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CONQUISTA E RELAZIONE

a cura di Lidia Fassio
 

Tutte le persone hanno bisogno di conquistare ciò che desiderano, in particolare per quanto concerne il delicato tema dell’amore, è importante per sentirsi in grado di poter conquistare chi si desidera, pena la sensazione di non essere sufficientemente attraenti, seduttivi o potenti.

Per alcune tipologie di persone però la conquista è parte integrante del proprio senso di identità e non è possibile vivere senza metterla in atto continuamente e questo più o meno in tutti i settori ma, in special modo, in quello amoroso.

Mi riferisco ovviamente ai segni di fuoco ed in particolare all’Ariete che, essendo sotto la signoria di Marte e di Plutone, non può fare a meno di vivere il bisogno di conquistare qualcuno in quanto, proprio da questo atto nascono il senso di forza e di potenza di cui il segno ha particolarmente bisogno perché può placare il senso di precarietà che resta sempre un motivo di sottofondo.

 

Tra l’altro poi, prendendo in considerazione l’opposizione che l’Ariete fa con il segno della Bilancia e con Venere, viene da pensare che la conquista sia un passaggio obbligato per raggiungere quel senso di gratificazione ma anche di completezza che si ottiene attraverso lo specchio dell’altro che, nel caso, conferma il proprio esistere e la propria identità.

Tuttavia, proprio perchè parliamo del segno opposto, ci fa capire quanto è difficile per l’Ariete arrivare ad una relazione autentica proprio perché troppo spesso prevale il senso della conquista su quello del riconoscimento dell’altro e dell’interazione.

L’ariete è il primo segno e questo indica che, per arrivare ad una reale possibilità di relazionarsi secondo i canoni della Bilancia e della settima casa, avrà bisogno di percorrere e superare alcuni traguardi importanti che, altrimenti, creeranno problemi difficili da risolvere.

 

Indubbiamente nel segno dell’Ariete l’identità, la forza e il potere sono solamente potenziali che dovranno essere sviluppati ed integrati nell’arco della vita e questo porta i nativi a sentirsi troppo spesso in balia delle loro potenti compulsioni che se da un lato danno la misura dei loro reali bisogni e del bagaglio interno, dall’altra mettono anche in evidenza i  limiti nel saperle gestire.

Una vera relazione richiede il riconoscimento dell’altro, step che va costruito via via passando attraverso le 6 case  e i 6 segni sotto l’orizzonte, ognuno dei quali in grado di fornire un suo particolare bagaglio nel momento in cui lo si fa proprio.

Così, l’Ariete ha bisogno di appropriarsi di valori autentici che nascono da una attenta valutazione che non è il semplice convogliamento delle pulsioni, ma richiede capacità di comprendere e di contenere l’istinto in modo da poter definire cosa ha valore (Proserpina); deve imparare a mettersi in comunicazione e, per fare questo deve  organizzare i suoi pensieri in modo da saper riflettere e portare fuori ciò che ha dentro in modo più elaborato e raffinato e non solamente istintivo (Mercurio); deve poi imparare a sentire le proprie emozioni e a distinguerle perché, in caso contrario rischia di fare confusione e di esplodere anche per cose che non gli sono proprie (Luna) in pratica deve contenere le sue emozioni; ha bisogno di acquisire una forte identità e di contattare la creatività, un vero appropriarsi di sé stesso, che nasce dal superamento della fase edipica e dall’accesso al desiderio e alla capacità di procrastinare la gratificazione di un impulso (questo è il compito del Sole che orienta verso una identità forte che aiuta a non dover più cercare riflesso all’esterno sciogliendo così la competizione con le figure dello stesso sesso); infine, sesto ed ultimo step, deve imparare a riconoscere i limiti, far calare il ritmo con cui si affrontano le cose; imparare a trovare un senso di disciplina che si ottiene attraverso il confronto con l’autorità esterna. Questo passaggio richiede l’adesione ai criteri di adeguamento alle regole che creano le condizioni per una una civile convivenza tra persone in grado di fare ciò che è necessario per mantenersi e occupare il proprio ruolo nella società in cui si vive (questo è il compito di Y) che ci ricorda che viviamo in un sistema che ha migliaia di sottosistemi per cui, non siamo soli nell’universo.

Questi passaggi sono indispensabili per arrivare ad una reale capacità di relazione che, in fondo resta pur sempre una meta molto ambita dai nativi.

 

La casa quinta però è il passaggio più difficile anche se apparentemente può rafforzare e rendere più definite le energie dell’Ariete, tuttavia, basta una minima lesione per creare difficoltà sul piano dell’identificazione e ostacolare il raggiungimento di una reale capacità di mettersi in relazione con gli altri e, in particolar modo con un partner. La lesione sulla quinta mantiene nell’individuo un troppo forte bisogno di autocentratura e di egocentrismo che non favorisce i passaggi successivi.

 

Soprattutto le donne dell’Ariete si trovano spesso in difficoltà ad identificarsi pienamente con il femminile, a maggior ragione se la madre risulta una figura di secondo piano rispetto al padre o peggio ancora se si tratta di una donna passiva e sacrificale, resteranno sempre problemi in questo delicato passaggio con la conseguenza di sviluppare una difficoltà con tutte le altre donne che vengono fondamentalmente percepite come  nemiche, soggetti verso cui si sviluppa un profondo senso di invidia e di rivalità dovuti alla sensazione di mancare di alcuni degli strumenti tipici della femminilità (seduttività e accoglienza), compensati  però  da una ostentazione di valori maschili da esse considerati superiori o maggiormente appetibili.

 

I maschi Ariete invece, dato il forte concentrato di energie maschili, se hanno nel tema una Luna importante  possono  restare a lungo imprigionati in un complesso materno che li spinge a cercare donne con cui non poter instaurare un rapporto solido e stabile, oppure ricorrono alla duplicazione della figura femminile  (scindendo Luna e Venere) che, già di suo, risulta molto funzionale al desiderio maschile. In questi casi lui rimane l’eterno ragazzo che, come punto di riferimento emotivo, mantiene la madre per cui nessun’altra donna potrà avvicinarsi alla sua anima. In questa situazione l’uomo non è mai veramente libero, lo è solo dal punto di vista della conquista sessuale, ma il suo cuore, anche se del tutto inconsciamente, resta imprigionato nell’incesto affettivo materno.

 

Inanellerà così decine di relazioni sempre e solo sessuali, ma, a suo dire, non troverà mai l’anima gemella capace di portarlo a creare veramente una relazione. Lui in fondo è un don giovanni che seduce, conquista e poi abbandona e in questo modo la madre rimane l’unica vera proprietaria del suo affetto.




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