Affidandosi all’Alto, per superare la tappa precedente rappresentata dal Diavolo e non cadere nel caos, il nostro Iniziato deve far “crollare” tutte le sue certezze fino ad allora conquistate. Aiutato dalla luce del Sole (Fuoco Cosmico) che lo sosterrà nel fare chiarezza nella sua vita, il Bagatto si prepara a cadere da quel castello di sicurezze dentro il quale aveva provato ad arroccarsi.
Alcuni mazzi riportano il nome di questa lama come “Maison de Dieu” - la Casa di Dio e anche la Torre della Distruzione, perché si deve prima distruggere per poter poi ricostruire, come ci ha insegnato la Lama precedente: scomporre per ricomporre su altri livelli.
L’arcano numero 16 è l’immagine simbolica della Torre di Babele, l’episodio biblico che descrive la punizione che spetta all’ORGOGLIO UMANO quando, eccedendo, vuole eguagliare DIO scalando il Cielo con mezzi puramente materiali. Rappresenta la Grande Opera costruita dall’uomo.
Il lampo è il simbolo della punizione, gli effetti della quale sono rappresentati dal pezzo di edificio che sta precipitando al suolo.
I mattoni sono di colore arancione (giallo e rosso fusi) per simboleggiare che la Torre è qualcosa di vivo e va quindi considerata: in grande come il Consorzio Umano, ed in piccolo come l’Individuo singolo, il suo corpo, l’insieme delle cellule e degli organi.
Esaminiamo da vicino i simboli di questa lama: è una costruzione “colpita” da un fulmine, che, crollando come struttura, espelle i suoi abitanti, facendoli precipitare al suolo, unitamente a parti di sé, mattoni e schegge (rappresentate da palline multicolori).
Il crollo non è totale ma ha tuttavia il sapore dell'ammonimento: dobbiamo elevarci, salire fino alle più alte vette concesseci dalla nostra condizione umana, ma sempre nel rispetto della figura del Creatore, senza minimamente sognarci di eguagliarlo!
I merli della Torre sono di colore oro (colore a volte relativo alla spiritualità), seguiti, verso il basso da due file di mattoni, prima rossi e poi verdi, ad indicare che attraverso il superamento della passionalità e delle “ragioni” della vita vissuta, ci potrebbero condurre nella parte più alta dell’edificio da dove potremo “colloquiare” con il Divino. Questa parte però è proprio quella che viene abbattuta, scardinata dal Fulmine Divino, ad indicare che molto spesso cadiamo nell’errore di seguire “religioni” materialistiche, lasciandoci dominare dal richiamo della carne piuttosto che seguendo i principi suggeritici dallo spirito.
Eppure la Torre appare essere stata costruita con tutti i crismi del simbolismo, 4 aperture, una in basso per entrare, due a livello mediano ed una in alto.
La finestra che viene scardinata è quella in alto, rappresentante la presunzione raggiunta dopo avere erroneamente scelto la “finestra” sbagliata tra quelle del piano mediano, nel quale, dopo avere metabolizzato i contrari, avremmo dovuto scegliere la Via Giusta della Spiritualità.
Le due finestre del centro rappresentano una la scienza intesa come conoscenza del mondo terreno e l’altra la conoscenza del monto spirituale, mentre la Porta simboleggia l’ingresso nel nostro tempio interiore alla ricerca profonda del nostro io.
Ma evidentemente la lezione del Diavolo non ha pienamente convinto il Bagatto, che fa un ultimo tentativo di ribellione, pieno delle energie rimesse in circolo con il Solve et Coagula della lama precedente. Qui c’è l’ammonizione finale: non si deve dedicare la propria esistenza alla passionalità, al possesso materiale, al piacere, alle ricchezze, al potere effimero della transitorietà della vita terrena. Bisogna praticare la spiritualità, nutrire l’anima eterna che è in noi, pena il venire “rigettati” nei piani più bassi, con la conseguente perdita di tutto ciò che si era desiderato, ma soprattutto privi della Luce Divina.
Il Sole ha raggi rossi e gialli, illuminazione e volontà purificatrice, preceduto da una nube creata dalla loro emissione.
I personaggi travolti dal crollo sono due, uno incoronato, simbolo visibile del potere al quale si era assoggettato, il suo abito è multicolore, ad indicare la sua aderenza a tutti i piani della realtà umana: azzurro (la spiritualità), rosso (la volontà), verde (il misticismo), giallo (qui inteso come colore dell’invidia che spinge alla brama dei beni materiali). Il personaggio di destra, il costruttore della Torre, viene ucciso dal mattone che lo colpisce in testa: egli ha posto la sua scienza al servizio del potere terreno. Le due figure quindi simboleggiano: quella incoronata vestita di celeste l’idealità sconfitta; l’altra, il concetto di rovina che travolge ad un tempo opera ed autore.
Dalla Torre cadono sedici (XVI) sfere, cinque gialle, cinque verdi e sei rosse: rappresentano i ricordi del passato che fuoriescono dal monumento all’Illusione eretto dall’Iniziato.
L'arcano della Torre rappresenta il perno filosofico della necessità del male come aspetto complementare del bene. È il necessario cambiamento di stato, doloroso ma indispensabile, per l'evoluzione interiore. Se le energie incontrollate rappresentano un pericolo di fronte al quale non bisogna rimanere passivi, è indiscutibile la fertilità, il potere germinativo del nuovo che sorge dalle rovine del vecchio, il rovesciamento della condizione statica e cristallizzata antecedente la presa di coscienza.
Il fulmine ha colpito ciò che era ingannevole, inutile, superfluo; non esistono più false speranze, i desideri inutili sono stati distrutti. L’Iniziato si trova ora davanti alla verità in tutta la sua brutalità e ferocia. Questa lama non ha mezze misure e elide tutto ciò che è realizzazione della presunzione umana, ciò che l’orgoglio umano aveva osato erigere: la Torre di Babele, simbolo della arroganza degli uomini.
Ciò che è terreno non è destinato ad essere eterno: ”NON ACCUMULATE TESORI SULLA TERRA, MA IN CIELO”, dicono le parole del Vangelo e l’Iniziato non può che considerarne la penetrante verità. All’improvviso tutto ciò in cui aveva riposto fino a quel momento fiducia ed energie sembra perdere ogni significato, ma la Torre distrugge solo ciò che è vecchio ed obsoleto, ciò che non ci appartiene più, ciò che ci costituisce scoria, che ci fa rimanere impantanati nei detriti del nostro percorso terreno. Il fulmine è un risveglio improvviso, ci fa vedere di cosa dobbiamo liberarci, ci permette il cambiamento radicale, doloroso, ma foriero di uno stato di essere più forte, deciso e sicuro. Fa crollare l’ipocrisia di cui ci siamo circondati, deterge l’anima e il corpo dagli errori commessi: sbagliare a questo punto non sarà stato completamente inutile, se sapremo fare marcia indietro!
La lezione della Torre è quella di scoprire la Verità e di attenervisi, senza farsi fuorviare. Ma la presenza del Sole (Dio) conferisce un aspetto misericordioso alla Lama, in quanto testimonianza che in ogni opera umana, anche se caratterizzata dalla più ostentata presunzione, risiede la presenza divina, pronta ad intervenire per dare all’uomo una seconda scelta, illuminandogli il cammino nuovamente. La sua vita dovrà essere ricostruita, ma con basi più solide: umiltà, devozione e fede, che costituiranno la vera solidità interiore, permettendogli di continuare il cammino con fermezza.
Il Bagatto è riuscito a morire e a rinascere, potrà ora percorrere le fasi finali della sua iniziazione che lo porteranno all’Illuminazione finale.
Ora esaminiamo l’Arcano alla luce dei numeri.
È formato dall’Uno e dal Sei, possiede quindi le qualità dell’Uno e la statica conflittualità del 6, ma la sua somma ci metterà in movimento, non ci lascerà immobili.
Scomponendolo in 1 + 15 abbiamo il Bagatto che combatte contro le insidie e le seduzioni del potere della conoscenza.
Se lo scomponiamo in 2 + 14 la Gnosi mette in moto la metabolizzazione degli opposti, il superamento della dualità, la metamorfosi a livello interiore.
Ancora può essere scomposto in 3 + 13 dove il principio creatore ci ridarà la vita che eravamo disposti ad abbandonare per una completa rinascita.
Se lo esaminiamo come 4 + 12 coglieremo il significato nascosto della potenza di superare l’immobilismo dell’Imperatore per riseminare le nostre energie.
Scomponiamolo ora nel 5 + 11, qui la Quintessenza ci conferisce Forza, fierezza, vigore per superare gli ostacoli.
Se consideriamo il 6 + il 10 avremo il superamento della difficoltà della scelta alla luce della completa accettazione delle prove che la vita ci offre.
Scomponiamolo nel 7 + 9 l’intraprendere la nostra strada, in solitudine ma corroborati dalla lanterna della nostra spiritualità, ci farà riconoscere il giusto cammino e ci permetterà di sovrastarne le insidie.
Vediamolo ora come il raddoppiamento del numero 8: la Giustizia deve aiutarci, e ci aiuterà, a superare le insidie della tentazione di fermarci ai traguardi raggiunti, tenendo presente che anche altri sono in cammino e che sono compagni di viaggio di vita.
Significato: in generale rappresenta lo spirito imprigionato nella materia; presunzione, orgoglio, seduzione, materialismo, avidità, smania di ricchezze materiali, eccessi ed abusi in ogni campo, sopravvalutazione delle proprie forze e capacità. Errore, scorie ancora non metabolizzare, detriti di cui liberarsi. Situazione improvvisa di cambiamento, vincoli, scala valori interiore rigida, che va ampliata e rivista.
Nello stesso tempo la Torre predice un cambiamento che ci riporterà vero all’inizio, ma liberi da sovrastrutture costrittive, ci permetterà di rinascere con la completa consapevolezza di ciò che è bene e ciò che è male perché lo avremo sperimentato direttamente, non solo a livello cognitivo. Solo superando questa ultima prova sapremo trarre tutti i benefici “divini” accordati alla nostra natura umana.
Corrispondenza lettera ebraica: AIN o OIN (Occhio) - (valore numerico matematico = 70) Funzioni: CORRISPONDERE (verbo intransitivo), Comunicare, Rispondere con (una azione), Riflettere, Coincidere, Correlare, Ricambiare, avere Identità, Identificare, Riscontrare, Fare coppia. Essa è una lettera che indica anche il NON Essere e il cancellare.
La parola AIN significa occhio o sorgente; il vedere, lo sguardo; infatti il segno egizio corrispondente raffigura un occhio umano. La Forma Riflettente, quella delle relazioni, delle corrispondenze.
La parola AIN (occhio) fa sì che la lettera AIN significhi anche percezione e visione.
Tra tutti gli organi, l'occhio è quello che rivela all'uomo più di tutti.
I Saggi asseriscono che "l'udito non è comparabile alla vista".
La parola AIN (correlata a MAAYAN - fonte) significa anche sorgente di acqua (Genesi 16:7). Esattamente come una sorgente porta l'acqua dalle profondità della terra alla luce del sole, così l'occhio porta la percezione del mondo nella mente dell'uomo. L'organo della vista rappresenta tutto l'essere dell'uomo. Così come ogni uomo è un OLAM KATAN (mondo in miniatura), in confronto all'universo, l'occhio è il microcosmo dell'universo. L'occhio è il mondo: il bianco rappresenta l'oceano, l'iride la terra, la pupilla è Gerusalemme e l'immagine che vede chi osserva è il Tempio. L’occhio è quindi il veicolo che rende possibile la visione, che rischiara il buio interiore,
così la luce è l'elemento che risveglia la creazione e la porta allo sviluppo.
Così come la luce fisica aiuta le piante a crescere, la luce spirituale ed intellettuale spinge l'uomo a raggiungere il suo potenziale.
Nella calligrafia della Torah, la AIN è formata da una YOD allungata ed una ZAIN. La ghematria (somma) delle due lettere è 17, che corrisponde, come valore, alla parola TOV (bene). Questo insegna che si deve sempre guardare la gente con AIN TOVA' (buon occhio), e giudicare gli altri favorevolmente, come dice il Salmo: "possa tu vedere il bene di Gerusalemme" (Salmo 128:5).