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PACS ... COME CAMBIA LA FAMIGLIA

a cura di Lidia Fassio
 

L’era dell’acquario sta accompagnando l’umanità – neanche troppo gradualmente – ad affrontare cambiamenti considerati impensabili anche solo 50 anni fa. Tra le cose che stanno galoppando ad alta velocità c’è il cambiamento della  “famiglia”; fino a 20 anni la famiglia era composta da un uomo, una donna e uno o più figli… non c’era alcuna altra possibilità di intendere questo nucleo.. L’introduzione del divorzio aveva dato un grande  scossone al senso di immutabilità e di indivisibilità della famiglia; infatti, dagli anni ’70 in avanti abbiamo cominciato ad assistere a famiglie che si  scomponevano per ricomporsi in modo diverso, non senza difficoltà da superare riguardo ai figli.

 

A circa trentacinque anni di distanza non sembrerebbe più un problema affrontare la separazione e le nuove unioni anche se, sul piano psicologico, le cose sono inevitabilmente più lente di quanto non siano nella pratica per cui, se gli adulti non sono maturi, i figli si trovano tuttora ad affrontare molte difficoltà; infatti, in alcuni casi sono proprio loro a sentirsi terra di nessuno e in altri sono contesi troppo vivacemente al punto da essere costretti a vivere con un senso di precarietà che fa vacillare la loro nascente personalità.

 

In questi anni però si stanno profilando ben altri cambiamenti sulla scena del teatro della famiglia; dopo la famiglia monoparentale che impera nella nostra società, e a cui pian piano ci si è abituati al punto da considerarla “normalità” siamo oggi di fronte alla possibilità – in Italia ancora in forse, ma già realtà in altri paesi – di avere come coppia genitoriale due persone dello stesso sesso.

 

Nell’immaginario collettivo omosessualità e genitorialità sono state sempre viste come due entità separate e non compenetrabili ed ora che cominciano invece ad affiancarsi ci si trova inevitabilmente di fronte al crollo di altri punti di riferimento che sembravano insormontabili.

In America più del 33% delle coppie omosessuali ha uno o più figli, frutto di matrimoni precedenti alla scoperta o accettazione della loro diversità; tuttavia, genitori omosessuali non si trovano solo negli U.S.A. ma anche nei paesi scandinavi, in Olanda ed ora anche nella cattolicissima Spagna.

Che cosa farà l’Italia? Qui da noi l’omosessualità è ancora un fatto “tabù”; non c’è certo la totale libertà di dichiararlo apertamente come in altre parti del mondo ed è remota l’idea di poter avere un figlio in adozione se si è in questa situazione.

Questa è una delle ragioni per cui la famiglia omosessuale da noi, o non esiste o è clandestina anche perché i genitori gay temono di vedersi togliere l’affidamento dei figli nel caso uscissero allo scoperto.

 

Per noi cittadini del terzo millennio esenti da pregiudizi, restano però alcuni interrogativi di base che ci pongono di fronte alla responsabilità che ci è richiesta verso i bambini che, non possiamo dimenticare, non sono solo “nostri”  ma rappresentano anche il futuro della società.

 

Le domande che la gente si pone sono legittime e, in risposta, ci sono già i primi risultati di studi pilota fatti nelle nazioni dove da tempo si affrontano queste tematiche:

 

-         una coppia omosessuale può creare problemi all’identificazione sessuale dei figli?

 

-       Certo, in questi ultimi tempi ci siamo già abituati all’assoluta interscambiabilità dei ruoli materno e paterno, ma non sappiamo se poi, in fondo questa sia reale o solo apparente;

 

-      da studi fatti in paesi dove questa realtà è già in atto sembrerebbe emergere che due genitori dello stesso sesso siano in grado di svolgere ottimamente i due ruoli, né meglio né peggio di genitori eterosessuali. Da parte nostra possiamo riconoscere che “materno e paterno” sono comunque due modalità comportamentali e sono “archetipi” quindi, schemi che possono essere interpretati più o meno bene da entrambi i sessi.. già oggi infatti, molte madri hanno valenze più maschili che femminili e molti uomini hanno una psiche che potremmo definire “femminile”.

 

-       Certo, in un paese come l’Italia, dove le contraddizioni rispetto all’omosessualità sono ancora molto forti, sarebbe da prendere in debita considerazione l’effetto “discriminatorio” che, probabilmente sarà il più difficile da affrontare sul piano sociale ed esterno alla famiglia. Un bambino infatti potrebbe non avere problemi all’interno della sua famiglia, ma essere poi discriminato e deriso a scuola e nel mondo esterno in quanto “diverso” dagli altri e dover quindi affrontare un grande problema sotto il profilo dell’integrazione sociale più che dell’identità individuale.

 

-       Un altro grande problema è dato dal fatto che molte coppie omosessuali,  vivono in stato di non regolarità la loro unione e questo può favorire particolari difficoltà proprio nella fase di crescita dei figli e di integrazione nella scuola e nella società.

 

-       Lo scoglio più duro che sembra emergere dallo studio inglese riguarda quei figli che si trovano ad affrontare – nelle fasi dell’infanzia e dell’adolescenza - il cambiamento di orientamento sessuale di uno dei due genitori: questo sembra sconvolgere tantissimo la psiche di un figlio che, nel caso, dovrà affrontare un lavoro psicologico intenso e profondo che gli permetta di uscire da questo stato di precarietà e di non accettazione del genitore che causerebbe ovviamente anche una non accettazione di sé.

 

Indubbiamente anche questi cambiamenti avranno bisogno di tempo per essere digeriti ed integrati da una società che, per un quarto è aperta, libera e avanguardista e per i tre quarti è ancorata a modelli molto più tradizionali che, ovviamente, non possono neppure prendere in considerazione “famiglie” di questo tipo.

Saturno ci dice che ogni cambiamento Uraniano necessiterà di tempi lunghi per poter dar vita ad una nuova struttura.




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