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QUELLO CHE L'AMORE È

a cura di Lidia Fassio
 

Sentiamo spesso parlare di amore in forma idealizzata o comunque estremamente sublimata: molte delle difficoltà con cui si misurano le coppie è legata proprio alla deformazione che la parola “amore” ha avuto nel tempo e nelle menti.

Tempo fa, ai tempi dell’università insieme ad alcuni studenti mettemmo in piedi un’intervista sotto forma di “questionario” in cui chiedevamo a persone di età diversa e di diversa estrazione sociale, quale era la definizione che davano  della parola “amore”, che cosa non poteva essere considerato “amore” e in che modo l’amore si vede nei gesti e nei comportamenti; proprio dalle risposte che vennero date, evincemmo che l’idea dell’amore è qualcosa di estremamente labile, spesso completamente deformata ed inquinata da una serie di luoghi comuni e di idealizzazioni che ne hanno distorto l’essenza e, in ultimo, dentro a questa parola entravano comportamenti quali la gelosia e il possesso che nulla invece hanno da spartire con esso.

 

Il primo luogo comune riguarda il fatto che buona parte delle persone sono convinte che l’amore sia “qualcosa che accade all’improvviso”; niente di più falso… in quanto ciò di cui la gente parla è l’innamoramento che, sebbene intenso e travolgente, ancora amore non è; l’innamoramento è fantastico ed eclatante, ma non riguarda ancora il sentimento di amore  che, in questo stato,  deve essere ancora creato; l’innamoramento è paragonabile all’“estasi artistica” molto simile al processo creativo che si manifesta sotto forma di “intuizione” prima della realizzazione dell’opera d’arte; la differenza sta nel fatto che l’artista sa che nel momento in cui ha una “visione”, ad essa seguirà un’ idea, ma questi due processi non sono l’opera per realizzare la quale ci vorranno tempo, lavoro e impegno.

 

Durante l’intera realizzazione l’artista elabora e modifica l’idea, fa degli errori e via via la perfeziona fino a che non è esattamente come l’aveva vista nella  mente: alla fine del percorso, l’opera in sé può essere anche molto diversa dall’intuizione originaria che aveva messo in moto il concepimento, ma il risultato è il frutto di un processo e di una continua plasmazione tra l’idea e la possibilità reale di messa in opera. E’ chiaro che l’artista nella sua opera d’arte ha messo anche una porzione del suo vasto mondo interiore… ma ciò che è importante è che ci ha creduto e che ci ha lavorato fino a vederne il risultato.

 

Per quanto riguarda l’amore possiamo dire qualcosa di analogo: l’amore non è qualcosa che accade in un determinato momento nel tempo e nello spazio  ma è un lungo processo in cui spesso, l’ideale si infrange contro il reale  e ciò che ne viene fuori è una mediazione, un compromesso; tuttavia ciò che è importante è il lavoro che si fa insieme all’altro nel cercare di conoscersi, nel  superare le difficoltà, nell’individuare obiettivi comuni gratificanti per entrambi  e nell’accettarsi per quello che si è.

 

E’ indubbio che l’immensità e l’intensità dei sentimenti e delle emozioni che si riscontrano nell’innamoramento lasciano presumere qualcosa di infinito e di straordinario (spesso ideale) al punto che ciò che viene dopo, può anche sembrare riduttivo, ma, in realtà in questo modo di pensare è presente una “trappola della mente” che insiste nel credere che l’opera vera sia quella che sta nel sogno e nell’immaginario, mentre, l’opera  è sempre e solo quella che si può realizzare, tutto il resto è destinato a restare nel mondo dell’illusione.

Nell’innamoramento c’è dunque qualcosa di utopico… e di non  realizzabile se non nella sua velleità temporale… ed è una vera falsazione mentale pensare di poter estendere quello stato alla vita intera e  all’ordinarietà ma, soprattutto, all’eternità.

 

L’amore è dunque un processo di costruzione che non esiste in virtù del fatto che un giorno ci si è innamorati, ma richiede lavoro, negoziazione, volontà ed impegno è un sentimento che si assoggetta alle leggi del tempo e dell’apprendimento. Si impara ad amare e si impara a stare insieme…giacchè  non si nasce “imparati”.

L’amore deve essere mantenuto vivo, alimentato e nutrito… altrimenti svanisce o molto più semplicemente, si spegne.

 

L’amore richiede anche comportamenti ed azioni, non è esclusivamente subordinato  alla legge dei sentimenti: reca in sé  anche il bisogno che ci siano comportamenti e cose che “vengono fatte”: nell’ideale invece c’è il pensiero, il sogno e il desiderio ed è in questo che c’è l’annebbiamento, nella mancanza di  contatto con il reale..

Il fatto che il partner al mattino si alzi e se ne vada, senza pulire il lavandino o senza salutare, è qualcosa che non va bene.. ed anche se riguarda il comportamento e non  sentimenti…, peserà sulla relazione e, se non  si correrà ai ripari, la distruggerà.

L’amore è una cosa da casa VIIa Bilancia… dove, guarda caso ci sono anche le società e le imprese dentro alle quali le  persone lavorano per il bene comune esattamente come deve fare la coppia che deve trovare il modo di lavorare non tanto per il bene dell’altro ma bensì per il bene della relazione che è il patrimonio che i due hanno in comune, esattamente come se si trattasse realmente di una società; in una società ognuno ha dei compiti precisi e le cose vengono prima individuate e poi negoziate; questo sembra banale e sminuente, ma in realtà è la vera  base di una relazione sana e di ciò che si chiama “condivisione”.

Il servizio comune e il sentirsi nutriti vicendevolmente è quanto di più importante per l’amore.

 

L’illusione che l’amore sia qualcosa che c’è perché un giorno “accade” porta troppo spesso ad aspettarsi troppo dall’altro e a restare passivi in attesa che il miracolo si compia. L’amore in realtà è un processo che non termina mai e che ci spinge a superare sempre lo stadio in cui si è; l’amore è il motore di tutte le cose; è un’energia che ci sollecita ad andare sempre più in là, a comprendere sempre qualcosa in più; se compiamo l’intero processo, sperimentiamo  l’amore su 7 livelli:

 

-         livello 1 – EROS: forza vitale; al primo livello l’eros è una compulsione che spinge al completamento e all’unione; funziona a tutti i livelli, vegetale, animale e umano, è una sorta di appetito inconscio che cerca interezza e completezza;

 

-         livello 2 – LIBIDO: desiderio di unione fisica con un altro; è quindi una potente spinta sessuale che garantirà la sopravvivenza della specie;

 

-         livello 3 – AFFETTO: a questo livello l’amore viene sperimentato anche verso gli altri membri della specie; è la relazione vera a due quella che si basa sull’unione di sentimenti;

 

-         livello 4 – BONTA’ :  qui l’amore contempla la libera scelta e si basa sulla volontà e sul desiderio personale di aiuto e di sostegno anche verso gli altri; questi atti devo essere assoggettati al libero arbitrio;

 

-         livello 5– AMORE INCONDIZIONATO : in questo caso l’amore diventa disponibilità, vero e proprio “dono”;

 

-         livello 6 -  AGAPE  - è l’amore che si impegna a creare la sicurezza e autorealizzazione anche per gli altri, come se fosse per sé stessi; questo amore porta ad una forte coesione e tiene conto del valore di tutte le persone;

 

-         livello 7 – CARITAS: è l’amore divino che comprende l’accettazione incondizionata di ogni cosa. A questo stadio gli opposti vengono unificati e ad ogni cosa viene dato il giusto valore. Significa andare incontro agli altri nel mondo. E’ un grande allargamento dell’ essere; si sperimenta un profondo senso di unità.




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