Il Carro guida il Bagatto a procedere nella vita e a raggiungere un equilibrio interiore nel portare avanti le sue scelte, un equilibrio instabile e costantemente messo in discussione, ma estremamente importante proprio per andare avanti. Ora la Giustizia gli insegna a mantenere questo equilibrio, e soprattutto a rispettare gli altri, perché anche se l’uomo potrà agire secondo il proprio "libero arbitrio", la Legge di Dio e degli Uomini reagirà di conseguenza.
La legge non esegue in prima persona, reagisce solamente con risultati palesi e nascosti, forti o impalpabili a seconda delle circostanze.
E’ giunto quindi il momento di mettere ordine partendo, innanzi tutto, dai due piani, corpo e mente, in eterna antitesi esistenziale.
Questa carta rappresenta la facoltà umana di percepire la dualità esistente in ogni azione propria o di altri, esaminata alla luce di valori collettivi. Lo stesso pensiero è quasi sinonimo di giudizio, perché la nostra mente è principalmente dualistica (bene/male, luce/buio) e non si può negare o impedire all’uomo di pensare-giudicare, ma la Giustizia ci insegna a "pensare" rettamente e scevri da un giudizio che conduca alla condanna o all’assoluzione. Ci viene in aiuto la definizione del sostantivo "giudizio" (Devoto-Oli): esso "è l’attribuzione di un oggetto ad una categoria (oggettiva o soggettiva), espressa mediante il rapporto di due concetti. La capacità individuale di valutare o definire". Ecco quindi che l’emettere la "sentenza" di valore è propria dell’atto del pensare, ma NON bisogna varcare questa soglia ed pronunciare un verdetto, sia esso di condanna o assoluzione.
Per di più nell’agire questa facoltà bisogna umilmente ricordare che non siamo MAI in condizione di sapere tutto quello che riguarda (a pro e a contro) l’oggetto del nostro "giudizio", che comunque sarà sempre sullo stesso piano di quello di altri nei nostri confronti.
Questa carta invece ci ricorda che, superiore alla nostra, esiste un’altra Legge: quella divina, di cui la Giustizia è in diretta analogia e garante. Ogni volta che la volontà umana pecca contro la volontà universale, il suo compito è di ristabilire l’equilibrio violato.
È raffigurata da una donna seduta tra due colonne, quella del volere e quella del soccorso divino, che nell’Albero della Vita sono le due colonne estreme di destra e di sinistra, del Rigore e della Misericordia. La Giustizia stessa rappresenta la colonna centrale, quella dell’equilibrio e dell’equità.
Ha due strumenti a disposizione per tutelare l’ordine supremo nella vita quotidiana: la bilancia e la spada.
Ricordate come benediceva il Papa? Con due dita, l’indice e il medio, il dito di Saturno e di Giove.
La bilancia segnala l’equilibrio che deve saper mantenere e custodire e la spada esprime il potere che le è stato conferito di intervenire drasticamente a tutela dello stesso.
Essa pesa la qualità e non la quantità.
La corona che indossa è rossa, oro e argento e sottolinea che la sua dignità e la sua missione derivano dall’alto. Rossa perché ha comunque a che fare con le azioni umane, oro e argento alle estremità indicano che saranno valutate sempre con duplici criteri e comunque "illuminati" dalla presenza divina del glifo del Sole.
I capelli non arrivano al collo, mantenendo isolata la razionalità dalle emozioni, per potere esprimere il suo pensiero libero da condizionamenti di qualsivoglia tipo.
Il suo operato è guidato dalla coscienza che altro non è che "l’esame delle proprie azioni sotto il profilo morale e religioso, la valutazione morale del proprio agire, spesso intesa come criterio supremo della moralità" (Devoto-Oli). Ed anche se esaminassimo la formazione della parola con-scienza, essa ci riporta al concetto che il prodotto dell’esame deve tenere conto dei pro e dei contro della situazione.
Il rosso del corpetto puntualizza che le sue azioni scaturiscono dalla volontà, la giustizia non può astenersi dall’operare quando è necessario; anche se il blu dell’abito e del mantello ci ricordano che opererà con dignità divina.
Entrambe le braccia sono vestite di giallo e verde: la sua opera, anche se riflesso di quella divina, si manifesta nel mondo terreno.
La sua maestria consiste nel mantenere in equilibrio i due piatti della bilancia, conciliando il corpo e la mente in tutte le sfaccettature della realtà umana.
La spada le conferisce il mandato di punire inesorabilmente coloro che non fanno buon uso dei doni ricevuti e coloro che turbano l’ordine naturale delle cose eccedendo sia nel male ma anche nel bene. Ha l’impugnatura rossa, perché parte dall’esame di fatti reali, delle azioni umane (volontà) poi nel giallo dell’elsa le razionalizza per esprimerle e mettere in atto il proprio potere con conoscenza illuminata (lama d’argento).
Corrispondenza con lettera ebraica
CHEIT CH. Il valore numerico è 8.
È la dinamica della vita, l’andata e il ritorno.
Se il sette rappresenta l’esistenza dell’uomo nella realtà terrestre, il numero otto rappresenta la sua capacità di trascendere, andare oltre i limiti dell’esistenza fisica temporale, raggiungere l’Assoluto, infatti se capovolgiamo questo numero (capacità di andare oltre) si ottiene il simbolo dell’Infinito.
HET quindi Trascendenza, Grazia Divina e Vita. Ottavo è anche il giorno della circoncisione dei maschi, a testimonianza perenne del patto stipulato con Dio.
Ora passiamo alla fase pratica:
nell’ambito materiale indica le cause vinte, gli obiettivi raggiunti, il dare e l’avere finalmente in equilibrio, la legalizzazione di una situazione. Viceversa: indica la perdita di cause, gli obiettivi mancati, la giustizia in senso ordinario.
In associazione con altre carte può indicare l’esborso di denaro per motivi diversi, un controllo da parte di una autorità. Annuncia accordi, atti formali, personifica le Istituzioni.
Nell'ambito spirituale rappresenta la comprensione delle leggi naturali e quindi il raggiungimento dell'equilibrio e della maturità in genere o comunque della maturità in quel particolare ambito o età. La capacità di analizzare obiettivamente i fatti, ragionare, comprendere con imparzialità; verità che finalmente emergono da una attenta analisi dei fatti. Saggezza unita a potere. La capacità di andare oltre le mere apparenze.
Se indica una persona, questa sarà leale, imparziale, buona osservatrice.
Nell’ambito affettivo simboleggia amori razionali, poco emotivi, concreti.
Armonia, fedeltà e dedizione nel matrimonio, magari a scapito della passione.
In ogni caso l’apparire della carta della Giustizia deve ispirarci equità, rigore, aderenza alle regole codificate o meno, moralità, imparzialità, saggezza, potere, blocco o sblocco di situazioni ad opera di esterni, concretizzazione o scioglimento di qualcosa ad opera di autorità.