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NUOVI PIANETI: COSA CAMBIA PER L’ASTROLOGIA?

a cura di Lidia Fassio
 

L’estate è sempre fonte di calore e…. di illuminazioni e, quest’estate la lampadina illuminante ha acceso la mente degli astronomi che si sono riuniti a Praga per decidere a tavolino quali corpi celesti debbano essere considerati pianeti e quali no, cambiando – ovviamente – il criterio di valutazione; infatti, fino al luglio del 2006 era la massa di un corpo celeste a stabilire se si trattava di un pianeta, un pianetino, un asteroide o un centauro, tant’è che Plutone è stato più volte messo in discussione per le sue dimensioni piccolissime, ma infine accettato per la sua imponente massa; mentre, dal 27 agosto 2006 potrebbe cambiare questo criterio ed essere invece l’orbita di un corpo a determinare se avrà titolo per essere considerato “pianeta”.

In quest’ottica, anche piccolissimi corpi come Cerere (da molto tempo presa in considerazione dagli astrologi), Caronte (la Luna di Plutone) e il nuovo UB 313 Xena (da noi astrologi considerato subito come uno dei pianeti mancanti), entrerebbero nel nostro sistema solare a pieno titolo come “pianeti”.

 

Ciò che sorprende, non è tanto questa decisione, ma bensì la maliziosità e la tempestività con cui astronomi italiani, e stranieri, hanno sottolineato che, con questa novità, gli unici a sentirsi spiazzati saranno gli astrologi che dovranno rivedere tutto il loro sistema di oroscopi e di calcoli.

Come se non fosse tipico di tutte le discipline, scientifiche e non, quella di confrontarsi quotidianamente con le nuove scoperte!

 

Per amore di verità desidero precisare agli astronomi che sono stati proprio gli “astrologi” di tutti i tempi a prendere in considerazione le nuove con curiosità ed entusiasmo; ricordo che in passato gli astrologi esultarono alla “rivoluzione copernicana” … e non avrebbe potuto essere diversamente visto che tutti gli astronomi erano anche astrologi; e ancora, in tempi recenti, è stata la compianta Lisa Morpurgo (astrologa) ad aver ipotizzato che vi fossero 12 pianeti nel nostro sistema solare e questo negli insospettabili anni ‘70, quando nessun astronomo ne ipotizzava ancora l’esistenza.

E poco tempo fa sono stati ancora gli astrologi ad esultare alla scoperta di Sedna e di Xena proprio quando autorevoli astrofisici sostenevano che nel nostro sistema solare non poteva  esserci più nulla da scoprire..

 

Forse, sarebbe il caso di cominciare a vedere meglio dentro a certe ombre e comprendere che gli astronomi sembrano essere affetti da una vera “fobia dell’astrologia” che sembra essere il “buco nero” di molti di loro che non perdono occasione per demolire e infangare la nostra disciplina quasi, che fosse la cosa che più temono al mondo.

 

A questo proposito desidero sottolineare che più gli astronomi si accaniscono ad inveire sulla mancata scientificità dell’astrologia e più noi astrologi possiamo sostenere che non abbiamo mai avuto la pretesa di considerarla tale ma, al di là di questo ci teniamo a dire che sono loro a non aver compreso il fondamento, la filosofia di base della nostra materia che, se pur si avvale delle scoperte astronomiche e del movimento dei pianeti, non prende certo in considerazione che sia una legge di “causa ed effetto” a mettere in relazione il “sopra e il sotto”.

 

Nessuno ha mai avuto la presunzione di annoverare  l’astrologia tra le  scienze esatte e tantomeno gli astrologi che sanno perfettamente che il sistema di lettura è “simbolico” e che i “simboli” ci servono per trovare la relazione che esiste tra i grandi principi universali - presenti in ogni cosa, nell’uomo, nella Terra e nell’Universo – e ciò che di loro si riflette nelle single parti.

 

Desidero sfatare il concetto che siano solamente le scienze “esatte” ad essere accreditate e riconosciute come fondamentali, perché sarebbe come dire che la filosofia, la letteratura, l’antropologia e tutte le materie umanistiche non possano essere riconosciute come valide, in quanto non “provabili scientificamente”.

 

Tutti gli astrologi sanno che il tema natale è semplicemente una “mappa” di come sono organizzati dentro di noi certi principi, e del tipo di relazione che abbiamo con essi ed è lontanissima da noi l’idea che un pianeta possa avere una diretta influenza sui comportamenti degli esseri umani e che, pertanto, se passa Marte.. in un determinato segno, qualcuno si rompa un braccio per “causa” diretta dello stesso. Questo lo pensano esclusivamente le persone che non conoscono la materia e i nostri detrattori.

 

L’astrologia è molto più vicina al sistema psicologico e, in modo… direi quasi magico (e intendo la parola nel suo significato più nobile), il tema natale rivela all’uomo di che pasta è fatto e in che modo è a conoscenza e in relazione con i suoi simboli interni che sono il riflesso dell’Universalità della vita e delle cose.

 

L’astrologia riflette in maniera precisa quel “come sopra, così sotto” di cui parlano le filosofie esoteriche ed è spiegata  in modo straordinario dal concetto di “archetipo” di C.G.Jung secondo il quale nell’Universo e, di conseguenza nella psiche e in ogni altra manifestazione, vi sono alla base delle “forme preesistenti” che “informano” e che successivamente sono in grado di dar vita a “forme materiali” o a “rappresentazioni psichiche”. Il concetto di “archetipo – secondo Jung – è “un a priori”, “un prototipo che sta alla base di qualunque forma successiva”, molto simile alla teoria Platonica del “mondo delle idee” di cui - secondo lui - si trova rappresentazione nella realtà delle forme.

 

Gli archetipi sono principi primari in grado di manifestarsi su infiniti piani di realtà, uniti tra loro attraverso il “simbolo” che funziona come un ponte che mette in comunicazione realtà che solo apparentemente sono separate e diverse, ma che sono invece unite da un filo conduttore comune.. non facile da comprendere se non si ha una conoscenza del linguaggio simbolico.

 

L’astrologia sostiene che questi principi primi (che si chiamano Sole, Luna, Mercurio..ecc.) hanno particolari valenze simboliche la cui interpretazione può darci istruzioni sui rapporti che intrattengono tra loro e su come si sono organizzati; ragion per cui l’astrologia non legge “le stelle” e ancor meno  crede che le stelle influenzino l’uomo; cerca di decodificare il sistema di rappresentazione della realtà attraverso i simboli dei principi primi che sono alla base di ogni manifestazione..

 

Fatta questa premessa, per noi astrologi non sarà certo un problema scoprire, studiare, prendere atto e decodificare altri “archetipi” che si aggiungono e che andranno integrati nel piano di realtà manifesta giacchè per noi è sottinteso il fatto che l’uomo è spinto verso la totalità e la conoscenza e, pertanto, ciclicamente si aggiungono principi nuovi; l’astrologo però è anche consapevole del fatto che esattamente nel momento in cui la coscienza e la psiche  collettiva avvertono la presenza di  un simbolo nuovo anche quella individuale è già aperta ad accogliere dentro di sé quella nuova struttura.

 

L’astrologia è semplicemente un “linguaggio” che cerca di decodificare e di comprendere il più grande sistema universale in cui tutto è compreso; la difficoltà sta nel capire su quale piano di realtà una configurazione di principi primi si manifesterà se su quello fisico, psicologico o animico e questo è ciò che gli astronomi imputano maggiormente agli astrologi che, a volte peccano di presunzione cercando di comprendere esattamente COME un principio si manifesterà.. mentre invece l’astrologia è disciplina che permette di comprendere bene.. “QUANDO” si manifesterà e sotto quale “qualità di tempo”.




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