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LAVORO. SÌ, VIAGGIARE

a cura di Elena Cartotto
 

La comunicazione globale del nuovo millennio accorcia le distanze anche se, paradossalmente, moltiplica i luoghi tra realtà e virtualità. Certamente il viaggio, nonostante Battisti con la sua celebre canzone “Sì, viaggiare”, ha in parte perso quell’incantamento di un tempo, quando le strade erano lunghe, anche se i chilometri pochi, i mezzi per muoversi scarsi e solo l’idea di andare dalla provincia alla città creava emozione. Per non parlare poi di chi emigrava ed entrava a far parte di una dimensione parallela, tanto che in diversi casi a fatica si riuscivano poi ad avere notizie continuative da chi era partito, ad esempio, per il nuovo mondo.
Nonostante ciò, viaggiare resta ancora oggi tra gli obiettivi top di chi è in cerca di un lavoro dinamico che non solo sia in sintonia con i propri talenti e le competenze acquisite, ma permetta anche di conoscere posti nuovi.

Occorre, però, smontare certi miti che vedono il viaggiatore di professione come un privilegiato. In realtà abituarsi a molteplici trasferte implica un’ottima resistenza fisica, il tollerare cibi non casalinghi e fusi orari che, nel caso dei grandi viaggiatori, possono variare spesso e volentieri. Bisogna masticare bene due o più lingue, senza considerare che non sempre si ha il tempo o la voglia di immergersi in tour turistici dopo ore di lavoro seguite ad un viaggio aereo, breve o lungo che sia. Può essere, forse, adrenalinico all’inizio e addirittura smuovere idealmente le pigrizie di certi Tori e Cancri che vorrebbero lavorare dentro casa o al massimo nel quartiere adiacente. Sui lunghi tempi, però, questo modus operandi, a prescindere dal lavoro specifico e dalle qualifiche, può essere portato avanti bene e senza troppi sacrifici solo da chi ha valori astrologici ben determinati.

Viaggiano in tanti: hostess e steward, piloti d’aereo, operai specializzati che vanno a costruire impianti elettrici e idraulici all’estero, formatori, ingegneri, esperti di pubbliche relazioni, musicisti in tour, responsabili delle divisioni estere di grandi aziende e chi più ne ha più ne metta.
Cos’hanno in comune tutte queste persone? Presumibilmente un asse 3^-9^ casa molto in evidenza in cui il focus sulla 3^ può esprimere più facilmente spostamenti a breve raggio, mentre quello sulla 9^ può segnalare grandi viaggi o vere e proprie esperienze di lavoro all’estero. Spesso compaiono valori Sagittario nei luminari, all’ascendente o come stellium.

Giove e Nettuno i pianeti che governano il Sagittario possono giocare un ruolo importante, ma diverso: Giove può dare viaggi di importanza anche sociale se forma determinati aspetti con i pianeti personali ed è piazzato in 9^, 10^ o anche 11^ casa: si pensi a diplomatici o ambasciatori. Poiché, però, Giove è esaltato nel Toro avrà, rispetto a Nettuno, una maggiore stasi e segnalare più facilmente scelte di vita professionale stabili all’estero che un lavoro in viaggio.

Nettuno, invece, se dominante del tema, congiunto all’ascendente, al Medio Cielo o ai luminari e rafforzato da valori Sagittario o Pesci compare di frequente nei temi di quei personaggi perennemente su un aereo, in treno e perfino in mare, ad esempio come capita a chi lavora in Marina. Tale attitudine nettuniana sarebbe da considerare un criterio preferenziale da adottare all’interno di un eventuale graduatoria astrologica in cui si debbano confrontare diversi profili di aspiranti lavoranti-viaggiatori: è, infatti, garanzia di notevole spirito di adattamento in virtù del ben noto trasformismo nettuniano che consente di mutare pelle con grande facilità e di acquisire, di conseguenza, in maniera piuttosto immediata cultura e abitudini differenti dalla propria. Il nettuniano è un po’ cittadino del mondo appartenendo, di fatto, al mare un habitat fluido, privo delle barriere della terra solida. Si muove bene negli ambienti nuovi, sguscia via quando è tempo, si confonde con gli autoctoni se necessario. Viaggiare gli dà l’impressione di vivere una vita parallela, una sorta di via di fuga rispetto alla realtà quotidiana e questo gli consente, ad esempio, di restare incardinato in un ruolo aziendale senza soffrirne troppo, cosa che, invece, accadrebbe se fosse costretto ad una quotidianità ripetitiva seppur economicamente valida.  Prima o poi finirebbe, forse, per andarsene e cercare altro: meglio quindi per l’eventuale azienda che l’ha assunto sfruttare appieno questo suo talento da “commesso viaggiatore” per citare il titolo di un famoso film.

Non si pensi poi che Saturno, famigerato pianeta delle prove nell’astrologia tradizionale, sia nella casa 9^ un deterrente così potente ai viaggi di lavoro: anzi, nel suo significato di sacrificio, rinuncia, responsabilizzazione, sfida, consente proprio di intraprendere questa direzione. Meglio rinunciare ai viaggi di piacere, all’espansione gioviana in altri territori, ma il viaggio come presa in carico di ordini, attività da programmare o problemi da risolvere in luoghi lontani o stranieri, può scaricare parecchio il lato pesante del pianeta.

Ai valori sagittariani, gioviani, nettuniani, all’enfatizzazione dell’asse 3^-9^ casa, vi è da aggiungere l’importante contributo che può dare una casa 8^ in evidenza nel tema natale. L’8^ anticipa la 9^: è l’abbandono, il distacco del nomade che precede il viaggio verso una nuova meta incarnato proprio dalla 9^.  Non a caso gli alberghi, intesi quali luoghi-non luoghi di passaggio, sono associati alla casa 8^. Chi ha importanti valori 8^ nell’oroscopo personale sarà quindi meno radicato, più propenso a lasciare il vecchio per il nuovo, anche per una forma di tormento interiore per cui ovunque si trovi, non si sentirà mai, in realtà, a casa propria. Di conseguenza è portato naturalmente al viaggio e a maggior ragione al viaggio non definitivo come richiesto da molte trasferte.

I segnali astrologici che indicano, invece, scarsa attitudine agli spostamenti e ai viaggi in generale, possono ravvisarsi nella presenza di forti valori Terra, di casa 2^, 4^ o 6^ con delle eccezioni: un Marte/Urano in 4^ ad esempio possono destabilizzare a tal punto il senso di appartenenza ad un luogo intimo e familiare da spingere la persona ad allontanarsi di frequente e quasi con un senso di liberazione da tutti quei posti in cui potrebbe mettere radici. Inoltre una 2^ casa in dialettica con l’8^ può dare fasi della vita oscillanti in cui a lunghi periodi di fissità, seguono periodi altrettanto lunghi di nomadismo esistenziale e geografico.




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