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INNAMORAMENTO E AMORE

a cura di Lidia Fassio
 

Innamorarsi è un’esperienza meravigliosa; ci sono persone che vorrebbero vivere in uno stato di costante di innamoramento perché pensano che sia  qualcosa di inconfondibile che si vorrebbe perdurasse tutta la vita intatto ed incontaminato.

Spesso si scambia lo stato di innamoramento con l’amore e si finisce per restare delusi allorché, da innamorati, si decide di formare una coppia pensando che un certo tipo di sentimenti perdurerà per sempre.

La delusione nasce nel momento in cui certi stati d’animo cominciano a non sentirsi più e, al loro posto, si affaccia un sentimento più o meno pacato, non per questo meno importante o meno nobile, ma un sentimento che consente di rientrare nella vita quotidiana, mentre ciò non accade e non è permesso quando si è innamorati. Nella fase di innamoramento sono presenti insonnia, riduzione dell’appetito; c’è un sovraccarico energetico che produce reazioni fisiologiche eccitanti dovute alla produzione di “fenilanfetamine” che hanno un vero e proprio effetto dopante.

C’è grande tenerezza, ci si tiene per mano, ci si sostiene, c’è complicità e tanta intimità: è interessante il fatto che questa fase viene chiamata “baby talk” esattamente come quella che usa la madre con il bambino piccolo.

L’innamoramento è una condizione straordinaria che avviene dentro di noi, in quanto siamo pronti a fare un’esperienza fuori dal comune che ha lo scopo di traghettarci in una dimensione “altra”, “diversa”, “profonda” o “sublime”, ma sempre straordinaria e, in un certo modo, irripetibile.

 

In effetti, ogni innamoramento è unico poiché ci permette di scoprire qualcosa di noi che, fino al momento precedente, non conoscevamo. In realtà, noi ci illudiamo di innamorarci dell’altro, ma ci innamoriamo di qualcosa che ci appartiene e che l’altro riflette in modo meraviglioso, meglio di quanto non sia effettivamente.

Quando siamo innamorati viviamo in  una sorta di ubriacatura che ci permette di uscire da “noi stessi” - o meglio, di andare al di là della parte che l’Io conosce - per spingerci ad aprire il nostro scrigno segreto, quello che l’altro riesce ad evocare e a far risplendere.

L’astrologia assegna l’innamoramento alla casa Va, cosignificante del segno del Leone, casa egoica ed energetica in cui siamo chiamati a brillare come il sole e a far risplendere ciò che abbiamo dentro. Tutto sembra meraviglioso, il mondo, noi e l’altro.

Infatti, tutto ciò che sta in casa Va deve essere illuminato in modo da diventare visibile; li’ non ci sono le cose normali, ma ci sono le nostre qualità più interessanti che improvvisamente prendono vita: questa è la magia dell’innamoramento; è l’avventura in sé; le grandissime aspettative che abbiamo su di noi; è quella parte di noi che è infinita, piena di sorprese e di passioni che consente all’Io di dilatarsi, di ingrandirsi e di vedere la sua unicità ed illimitatezza.

E’ uno stato che può essere paragonato al momento della creazione artistica che è anch’esso unico in quanto tutto è ancora sospeso, possibile, perché sta nell’immaginazione dell’artista; è la sensazione che “potrà avvenire” e, pertanto, è come uno stato di concepimento in cui nulla è ancora certo, e nulla è ancora definito; l’innamoramento porta con sé tutte le possibilità e le promesse.

 

Nella fase di innamoramento tuttavia, le due anime non si sono ancora incontrate ed unite; ognuno sta vivendo un momento estatico che viene attribuito all’incontro; in realtà si tratta dell’incontro con la nostra personale unicità che è estremamente gratificante ed appassionante; è quel senso di unità che ci lascia intravedere migliaia di possibilità, sempre che abbiamo il coraggio di vivere l’avventura, senza volerla definire, modificare, o bloccare.

 

In effetti nella casa Va avviene una sorta di combustione in cui l’Io può conoscersi e generarsi grazie all’altro che fa da specchio magico che, manco a dirlo, riflette solo la bellezza e i nostri lati nobili. La casa Va è un “dar vita a sé stessi” prima di tutto. La casa Va è anche legata alla “sessualità” ed in effetti, nell’innamoramento c’è una frequenza sessuale molto elevata.

 

Questa è la ragione per cui ognuno di noi vorrebbe restare dentro a questo stato di sospensione a lungo e spesso non riesce poi ad apprezzare i sentimenti che vengono dopo in quanto non più portatori di quel tipo di esaltazione istintiva ed emotiva.

 

L’amore subentra allorché le due anime si incontrano e, a questo punto, avviene realmente il riconoscimento e l’incontro con “l’altro” sia interno che esterno con il quale scoppia la voglia di rapportarsi e di scambiare. Non tutte le coppie innamorate passano all’amore; in ogni caso, la condizione di “amore” produce alcuni cambiamenti: si abbassa la frequenza sessuale e, al suo posto, aumenta l’importanza del rapporto emozionale; praticamente dalla passione si passa all’intimità vera che produrrà il senso di “fiducia”. In questa fase non bastano più l’eccitazione o il desiderio, il partner viene associato alla sensazione di benessere e, pertanto, è cercato e preferito rispetto agli altri; (esattamente quello che accade nella relazione di attaccamento).

L’amore in effetti è l’unione di due anime diverse che decidono di percorre un cammino insieme scoprendosi e cercando giorno dopo giorno punti in comune, qualcosa da condividere e da sperimentare insieme.

 

L’amore è astrologicamente legato a Venere, alla Bilancia e alla casa VIIa: è rappresentato dalla parola “relazione”, assolutamente assente nell’innamoramento, parola che implica una tensione tra gli opposti e l’accettazione della “diversità”; l’amore è come una  danza in cui ognuno dei due fa dei “passi” diversi da quelli che fa l’altro ma in assoluta sintonia in modo tale da generare un “tutto armonico”.

 

L’amore deve dunque passare attraverso il vaglio delicato e rigoroso della casa VIa, una casa dove si perde la magia percepita nella Va: una casa dove si lavora sui limiti, sulle inadeguatezze e sulle mancanze più che sulle potenzialità; una casa che costringe a pensare che ci sia anche costruzione, lavoro e soprattutto desiderio di superare gli ostacoli; una fase in cui ci si congeda dall’idea che la completezza arrivi dall’esterno. Se le due persone riescono a superare questa fase di caduta di proiezioni reciproche, allora sapranno guardarsi negli occhi veramente e conquisteranno la voglia di restare uniti nella quotidianità. In questo caso subentra “l’interdipendenza emotiva” che cementa il legame.

In questa fase in genere le due persone si impegnano a non prendere in considerazione “altre opzioni”: ovviamente l’impegno è razionale, ma la base che lo produce è invece emotiva, psicologica e sentimentale.

L’amore è desiderio di accogliere l’altra persona nella sua interezza evitando di “spezzettarla” e di “cambiarla”; è quel bisogno di mettere in comune le proprie qualità e risorse superando le imperfezioni per dar vita a qualcosa di più grande delle due singole parti separate.

 

L’amore è legato alla Dea Afrodite che è l’archetipo che ci mette in contatto con il piacere personale da condividere poi con l’altro; Afrodite è “raffinare, abbellire, rendere migliore”; lei nel mito veniva chiamata “la dorata” in quanto faceva risplendere tutto ciò che guardava; solo l’amore è in grado di fare questo miracolo: può renderci migliori ed in grado di accettare le parti meno nobili, ci aiuta a provare piacere e a far brillare i nostri occhi e il nostro sguardo; l’amore è un nutrimento che può farci crescere giorno dopo giorno proprio mentre contribuiamo alla crescita di un altro essere umano.

L’amore ci riconduce all’essenza, a quel lato intatto ed integro di noi che era stato solamente risvegliato con l’innamoramento e che, finalmente ora può essere coltivato ed espresso nel mondo.

 

L’amore però non è la risoluzione delle nostre paure e delle nostre difficoltà benché possa aiutarci a vederle con un’altra ottica; l’amore può permetterci di arrivare in profondità e di farci star meglio perché ci permette di stupirci, di meravigliarci, di accettare e di condividere.



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