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LA COMPETIZIONE : È “POSITIVA O NEGATIVA”?

a cura di Marta Aimonetti
 

La competizione è stata considerata per secoli "la vera anima del lavoro", così era fino agli anni ‘90 mentre, da alcuni anni invece ha preso il via una tendenza diversa e gli psicologi del lavoro si sono mossi per creare nuove linee di formazione, come se qualcosa fosse andato in "crash"e ci si è resi conto che certi modelli sono ormai obsoleti e necessitano di cambiamenti profondi nei comportamenti in modo da trovare reali alternative al "divide et impera" tipico degli anni passati.

Finalmente dunque ci si è cominciati ad interrogare se la competizione è buona o cattiva e se, soprattutto, è produttiva o negativa in un ambiente lavorativo.

La competitività sembra far parte della storia dell’uomo anche se, alcuni neurofisiologi sostengono che in realtà ci sono vaste aree del nostro cervello predisposte alla cooperazione e alla solidarietà e, sembrerebbe che queste aree si siano ampliate molto di più di quelle deputate all’aggressività e alla competitività.

Astrologicamente stiamo parlando di valori Aretini marziani, che esprimono il bisogno di primeggiare e di competere al fine di avere la meglio sui colleghi per mettersi in luce utilizzando anche comportamenti aggressivi; questa modalità va a contrapporsi nettamente con i valori Bilancini venusiani che, invece sono alternativi e favoriscono lo scambio, la cooperazione in lavori fatti in team e la capacità di venire incontro agli altri in modo da poter avere risultati migliori gestendo di volta in volta le conflittualità che possono presentarsi trovando insieme un senso di armonia che favorisce il desiderio di stare all’interno dell’ambiente lavorativo.

La competizione personale, sembra essere oggi considerata estremamente distruttiva per il mondo lavorativo che, nel caso, si trova a dover gestire fortissime quantità di stress spesso senza avere le capacità per farlo, con risultati pessimi sul piano personale e aziendale. Ovviamente, se la persona va in crisi con i colleghi, anche il piano professionale ne risentirà e questo non sarà un bene per nessuno; oggi, i nuovi eroi del lavoro sembrano essere quelli che riescono a conciliare ambizioni e successi personali con la capacità di essere attenti ai bisogni degli altri e in grado favorire atteggiamenti cooperativi anche perché è sempre più difficile lavorare da soli in quanto il mondo del lavoro odierno richiede "gruppi, team e cordate".

Così la psicologia sociale sottolinea che nell’ambiente del business si sono verificati significativi cambiamenti che interessano sia i dipendenti che i leader; infatti si tende a sostenere che, anche laddove c’è competizione, questa deve essere incentrata "sul compito" anzichè sulla "vittoria".

La competizione finalizzata alla "vittoria personale" è fortemente marziana, e pertanto, tende ad isolare, a creare frustrazioni e a far incamerare innumerevoli quantità di rabbia che poi stagnano nell’ambiente; inoltre, tutte le energie vengono impiegate per distruggere l’avversario, per cui restano poche possibilità e forze da destinare al raggiungimento dell’obiettivo vero; questo è esattamente l’opposto del secondo stile - quello venusiano che tende a raffinare le relazioni, a creare situazioni più soft attraverso la valorizzazione sia dei colleghi che del personale - e che si incentra sul "compito da portare a termine" per cui il massimo delle energie viene impiegato per assolvere nel migliore dei modi il compito che si ha di fronte e solo in minima parte c’è la competizione con l’altro.

Si tratta quindi di operare "braccio a braccio" piuttosto che "faccia a faccia"; infatti, nel primo modo di operare diventa fondamentale crescere, perfezionare e raffinare le proprie capacità e questo può essere fatto solamente se ci si confronta con gli altri, mentre diventerebbe difficilissimo se non impossibile in un clima di continuo scontro.

Le grandi aziende si sono perfettamente rese conto del problema ed infatti, da alcuni anni sono fiorite società di consulenza addette alla "formazione e gestione del personale e dei leader", ma ancora di più alla "gestione dei conflitti" che, ovunque vengono considerati una vera e propria calamità naturale.

Le capacità di intrattenere buoni rapporti sul piano professionale sembrano dare buonissimi frutti anche nella vita personale degli individui: è ormai anacronistica l’immagine del leader vincente ma solitario, in continua guerra con il mondo, intento a fare la sua scalata al successo battendo uno per volta tutti i suoi nemici, totalmente insoddisfatto sul piano delle relazioni umane e dell’affettività e, tantissime volte, condannato all’infarto intorno alla mezza età.

Oggi si tende a far passare l’idea che perseguire gli obiettivi incentrandosi sui compiti risulta essere molto positivo perché aiuta a superare e a gestire lo stress ma, al tempo stesso, consente di affrontare in maniera più positiva anche eventuali fallimenti perché c’è una maggior capacità adattiva rispetto a chi si incentra sull’avversario che vive in maniera esagerata situazioni di impotenza cercando di attribuire la causa ai colleghi creando così forti divisioni per poter emergere all’interno del team.

La competizione – tipicamente legata ai pianeti Marte Plutone – tipici per autocentratura – rende difficile la valutazione - qualità tipica di Venere, necessaria per il valore di sé e degli altri - e questo, a lungo andare, blocca i cambiamenti che si rendono necessari nel momento in cui si ha la consapevolezza della maggior bravura degli altri.

Ci sono statistiche che suggeriscono che a parità di capacità professionali, chi è incentrato sul compito si trova ad avere a disposizione una gamma molto più elevata di possibilità di modificare e di elevare le sue prestazioni anche perché è sempre in contatto con gli altri e si trova a poter fruire di collaborazioni anziché di opposizioni e boicottamenti che, nell’incentramento sull’avversario nascono dal potente clima di aggressività che si crea attorno.

Possiamo dunque sottolineare che, nel mondo del lavoro ognuno di noi dovrebbe impegnarsi per creare e incentivare quelle condizioni di scambio che non solo favoriscono la professionalità e la crescita ma, creano anche quel clima di reciproca fiducia e valorizzazione che permette il supporto reciproco soprattutto in momenti di grande stress.




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