E’ di questi giorni l’uscita per le edizioni Magi di Roma dei tre volumi delle Lettere di Carl Gustav Jung, nelle quali è contenuta anche la corrispondenza che egli ebbe con il celebre astrologo indiano Raman.
Qui troviamo uno Jung molto più diretto e sincero, meno accademico e soprattutto ispirato a dare una sua visione dell’astrologia, molto più autentica e pratica, che si evince solo in parte dai suoi scritti accademici.
Infatti il maestro zurighese ad un cero punto del suo percorso culturale, ma soprattutto spirituale, si apre, apertamente e in pieno contrasto con quello che era lo spirito scientifico dell’epoca, allo studio dell’alchimia e dell’astrologia, trovandone delle strette analogie con il percorso analitico che era andato sviluppando nel corso della sua lunga carriera di psichiatra, analista e filosofo.
Ed è proprio quest’ultima sua “personalità” ad essere stata quella maggiormente contestata ed attaccata da alcuni suoi allievi che la vedevano quasi come una deriva culturale del suo pensiero scientifico, capace d’invalidare il metodo terapeutico che egli chiamò psicologia analitica, quando maturò la separazione da Freud e dalla psicanalisi.
Ma l’importanza che per Jung ha l’astrologia è dimostrata da una serie di riferimenti che di continuo si ritrovano nei suoi libri e in un saggio dal titolo La sincronicità come principio di nessi acasuali, dove affronta l’importanza della sinastria, ovvero dell’analisi dell’oroscopo nelle coppie. Qui troviamo molto chiaramente la maniera in cui Jung utilizza l’astrologia, ossia si comprende appieno il modo in cui questa disciplina può essere d’aiuto allo studioso della psiche umana, specie nel rilevare i nessi intercorrenti tra alcuni atteggiamenti caratteriali e le risposte comportamentali a particolari eventi della vita.
Ma è sicuramente nella lettere dove però troviamo uno Jung molto più sciolto, libero di poter manifestare il suo pensiero in merito ad una materia così spesso ingiustamente attaccata e vituperata. Egli dichiara con molta franchezza l’utilizzo che ne fa soprattutto dinanzi a casi ai quali non riesce a dare una risposta chiara, a comprendere la profonda natura delle motivazioni psichiche a certi comportamenti. Ma a colpire è lo stile molto poco formale, quasi amicale con cui Jung si esprime e soprattutto la sua forte convinzione nell’effettiva validità dell’astrologia.
Doveva talmente credere in questa disciplina che ne favorì lo studio sia a sua figlia che a molti suo allievi, tra cui Ernst Bernhard, colui che porto la psicologia analitica in Italia. Ed è proprio della figlia il meraviglioso ritratto astro-psicologico che alcuni anni fa è stato pubblicato dal trimestrale del Cida, Linguaggio astrale, in cui viene analizzato il carattere e i principali eventi della vita di Jung attraverso un’analisi astrologica davvero suggestiva.
Molti sono poi gli astrologi che hanno fatto propri gli insegnamenti della psicologia analitica, tanto che molti libri, anche di autori italiani, sono influenzati da concetti quali Ombra, Via all’individuazione del Sé, Anima, Animus, nei quali si è potuto dimostrare il legame esistente con pianeti e costellazioni zodiacali, grazie anche al linguaggio fortemente simbolico delle due discipline.
L’invito è quello di leggere questo autore così moderno e allo stesso tempo fortemente legato alla tradizione, partendo magari proprio dalle Lettere, per avvicinarsi ad un mondo suggestivo e ricco di stimoli, per nulla datato, ma soprattutto in grado di far comprendere come la conoscenza dell’essere umano può passare attraverso mille canali e nessuno è meno dignitoso di un’altro. Del resto il grande insegnamento di Jung è stato proprio quello di uscire dalla soggettività e unilateralità culturale e psichica della società moderna e aprirsi a tutto ciò che può amplificare l’esperienza umana, poiché al di la delle mode e dei tempi resta l’unica vera fonte di conoscenza intelligente.