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SEGNI ZODIACALI - VIZI E VIRTÙ

a cura di Elena Cartotto
 

Lo Zodiaco è una struttura intelligente che segue una logica ben precisa di attribuzione di caratteristiche definite ai diversi segni. Dall’Ariete che è il primo ed è l’alba del mondo ai Pesci che chiudono le porte su questo Universo nel notturno del loro mare infinito, ogni segno zodiacale si ritrova con un bagaglio di qualità e difetti necessari al raggiungimento del proprio scopo individuale all’interno del grande gioco collettivo.

L’Ariete è un segno che sfonda e abbatte perché deve fare da apripista agli altri; di conseguenza possiede per naturale predisposizione la virtù del coraggio che lo spinge ad affrontare ostacoli, sfide, cacciare prede, cercare nuovi territori. Non si tira mai indietro rispetto al combattimento ed è pronto a uccidere se ciò è necessario alla sopravvivenza sua o della tribù che lo accompagna. Lo stesso coraggio può diventare, però, un vizio quando, superando una certa soglia, si tramuta in incoscienza, in impulso ad agire sempre e comunque senza riflettere. L’impulsività è la bestia nera dell’Ariete che, a volte, sbaglia, perché non ascolta nessuno, spinto da un impeto irrefrenabile alla guerra, anche quando la guerra non c’è.

Il Toro nasce per giocare in difesa, tutelare il territorio, le risorse da distribuire affinché tutti abbiano da mangiare: per questo ama i confini. Come difensore ha una virtù di inestimabile valore nei tempi fugaci di oggi dove tutto nasce e muore alla velocità della luce: la resistenza. Il Toro resiste nella sua posizione lavorativa, affettiva, amicale: dove lo lasci, lo ritrovi. Resiste alle tempeste, al branco dei lupi che vogliono attaccare le sue pecore, alle cattiverie, alla fatica. Resiste sempre e comunque per salvaguardare valori, tradizioni, identità. Quando, però, la fame taurina diventa incontenibile allora si trasforma in un vizio, quello dell’avidità. Il Toro può diventare insaziabile nella sua brama di possedere sempre di più: le cose, gli sguardi, le persone.  

I Gemelli mobilitano le risorse del Toro, si muovono, creano rapporti, condividono informazioni e conoscenze. La loro grande virtù, che è anche la caratteristica mentale che li mantiene giovani nel corpo e nello spirito a lungo, è la curiosità. Non si accontentano di entrare negli automatismi della vita, di goderne i piaceri, di acquisire sicurezze: vogliono capire. Sono esploratori urbani, scorrazzano nell’ambiente che li circonda mettendo il naso di qua e di là, fanno domande, raccolgono storie, leggono libri, luoghi, persone. Eredi di menestrelli e cantastorie raccontano le cronache del tempo, i miti, le ipotesi, le possibilità. Quando si fanno trascinare dalle chiacchiere, desiderosi come sono di far sapere agli altri che sanno o che potrebbero sapere, rischiano di cadere nel cicaleccio. Il loro vizio è il pettegolezzo, quel gusto un po’ torbido della diceria, della puntualizzazione inutile e finanche malevola, al solo scopo di restare al centro delle relazioni umane e di potere.

Il Cancro ha una scorza dura a difesa di un cuore morbido. Se i Gemelli si muovevano nell’aere dell’intelletto, il Cancro torna all’acqua primordiale, ossia alla capacità di sentire, provare emozioni, andare in profondità, entrare in empatia con l’altro, commuoversi. La grande virtù del Cancro è la sensibilità che lo porta a comprendere e tutelare la fragilità nel nostro mondo robotico orientato alle prestazioni perfette, a esaltare la tenerezza come forma d’amore, a dare protezione e accudimento a quel bambino che ognuno di noi si porta dentro. Il Cancro è l’infanzia del mondo, l’odore del Natale, lo spirito eterno della madre che non abbandona mai. Questa attitudine a privilegiare il sentire invece dell’agire, può renderlo a volte passivo e favorire in lui quel brutto vizio che è la pigrizia. Ed è proprio la pigrizia a spingerlo, talvolta, a manipolare gli altri per far eseguire a loro quel che lui si rifiuta di fare.

Il Leone, punta di diamante dell’estate, straborda di vitalità, di calore, di energia. E’ “tanta roba” si direbbe oggi per usare un’espressione colloquiale. Talmente tanta che non può fare a meno di mettersi a disposizione degli altri con generosità regalando tempo, attenzioni, perfino beni materiali se necessario: chi entra nella sua sfera di interessi e affetti diviene automaticamente parte del regno di cui lui è sovrano. La generosità è la sua virtù: dispensa consigli, protezione, mette a disposizione amici, conoscenze importanti, case, conti. Se esagera, però, in quella sua tendenza a vedersi come re o regina del cosmo, può precipitare in quell’odioso vizio capitale che è la superbia. Come a dire: “io sono io e voi non siete… un bel niente”.

La Vergine chiude l’estate: è tempo di riempire i granai, di preparare marmellate, salse, conserve. La Vergine è produttiva, organizzata, pensa al futuro, al freddo che verrà. È la formica, non la cicala. Nessuno morirà di fame o di freddo accanto a lei perché avrà già predisposto ogni cosa per i periodi difficili, di magra. La sua grande virtù è l’efficienza che è molto utile nei processi lavorativi di qualsiasi genere, ma anche nella quotidianità che ad oggi richiede grande velocità e attitudini multitasking. Lei vede il dettaglio e l’insieme, si accorge dell’anello mancante e salva tutta la catena di montaggio. Però la ben nota fissazione per gli schemi e le regole che la rende puntuale e precisa, può trasformarsi nel suo peggior vizio, il conformismo. La paura di uscire dal seminato, di sbagliare, di non rispettare le convenzioni rischia di imprigionarla in un’esistenza robotica.

La Bilancia ha uno spiccato senso sociale che poi è il suo sesto senso. Dove altri segni vedono limitazioni, obblighi e doveri per il fatto di doversi confrontare e relazionare con la collettività, la Bilancia vede opportunità, occasioni di crescita, espansione. La Bilancia conosce il segreto di tutti i rapporti umani, la misteriosa ricetta che li fa nascere, prosperare, durare nel tempo. La sua grande virtù è, infatti, la diplomazia, ossia la capacità di trattare con tutti gli individui, qualsiasi cosa facciano, a qualunque ceto appartengano. Può essere un avvocato delle cause perse, ma saprà sempre identificare il diritto inalienabile che va tutelato, può risultare la mediatrice capace di trovare accordi apparentemente impossibili. Attenzione, però, a quella sua tendenza a scivolare nel suo vizio principe, ossia la compiacenza, perché non vuole dare torto a nessuno e desidera piacere sempre e comunque.

Lo Scorpione va oltre l’encomiabile capacità valutativa della Bilancia. Lui non vuole piacere per forza a tutti, adora avere delle preferenze e se questo infastidisce coloro che non rientrano tra i preferiti meglio ancora: si diverte a punzecchiare qua e là. Lo Scorpione è un radar che si muove oltre la superficie illusoria delle costruzioni umane, va in profondità, coglie il vero, l’essenza delle cose, delle persone: è perspicace, e questa è la sua grande virtù. Non gli sfugge nulla, capisce tutto al volo, svela le menzogne, nella maggior parte dei casi non necessita di spiegazioni: ha già capito prima ancora che gli altri comincino a parlare. Nel chiacchiericcio odierno una mente così fine, lucida e politicamente scorretta e è una grande risorsa, peccato che talvolta lo Scorpione se ne approfitti e tenti di manipolare il prossimo trasformando il suo talento migliore in uno dei vizi peggiori.

Il Sagittario è una freccia che scocca nel cielo: è il segno dell’orizzonte. Non vuole una meta da raggiungere, cosa che interessa molto più al Capricorno, ma una direzione da seguire, una visione da ampliare, una novità da intercettare come un bersaglio. Il Sagittario si lancia, sempre: è un entusiasta. In fondo lo diceva bene il Sagittario Churchill: “Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”. Ed è proprio l’entusiasmo la virtù dell’ultimo dei tre segni di Fuoco che non spegne le speranze generate dagli altri due, ma anzi, le porta ancora più lontano. Maestro, consigliere, motivatore il Sagittario è un ottimista convinto capace di trasformare ogni esperienza in conoscenza. Peccato che, a volte, l’eccesso di entusiasmo lo porti gettarsi su troppe cose contemporaneamente generando quel brutto vizio che è la dispersione.

Il Capricorno finalizza la strada tracciata dal Sagittario verso il raggiungimento di un obiettivo ben preciso. Non ama la dispersione di energie: è il primo segno dell’inverno, sa che per resistere al freddo occorre essere parsimoniosi e gestire in modo mirato le risorse. È la capretta che sale verso la vetta inerpicandosi sulle ripidità dell’esistenza senza battere ciglio. Nulla la può fermare e distrarre dalla scalata: la determinazione è la sua grande virtù. Non c’è notte o nebbia o arido deserto che possa costituire un ostacolo per la grande ambizione di questo segno di Terra capace di andare avanti a oltranza. Lo fa per sé, ma anche per gli altri perché non teme le responsabilità collettive, anzi le cerca. Il suo vizio nasce dalla virtù: la cima conquistata dopo immense fatiche può diventare sete di predominio.

L’Acquario si muove nell’Aria rarefatta degli spazi infiniti: respira a modo suo. È quello che è, sempre. Originale, elude aspettative e convenzioni, anticipa la fuga dei Pesci, genera voglia di libertà in chiunque incontri. Ha uno spirito ecumenico e la sua grande virtù è la tolleranza. Non vuole che gli altri siano come lui, cosa che, invece, è l’aspirazione segreta del suo segno opposto, il Leone. L’Acquario vuole che ognuno sia se stesso, fino in fondo, oltre riti, abitudini, definizioni. Ama pensare all’umanità come a un popolo di individui, non come a una massa indistinta di persone. A volte, però, il terrore dell’omologazione lo rende fin troppo spinto nel suo volersi allontanare e distinguere. Finisce così per cadere nel suo vizio, l’alienazione: dal mondo, dagli affetti, da sé medesimo.

I Pesci chiudono il cerchio della vita zodiacale, forse per aprire la porta su altre forme di esistenza. O forse sono solo un passaggio e tutto ricomincia dall’inizio, dall’Ariete, nell’infinito samsara astrologico. I Pesci indicano le possibilità legate alla vita in evoluzione: nuotano in un mare senza confini ne indicazioni: lì tutto è guizzo, libertà, immaginazione. Ecco, l’immaginazione è la virtù dei Pesci, che fuggono dalla realtà solo perché hanno già a portata di occhi almeno quattro universi diversi in cui vivere in quattro modi differenti. Noi non siamo un’identità definita, esistiamo in proiezione, nei nostri sogni, nell’arte, nello Spirito, nell’intuizione. Per realizzare un mondo diverso bisogna prima immaginarlo tale: i Pesci lo sanno, ma il loro vizio, che è la confusione, a volte li porta a perdere le loro ispirazioni migliori. 




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