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E’ MANCATO ALDO CAROTENUTO

a cura di Lidia Fassio
 
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La notte del 14 febbraio è mancato Aldo Carotenuto, docente di “Psicologia della Personalità” a Roma, conosciuto a livello internazionale sia per il grandissimo contributo che ha dato alla “psicologia analitica”, sia per le sue qualità di docente e di scrittore, sia, per quanto ha fatto per mettere in relazione Psicologia e Letteratura, analizzando i grandi personaggi della letteratura sotto il profilo del loro mondo interiore e, soprattutto, della loro creatività.

Il tema della creatività è stato molto sentito da Carotenuto; nel suo Trattato di Psicologia della Personalità dice: “… la creatività è, secondo il mio punto di vista, la componente più rappresentativa della personalità umana, una pulsione – tale è, infatti, secondo la concezione di Jung, che parla tanto di un istinto creativo quanto di un istinto riflessivo – che regola i processi di autotrasformazione della personalità e di trasformazione del mondo ad opera dell’essere umano”.
Egli sottolinea che il superamento della nevrosi in un ideale di guarigione è illusorio e utopistico e, a questo proposito, sostiene che la vera possibilità esistenziale data all’uomo è la trasformazione intesa come processo creativo.
L’arte per lui è un grande percorso di liberazione delle energie che sono compresse nella psiche individuale: “ …il grande artista – dice – si avvale della sua individualità, esprime un valore nuovo che spesso non può essere neppure intuito dal mondo collettivo e neppure accettato, tuttavia la risposta alla sofferenza psichica risiede proprio nel tentativo di recuperare la dimensione creativa instaurando una dialettica critica con i valori collettivi”.

Aldo Carotenuto lascia una produzione grandissima di scritti, saggi, trattati di psicologia e, resta nella storia come uno dei pochi psicoanalisti a trattare in maniera estremamente esauriente il rapporto tra l’analista e il paziente.

Pur non conoscendo l’esatta ora di nascita, possiamo tentare una lettura del suo tema natale, sottolineando alcune particolarità e date per lui significative.

Aldo Carotenuto nasce a Napoli il 25 gennaio del 1933; è dunque un Acquario; non possiamo conoscere con precisione l’ascendente; in ogni caso, possiamo azzardare da alcune particolarità presenti nelle sue opere che potrebbe essere nato tra le 12 e le 14; la sua Luna potrebbe essere in Capricorno, data la sua difficoltà nell’infanzia e, anche la decima casa, se fosse in Capricorno riporterebbe alla madre come struttura portante della famiglia, soprattutto dopo la morte del padre.
E’ un Acquario con un Sole congiunto a Saturno con una possibile congiunzione alla Luna; nel caso, i due luminari si trovano entrambi in aspetto a Saturno e riporterebbero ad una famiglia sicuramente molto attiva intellettualmente, ma al tempo stesso rigorosa, con regole e leggi solide, mutuate dalla tradizione; entrambi i genitori sembrano spingere i figli verso l’indipendenza e l’autosufficienza.

I pianeti in Capricorno si trovano a fare aspetto con tre pianeti in Vergine Nettuno, Marte e Giove (gli ultimi due formano due quinconce a Urano in Ariete).
C’è nel suo tema una forte componente terra che lo ha portato ad essere molto disciplinato e a concretizzare le cose che progettava prima nella sua mente. I pianeti in Capricorno e Acquario potrebbero essere in nona casa e questo spiegherebbe il suo amore per la psicologia, la sua attrazione per la letteratura e la filosofia ma anche le sue soste all’estero per studio e le sue innumerevoli collaborazioni con Università straniere,
In termini più personali indicherebbe anche una certa difficoltà di comunicazione (opposizione alla terza) e una sensazione di distanza e di lontananza dalle due figure genitoriali.

E’ primo di due gemelli ed ultimo di quattro fratelli. Nella sua biografia è scritto che ha sempre sofferto la gemellarità che lo ha obbligato a dividere l’oggetto d’amore; è però anche sottolineata la sensazione di non essere stato un figlio desiderato (Sole e Luna congiunti a Saturno fanno pensare ad un distacco che spesso viene percepito dal figlio come “non desiderato”).
Anche la congiunzione di Mercurio, Luna e Venere nel segno del Capricorno, tutti opposti a Plutone si manifesta in un grande bisogno di socialità e di diversità che si scontra però con una non facilità alla comunicazione e all’apertura; ci sono infatti valori conflittuali tra socialità, e bisogno di interazione, che si scontrano con un forte senso di estraneità (Sole Acquario) ed una certa riservatezza (Saturno); sente di vivere in un ambiente molto stimolante soprattutto a livello intellettivo ma, al tempo stesso, patisce una troppo accentuata rigorosità e disciplina che blocca molti suoi desideri e, forse, anche la sua vera personalità. Sicuramente, i due genitori lo fanno vivere in un ambiente culturale, ma anche selettivo a livello sociale, ma ciò che sembra venire disatteso, è lo scambio emotivo e la possibilità di esprimere la sua unicità ben visibile nella sua casa quinta piena; Saturno indica chiusura e difficoltà, forse troppi blocchi e troppe regole per un piccolo Acquario; i valori Capricorno opposti a Plutone sottolinano la difficoltà di esprimere con chiarezza e in modo diretto ciò che lui era e ciò pensava internamente.
Plutone ha avuto sicuramente una parte importantissima nello spingerlo verso il suo particolare destino: il bisogno di conoscersi e di ritrovare sé stesso è parte del viaggio di una personalità molto segnata da questo pianeta che, rappresenta sempre grandi contenuti personali passati nell’ombra che nascondono un potere fortissimo ed una immensa creatività.

La biografia sottolinea che Aldo ha sempre privilegiato l’ascolto e questo possiamo sicuramente riscontrarlo nel suo Mercurio Capricorno opposto Plutone, poco incline a parlare e molto di più a scoprire qualcosa sugli altri e sulla loro interiorità… su ciò che non è visibile; questa è la difesa che Plutone mette sulle funzioni comunicative.
Queste caratteristiche diventeranno il perno della sua professione: l’analista è essenzialmente un ascoltatore, attento, sensibile ed empatico, in grado di stabilire una relazione profonda con i suoi pazienti; al tempo stesso è curioso e aperto, interessato profondamente all’umanità e ai suoi problemi, affascinato dalla complessità; ma è anche una persona che analizza, che sa condurre gli altri nelle profondità del regno di Ade.
L’opposizione di Mercurio a Plutone sottolinea anche una forte gelosia verso i fratelli e in particolare verso Mario, il suo gemello che, a suo dire, era il preferito dalla madre.
La combinazione Mercurio Giove fa di lui un potenziale docente perché produce una grande capacità di elaborazione dei contenuti psichici: infatti, questa sarà la sua seconda grande passione.

A 11 anni perde il padre e questo fatto sconvolge lui e l’intero andamento familiare: la madre deve lavorare per mantenere la famiglia e, nello stesso tempo, comincia anche ad essere depressa e questo lo fa sentire sempre più isolato e solo, bisognoso di essere autosufficiente anche perché sente la madre sempre più distante e inaccessibile.
La Luna in Capricorno mette in evidenzia il grande senso di responsabilità della madre, ma anche la sua chiusura, situazione che deve aver aggravato ulteriormente la difficoltà che Aldo già aveva nell’entrare in comunicazione con lei a livello empatico. La morte del padre è segnalata come transito dall’opposizione di Plutone alla congiunzione Sole – Saturno di Aldo; questo aspetto è particolarmente difficile soprattutto quando accade in giovane età proprio perché viene a mancare il sostegno portante in un delicatissimo momento di strutturazione della personalità maschile. E’ un aspetto di grande trasformazione dell’identità; il fatto che sia una opposizione significa che ci sono grandi struggimenti, angosce rispetto al futuro, incertezze, paure e dolore; la crescita è difficile e richiederebbe aiuto e sostegno, che forse lui in quel periodo non ha.

Nel 1946, due anni dopo l’evento di lutto il grande dolore portato dentro, non comunicato e non elaborato si traduce in una grave malattia cardiaca che gli danneggia gravemente la valvola aortica e quella mitralica: questa malattia lo porterà molti anni dopo a subire un intervento molto importante.
Le sue difficoltà cardiache possono evidenziarsi nella difficile posizione dell’Urano in dodicesima che sembra creare una forte tensione tra il bisogno di diversità e la difficoltà di ottenerla portando situazioni stressanti che creavano forti spinte e grande sollecitazione dei sistemi cardiovascolare e nervoso.
Questa malattia lo porta comunque a cambiare radicalmente la sua vita e le sue abitudini, ma lo porta anche a lottare per lenire le grandi ferite della sua esistenza.

Dopo la laurea e il matrimonio, nel 1960 si trasferisce negli Stati Uniti dove frequenta i corsi di Psicologia dinamica e Psicologia sperimentale e inizia l’analisi personale con Ernst Whitmont, uno dei massimi esponenti della psicologia analitica.

Nel 1965 perde la madre e muore anche Ernst Bernhard, analista con cui aveva concluso la sua analisi personale e suo padre spirituale. Si trova così ad affrontare due nuovi grandi dolori e la perdita di altri due punti di riferimento fondamentali.

Indubbiamente, le tante sofferenze e difficoltà lo portano ancora di più verso la ricerca e la comprensione dell’animo umano: inizia l’attività di psicoterapeuta e si specializza a Torino con una tesi sul “processo di individuazione”: più tardi dirà: “ …nessuno si occuperebbe mai di psicologia se non avesse qualche conto in sospeso con la vita. Ogni psicologo o psicanalista ha la sua problematica irrisolta, più o meno evidente ed è proprio questa ferita che motiva all’ascolto dell’altro e spinge ad approfondire le questioni psicologiche; come il piede di Filottete che non potrà mai guarire. Si tratta di un vero e proprio “buco nero” psichico che inghiotte tutta l’energia possibile: se ne avverte la presenza ma non è possibile percepirlo con modalità sensoriali”.

Indubbiamente, la grande conflittualità presente nel suo tema natale tra la parte istintivo-pulsionale e quella fortemente psichica (Plutone che quadra Urano e si oppone a Mercurio), ha sicuramente creato all’interno della sua personalità una tensione che lo ha spinto a portare avanti in modo imperativo il suo processo di individuazione. Urano, signore del suo segno solare non deve avergli lasciato tregua nell’andare verso il nuovo e nella ricerca di differenziazione dal “collettivo” - infatti, egli sostiene “…ognuno si differenzia dal collettivo nella misura in cui l’ampiezza delle proprie spalle lo consente. Per far ciò, naturalmente, dovrà pagare un duro prezzo: nessuna conquista personale come nessuna dotazione di natura ci spettano, per così dire, impunemente. L’individualità rappresenta dunque la sola possibilità di restaurare nella persona una condizione psichica di libertà”.

Possiamo azzardare l’ipotesi che Aldo Carotenuto con quell’Urano in 12° casa, punto focale della quadratura a T con Mercurio e Plutone, fosse attratto e al tempo stesso impaurito dalla profondità e dal rapporto fortemente privilegiato che aveva con l’inconscio. In questa configurazione si potrebbe anche leggere la sua tensione tra l’individualità e la collettività e l’assoluto bisogno – ma anche la difficoltà estrema – di trovare quell’unicità che lui sostiene essere “ ….sempre esistita – ma purtroppo a volte evanescente, alla stregua d’un fantasma che fa sentire la sua presenza ma che al nostro sguardo si perda nel nulla prospettandoci nuovamente una vita impostata sulla dimensione del collettivo”.

Forse in questa sua lacerazione interiore c’è tutta la grandezza del suo pensiero e della sua professione. Chiudo con una frase bellissima che racchiude qualcosa di profondo del suo modo di essere e che, per noi, può essere un prezioso suggerimento : “alla realtà del collettivo che aliena l’uomo da sé stesso, dobbiamo rispondere con la forza della nostra essenza gridando al mondo, e prima ancora a noi stessi, il nostro diritto all’individualità, qualunque sia il prezzo da pagare. Non si tratta, ovviamente, soltanto d’una salvezza personale…….. La creatività del singolo muove il mondo, E’ l’individuo che salva il mondo. E’ questo punto che lo fa ruotare”.



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