La cosa che più si cerca al mondo è l’amore, tuttavia, vi sono persone che, pur desiderando un rapporto non hanno poi il coraggio di viverlo fino in fondo e quindi sfuggono oppure rinunciano.
Oggi più che mai si sentono persone dire di non volersi coinvolgere per non soffrire; altre sostengono di aver avuto troppe delusioni e quindi non vogliono più riprovarci, come se il sentimento fosse qualcosa che si può scegliere di provare o meno; altre vivono di rapporti stagnanti ed insignificanti che danno però sicurezza; c’è poi chi continua a stare dentro a più rapporti per avere la certezza di non legarsi a nessuna persona in particolare e, infine, ci sono quelli che vivono di paure di non essere all’altezza di poter sperimentare questo sentimento.
Questa si chiama “paura di amare”.
Televisione, libri e cinema continuano a sottoporci situazioni in cui l’amore è sempre in primo piano eppure, negli ultimi 20 anni è cresciuta di molto l’ansia da relazione e così, pian piano, i sentimenti autentici stanno lasciando il posto ai suoi surrogati e ad una sessualità caotica e selvaggia incapace di colmare i vuoti interiori che restano del tutto inappagati.
Herman Hesse diceva che senza amore non si può né vivere nè morire; infatti, la società occidentale non riuscendo ad amare, non vive bene e teme la morte più di ogni altra cosa al mondo.
Per assurdo si sentono spesso i single dire di aver raggiunto la vera autosufficienza per cui possono tranquillamente fare a meno delle complicazioni relazionali, salvo poi trovarli il sabato sera in discoteca o in altri luoghi dove la sessualità ed altri palliativi si sprecano.
Sul piano psicoaffettivo la tendenza sembra essere inversamente proporzionale: più cresciamo in tecnologia, meno siamo in grado di crescere da un punto di vista emotivo.
Anche il linguaggio d’amore è venuto meno: oggi parliamo d’amore a spot; i rapporti sono frettolosi e scanditi da SMS, perché il romanticismo e fare o il farsi fare la corte – grande simbolo venusiano – è diventato superfluo per una società che non ha tempo da perdere. Tutto è rapido e consumato velocemente; anche la sessualità non lascia spazio al desiderio e alla fantasia; viene agita all’istante e questo le sta facendo perdere ogni magia ed incanto.
In pratica, la grande assente sembra essere l’intimità che è il presupposto e la via per l’amore. Tutti i simboli di Venere sono diventati oggi tema di dibattiti e di inchieste piuttosto che di vita vissuta. Così, tenerezza, romanticismo, valore e sentimento sembrano i grandi assenti che lasciano il posto a bellezza fisica, mondanità, immagine e sessualità. In pratica, si parla tanto di ciò che non si può agire.
In questo modo, all’aumentata ricchezza materiale corrisponde una progressiva povertà emozionale che rende insignificante e banale l’esistenza. In una parola oggi si ama poco e, come conseguenza, si è poco amati.
Anni fa, in un celebre saggio Schellembaum parlava proprio della “ferita dei non amati” e, sicuramente, oggi rispetto all’amore possiamo considerarci tutti reduci di guerra.
Pochi sanno che la relazione rimette in scena i fantasmi dei nostri personaggi interiori e che ci sono dinamiche psichiche che spingono per strade impervie in cui la sofferenza può regnare a lungo. Tutti hanno enormi aspettative appoggiate sull’altro e, possiamo considerarci una società affetta da totale “analfabetismo” amoroso.
Da dove origina la paura di amare? Perché una persona pensa di non volersi più mettere in gioco su questo piano? Si soffre molto ma per curarsi si finisce per rinunciare agli affetti, limitandosi anche in questo caso a curare il sintomo e non la causa.
Per amare e per provare passione bisogna lasciar andare le difese. La passione è una qualità tipica della casa ottava e di Plutone, un regno in cui bisogna avventurarsi nudi, ovvero senza maschere e senza barriere; il regno di Plutone è profondo e non è mai un semplice affare tra corpi, giacchè richiede emozioni intense, intelletto e soprattutto sentimenti autentici: bisogna avvicinarsi a questo regno e la strada maestra è l’intimità che si raggiunge solo quando vengono superati i limiti del Sé, senza tuttavia perdere la propria identità.
E’ esattamente questo che vuole Plutone: superamento dei confini e dei limiti personali per ottenere i quali bisogna avere una identità sana, altrimenti tutto ciò è impossibile.
In una parola, l’ottava casa ci chiede di LASCIAR ANDARE ciò che non ci serve e, in amore, non ci sevono certo le difese e le paure: occorre ABBANDONARSI.
Oggi viviamo nel regno del controllo che è esattamente ciò che invece si fa quando si ha paura e non ci si concede né a noi stessi né ad un altro.
Quando non c’è ABBANDONO, non c’è piacere e si finisce per perdere il desiderio che è la molla che ci spinge verso l’altro; senza di esso non c’è avvicinamento e quindi non c’è intimità, né amore, né trasformazione.
Così, si finisce per sopravvivere anziché vivere poiché il cuore resta silenzioso, incapace di provare qualcosa, quasi pietrificato. Ci dimentichiamo che l’amore produce estrogeni e che, di conseguenza, ci fa sentire più belli, producendo cambiamenti interiori ed esteriori: è attraverso di esso che si possono superare le inibizioni, le paure e le ferite del passato: in fondo l’amore è l’antidepressivo più potente ed assolutamente naturale che conosciamo. Provare amore significa farsi iniezioni di autostima e di valore personale: non a caso, quando siamo innamorati siamo fantastici, belli, pieni di energia, ottimisti e armoniosi.. tutte cose che ci regala Venere quando la onoriamo vivendola.
Amare significa anche vivere la sessualità non più come un atto compulsivo e meccanico, ma come una via per conoscere sé stessi e l’altro: è un linguaggio che nasce dall’incontro ed è in quello scambio che la magia viene ritrovata.
Non esiste la strada della paura, esiste la strada del comprendere perché soffriamo; solo allora potremo prenderci il rischio di rimetterci in gioco e scoprire che si può e che amare è meraviglioso e vale la pena di provarci sempre, a qualunque età.