Nelle terapie “relazionali” il livello delle coppie viene considerato come una sorta di piramide in cui vi sono 5 gradoni che partono da una base molto grande e, via via che si sale, lo spazio è sempre più ridotto.
I cinque gradoni si riferiscono al “grado di consapevolezza” in cui si trova la coppia per cui, più le coppie si trovano in basso hanno molta meno consapevolezza e sono molte di più come numero; in queste coppie sono presenti proiezioni ed invischiamenti di tipo emotivo molto forti.
Più si sale verso l’alto e più i gradoni si restringono perché c’è una maggior consapevolezza che garantisce migliori capacità di risoluzione dei conflitti; per contro, le coppie a questo livello sono via via sempre più inferiori come numero.
I cinque livelli sono dunque legati alla “differenziazione”: più una persona è differenziata, più ha autonomia a livello emotivo e più ha opportunità di comprendere cosa accade dentro di sé e, pertanto, più è libera nelle sue scelte.
Le coppie, nel loro iter, si trovano ad affrontare gli stessi problemi dell'individualità, nel senso che, sul piano emotivo, prima di essere coppia siamo individui con emozioni abbastanza indifferenziate che necessitano di una capacità di essere viste e riconosciute per arrivare infine alla capacità di percepirle e di conoscere se ci appartengono o se non ci appartengono. Significa che prima partiamo da una situazione molto invischiata a livello emotivo, per cui ci portiamo dietro contenuti non solo nostri ma anche degli altri, siamo porosi e bisognosi e questo, da un punto di vista relazionale, è un po’ una calamità, perché è vero che da un lato è ciò che ci fa sentire molto vicini all'altro, ma è anche ciò che ci induce a non separare bene le cose nostre da quelle dell'altro. Questo spesso porta a voler farsi carico dell’altro e dei suoi problemi, c’è il desiderio di supportare e di risolvere le cose all’altro ma, come contropartita c’è anche quella di credere ed avere aspettative che sia il partner a dover risolvere i nostri vuoti; tutte cose che in realtà sono impossibili da ottenere.
Cominciamo con i primi due livelli…
1 – La coppia paradossale
Il primo livello – il più basso - è quello che comprende persone con meno differenziazione e quindi, con più problematiche di tipo emotivo e minor capacità di definizione di sé, di mettere confini e di avere un'autonomia a livello di identità: si chiama “la coppia paradossale”. La parola d'ordine di queste persone è "non posso vivere senza di te ma … non posso vivere con te". In questa coppia i due bisogni fondamentali di ogni individuo (asse I/VII, ovvero bisogno di affermarsi e bisogno di essere in relazione con qualcuno, essere fusi ed essere separati), sono del tutto inconsci per entrambi.
I partners subito dopo l’innamoramento, vivono una sorta di invischiamento a livello simbiotico sempre del tutto insoddisfacente, perché quando c’è fusione c'è la percezione di non avere identità che fa sorgere il bisogno di creare una distanza (in genere attraverso la lite - Marte - separazione); tuttavia poi, senza l’altro che rispecchi si vive la sensazione di non “avere una identità” e quindi si ritorna a ricercare il partner. Queste coppie possono rimanere a lungo dentro a questa altalena.. in cui si uniscono, poi si separano e poi si riuniscono per poi ritornare a separarsi.
Il punto è che in una condizione di separazione le due persone non sanno stare, perché senza “un altro” non c'è nessuno che rilette l'identità. La fase simbiotica è una fase da casa II, e psicologicamente indica che l'Io non è ancora differenziato e quindi deve essere riflesso da qualcuno.
In una relazione simbiotica il partner serve a garantire l’esistenza e l'identità, in pratica è l’altro che “la riflette”. Stare da soli è come non esistere.
Questa coppia ha il tasso più elevato di conflittualità.
Questa coppia si chiama paradossale proprio perché la spinta verso la separazione procura le stesse identiche sofferenze e stress che si vivono nella spinta verso l'intimità. Il conflitto in questo caso è estremamente profondo e nessuno dei due ha coscienza di ciò che accade; entrambi sentono disagio e sono arrabbiati, il punto è che lo sono, sia quando sono insieme che quando sono separati. Qui troviamo grandi tematiche che coinvolgono l'asse II/VIII, soprattutto quando nel tema sono forti Plutone e Nettuno e i pianeti femminili. La separazione nasce da Marte e dal Sole mentre, Nettuno e Plutone tendono all’indifferenziazione senza la capacità di mettere dei confini.
2 – Identificazione proiettiva
Il livello successivo comporta la proiezione utilizzata soprattutto come meccanismo di difesa; la proiezione indica che è già presente un Io che “sente” il conflitto ma che non sa ancora reggere la tensione derivante dalla lacerazione e quindi deve scinderlo.. riconoscendone solo una parte. Questo è il livello più comune delle coppie.
Qui il problema si gioca sempre sul conflitto “fusione e separazione”, però in parte è cosciente; si tratta di una coppia che è un po’ più consapevole di quella precedente però non riesce ancora a risolvere il problema, almeno non in maniera sana, e quindi tutto è ancora altamente conflittuale.
Una parte del conflitto è arrivato alla coscienza ma l'altro pezzo rimane rimosso, inconscio e proiettato sull’altro. Il problema è intrapsichico e personale ma diventa interpersonale: sono due persone che hanno lo stesso conflitto ma una incarna un lato, mentre l'altro incarna l'altro e tutti e due si accusano reciprocamente della parte che non vedono di sé.
I due individui sono molto polarizzati: uno è molto intimo e l'altro è molto libero, uno è molto razionale e l'altro non lo è per niente, uno è efficiente e l'altro è inetto, uno è fedele e l'altro è infedele, uno è adulto e responsabile e l'altro è Peter Pan che scappa da tutte le parti: ognuno però accusa l'altro della parte che non vede e di cui non riesce a prendere coscienza. Questa coppia è impostata su o tutto bianco o tutto nero: o sono intimo o sono autonomo, le due cose insieme sono assolutamente inconciliabili. O almeno sono inconciliabili per l'IO.
Sul piano personale entrambi i partners lottano con lo stesso tipo di conflitto, ed è anche per questo che si sono scelti reciprocamente. Una combinazione tipica di questa coppia è quella in cui un partner incarna Saturno ed uno incarna Urano, uno stabile e l'altro instabile. Entrambi i partners sono trascinati in una relazione che ha come scopo la presa di coscienza dei loro rispettivi conflitti e la conseguente risoluzione personale all'interno. La qualità che originariamente avevano trovato più attraente nel partner è proprio quella che dopo odiano perché è una qualità personale.
Nella sinastria queste combinazioni si vedono benissimo, anche se non sempre si può capire a priori come si giocheranno queste parti e come se le spartiranno. Per esempio con Sole/Nettuno ho visto molte volte donne che hanno un partner alcolista o tossicodipendente. Sole/Nettuno chiede un grosso lavoro sulla propria debolezza e loro la proiettano fuori.