Quando si deve sostenere un esame o un colloquio per una eventuale assunzione o fare un viaggio in aereo, una competizione sportiva, una prestazione di fronte ad un pubblico, iniziare una nuova relazione d’amore o intraprendere l’esperienza genitoriale, e così via, è naturale che la maggior parte delle persone si senta nervosa, ansiosa. Sicuramente questo tipo di emozione non è piacevole e spesso è affine alla paura proprio di chi teme qualcosa o qualcuno, vale a dire la possibilità di subire un danno, fisico o morale. L’ansia può diventare una condizione patologica e allarmante quando lo stato di apprensione e timore è continuo, quando si vive in una persistente tensione, come catturati da qualcosa di cui non conosciamo il volto, qualche cosa d’ignoto e la tensione persiste anche senza una causa precisa.. In questo stato d’animo si vive la sensazione d’essere incapaci di raggiungere anche soltanto dei semplici obiettivi quotidiani e la relazione con la famiglia, con il lavoro, lo studio e gli altri si appesantisce e si sovraccarica di tensione.
Quando l’ansia non origina da un pericolo reale e oggettivo il mondo intorno a noi perde d’interesse e il piacere dell’esistenza si riduce notevolmente impoverendo le nostre relazioni e soffocando le nostre aspirazioni, costringendoci a spazi sempre più ristretti in cui il nostro mondo interno sembra vivere un presente insoddisfacente e deludente. Quando l’ansia non supera una certa soglia l’individuo la può vivere con una certa utilità in quanto può consentire reazioni adeguate a situazioni oggettivamente minacciose. In queste situazioni l’attenzione viene rivolta a ciò che rappresenta un pericolo, una minaccia e vengono messe in atto, in modo naturale, reazioni fisiche come il respiro che diventa affannoso, l’accelerazione del battito cardiaco, una certa tensione muscolare che hanno la funzione di proteggerci da tutto ciò che viviamo come minaccioso e terrificante e predisporci alla lotta per la sopravvivenza. In alcuni casi, la minaccia può essere vissuta in modo tale da provocare reazioni di blocco, come una forma di inerzia, una specie di paralisi, come avviene specialmente nel mondo animale. Il comportamento dell’animale è dettato da un istinto innato di sopravvivenza che, nel caso di un pericolo, lo rende meno visibile e vulnerabile e in alcuni casi si comporta come se fosse morto allontanando da se la minaccia d’essere attaccato e ucciso.
Ma negli esseri umani lo stato d’ansia non si manifesta soltanto quando temiamo un attacco alla nostra incolumità fisica ma anche quando si devono mettere in atto una serie di abilità che sono strettamente connesse ai nostri valori morali, etici e sociali e in cui entra in causa la nostra soggettività più profonda. In questi casi, quando la nostra capacità di far fronte alle difficoltà del momento non è sufficiente agli stimoli cui siamo esposti, possiamo sprofondare in un senso, alle volte devastante e rovinoso di sconfitta, di fallimento, in cui l’autostima non è più in grado di sostenerci e avvertiamo una preoccupante difficoltà ad affermare e confermare la nostra personalità. In queste situazioni viviamo come una desolante, deprimente sensazione di perdita della nostra forza interna che ci porta spesso a vivere un abbattimento morale accompagnato da un’insanabile senso di frustrazione e insoddisfazione croniche.
L’ansia è uno stato psicologico e fisico dell’essere umano nelle sue vicissitudini e avversità esistenziali..
In ogni individuo è presente uno stato d’ansia che si può esprimere attraverso passaggi graduali diversi fra ansia psicologica e patologica. L’ansia, quando è di breve durata può essere considerata una forma di adattamento dell’individuo a condizioni ambientali che richiedono risposte adeguate. In questi casi, le funzioni psicofisiche quali la concentrazione, l’attenzione, la memoria e una certa tensione muscolare vengono considerate come una specie di forza energetica orientata al superamento del compito. Quando lo stato d’ansia diventa troppo intenso o continuo, l’individuo vive una caduta energetica che si concretizza nella sensazione di un’esperienza di vuoto psicologico che lo rende incapace di un adeguamento naturale alle richieste della vita quotidiana.
L’ansia patologica si riferisce ad un vissuto non ben definito, oscuro, in cui l’individuo ha difficoltà ad oggettivare realmente il pericolo che sente come minaccioso e che gli impone un’esperienza di profondo sconforto e dolore accompagnato da una triste sensazione d’impotenza e d’inadeguatezza di fronte alla minaccia percepita come subitanea, improvvisa. In alcuni individui, l’origine della sensazione dell’apprensione è più chiara come il timore del passato, del futuro o della morte, anche se queste paure non trovano motivazioni nella realtà. L’ansia patologica è un sintomo che si riscontra spesso negli stati depressivi. In psicologia si ritiene che l’ansia sia alla base delle malattie psicosomatiche. L’ansia, infatti, connessa a conflitti psichici non risolti potrebbe favorire l’esplosione dell’ipertensione arteriosa, di un’ulcera duodenale, di crisi d’asma, o altro e non sarebbe vissuta allo stato puro, come tale, ma si trasformerebbe in disfunzioni somatiche. L’individuo ansioso può manifestare un comportamento agitato accompagnato da tremori, dolori muscolari incapacità a stare fermo e facile affaticamento o bloccato per lo stato di panico che può raggiungere l’esperienza emotiva, associato a livello somatico in manifestazioni neurovegetative quali la tachicardia, palpitazioni, sudorazione, sensazione di soffocamento, dolori addominali, costrizione toracica, vertigini, tremori, disturbi urinari, annebbiamento della vista e altro ancora.
Il nostro sistema nervoso autonomo riveste un ruolo estremamente importante per l’equilibrio delle numerose funzioni del nostro organismo di fronte ai complessi stimoli ambientali. Il sistema nervoso autonomo agisce appunto in modo autonomo, senza consapevolezza e volontarietà da parte dell’individuo e si suddivide in due strutture che sono il sistema nervoso simpatico e il sistema parasimpatico. Entrambi i sistemi sono collegati ai diversi organi del nostro organismo e agiscono su di loro in modo sinergico, vale a dire attraverso un’azione combinata di principi i cui effetti si sommano, in modo da assicurare una funzionalità efficiente di fronte ai più variati stimoli ambientali. Il sistema simpatico produce risposte negli organi che predispongono all’attività e anche all’emergenza favorendo l’accrescimento attivo di energia, mentre il sistema parasimpatico produce modificazioni in direzione opposta. Entrambi i sistemi sono modulati da centri nervosi posti nel cervello che funzionano come una centrale operativa di tutte le esigenze corporee.
La crisi d’ansia può essere trattata in un primo momento cercando di creare una situazione ambientale rassicurante che possa ridurre al minimo gli stimoli che sono all’origine dello stato ansioso, congiuntamente all’uso di farmaci tranquillanti come le benzodiazepine. Questi farmaci che hanno lo scopo di ridurre o bloccare lo stato di tensione ansiosa dovrebbero ovviamente essere prescritti esclusivamente dai medici anche se spesso, purtroppo, tale uso viene affidato a molta superficialità. Inoltre, occorre valutare la possibilità del ricorso all’utilizzo della psicoterapia.