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URANO E IL NUCLEARE : SCELTA OBBLIGATA ... MA TEMPI SBAGLIATI

a cura di Sandra Zagatti
 

"Il futuro è nell’energia rinnovabile e nel nucleare, dobbiamo svegliarci". Così il premier Berlusconi ha sancito l’incontro con il Presidente Sarkozy a Villa Madama e l’accordo di cooperazione energetica che vede il ritorno del nucleare in Italia. Secondo quanto siglato dai vertici di Enel e Edf, la previsione iniziale riguarda la costruzione di quattro reattori nucleari di terza generazione e l’estensione della partecipazione al programma nucleare in Francia.

Le polemiche e le proteste sono scattate immediatamente. In parte legittime e concrete, in parte solo politiche o ideologiche. Che il problema energetico sia da affrontare non c’è dubbio, che tante energie “alternative”, naturali e rinnovabili, non siano sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale pure; ed è altrettanto vero che l’utente francese spende la metà, di bolletta, rispetto a quello italiano. Da questo punto di vista, non è secondario il dettaglio che, prima di risparmiare con il consumo energetico prodotto dalle centrali nucleari, è necessario spendere per costruirle, nonché per realizzarle e mantenerle sicure. Ma tant’è: se si pensasse a questo non si costruirebbe più nulla.

Eppure, nonostante i dati oggettivi sembrino autorizzare a sciogliere le riserve, sono in molti a rimanere perplessi; e inquieti.

Prescindendo doverosamente da opinioni politiche, proviamo a ripercorrere la storia del nucleare in Italia alla luce dell’astrologia.

 

Già nei primi anni ’70 (in pieno regime di “austerity”) l’Enel aveva ipotizzato la costruzione di quattro centrali nucleari, motivando tale decisione con l’aumento di richiesta energetica nazionale. In verità, i calcoli previsionali non erano affatto realistici, anzi si palesarono decisamente gonfiati; ma sulla base di quei calcoli, e in seguito al primo forte aumento del prezzo del greggio, il 29 luglio 1975 il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare presenta il Programma Energetico Nazionale (PEN) che accelera la scelta nucleare per l’Italia.

In quel periodo, il cielo presentava una Croce a T con Saturno in quadratura all’opposizione tra Giove e Urano. Evidentemente Giove “gonfiò” le richieste innovative di Urano (pianeta cardine, insieme a Plutone, nelle tematiche nucleari), mentre Saturno in Cancro aggiungeva come motivazione la problematica economica che si riversava sulle famiglie e sulla società in crescita. Il Programma fu approvato il 23 dicembre, quando Giove si era portato in opposizione a Plutone, mentre rimaneva la quadratura Saturno-Urano, pur sui segni successivi, con Urano che nel frattempo era entrato in Scorpione.

E’ interessante notare che, quando fu presentato il PEN in luglio, Saturno era ancora largamente in trigono con Nettuno; aspetto che si sciolse poi rapidamente. Le illusioni sulla sicurezza assoluta delle centrali nucleari subirono un primo colpo con l’incidente al reattore americano di Three Mile Island del marzo del 1979, quando Giove in Cancro quadrava Plutone in Bilancia. Ma fu il disastro al reattore di Chernobyl dell’aprile 1986 a distruggere il sogno in mille frantumi, sconvolgendo il mondo; intanto Plutone era entrato in Scorpione, Saturno si stava avvicinando a Urano e Giove li quadrava entrambi.

 

L’anno dopo si formò la congiunzione Saturno-Urano in Sagittario, e Saturno riuscì a ridimensionare l’ottimismo sagittariano, nonostante Giove nel frattempo si fosse portato in trigono. Anzi, forse fu proprio quel Giove in Ariete a trasmettere agli italiani il desiderio e il coraggio di differenziarsi, incoraggiando Saturno a “denuclearizzare” Urano. Nel referendum abrogrativo dell’8-9 novembre 1987, circa tre quarti dei votanti sancirono l’abbandono del nucleare come forma di approvvigionamento energetico, decretando la chiusura delle quattro centrali di Trino Vercellese, di Caorso, di Latina e Garigliano.

 

Oggi, Saturno e Urano non sono più congiunti: sono opposti. E Urano in Pesci sembra avere la meglio, opponendo le speranze innovative alle ristrettezze saturnine, con la complicità della mutua ricezione di Nettuno, a sua volta incoraggiato da Giove nel segno del progresso, del futuro, dell’energia “nuova”; il segno di Urano, appunto.

Se non fosse che Plutone si è ormai portato sugli stessi gradi in cui transitava Nettuno ai tempi di Chernobyl, se non fosse che prima Saturno poi Urano formeranno nei prossimi anni una quadratura con quello stesso Plutone… potrei anche provare a tranquillizzarmi: a dire che forse sono solo una “fanatica ecologista”, o una rigida conservatrice. In fondo, le dichiarazioni del Ministro per lo Sviluppo Claudio Scajola non fanno una piega: entro il 2013 anche l'Italia poserà la prima pietra di un gruppo di centrali nucleari, arrivando per il 2020 a forniture energetiche più equilibrate (25% rinnovabili, 25% nucleare e 50% fossile) e riducendo quindi la dipendenza del nostro Paese dalle forniture di gas di Russia e Algeria.

 

Scajola non sa che proprio nel 2013 ci sarà un’altra Croce a T, con Giove in Cancro esaltato dal trigono di Nettuno ma quadrato a Urano, opposto a Plutone. Tanto in Italia le cose vanno sempre per le lunghe! Dovesse accadere anche questa volta, sarebbe il caso di non lamentarsene…

Non lo dico per fare allarmismo o sarcasmo gratuito. Non sono affatto così fanatica da non capire che essere “denuclearizzati” ma circondati dal nucleare europeo è ridicolo sul piano concreto dei rischi (non parliamo poi dei benefici). Una scelta morale, certo, ma anche un lusso; e poco credibile. Lo sarebbe di più se gli italiani si impegnassero a ridurre i consumi energetici, risparmiando almeno sul (tanto) superfluo, sfruttando al massimo le energie pulite (il sole del nostro meridione, il vento delle nostre isole, l’acqua dei nostri laghi e torrenti montani), e insomma compensando davvero quel 25% di nucleare che non sarebbe, così, una “scelta obbligata”. E se pure fosse solo il 15%, potrebbe affiancarsi a comportamenti più responsabili e generare comunque un bel risparmio.

 

Era solo questo, soprattutto questo che ci chiedeva Saturno in Vergine!

 

Ma noi italiani siamo pigri e – ammettiamolo – viziati. Vogliamo spostarci ovunque in macchina, vogliamo stare caldissimi in inverno e freschissimi d’estate, vogliamo accendere le luminarie natalizie a novembre, vogliamo il cassonetto per la raccolta differenziata sotto casa, meglio ancora se sul pianerottolo, altrimenti niente… Eppure la sentiamo la crisi economica; ce ne preoccupiamo e ce ne lamentiamo. E non è che un governo (di qualsiasi parte politica sia) possa fare i miracoli.

Nemmeno Saturno può sostituirsi alla consapevolezza e ai comportamenti individuali, ma continuerà a stringere i suoi anelli (e a farci stringere la cinghia) finché non capiremo che tutto dipende da noi. Così faremmo contento anche Urano, che del nucleare se ne potrebbe facilmente fregare se gli dessimo un’energia davvero nuova e diversa: la nostra, per cambiare.




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