“Io resto a casa” non è solo il motto della resistenza ai tempi del coronavirus, ma è ormai un vero e proprio mantra che accompagna le nostre meditazioni quotidiane. Il restare a casa implica un atto di resistenza passiva, quella a cui sono costretti coloro che si sono auto confinati, per decreto, in uno spazio più o meno angusto o, se fortunati, un po’ più vasto. In realtà stare fermi implica un’azione che nega se stessa, se intendiamo l’agire come un fare: però il portiere di una partita di calcio è ugualmente partecipe della competizione anche se confinato alla porta. Di sicuro questa difesa ad oltranza pare essere, paradossalmente, l’unico attacco possibile al virus che sta mettendo in ginocchio la nostra esistenza, perché la strategia è quella di rompere tutte le catene di contagio, bloccare le strade all’infezione, non darle la possibilità di muoversi spostandosi da un essere umano ad un altro. La trasposizione psichica di questa situazione assolutamente anomala è la resilienza interiore che ognuno deve sviluppare dentro di sé per restare saldo intorno al proprio centro e non sprofondare nel terrore, nell’apatia, o peggio ancora nella depressione di fronte al ribaltamento della vita per come la si era sempre concepita.
Dall’esteriorità centrifuga all’interiorità centripeta, dal viaggio intorno al mondo ai due passi vicino a casa, siamo diventati, inevitabilmente, tutti molto più territoriali, sospesi in una fissità che ricorda certe immagini fotografiche che imprigionano momenti, in questo caso, da dimenticare. A pensarci bene termini come resistenza passiva, resilienza, difesa, territorio, confini, fissità, immagine fotografica rimandano simbolicamente ad un ben preciso segno zodiacale, il Toro, in cui soggiorna attualmente Urano entratovi in maniera definitiva nel 2019. Urano ha un ciclo planetario di circa 84 anni: per ritrovarlo nella medesima posizione occorre tornare al periodo della seconda guerra mondiale e più precisamente all’ascesa improvvisa, come succede sempre quando c’è di mezzo Urano, al potere di Hitler, non a caso uomo del Toro. Un po’ come l’ascesa al potere, in senso metaforico, del coronavirus, avvenuta in modo totalmente imprevedibile e che ha spiazzato il mondo intero: è stato ripetuto, da più parti, che un’emergenza simile non la si vedeva dal secondo dopoguerra. Dalla sanità ai militari, passando per politica e religione, senza escludere il martellamento mediatico, la dittatura del coronavirus ha soggiogato ogni cosa. Ai tempi di Hitler c’era un Ministero apposito per la Propaganda, in capo a Goebbels; oggi c’è una comunicazione totalitaria unicamente dirottata su questo tema del virus, capillarmente diffusa, che parte dai palazzi della politica, passa attraverso la rete, la TV, la stampa, per chiudersi sulle volanti in giro per la città che ci ricordano, più volte al giorno, che non si deve uscire.
È stato coniato pure un motto apposito, diventato un hashtag sui social e condiviso da vip e gente comune, ossia, “Io resto a casa”. Forzatamente reclusi nei nostri giardini segreti, ibernati nell’inverno del nostro scontento dalla triplice congiunzione dei titani Giove, Saturno e Plutone in Capricorno il segno per eccellenza glaciale in cui Saturno stesso è domiciliato e Giove è in trasparenza, molti si sono sentiti proiettati in un film a metà tra Matrix e un racconto di Asimov, scrittore proprio del Capricorno. Prima dell’arrivo di Saturno in Acquario il 22 marzo 2020 a spezzare la catena di questo cielo surreale, si è assistita ad una combinazione virtuosa di segni di Terra come non se ne vedeva da tempo immemore: perfino Venere in Toro e Marte in Capricorno si sono aggiunti al coro. Curioso che questi riflessi estremamente armonici si siano espressi in una maniera che a noi è parsa aberrante, disfunzionale, tragica. Siamo certi che, dal punto di vista astrologico, le cose siano andate proprio così?
Bisogna partire dal presupposto che lo Zodiaco non ha un cuore e che il riferimento mitologico agli antichi dei da cui i pianeti prendono il nome carica, sì, di profondi significati simbolici la disciplina astrologica, ma non obbliga quegli stessi dei, sostanzialmente funzioni planetarie, a provare emozioni o sentimenti verso di noi. Il cielo era nel pieno della sua estasi di Terra, da suddividere equamente tra il regno di Crono-Saturno con le sue distanze sociali, la solitudine imposta, l’intimità preclusa, gli anziani da tutelare, la necessità del lavoro e del mantenimento delle attività essenziali alla sopravvivenza, e il regno di Urano. L’eternità del simbolo non ci è mai parsa, forse, così evidente come quando sono cominciate a comparire zone gialle, rosse, arancioni, zone protette da polizia ed esercito armi in pugno, quarantene, isolamento. Inevitabile il parallelo, estremamente ammorbidito naturalmente, con l’ultima presenza di Urano in Toro che diede la spinta alla creazione di quelle orrende strutture carcerarie all’aperto che sono stati i campi di concentramento nazisti. Gli ebrei erano il popolo “infetto”, untore, da marcare con tanto di stella gialla. Ora untori sono gli ignari asintomatici positivi, coloro che non rispettano i divieti, quelli che si assembrano, o fanno semplicemente jogging.
Purtroppo nel clima di panico generale è rinata come allora, all’epoca di Hitler, la subdola tendenza al collaborazionismo, quella che trasforma tranquilli cittadini in potenziali spie, il cui intento non è tanto rispettare le norme, quanto vedere se il vicino le trasgredisce per poterlo denunciare, subdolamente, nelle assemblee pubbliche sui social. Questo spionaggio di ritorno rimarca l’importanza di Plutone, agente segreto dello Zodiaco, pianeta congiunto in questo momento a Giove e Saturno che ne esaltano le qualità più tipiche rendendo il pianeta signore dello Scorpione un vero e proprio delatore: se è vero che non ci si salva da soli perché l’autoisolamento consente, o dovrebbe consentire, la sopravvivenza di tutti, è altrettanto vero che per lo stesso motivo occorre ossessivamente cercare e stanare il paziente “zero”, gli asintomatici, gli irregolari che con tracotanza d’Aria o Fuoco, elementi quasi del tutto assenti dal cielo che ha decretato l’Italia, prima in Europa, zona rossa, hanno tentato di volatilizzarsi per sfuggire a barriere e controlli. Nel 1943 epoca di collaborazionismo, lotte spionistiche e resistenza armata, ci fu un’altra congiunzione Giove e Plutone, stavolta nel segno del Leone.
In tutto ciò lo Zodiaco proietta in terra un ordine perfetto: noi lo viviamo come caos in quanto ribaltamento drastico uraniano della nostra vita, ma per la volta celeste è solo perfetta proiezione di una logica ferrea, quella dell’elemento Terra che vede nel contingentamento, nei confini ben delineati, nel controllo ossessivo e costante delle persone, nel divieto dell’intimità relazionale, la base per quello che potrebbe essere definito, filosoficamente, il migliore dei mondi possibili. A ciò si aggiunga la rivivificazione della natura, da sempre connessa al segno del Toro; una natura che torna a respirare, con gli animali che escono dalle tane e osano avventurarsi più vicino alle città. L’inquinamento non è mai stato così basso, le stelle luminose e le strade incredibilmente libere, con incidenti, frutto della virulenza marziana, più che dimezzati perché il Toro è governato da Venere che mette a tacere le veemenze di Marte. Il dinamico Urano trova un nuovo modo per essere efficiente: restare fermo, coniugando così la propria natura alla resistenza passiva del secondo segno zodiacale. Per continuare i parallelismi non si dimentichi che il periodo nazista divinizzava la natura e l’uomo stesso come sua massima espressione.
Lebensraum, spazio vitale, fu un concetto molto caro al Fuhrer che ne fece richiamo filosofico giustificativo alla sua guerra. Hitler stesso poi era vegetariano, e si era costruito una residenza, il Nido dell’Aquila, sulle Alpi bavaresi, in posizione di comando e dominio sulla natura circostante tra panorami mozzafiato e ampie possibilità di attività all’aria aperta.
Interessante il fatto che se anche non rappresentata attualmente a livello planetario, la Vergine risulti virtualmente presente in questo cielo sia come terzo segno di Terra, quasi evocato dagli altri due, sia come effetto risucchio dei Pesci, unico segno d’Acqua presente. Da qui la tematica dell’emergenza sanitaria in prima linea, con la necessità di ricorrere a tutti i mezzi virginiani di pulizia, disinfezione e sanificazione comprensivi dei celebri guanti ormai diventati di uso comune e che coprono le mani simbolicamente connesse alla Vergine. I laboratori di analisi, altro richiamo virgineo, sono iper potenziati al fine di analizzare tamponi, cercare cure, possibili vaccini. Ai tempi del nazismo i laboratori erano stati molto sollecitati per realizzare esperimenti, eticamente e umanamente raccapriccianti, finalizzati all’eugenetica: valga per tutti l’esempio del Dottor Mengele che usò come cavie molti deportati, specialmente i bambini.
Infine il richiamo per quanto sommesso ai forni crematori che in Germania furono istituiti per portare avanti il piano criminale atto a sterminare gli ebrei e che oggi ricompaiono solo come una lontana eco nel flusso di informazioni quotidiano: i telegiornali ci informano che in certe zone della Lombardia i forni crematori sono al tracollo a causa delle troppe salme che non si riescono a smaltire.