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GIOVE IN ARIETE. LA CORSA ALLE ARMI

a cura di Andrea Benatti
 

858 miliardi di dollari: è questa la cifra colossale per la spesa militare appena approvata dal congresso USA, circa 13 volte quella stanziata dalla Russia per il medesimo ambito.

Il bilancio del Pentagono ha registrato un aumento del 10% rispetto a quello dello scorso anno: l’esborso bellico degli Stati Uniti, relativo solo ai fondi stanziati per la Difesa, equivale a quello dei 10 successivi paesi con le maggiori spese militari su scala globale. Questo impressionante incremento – titola il New York Times – crea un vero e proprio nuovo “boom per i produttori di armi”.

Quando si parla di guerra, analizzando il fenomeno da un punto di vista meramente economico, notiamo che esistono due tipi di business: quello generato direttamente dal conflitto – con le aziende militari dei paesi belligeranti o cobelligeranti, impegnate a rifornire gli eserciti impegnati direttamente sul campo con proiettili e missili – e quello della ricostruzione post bellica, fatto per lo più di aiuti umanitari atti a ricostruire ciò che è stato brutalmente distrutto.

Quando nell’aria si respira tensione e due o più paesi entrano in conflitto tra di loro, scatta un inarrestabile effetto domino: le altre nazioni, spesso confinanti o comunque connesse ai due sfidanti, entrano in una vorticosa spirale dedita al riarmo, in quanto preoccupate di un loro potenziale coinvolgimento nella guerra.
I numeri dello Stockholm International Peace Research Institute parlano di un 2022 caratterizzato da una corsa al riarmo davvero senza precedenti: con un esborso complessivo di 2.100 miliardi di dollari, le spese militari continueranno anche per quest’anno ad aumentare, processo che sembrerebbe purtroppo essere inarrestabile.

Il senso di sicurezza dietro al quale tutti stanno correndo dietro ha travolto anche i Paesi della Nato, i quali una decina di anni fa fissarono l’asticella della spesa militare al 2% del loro PIL: lo scoppio del conflitto russo/ucraino ha decisamente accelerato questo processo, ma ancora oggi diversi governi dell’Alleanza Atlantica – Italia compresa – sono distanti dal traguardo prefissato. Se negli ultimi decenni – almeno 40 anni – i Paesi Nato avevano frenato sulle spese militari (scendendo dal 3% a meno del 2% del pil) adesso è partita la corsa inversa.

La guerra in Ucraina ha di fatto potenziato indirettamente la macchina militare russa e cinese; il paese del dragone, a sua volta, sta preoccupando parecchio l’intera Asia: Xi Jinping sta attuando una modernizzazione delle forze armate, con il desiderio di trasformare radicalmente l’Esercito Popolare di Liberazione mediante lo stanziamento di ben 252 miliardi di dollari per la spesa militare, con un +76% rispetto al 2011.

E se la Russia nel periodo compreso tra il 1999 e il 2020 – ovvero durante la lunga parentesi temporale caratterizzata dalla leadership di Putin – ha incrementato le proprie spese militari di ben 9,5 volte, gli Stati Uniti di Joe Biden continuano a mettere sul tavolo cifre monstre, tali da far impallidire tanto Pechino quanto Mosca.

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2021 Roma ha totalizzato una spesa militare pari a 24,4 miliardi di euro, ovvero l’1,37% del pil. L’anno precedente il Paese era al 102esimo posto su 147 Paesi per spesa militare su Pil.

Di fronte a un così sconcertante scenario futuro, apriamo le effemeridi e diamo un’occhiata ai principali movimenti celesti per comprendere quali energie planetarie contraddistingueranno gli eventi nei prossimi mesi.

Dallo scorso 21 dicembre Giove è rientrato, dopo una lunga fase di retrogradazione alla fine dei Pesci, nuovamente in Ariete, settore nel quale rimarrà fino alla metà di maggio 2023.

Nel segno che dà inizio alla ruota zodiacale con l’equinozio di primavera, il grande munifico rafforzerà, esalterà e spesso esaspererà le simbologie che gli sono proprie: a fianco quindi della genuina espansività, intraprendenza, entusiasmo e attività che contraddistinguono l’Ariete, Giove galvanizzerà anche l’impazienza, il paternalismo, l’autoritarismo, l’intemperanza e i desideri violenti che risultano essere l’altra faccia di questo vigoroso segno zodiacale.

Se consideriamo nella nostra analisi il pianeta governatore dell’Ariete, ovvero Marte, ecco che le simbologie tipiche del pianeta rosso verranno ulteriormente alla ribalta durante il transito di Giove: il potere d’azione, l’affermazione di sé, l’aggressività, la forza e la potenza, si affiancheranno alla volontà di imporsi agli altri, attraverso intense battaglie; di qui, l’affannoso ricorso alle armi e la necessità di difesa a tutti costi.

Per comprendere però a 360° quale sarà il clima sociale mondiale che respireremo nei prossimi mesi, è assolutamente fondamentale considerare anche i transiti degli altri pianeti lenti: tenendo conto che i primi due mesi dell’anno saranno ben poco espressivi, il cielo cambierà completamente all’inizio della primavera.

Urano continuerà il suo percorso nei gradi centrali del Toro, mentre Saturno entrerà in Pesci in marzo, così come Plutone farà un primo tuffo nell’Acquario, salvo poi ritornare in Capricorno fino alle fine del 2024. Da considerare anche la fine del lungo anello di sosta durato otto mesi del litigioso Marte nei Gemelli, segno dal quale uscirà il 25 marzo per immergersi nelle lunari acque del Cancro.

Le energie planetarie sembrano quindi suggerirci l’urgente necessità di un cambiamento profondo, dove i valori Acqua verranno evidenziati e rivisti alla luce di questi interessanti fenomeni celesti: Saturno in Pesci, segno della spiritualità e dell’indefinitezza, porterà a una profonda rivalutazione dei valori umani, verranno create nuove regole e disposizioni per una migliore cooperazione tra popoli diversi, innovative terapie mediche potranno fornire condizioni di vita migliori soprattutto ai malati cronici, e magari la pandemia sarà solo un brutto ricordo. Con Saturno nell’ultimo segno zodiacale, però, verranno accentuate ancor di più le tematiche spirituali, specie in quei paesi dove la repressione dei diritti civili è avvallata da un’interpretazione fanatica dei dogmi religiosi imperanti.

A maggio Giove uscirà dal bellicoso Ariete per immergersi nella tranquilla e bucolica placidità taurina, almeno per un anno intero: nel segno tra i più epicurei dello zodiaco, il re degli Dei fungerà da balsamo sulle nostre ferite, in quanto ci aiuterà a riprenderci da anni molto duri, regalandoci un nuovo slancio e amore per la vita.

Con l’uscita definitiva di Plutone dal Capricorno possiamo auspicare un progressivo sgretolamento del potere esercitato come predominio e sopraffazione sui più deboli da parte dei poteri forti; con il suo ingresso nell’avanguardistico segno dell’Acquario – passaggio che favorirà una più moderna e umana valorizzazione dell’uomo – possiamo aspettarci nuovi equilibri mondiali e interessanti opportunità di sviluppo, dopo un decennio di grandissima crisi che ha visto nel periodo 2020/2022 una drammatica paralisi globale.

Secondo il grande astrologo francese André Barbault la ripresa effettiva avverrà non prima del quinquennio 2025 – 2030, quando vivremo il picco più positivo e glorioso del XXI secolo: avremo infatti ben 9 cicli planetari ascendenti su 10, che vedranno un progressivo ritorno al potere creativo dell’uomo. Ci saranno scoperte scientifiche consentite dalla tecnologia sempre più sofisticata, la ripresa di un’economia decisamente diversa rispetto a come la conosciamo oggi, oltre che corroboranti spinte solidali, in concomitanza non solo del transito di Plutone in Acquario dal 2024, precursore finalmente di una nuova era, ma anche grazie all’uscita di Nettuno e Urano rispettivamente dal Toro e dai Pesci nel 2025.




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