ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Tarocchi che passione

LA MORTE

a cura di Rosanna Sotgiu
 

Ma il Bagatto non potrà rinnovarsi se prima non morirà al mondo delle apparenze. Saper morire è il grande segreto dell’Iniziato, perché morendo si libererà dei lacci della materia per evolversi.

Dobbiamo morire al mondo sensibile per saper rinascere nello spirito, dobbiamo “dimenticare” i desideri e “ricordare” le nostre origini divine. La morte estingue solo apparentemente le cose, in realtà trasforma i valori conferiti a quelle cose. Il pericolo maggiore per l’uomo è l’oblio.

È dimenticare chi veramente siamo e dove siamo diretti. Il sonno è spesso citato come una “piccola morte” perché ci allontana dalle esperienze fisiche coscienti, ma l’oblio è il cugino del sonno.

Il risveglio infine è la dimenticanza dello stato di oblio e la coscienza dell’essere. Per addormentarsi bisogna dimenticare e per destarsi bisogna ricordare.

 

Questa carta è spesso temuta perché ci si ferma alla mera rappresentazione visiva, in realtà essa esprime la fine di un sistema superato, ormai inutile in questa tappa del cammino di autoconoscenza. Bisogna saper dimenticare le cose che non servono più e che magari ci hanno intralciato nel nostro cammino, fino a farci riflettere proprio su cosa significhi morire. Ma trasformarsi non è esente da prove a volte difficili e dolorose, tuttavia sembra essere l’unico sbocco verso una vita di resurrezione.

Il vero iniziato deve saper “morire” alle emozioni e alle passioni puramente terrene, suggerite dall’Ego e non dal nostro vero Io. Tuttavia anche in presenza di individui che non sapranno correre il proprio rischio di rinascere, la Vita continuerà il suo percorso, nell’attesa di altri che con coraggio affronteranno la prova del risveglio. In Natura nulla si crea e nulla si distrugge.

 

Esaminiamo i particolari di questa lama: la figura rappresentante la Morte è di fronte e rivolta a sinistra, sta chiaramente svolgendo un’azione con la falce ed è in movimento = azione ininterrotta del ciclo morte – vita - morte.

Il nero del terreno è il simbolo dell’oblio, i ciuffi d’erba sono il simbolo del sonno, perché quando dormiamo esistiamo solo in uno stato vegetativo, lo scheletro è il simbolo della morte vera e propria perché essa riconduce l’uomo allo stato minerale.

La falce taglia i legami tra l’anima e il corpo al momento della morte fisica, permettendo al Bagatto di crescere spiritualmente, di lasciare il mondo delle apparenze per entrare nel mondo dell’Essere.

Il sorriso dipinto sul volto della Morte, non va osservato in chiave sarcastica, ma proprio come rasserenante, di buon auspicio, se solo si ha il coraggio di affrontare il passaggio. Al di là del passaggio non c’è il nulla, la vita continua. Quindi non elimina, ma trasmuta la vita di coloro che ha sotto di sé. Cancella emozioni, passioni (la testa femminile) e bramosia di potere (testa regale), interrompe le azioni materiali (mani) e i cammini “inutili” (piedi).

La rinuncia che l’Impiccato era disposto a fare, qui si attua nella sua completezza, senza che ci si possa più fermare.

È l’unica carta senza nome, ognuno può visualizzarla come meglio sa e ricavare dalla sua esperienza degli insegnamenti per il proseguimento della propria via.

 

Significato: annuncia trasformazione, metamorfosi, distacco, rinnovamento, memoria, karma da rettificare, inesorabilità.

 

Corrispondenza lettera ebraica: la MEM che ha due forme!

 

La MEM ha due forme di scrittura: una aperta ed una chiusa. La MEM aperta è usata dovunque tranne che a fine parola, dove viene usata una MEM chiusa, chiamata MEM SOFIT.

Il valore numerico della Mem iniziale è 40, mentre quello della Mem finale o sofit è 600.

Funzioni della MEM iniziale: NUTRIRE (verbo transitivo), Alimentare per tenere in vita; far Crescere, dare Nutrimento, Allevare, Allattare, Coltivare.

Essa è una lettera che indica tutto ciò che ha la funzione del generare in senso femminile, essa è la lettera della Madre, della mamma, della mammella, dell’energia generante.

Per gli Egizi indicava l’acqua del Nilo.

Funzioni della MEM finale: MOLTIPLICARE, ripetere in continuazione.

È la tredicesima lettera dell’alfabeto ebraico ed unisce la tripla simbologia della Mem iniziale, quella finale e del posto che occupa nell’alfabeto.

Essa rappresenta la fine di una cosa e l'inizio di un'altra, un annientamento che porta al rinnovamento.

La Cena Pasquale, l'ultima cui parteciparono uniti il Cristo e i dodici apostoli, impone al numero tredici il sigillo di morte e fatalità. Il tredicesimo capitolo dell'Apocalisse ha un significato molto particolare; infatti in esso si parla dell'Anticristo e della Bestia.

Non dimentichiamo inoltre che 13 è 12+1, e rappresenta una immobilizzazione seguita da un nuovo inizio, l’Appeso che torna ad essere Bagatto, oppure un fermo momentaneo determinato dalla somma dell’1 + 3 = 4!

 

La lettera MEM quindi rappresenta il Rivelato ed il Nascosto: Mosè ed il Messia.

La MEM aperta indica la Grandezza rivelata delle azioni di Dio. La MEM chiusa indica quella parte delle strategie celesti che è nascosta dall'uomo.

Uno dei nomi di Dio è infatti MAKOM che significa Onnipotente. Questo nome inizia con la MEM aperta ad indicare l’inizio dell’opera della creazione e termina con la MEM CHIUSA perché agli uomini non è dato di conoscere la fine della sua opera.

Makom significa anche Luogo, a testimoniare la presenza divina in ogni luogo del mondo.

Ma la MEM chiusa finale ci ricorda che in fondo, anche se accessibile, Dio resta Ignoto, Invisibile e Nascosto quindi solo morendo al mondo terreno, ci sarà data l’opportunità di conoscerlo.

La Mem è una delle tre Lettere Madri dell’Alfabeto Ebraico e come tale ha una profonda simbologia: ad essa è associato l’elemento dell’Acqua, come all’Alef era associato l’elemento Aria e alla Shin verrà associato l’elemento Fuoco.

 

Anche la storia del popolo ebraico è classificata dalle due MEM che in questo caso significano esilio e liberazione.

L’esilio avvenne in MIZRAIM (che significa Egitto). La MEM iniziale dice che il paese era originariamente aperto e che gli ebrei potevano entrare ed uscire liberamente da esso e dalle loro case. La MEM finale simboleggia il fatto che alla fine il paese fu per loro chiuso, ed essi vennero a trovarsi in schiavitù nella loro casa, schiavi intrappolati senza via di uscita.

La Mem vale 40 e simbolicamente ci richiama il Diluvio che durò 40 giorni, Mosè che rimase 40 giorni e 40 notti sul monte Sinai, Mosè che visse 40 anni nel palazzo del Faraone, 40 anni a Midian e fu per 40 anni guida di Israele. Passarono poi 40 generazioni da quando Mosè ricevette la Torah Scritta a quando venne compilata la Torah Orale, nel Talmud Babilonese.

 

Ora passiamo alla fase pratica: quando si presenta indica una fase della vita in cui è necessario morire alle esperienze correnti per rinascere e iniziare una nuova esistenza, scevra degli errori del passato. La morte è il principio trasformatore che rinnova. E' la fatalità ineluttabile, il cammino inevitabile dell'evoluzione. Si può rinascere solo se si ha il coraggio di lasciare dietro di sé ciò che è ormai obsoleto e inutile, se non addirittura dannoso.

Simboleggia la liberazione, la spiritualizzazione. Evidenzia disillusione, percezione della realtà spogliata da ogni orpello inutile. Lucidità assoluta di giudizio, morte iniziatica. Distacco, ascetismo, potere trasformatore capace di rigenerare un ambiente corrotto. Rappresenta la fatalità, una fine necessaria. È la trasformazione radicale, il rinnovamento necessario. Se mal circondata può indicare malinconia, tristezza, senilità, corruzione, disgregazione. 




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati