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IL VIAGGIO DELL'ANIMA VITA DOPO VITA

a cura di Paolo Crimaldi
 

E’ ormai abbastanza accettata l’idea che la nostra anima possa aver già vissuto in precedenza altre esperienze di vita e quindi riportare in quella attuale ciò che ha acquisito e vissuto e che magari non è riuscita a portare a termine.

 

La dottrina della reincarnazione è una delle più diffuse e antiche credenze di cui l’uomo si è fatto portavoce nel corso del tempo e che è sopravvissuta in contesti ed aree culturali anche molto distanti tra loro. Credere nella possibilità che non possediamo un'unica vita per poter purificare la nostra anima e per poter poi accedere ad una dimensione Altra dell’esistenza, è qualcosa che aiuta ad affrontare con minore ansia e tensione la morte. Ma è soprattutto sapere che c’è la possibilità di avere un'altra occasione per poter far fronte a degli errori commessi o poter ritrovare una persona con cui si è stati bene già in questa esistenza, ciò che ha una forte suggestione sulla nostra psiche e ci fa credere in qualcosa che all’apparenza è del tutto irrazionale e di cui non abbiamo prove tangibili e certe.

 

Infatti una delle più frequenti critiche alla dottrina della reincarnazione è quella del perché non ricordiamo le vite precedenti visto che sono quelle che hanno determinato e causato l’attuale, così come spesso ci si chiede per quale ragione dovremmo vivere più esistenze se già una a volte è abbastanza pesante e piena di responsabilità.

A tal riguardo ci viene in aiuto la terapia regressiva alle vite passate, ossia un nuovo approccio di conoscenza della propria psiche il quale aiuta ad andare indietro nel tempo e nello spazio e a recuperare i ricordi significativi delle vite precedenti e che hanno reso possibile l’attuale incarnazione. In altre parole il terapeuta, che è bene dirlo non è necessariamente uno psicologo visto che la terapia regressiva alle vite passate non è una nuova forma di psicoterapia ma semplicemente un approccio psico-spirituale alla conoscenza di noi stessi e del nostro potenziale evolutivo, aiuta attraverso un rilassamento prima corporeo e poi mentale, anche grazie all’uso di immagini guida e suggestioni musicali, a ritornare indietro nel tempo fino a recuperare quelli che sono i  ricordi risalenti ad una passata esistenza che è in particolare correlazione con quella attuale e che in un modo o nell’altro continua ancora ad influenzarla.

 

Infatti molto spesso alcuni nostri atteggiamenti apparentemente paradossali, che sembrano del tutto estranei al proprio naturale modo di essere, possono risalire alle passate esistenze in quanto ereditati, a volte quasi integralmente, e di cui non si è consapevoli e che facciamo agire in noi senza che ce ne rendiamo conto. Alcune coazioni a ripetere comportamenti che in alcuni casi possono essere distruttivi, o che comunque sembrano non far procedere in alcuna direzione, possono essere legati ad una vita passata in cui non si è riusciti a capire il tipo di errore commesso e reiterato e che ancora oggi si può ripetere ossessivamente. Lo scopo della terapia regressiva alle vite passate, chiamata anche terapia karmica, serve proprio ad uscire da atteggiamenti che ripetono ossessivamente sempre uno stesso schema, attraverso la presa di consapevolezza e del conseguente cambiamento di prospettiva finalizzato al superamento di quel particolare modello comportamentale che in alcuni casi può essere un vero e proprio ostacolo alla propria realizzazione personale, un blocco a vivere nuove esperienze e a procedere in quel percorso di evoluzione psico-spirituale che si è scelti di portare avanti nell’attuale esistenza.

 

La terapia karmica può essere utile per quanti si sentono intrappolati in rigidi schemi di tipo emotivo dai quali non riescono a venir fuori, come ad esempio il cadere sempre nella stessa trappola dell’innamorarsi della persona sbagliata, che magari inconsciamente rappresenta un modello di persona alla quale si è stati così fortemente legati nelle vite passate e con cui non si riesce a mettere fine nonostante in questa vita non porti nè felicità nè tanto meno alcun tipo di appagamento, ma che anzi in alcuni casi può addirittura bloccare la libera espressione di se stessi ed delle proprie potenzialità affettive e creative.

 

La storia di Simona può essere esemplificativa a tal riguardo. Pur essendo una bella donna, intelligente e con un lavoro appagante, Simona non poteva certamente sentirsi realizzata nel campo delle relazioni affettive, visto che era arrivata alla soglia dei quarant’anni e a far un bilancio delle sue storie ne veniva fuori solo un vero e proprio fallimento, senza possibilità di appello. Il vero problema era costituito dal fatto che aveva sempre scelto uomini che all’apparenza sembravano essere forti, determinati, capaci di amarla per ciò che era e che invece dinanzi ai primi problemi si dimostravano insensibili, egoisti, infantili, quando poi non si dileguavano senza alcuna giustificazione.

 

Nonostante una analisi portata a termine e in cui aveva compreso alcuni schemi comportamentali delle sue scelte affettive, come ad esempio il fatto che era attratta da uomini che non la oscuravano tanto professionalmente che socialmente, ciò di certo non l’aveva aiutata a venir fuori dal solito meccanismo di innamoramento, ovvero l’attrazione verso partner che in un modo o nell’altro cercavano da lei un sostegno, un appoggio materno, o comunque una attenzione costante, reiterata da parte sua che li liberava da qualsiasi responsabilità, tanto materiale quanto affettiva. In altre parole Simona attraeva e si sentiva profondamente attratta da uomini che erano eterni adolescenti, incapaci di assicurarle stabilità, di donarle certezze e sicurezze su cui poter contare e vivere senza ansie e tensioni continue.

 

Seguendo il consiglio di una sua amica decise di intraprendere una terapia karmica, cercando e chiedendo al suo terapeuta di aiutarla a liberarsi di questa assurda ricerca, del tutto inconscia e irrazionale, di uomini incapaci di accettarla ed amarla per come ella effettivamente era, ovvero non solo con le sue certezze, ma anche con quelle insicurezze, fragilità emotive che era andata accumulando nel corso dell’attuale vita.

Durante la prima regressione Simona recupera i ricordi di un esistenza maschile nella quale aveva dovuto accettare un matrimonio combinato al fine di poter sanare la disastrosa situazione economica della sua famiglia. Quando ritorna al momento in cui gli viene presentato quella che sarà la sua futura moglie, prova un forte senso di nausea, il suo corpo si contorce, il viso si rabbuia, poiché prova un profondo disgusto per l’aspetto fisico di quella donna, che lo ripugna e gli fa vivere con ancora maggiore dolore questa scelta obbligata alla quale non è riuscito a sottrarsi per il bene della famiglia.

Il ricordo della prima notte di nozze è vissuto con assoluta freddezza e repulsione e finalizzato solo al dovere che gli compete in quanto marito, ma allo stesso tempo prova profonda tenerezza per questa donna, vittima come lui di scelte non dipendenti dalla propria volontà.

 

Nel commentare questa vita passata Simona comprende il perché abbia sempre preposto la sua realizzazione professionale ed economica a quella affettiva, visto che non voleva assolutamente ritrovarsi nuovamente a dover sposare qualcuno semplicemente per poter avere delle sicurezze di tipo materiale, così come ha compreso il motivo della sua attrazione per uomini che tendono alla dipendenza, anche economica, verso di lei, poiché le danno l’illusoria sensazione di non essere comprata, di mantenere la propria libertà di scelta e di non dover accettare compromessi.

 

In seguito al lavoro fatto con altre regressioni in cui ha potuto ricordare esperienze di vite precedenti simili, Simona oggi ha cambiato il proprio modello relazionale ed è riuscita a fidarsi maggiormente di uomini in grado di poterle dare sicurezze, senza per questo sentirsi manipolata, usata o in dovere di ricambiare.

A distanza di otto mesi dal termine della terapia karmica Simona ha trovato un compagno che ha saputo conquistarla con una giusta dose di dolcezza e determinazione, tanto da iniziare anche una convivenza a casa di lui e a pensare seriamente alla maternità, rallentando così i suoi frenetici ritmi di lavoro e godendosi maggiormente la propria vita.

 

Ma la terapia karmica non funziona solo per rimuovere dei blocchi affettivi relativi alle passate esistenze, ma aiuta anche a venir fuori da situazioni di impasse professionale e creativa, così come a liberarsi da alcune ossessioni e paure che impediscono di vivere serenamente.

In realtà ricordare un particolare evento della vita precedente che ha generato uno choc emotivo è il primo vero e sostanziale passo per avviare un processo di crescita e distacco dal passato e per rendersi liberi ed indipendenti da tutto ciò che impedisce di realizzare quello che è il proprio progetto di vita, ciò che si è scelto consapevolmente, ma di cui poi abbiamo perso memoria, al momento della nostra attuale incarnazione. Il fine delle terapia karmica sta proprio nel rimuovere tutti quei ricordi che impediscono di accedere a nuove esperienze di vita in grado di aiutare nel percorso di crescita evolutiva e nello sperimentare un insieme di cose per cui si è particolarmente predisposti in questa esistenza. Liberare la propria psiche da quelli che sono i condizionamenti karmici legati alle passate esistenze è un modo per acquisire libertà e forza creativa nel realizzare con serenità ciò che ci è più consono e naturale in questa vita.

 

 

Per saperne di più:

Bettye B. Binder – Scopri le tue vite precedenti – Ed. Gruppo Futura

Paolo Crimaldi  - Iniziazione alla terapia Karmica – Ed. Mediterranee

Thorwald Dethlefsen – L’esperienza della rinascita – Ed. Mediterranee

Judy Hall – Terapia R – Ed. Armenia

Manuela Pompas – La terapia R – Ed. Rizzoli

Helen Wambach – Rivivere le vite passate – Ed. Mediterranee

 

KARMA E REINCARNAZIONE

La parola karman viene dal sanscrito e significa azione ed è legata alla legge di causa-effetto. Infatti secondo questa teoria ogni azione genera un suo effetto che non può essere ignorato, poiché finché non si è compreso ed affrontato resta incollato alla nostra vita e la condiziona. Per fare in modo di non restare prigionieri del proprio karma bisognerebbe seguire il dharman, la legge, ossia il giusto sentiero, quello che permette di non compiere errori e di seguire la via della purezza e dell’illuminazione. Tutto ciò sta alla base della dottrina della reincarnazione, ovvero il ciclo di rinascita dell’anima sempre in un corpo umano, che invece si differenzia dalla dottrina della metempsicosi che invece prevede la possibilità di incarnarsi anche in forme di vita non umane.




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