professione, e quindi capace di sopportarne i rischi, le incertezze, ma anche di coglierne le notevoli potenzialità e usarle per crescere, sia come consulente che come imprenditore, implica una disamina accurata di tutto il tema. Un particolare focus deve andare senz’altro sui pianeti dominanti e quindi caratterizzanti la tempra della persona. A seguire, vanno valutati diversi fattori: le case del lavoro, quelle finanziarie, le case che ospitano Sole, Luna, Marte e Urano, inteso come pianeta del lavoro, le case occupate da stellium.
Un solare, un marziano o un gioviano saranno più propensi al lavoro indipendente, per spinta all’espansione, all’autonomia, senso del comando e gusto della sfida, rispetto ad un lunare o a un venusiano i quali per esigenze di contenimento emotivo il primo e di comodità il secondo, preferiranno avere delle garanzie. Le altre tipologie possono adattarsi ad entrambe le situazioni a seconda delle possibilità di realizzare il loro iter progettuale specifico: un uraniano, ad esempio, potrà stare benissimo in una grande azienda informatica se gli viene lasciato campo libero nell’elaborare programmi innovativi, altrimenti, probabilmente, comincerà a proporsi come consulente.
Un discorso a parte merita il nettuniano che tende sempre ad operare un po’ fuori dalle regole e dagli schemi, ma che non ha un’ansia di realizzazione così forte da spingerlo a fare impresa se non è sorretto da altri valori. Può quindi optare per la libera professione, ma col suo ben noto trasformismo potrebbe anche adattarsi ad un lavoro normale e dipendente, per poi portare avanti nel tempo libero tutta una serie di attività collaterali, spesso artistiche, che sono quelle che fondamentalmente gli interessano di più e che forse, un giorno, diventeranno il suo unico lavoro.
Per restare in ambito nettuniano una casa 12^ in evidenza per presenza, ad esempio, dei luminari o di uno stellium, inclina, per opposizione all’impiegatizia casa 6^, a percorsi alternativi, diversi, non standard. Molte delle professioni tipiche di questo periodo storico e legate alla visione integrata e olistica dell’uomo da un punto di vista medico, provengono da ricche case 12^, esattamente come dalla 12^, specialmente se appoggiata da valori di 9^ o 11^, emergono le tante figure di esperti di coscienza e consapevolezza a vari livelli che fanno del lavoro sull’interiorità e sulla possibile rinascita spirituale delle persone, il proprio caposaldo.
Poiché gli estremi si toccano, anche una forte 1^ casa può produrre la tendenza a liberarsi dai vincoli sociali, ma per motivi, anche astrologici, totalmente differenti rispetto alla 12^. La forte personalità dei soggetti casa 1^ che spesso hanno spiccate tendenze alla leadership e al coordinamento, mal tollera di prendere ordini da altri. Ciò non produce in maniera diretta una scelta a favore della libera professione, ma una forte casa 1^ può spingere ad avviare un’attività imprenditoriale se valori più strategici di casa 10^ o finanziari sull’asse 2^ - 8^ riescono ad incardinare la spinta ad emergere e ad organizzare il lavoro altrui. Un esempio per tutti: Silvio Berlusconi.
L’acquariana casa 11^ e la relazionale casa 7^ si pongono in una posizione mediana preferendo il lavoro di equipe, di gruppo, legato ad organizzazioni, cooperative, associazioni e partnership, rispetto alla consulenza solitaria o all’inserimento in un’organizzazione aziendale troppo strutturata. Per quanto riguarda la smania imprenditoriale spesso non ce l’hanno. Insomma, liberi sì, ma con gli altri.
Stesso discorso per le case 3^ e 9^ che vogliono più che altro salvaguardare la propria spinta al movimento fisico e intellettuale. L’importante è apprendere, conoscere, comunicare, divertire, insegnare: che lo si faccia per un’azienda, per una consulenza, per se stessi con l’idea di diventare un brand o un personaggio, è sostanzialmente indifferente.
La casa 2^ ha una notevole potenzialità commerciale, ma solo se incalzata da opposizioni all’8^ o quadrati alla 5^. Se, invece, è rassicurata da un bel trigono alla 6^ o alla 10^ più probabilmente si esprimerà attraverso posizioni stabili in contesti ben saldi, con contratti a tempo indeterminato ed eventualmente la possibilità di fare carriera in azienda. In questo caso il pensiero di produrre qualcosa di proprio difficilmente si manifesterà.
Il rischio d’impresa è qualcosa che riguarda le case 5^ e 8^, mentre la spinta all’autonomia è nella 10^: questi valori debbono in qualche modo coesistere per favorire la libera professione. Può inaspettatamente sorprendere la casa 4^: sia per la propensione a portare avanti la cosiddetta impresa di famiglia se ce n’è una, sia per il piacere di lavorare in casa che spesso porta a ritagliarsi studi all’interno della propria abitazione atti a ricevere clienti come può succedere ad architetti, medici o psicologi. La 4^ è inoltre la casa degli scrittori: va da sé che la scrittura spesso nasce come un’attività sovversiva rispetto a normali standard di vita e di impiego.
Poco propensi alla libera professione, per ansie legate alla sicurezza materiale, sono i segni di Terra, in particolare Toro e Vergine. Il Capricorno dipende: il suo scopo è governare e quindi può benissimo fare l’impiegato se sa che potrà scalare la vetta del potere. Se le sue ambizioni, però, vengono frustrate da persone o meccanismi procedurali che lo mettono all’angolo, potrebbe anche andarsene e fare altro, certamente dopo aver organizzato fin nei minimi dettagli, soprattutto economici, la sua fuoriuscita dal campo.
I segni d’Acqua e di Fuoco oscillano tra entusiasmi, slanci ed emozioni: il fatto di poter fare qualcosa che amano, sentono profondamente o a cui sono idealmente votati viene prima di tutto, anche del contesto in cui operano. Leone e Scorpione, però, a pari merito della passione, mettono l’autonomia e la necessità di essere valorizzati: se queste componenti mancano potrebbero preferire mangiare pane e cipolle in attesa di inventarsi qualcosa in proprio.
I più adatti alla libera professione comunemente intesa sembrerebbero essere quindi i segni d’Aria, sebbene la Bilancia tema l’idea di non essere formalmente a posto con contratti standard. Se, però, trova un socio che le piace davvero, l’indecisione passa.