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FIORI DI BACH : WILD OAT CONTATTARE IL PROGETTO DELL'ANIMA

a cura di Corrado Nieli
 

Con la scoperta di Wild Oat si esaurisce un altro percorso all'interno di quel ciclo più ampio che comprende l'intera serie di rimedi. Si chiude infatti il periodo della scoperta dei Sette aiuti, che sommati ai dodici tipi d'anima portano il metodo Bach a 19 rimedi in tutto. Esattamente la metà di quello che sarà il numero finale. Anche se egli pensava probabilmente di essere arrivato alla fine dell'opera, dovrà ancora iniziare il suo frenetico viaggio verso le ultime 19 essenze, quelle che egli definì le più spiritualizzate, quelle che lo condurranno alla fine del suo progetto, e con esso, della sua vita.

L'Avena selvatica o Wild Oat (o Bromus ramosus) è l'unica graminacea presente nel sistema. Nonostante il nome, non si tratta dell'avena selvatica (Avena fatua) che si trova nei campi di mais e che è un'infestante, Bach ne ha solo adottato il nome. Dall’altezza variabile fra i 40 e i 120 centimetri, cresce in luoghi umidi e ombrosi, in prossimità di siepi e boschi. E ci dona i suoi fiori da giugno ad agosto.
 
Le qualità che Bach vide in questo fiore possiamo sintetizzarle in tre parole: risolutezza, determinazione e perseveranza. Già, ma rispetto a cosa? Semplice! Rispetto al proprio personale progetto di vita. Le persone in stato Wild Oat negativo dovranno sviluppare l'ascolto interiore, dovranno tendere l'orecchio all'interno ed imparare a seguire le indicazioni della propria Anima, a giudicare cosa è bene per loro e cosa è opportuno lasciar andare; al fine di dare un senso alla vita con la realizzazione del proprio progetto. Perché solo realizzandolo è possibile trovare appagamento interiore e vera gioia.
Nelle parole di Bach possiamo già individuare gli ostacoli al compito e qualche spunto astrologico.

“Per chi coltiva l’ambizione di fare cose importanti, è teso verso esperienze nuove, si interessa di tutto, intende vivere appieno la propria vita. Il problema di costoro consiste nel non sapere su cosa concentrare le energie: anche se hanno grandi ambizioni, non c'è una cosa che li appassioni più di altre e ciò può causare perdite di tempo e frustrazioni”. - Edward Bach         

Come non pensare al segno dei Gemelli e all'irrefrenabile curiosità di Mercurio. Interessante mi sembra la presenza di Plutone esaltato in Gemelli che, con la sua funzione di collegamento tra Anima e personalità, rappresenta proprio il tramite con il nostro destino o progetto di vita. Saranno tuttavia fondamentali gli aiuti di Venere (capacità di scegliere ciò che è buono per noi), di Marte (energia e volontà) e di Saturno (costanza e determinazione nel perseguire lo scopo). Senza il buon funzionamento di questi assistenti, il Sole si troverà scollegato dal suo potere (Plutone), e dalla possibilità di portare la propria auto-realizzazione sul piano terreno.

Bach considerò da subito Wild Oat un rimedio universale, “utile per tutti”. Si differenzia quindi da tutti quelli visti finora, perché non è destinato ad una tipologia particolare o ad un tipo d'anima, ma è un rimedio per tutti i mali. Nel senso che è fondamentale quando non si riesce ad individuare uno stato preciso, perché è come se questo non si manifestasse. C'è una tendenza all'introversione del sintomo. Grazie a Wild Oat è possibile individuare il rimedio giusto. È come se così si andasse a colmare un vuoto intrinseco al metodo di Bach, un vuoto che deriva dall'incapacità della persona di manifestare, prima di tutto a se stessa, quei segnali che possono consentire una corretta scelta del rimedio. Questo capita  perché il soggetto è scollegato dal progetto, e vaga alla ricerca del suo tesoro più prezioso: la sua personalissima strada verso casa. Wild Oat è la bussola della quale abbiamo bisogno per poter ritrovare la strada perduta nella vita, ma è anche la mappa che ci indica il punto in cui ci troviamo.

Wild Oat è un fiore di dispersione, ma una dispersione interiore, che coinvolge il mondo esterno come conseguenza di una mancanza di orientamento interno. Spesso, come molti Gemelli, è una persona  orientata verso l'esterno, che si fa coinvolgere dai superficiali modelli della vita mondana o da surrogati di vita spirituale. Questa ricerca all'esterno conduce però alla frustrazione cronica, ed alla sensazione di non avere radici. Il rimedio Wild Oat ribalta la ricerca dall'esterno verso l'interno, rendendo comprensibili i messaggi del Sé. Ci fa un grande dono: ci fa comprendere che la soluzione è sempre dentro di noi, e che possiamo riuscire ad armonizzare la direzione interiore con la vita di tutti i giorni.
Come dice Chancellor: “Hanno la tendenza a finire in ambienti e in attività a loro non congeniali, e ciò non fa che aumentare il senso di frustrazione”.

Con Wild Oat in stato negativo c'è l'ambizione di crescere molto in alto (come la pianta), ma la struttura è debole ed incerta (proprio come la pianta). Bach commenta: ”Non hanno una vocazione che li chiami ad elevarsi sopra tutti gli altri”. Si vive una profonda frustrazione, perché la “grandezza dell'anima chiama, ma non si sa come uscire dalle tenebre”. Il senso di blocco che si prova, ci mette a contatto col viaggio dell'Anima nella vita, costretta a fare i conti con un Io a volte troppo spaventato e debole per riuscire a svolgere degnamente il suo compito.

Bach sottolineò molte volte e con grande enfasi l'importanza di avere uno scopo preciso nella vita, e di perseguirlo senza lasciarsi distogliere da nessuno. Le persone svolgono spesso lavori inadeguati, privi di creatività, che non le appassionano, e che col tempo compromettono la loro forza e la loro fiducia, portandole alla malattia.

Quanto alla fiducia non possiamo dimenticare il caro vecchio Giove. Con i suoi lampi d'intuizione ed il calore della sua speranza funge da ponte tra Io ed il Sé. O come direbbe Bach, tra l'Anima e la personalità, spronando tutti noi lungo il cammino della vita terrena. Un cammino che condurrà ognuno di noi alla riscoperta del proprio potere divino, il potere di realizzare noi stessi nel mondo.




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