ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Il Fatto

L'EUROPA DELL'INQUISIZIONE

a cura di Sandra Zagatti
 

La notizia è recente, anche se l’argomento è riciclato da secoli: ogni tanto, una sana caccia alle streghe ci vuole. E’ comoda, pratica, economica, scarica in un attimo tutte le colpe del mondo su una sola categoria di persone, e poco importa se in mezzo alla rete ci finisce anche chi non c’entra: ciò che conta è che tutti gli altri, come per magia, si sentano subito più buoni e più bravi.

Accidenti, ho detto “magia”! Era una metafora, ma vagliela a spiegare al legislatore di Bruxelles, che ha messo in un unico calderone bollente maghi, cartomanti, sensitivi, chiromanti, occultisti, imbonitori, medium, venditori di fumo e di intrugli miracolosi… e ovviamente astrologi. Ingredienti eterogenei, per non dire disomogenei, accomunati e uniformati in un solo giudizio inappellabile di ciarlataneria, da servire in pasto alla società moderna: quella che la sa lunga, che usa la testa, che non si fa certo ingannare, ecchediamine!

 

Ma insomma che è successo? E’ successo che, nel 2005, l’Unione Europea ha emanato una direttiva a difesa del consumatore, relativa alle “pratiche commerciali sleali” tra cui la cosiddetta “pubblicità ingannevole”, di cui a disposizioni precedenti abrogate ed opportunamente riviste ed integrate. Detta così, sembra una buona cosa. E lo è, in effetti, laddove tale direttiva mette al bando le pratiche che influenzino la libera decisione del consumatore, ingannandolo tramite un’azione (ad esempio un’informazione falsa, fuorviante, fraintendibile), oppure tramite un’omissione (cioè priva o carente delle informazioni di cui il consumatore ha bisogno, e diritto, prima di acquistare). Le forniture di servizi telefonici non richiesti, le finte interviste pubbliche, la pubblicità-esca e persino gli ammiccamenti e le suggestioni pubblicitarie rivolte ai “consumatori sensibili” come i bambini rientrano nelle pratiche scorrette, e non possiamo che convenirne.

Tutto bene, dunque? Non esattamente. Tra le righe di questa direttiva-calderone, infatti, sono comprese anche pratiche non proprio o non solo commerciali, e in particolare quelle sopracitate che, in quanto non “scientificamente testate”, diventano automaticamente disoneste. Così, sulla scia di una pur nobile crociata anti-truffa, qualcuno di recente ha pensato bene di imporre anche agli astrologi, come agli altri compagni di merende, una sorta di etichetta sulla porta dei loro studi o in calce ai loro scritti, in cui specificare che si tratta “solo di un gioco”, quindi eventuali interpretazioni o previsioni sono da prendere con le molle, o meglio da non prendere proprio, possibilmente da rifiutare… facciamo da condannare e non se ne parli più.

 

Ho sempre rispettato le leggi e rispetterei anche questa volentieri, se davvero mirasse a identificare ed isolare i ciarlatani da un mondo professionale obiettivamente variegato ed inquinato. Se riguardasse chi approfitta della debolezza di una persona in difficoltà per vendergli a prezzi strabilianti amuleti scaccia-guai, fatture contro il malocchio o talismani di amore eterno, che con l’astrologia non hanno nulla a che vedere; se mettesse in guardia da chi si improvvisa astrologo dopo aver letto un paio di libercoli o si permette di interagire con le aspettative psichiche ed emozionali di un essere umano senza nemmeno conoscere l’abc del counselling; se facesse pulizia, e prima ancora chiarezza, su approcci professionali seri e rispettosi, finalizzati ad una maggiore consapevolezza e dignità del consultante, distinguendoli da quelli che gli forniscono alibi alla responsabilità della propria esistenza, rendendolo così dipendente e alla mercè di incompetenti. E se, soprattutto, chi ha emanato questa direttiva e decretato le sue applicazioni, conoscesse davvero la materia su cui ha legiferato con tanto accanimento.

E invece no. L’ignoranza e la confusione di questa stesura giuridica è palese; altrettanto palese, ma non per tutti, è l’ossessione contro una materia, una disciplina ed una professione antichissima e nobile come l’astrologia, odiata concorrente di una visione “moderna” che vorrebbe dare al punto di vista scientifico il monopolio assoluto sulla verità. Senza dimenticare che qui non si tratta solo di opinioni o credenze più o meno condivisibili, ma anche – eccome – di potere e di denaro. Infatti, non è raro che le colpe personali e collettive vengano proiettate su un capro espiatorio con violenza e cecità tanto crescenti quanto titanico è il rifiuto di ammetterle; e quella società moderna, civile e razionale che condanna gli astrologi e si erge a difensore unico e sovrano del “consumatore di oroscopi” – evidentemente considerato incapace di intendere e di volere – è la stessa che corre ad ingurgitare pillole chimiche al minimo malessere, a tutto vantaggio di industrie farmaceutiche che promettono la guarigione al modico prezzo di effetti collaterali miniaturizzati nei foglietti illustrativi.

 

Immagino la reazione: che c’entra? i farmaci sono testati scientificamente! Mica tanto, in verità; e mica tutti. E comunque la dipendenza (fisica ed emotiva) da farmaci è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi cinquant’anni, assieme alla promessa di lunga vita che la scienza continua ad assicurare agli esseri umani, proprio nei momenti di maggiore fragilità e vulnerabilità, cioè nella malattia e nella vecchiaia. Questi non sono forse “consumatori sensibili”? Qualcuno li ha avvisati che l’interazione tra diversi farmaci può avere rischi anche fatali ma imprevedibili, visto che nell’era della specializzazione ogni medico ha responsabilità di curare solo il sintomo di personale competenza? Qualcuno li ha informati che i protocolli clinici indirizzano verso analisi, terapie, indagini spesso solo per utilizzare fondi disponibili, testare nuovi macchinari o promuovere nuovi prodotti farmaceutici?

Forse sì e forse no; ovviamente dipende dalla premura, dall’esperienza e dalla professionalità del medico di base, primo riferimento per il malato. Ma è così anche per l’astrologia: l’astrologo attento, serio, scrupoloso, professionalmente e deontologicamente preparato non promette mai miracoli al proprio consultante, non lo esonera delle sue responsabilità né offende la sua dignità e libertà, ma lo aiuta a trovare da solo ciò di cui ha bisogno per vivere in modo più consapevole e sereno. Eppure, secondo questa direttiva anche un tale professionista dovrebbe premettere che ciò che offre con la sua consulenza “non è stato provato sperimentalmente”. E l’assurdità di una tale pretesa – che ne dimostra tutta l’arrogante ignoranza – è che nessun astrologo o studioso della materia si sognerebbe mai di dire il contrario, perché nessuna materia umanistica può rispondere ai criteri di riproducibilità previsti dalla sperimentazione scientifica: l’uomo non è un vetrino da laboratorio, non è una realtà standardizzata su milioni di esemplari, ma un individuo unico ed irripetibile, un meraviglioso caleidoscopio fatto di razza, corpo fisico, cultura, educazione, ambiente, psiche, intelligenza ed esperienza. E coscienza, non dimentichiamolo. Su questo mistero dell’essere in continuo divenire opera l’astrologia e l’astrologo, con cenni generici e utili solo come stimoli di riflessione negli oroscopi segnosolari, e con metodi ed approcci più profondi e personalizzati nei consulti individuali.

 

D’altra parte, come il regno della psiche, della coscienza o del sentimento, anche quello della spiritualità sfugge alle certezze scientifiche, e c’è già chi ha obiettato che una tale direttiva – se applicata alla lettera – dovrebbe riguardare anche le istituzioni religiose e chi opera in contesti o vesti ecclesiali: magari avvisando che la vita eterna non è stata “testata sperimentalmente o riprodotta in laboratorio”, quindi crediamoci pure, ma giusto per gioco… Comprendo la logica di una tale obiezione, ma ho troppo rispetto per la religione e per le persone religiose (sottoscritta compresa) per condividerla come controffensiva. E poi credo che il problema sia un altro. Il problema è che la scienza si è autoproclamata sovrana tenutaria dell’unico punto di vista, quello laico, agnostico o razionale che dir si voglia, ritenuto valido per osservare, analizzare e giudicare la realtà: partendo da una legittima competenza sulla materia, ha voracemente conquistato territori alieni al proprio dominio, arrivando a considerare ogni cosa come vera e reale solo se materiale, riproducibile, quantificabile o misurabile con strumenti sensoriali o tecnologici. Tutto il resto è chiacchiera da salotto, millanteria, misera superstizione o imbroglio organizzato. Ipse dixit.

 

Per il momento, solo l’Inghilterra ha reso attuativi i dettami di questa direttiva; ma immagino che in Italia si risveglierà presto una caccia alle streghe già iniziata da anni e mai sopita. Ricorderete che nel maggio 2006 l’Unione Astrofili Italiani presentò in Parlamento una proposta di legge (n. 483) su ciò che venne poi comunemente definito “il bollino per gli oroscopi”. La missione della UAI, portata avanti anche su Internet e con modi non di rado aggressivi, era ed è di arrivare a

"distinguere nettamente dove finisce la cultura e dove inizia l’abuso di credulità popolare”, e a regolamentare questo settore e contribuire così a far uscire finalmente l’Italia da questa pratica medioevale”

Suona strano sentir parlare di cultura proprio mentre si condanna una materia di cui non si ha alcuna conoscenza; e non si creda che sia solo una mia opinione, perché è sufficiente fare un giro sui Newsgroup della Rete per leggere dichiarazioni orgogliosamente dogmatiche e pregiudiziali del tipo “non è necessario studiare l’astrologia per sapere che è una bufala”, e complimenti per la serietà metodologica di valutazione. Suona strano sentir parlare di pratiche medievali mentre si promuove un nuovo oscurantismo inquisitorio, comportandosi con lo stesso integralismo ideologico che su altri fronti si osteggia. E suona strano anche considerando che esiste un’altra Direttiva dell’Unione Europea per il riconoscimento delle nuove professioni, portata avanti dal CNEL (Centro Nazionale Economia e Lavoro) che vede l’astrologia inserita in tale progetto, grazie anche all’impegno e ai contatti già in corso da anni con il CNEL da parte del CIDA (Centro Italiano di Discipline Astrologiche).

Ma una cosa va detta e ribadita. Tutti noi condanniamo i lestofanti, i parolai, i ciarlatani e chiunque approfitti della fragilità umana per abbuffarsi di denaro o potere; in qualsiasi campo eserciti. Da questo punto di vista la Direttiva europea, già denominata “anti-mago”, non sarebbe da scartare in toto, ma da rivedere e correggere in grossa parte. Quella parte che umilia l’apertura mentale che dovrebbe essere il fulcro della visione moderna e la stessa cultura multidisciplinare che le società democratiche dovrebbero difendere; e che ancora una volta, come sempre, colpirà invece soltanto i professionisti onesti, offendendone la dignità e danneggiandoli nell’immagine e nel loro lavoro. Mentre gli imbroglioni, in quanto tali, continueranno semplicemente ad imbrogliare, e non solo in Italia.    

 

“Scienziato non è colui che sa dare le vere risposte,

ma colui che sa porre le giuste domande.”
(Claude Lévi-Strauss)




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati