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DALL'ERA DEL LEONE ALL'ERA DELL'ACQUARIO : DALL'UOMO ALL'UMANITÀ

a cura di Elena Cartotto
 

L’eterna legge delle stelle governa il ciclo di ogni cosa attraverso quell’orologio cosmico che chiamiamo Zodiaco. È quindi normale che prima o poi ci si trovi immersi in periodi storici che sembrano esattamente il contraltare di altri, un po’ come se, nel continuo spostarsi delle lancette, ci si ritrovasse catapultati dal mezzogiorno alla mezzanotte.

In attesa che anche Plutone arrivi, a breve, in Acquario, Saturno e Giove vi sono appena entrati visivamente allineati come non si vedeva da secoli, tanto da far ritornare a galla l’ipotesi che la famosa stella di Betlemme altro non fosse che questa stessa congiunzione visibile a occhio nudo. Ad alcuni questo suggestivo spettacolo cosmico pare addirittura il segno celeste dell’ingresso in una nuova era, quella dell’Acquario appunto, porta su un nuovo mondo di uguaglianza tra uomini, di evoluzione spirituale e amore per la scienza e il creato.
Il confine tra la speranza e l’illusione è spesso molto labile e la stessa astrologia ci insegna che la lettura dei simboli è un esercizio molto complesso proprio perché i simboli racchiudono in sé intere stratificazioni di significati che sembrano, talvolta, perfino contraddirsi nelle loro manifestazioni esteriori.

Il 2021 sembra iniziare con un’attesa quasi messianica nei confronti di un prodotto, il vaccino contro il covid-19, frutto di ricerca scientifica, di interessi economici e naturalmente politici; interessi tanto vasti da coinvolgere non solo le nazioni e i loro governi, che in astrologia mondiale possono essere letti in casa 10^, ma anche importantissimi organismi sovranazionali di consiglio e indirizzo la cui collocazione naturale è proprio nella casa 11^, quella acquariana. Questa fede prettamente scientista sembra far emergere prepotentemente l’esaltazione di Nettuno nel segno dell’Acquario, senza che ciò tolga nulla ai suoi governatori, ossia al pragmatismo uraniano e alla logica saturnina il cui obiettivo primario è risolvere razionalmente e velocemente i problemi, in questo caso quello posto dalla pandemia.

I simboli hanno le loro immagini, le loro voci, perfino una regia. Potremmo, forse, dire, per usare il linguaggio moderno, che anche lo Zodiaco fa storytelling. Ci sono molte espressioni precise riconducibili agli attuali simboli planetari: “vaccino di massa”, “reddito di cittadinanza”, “assegno unico universale”, ma anche il celeberrimo “NWO”, ossia il “nuovo ordine mondiale” tanto caro ai complottisti, rientra in questa eco. Pensiamo anche al lavoro che sta andando in crisi per le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria: quante sono state le categorie professionali citate in questi mesi? Moltissime, e sempre con un senso di urgenza “collettiva”. Se ci si fa caso, le persone intese come individui, sono praticamente scomparse, inghiottite in questo alone acquariano che sembra dissolvere l’ego dell’opposto Leone con tutta la sua storia: dalle anonime bare cariche di cadaveri che non trovavano spazio al cimitero in immagini rimaste memorabili in quel di Bergamo, ai numeri altrettanto anonimi di bollettini che ogni giorno non ci dicono chi sono i positivi o i ricoverati, ma solo quanti sono. Se emerge qualche episodio legato a singoli uomini o donne è solo per la carica simbolica che porta con sé: la prima infermiera vaccinata, o quel famoso paziente uno, Mattia, di cui un giorno, forse, ricorderemo il numero, ma non il nome. L’individuo acquista valore solo se diventa un simbolo per la collettività, così vuole il Nettuno esaltato in Acquario.

Viene quindi da chiedersi se quest’epoca di evidenti ridondanze acquariane non incarni, nella lancetta dell’orologio zodiacale cosmico, l’ora più buia del Leone, quasi per una legge del contrappasso di dantesca memoria. Il Leone è indubbiamente il segno simbolo dei famosi baby boomers, i figli del boom economico e demografico, ossia i nati dal secondo dopo guerra fino ai primissimi anni’60: è in questo lasso di tempo che l’ingresso prima di Plutone e poi di Urano in Leone, con la compagnia, in certe annate, di Saturno e Giove, ha plasmato una generazione creativa, fertile, che ha lottato per maggiori libertà individuali che nulla hanno a che vedere con le lotte attuali per i diritti umani e civili della collettività. Capaci di fare impresa, di creare grandi e riconoscibili marchi, si pensi alla moda, i baby boomers hanno vissuto alla grande, inseguendo il primato in ogni campo: amanti del lusso, talvolta sfrenato, del divertimento, dei figli visti come prolungamento del proprio Io, da un lato hanno conosciuto la corruzione politica ed economica proprio per questa tendenza a privilegiare l’Io a scapito della collettività e dall’altro hanno costruito sodalizi personali e professionali importanti e trasversali attraverso quel codice d’onore tipicamente leonino secondo il quale una stretta di mano era sufficiente per definire un impegno; stretta di mano a cui l’elusivo Acquario tende, invece, a sfuggire, come sfugge a tutto ciò che è definito e definitivo: ed eccoci nell’era precaria per eccellenza, priva di lavoro stabile, dove il mondo sembra andare in una direzione che spinge gli individui a rinunciare alla propria affermazione. Si pensi che sono proprio professionisti, imprenditori e autonomi coloro stanno pagando il prezzo più alto al covid-19 in termini finanziari. Meno imprenditori, meno possibilità di creare lavoro e assumere nuove persone la cui vita potrebbe essere, in un futuro nemmeno troppo lontano, più determinata da possibili redditi universali, frutto delle rinunce individuali a favore della collettività, che dalla propria capacità d’impresa.

Individuali sono state le restrizioni necessarie a fronteggiare il possibile contagio pandemico: l’obiettivo, anche qui, è stato preservare le masse. Masse che abbiamo visto in rivolta e piene di rabbia, in file lunghissime al pronto soccorso per i sintomi del covid, o ai banchi alimentari perché anche la povertà da individuale sta diventando collettiva. E in più siamo in un mondo sempre più sterile, la cui stessa precarietà ha indotto la massa a rinunciare ad uno dei simboli primari del Leone e della co-significante casa 5^: i figli. E perfino la sessualità della casa 5^ necessaria a procreare i figli è oggetto di discussione: il nostro genere sessuale è un dato di fatto o è una scelta?

La cosiddetta pansessualità richiama l’Acquario, come ha un che di acquariano, anzi di anti-leonino il non emergere in nessun campo, culturale, politico, artistico, di persone eccezionali di eccezionale talento, per non parlare della mancanza di leader carismatici da tempo ormai immemore. La stessa televisione punta ai reality con tanto di esperimenti sociali di gruppo a cui tutti possono partecipare conquistando fama e successo seppur privi di qualunque attitudine, e ciò in totale controtendenza a quella TV fatta di attori veri, divi e soubrette, preparati e istrionici, che i baby boomers ben ricordano. I diversi e gli emarginati vengono tutelati, sì, dall’Acquario, ma sempre come categorie umane, mai come individui portatori di storie uniche e speciali. È di questi giorni la lettera di una ristoratrice mantovana al Presidente del Consiglio italiano: “non sono un codice ateco, sono una persona!”.

Nell’Acquario è forse esaltata un’umanità che umilia l’uomo e nel Leone è esaltato l’uomo a scapito dell’umanità? Questo mondo di oggi non è forse anche il derivato e, per certi versi, la deriva del rampante individualismo, a tratti, narcisistico, leonino che ha governato l’epopea dei baby boomers? Difficile dare una risposta, difficile dire se sia meglio una società e tinte leonine o acquariane, perché nella logica ferrea dello Zodiaco entrambi i segni sono necessari e non sacrificabili. Lo Zodiaco non fornisce soluzioni, specialmente di comodo e miranti a soddisfare i propri giudizi o pregiudizi su quanto fosse bello il passato o su come sarà meraviglioso il futuro; lo Zodiaco, non aggira il dubbio, la sofferenza di una scelta valoriale che dipende unicamente dalla nostra volontà, individuale e collettiva, ma attraverso i suoi simboli ci dice dove eravamo, dove siamo, dove stiamo andando e, forse, dove ciclicamente ritorneremo.




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