Certamente i dirigenti della Margherita hanno pensato di presentarsi agli elettori con un simbolo di semplicità e di trasparenza.
Il linguaggio dei fiori traduce questo emblema con "bontà, grazia, innocenza, purezza e candore" e la sua immagine richiama un sole che irradia in ogni direzione queste positive qualità.
Il simbolo è dunque un fiore che richiama principalmente le doti femminili, e lo stesso nome richiama etimologicamente la perla: ornamento prezioso, ma semplice, di evidente natura lunare e di classico riferimento all’Elemento Acqua.
I sedici petali bianchi, invece, sono esotericamente un richiamo a princìpi più maschili ed attivi, non privi di sottile edonismo e di tendenza alla teatralità, come se si volesse, in qualche modo implicito, dare una venatura leggermente più aggressiva alla dolcezza esplicita del simbolo.
Del resto, la scelta del partito di collocarsi politicamente in area moderata è in perfetta sintonia con gli elementi simbolici, che certamente non evocano passioni, né sentimenti estremi o posizioni radicali, ma piuttosto scelgono di rappresentare in qualche modo la dolcezza e la temperanza.
Dal punto di vista storico, con questo "bianco fiore", il richiamo alla tradizione democristiana è evidente; almeno per ciò che riguarda i princìpi sociali, che furono di riferimento per il Partito Popolare, e la centralità nello schieramento politico, che decise le sorti dell’Italia per almeno mezzo secolo.
C’è, nel fiore scelto, anche un chiaro riferimento alla primavera, essendo la margherita il tipico fiorellino dei prati di questa stagione. In questo senso, l’auspicio implicito nel simbolo è quello di una rinascita, di un salutare rinnovamento.
L’altro augurio di cui ci parlano i simboli della margherita è insito nel suo nome scientifico e riguarda la longevità. Infatti, i botanici chiamano questo fiore Bellis perennis, indicando così la sua qualità di pianta dalla lunga vita, resistente e duratura, malgrado l’aspetto leggiadro, ed in grado di fiorire ad ogni ritorno della primavera dopo i rigori della brutta stagione.
Per altro, il codificato e già citato linguaggio dei fiori, esprime, con la margherita, anche una certa indecisione, con il chiaro significato di "ci penserò".
Il rimandare una scelta, ovvero il chiedere conferma di un amore strappando i flosculi dal capolino di una margherita, scandendo la classica frase "M’ama, non m’ama", è senz’altro indice di dubbio e di incertezza, ben simboleggiati da questa pianta che il Pascoli cantò come "pratellina pallida e confusa" (Nuovi Poemetti).
Se la politica premiasse sempre il coraggio, forse questo simbolo non sarebbe molto appropriato per un partito, indicando in modo allegorico "chi non osa", ma, certamente, si tratta di un opportuno emblema adatto a chi vuole fare della prudenza e della moderazione il proprio cavallo di battaglia nella competizione elettorale.