Gli esseri umani nell’ambito della loro evoluzione hanno sviluppato e raffinato moltissimo il lato emozionale; infatti, a differenza degli animali che mantengono un rapporto prepotente con il loro istinto, noi, proprio attraverso la strutturazione del Super Io, stiamo cercando di gestire al meglio l’istinto, imparando a metterlo al servizio delle facoltà superiori della nostra psiche e, al tempo stesso, stiamo raffinando sempre più il rapporto con le nostre emozioni.
Proprio dalle capacità emotive giunge quella funzione che chiamiamo “sentire” che è la responsabile dei nostri sentimenti e della loro espressione. I sentimenti ci permettono di “dare valore” a ciò che viviamo e danno senso e significato al vissuto, alle persone che ci affiancano con cui creiamo legami; infine, sono i sentimenti che ci spingono a unirci agli altri, superando così il drammatico senso di separazione che avvertiamo a partire dalla nascita in poi.
Oggi sappiamo che sono le “emozioni” che consentono il nascere della “stimolazione cognitiva” e non il contrario e gli studi fatti negli ultimi 20 anni su questo argomento hanno dimostrato che l’intelligenza è prima di tutto “emotiva”. Le esperienze emotive sono alla base delle capacità future di elaborare e superare problemi, di gestione delle difficoltà; sono importanti per ciò che riguarda l’evoluzione, i rapporti con gli altri, la comunicazione, la cooperazione e la condivisione; il che significa che per raggiungere l’ultimo quadrante dell’oroscopo, occorre padroneggiare bene questo delicato mondo interiore che consente di “riconoscere gli altri, di sentirli, di valutarne le intenzioni e di empatizzare con loro al fine di creare legami ed un modo di vivere insieme”.
Praticamente ogni giorno vediamo attorno a noi gli effetti delle emozioni sui comportamenti: Freud fu il primo a comprendere l’importanza dei complessi – che hanno alla loro base un nucleo emotivo particolarmente sensibile e vulnerabile che tende a “reagire” a determinati stimoli: la sua specificità sta nella ripetitività e nell’automatismo.
Così, le emozioni, se non sono raffinate, finiscono per dominare una buona parte della nostra vita in quanto ci spingono ad “agire”, da cui il nome “emo-agere che significa, agire sul sangue”; è quindi fondamentale “sentirle” e, al tempo stesso, riconoscerle in modo da capire cosa vogliono da noi, per saperle gestire ed utilizzarle al meglio facendo tesoro dei messaggi che di momento in momento ci regalano.
Le emozioni sono “informazioni” preziosissime che ci permettono di adattarci al meglio all’ambiente circostante: ogni emozione ha un ruolo unico ed è molto rapida nella sua azione; Goleman sostiene che è il nostro “talento emozionale” a determinare il nostro temperamento.
Ciò che affascina di più delle emozioni è la capacità di travalicare i confini fisici e mentali, per raggiungere la parte più profonda di noi e segnalarci qualcosa di interessante. Se non avessimo il sistema emozionale non potremmo mai capire cosa sta provando un’altra persona e non potremmo condividere nulla se non cose materiali ed intellettuali.
La magia dell’apparato emozionale consiste nel permetterci di “partecipare a pieno titolo” alla vita di un’altra persona non solo discutendo su ciò che pensa e fa, ma percependo in modo preciso cosa sta provando a livello intimo e umorale. Infatti, lo scambio affettivo si basa sul sistema emozionale che crea tra le persone un sottile filo in cui scorrono stimoli che le legano e che fanno si che entrambe si sentano “unite” da qualcosa di invisibile ma di fortemente percepibile.
Man mano che cresciamo impariamo a riconoscere sempre di più le emozioni e a vederle in azione: a partire dal fortissimo legame con la figura di attaccamento, passiamo, sempre attraverso di esse, a creare legami con persone esterne a noi che “ci piacciono” e con cui “sentiamo” di poter condividere insieme sentimenti e valori oltre che progetti.
Pian piano impariamo a “dividerle” e a sentire la differenza tra ciò che giunge dall’interno e ciò che invece arriva dall’esterno; questo è un passaggio fondamentale che ogni essere umano deve fare in modo da non “confondersi su ciò che si sente”, evitando così di reagire impropriamente a stimoli che avvertiamo ma che, tuttavia, possono non essere nostri.
Indubbiamente l’apparato emozionale lo abbiamo tutti ma, non vi è ombra di dubbio che l’elemento acqua sia quello che più permette il fluire emozionale: l’acqua ha una “sensibilità” eccezionale e capta le atmosfere molto più degli altri elementi. Cancro, Scorpione e Pesci nonché Luna, Plutone e Nettuno sono i grandi maghi del sistema emotivo, veri e propri leader nel coglierle, nell’influenzare e nel lasciarsi influenzare da esse.
E’ fondamentale che tutto questo apparato venga affiancato dalla discriminazione non per fermare o rimuovere le emozioni, ma per meglio comprenderne i messaggi: così, chi ha un forte nucleo di “acqua” ha il dovere di imparare a capire bene cosa vuole questa grande sensibilità e dove vuole condurre in modo da “agire” e non “reagire”.
Dalle emozioni nasce “l’empatia” che è una delle funzioni superiore dell’uomo; infatti, proprio attraverso di essa l’uomo ha imparato a sentire cosa si muove nell’anima di altre persone, anche quando determinate vibrazioni non sono coscienti. Dall’empatia può svilupparsi la solidarietà che, altrimenti, non ci sarebbe.
La grandezza dell’empatia sta nell’avvertire sotto forma di vibrazioni ciò che accade attorno a sé sul piano emozionale: l’acqua legge le atmosfere, anzi, le crea e fluttua all’interno di esse; il limite tuttavia è quello di non comprendere bene a cosa sta rispondendo, “agendo” di conseguenza contenuti di altre persone senza che la discriminazione permetta di scegliere cosa fare e cosa non fare.
L’ultimo segno d’acqua insieme al suo signore Nettuno indubbiamente hanno il palmares della sensibilità e della capacità di percepire anche ciò che si muove lontano, non solo il vicino a sé. I mistici parlano di “sentire il dolore del mondo” e questo sicuramente appartiene a questo segno.
Chiaramente, se le emozioni sono informazioni, questo significa che quando si percepiscono difficoltà all’esterno, si muove qualcosa al nostro interno, qualcosa che mette subito in moto un’ansia ed un disagio che spingono gli esseri umani ad agire in qualche modo. Se non sentissimo la sofferenza di un altro essere umano non interverremmo per cercare di alleviare il suo stato; questo impianto altamente sofisticato richiede però maturità e consapevolezza e soprattutto il raggiungimento di uno stato di “separatezza” che eviti di “confondere le cose” poiché, in caso contrario si può diventare “canali” di qualcosa di gigantesco e di trasnpersonale senza opporre alcuna resistenza e alcuna valutazione.
Fin da piccoli, questi soggetti si sono sentiti “invasi” dalle emozioni sia interne che esterne; i pericoli giungono allorchè di fronte alle potenti invasioni (soprattutto paura, rabbia e sofferenza) il bambino non riceve un “contenimento” adeguato che lo aiuti a rassicurarsi e poi a riconoscere e distinguere le cose; in questa situazione si cresce continuando a fare grande confusione tra l’esterno e l’interno cercando di intervenire velocemente per placare ciò che si sente e che produce ansia.
I Pesci, che ovviamente sono dominati da Nettuno, proprio per l’enorme potenziale che hanno a livello emozionale, sono il segno che più degli altri deve lavorare su questo tema in quanto l’empatia li porta naturalmente alla così detta “compassione” che significa letteralmente “con pathos”, ovvero “patire con qualcuno” il che è assolutamente fondamentale come esperienza umana in quanto tutti noi “patiamo” quando qualcuno sta male perché avvertiamo il suo stato d’animo il che ci ricorda che non siamo separati dagli altri, ma al contrario, possiamo essere molto vicini… quasi “uniti”.
Lo scopo dell’empatia è proprio quello di far “diminuire” il senso di divisione poiché, solo se cominciamo a “sentire” ciò che provano gli altri, possiamo imparare a condividere e a cercare di fare ciò che è in nostro potere per “risanare” ciò che non funziona in modo da permettere che tutto ritorni in armonia.
La problematica nasce però quando non vi è la capacità di capire che “patire con qualcuno” non significa “patire al posto di qualcuno” cosa spesso confusa nella psiche dei nativi che non hanno acquisito una buona capacità di “distacco” che permetta di distinguere bene le cose.
Non a caso i Pesci sono l’ultimo segno, quello che viene dopo il Capricorno e l’Acquario che portano allo sviluppo dell’autonomia - il primo - (il che significa essere in grado di sostenere e imparare a gratificare i propri bisogni in modo da non spostarli su altri) e ad avere una forte individualità - il secondo - (che consenta di non confondere la propria identità con quella degli altri e di non pensare che sia possibile cedere la stessa o prendere in mano quella degli altri).
Senza queste premesse di base diventa difficile vivere Nettuno al meglio poiché restano all’interno grandi fragilità che danno ipersensibilità nei confronti di ciò che accade attorno, ma al tempo stesso, non permettono di superare quel grandissimo senso di “confusione” che porta i nativi a dividersi tra coloro che “salvano” e coloro che, invece, sono “vittimizzati”.
In effetti, i nettuniani hanno bisogno di una grande individualità, di un forte senso dell’Io che, solo allora può occuparsi e trascendere le sue frontiere per penetrare in ciò che sta al di là del suo mondo a cui sente di appartenere.
In effetti, la compassione e l’agape sono indubbiamente le qualità superiori a cui il segno dei Pesci e Nettuno concedono l’accesso: la cosa importante sta però nel capire che “sostenere e prendersi cura” di altri che non stanno bene deve essere un dono che derivano dall’amore e non un modo per compensare fragilità non risolte che spingono a proiettare fuori la debolezza e la paura.
Indubbiamente “l’agape”, insieme alla “caritas” sono la forma più elevata di “amore”, quello per gli altri, o meglio quello per l’Universo di cui siamo parte. Avere il desiderio di “risanare” è naturale per chi ha queste caratteristiche poiché sentirà il dolore e il disagio più di chiunque altro ma, dovrà imparare a rispettare i confini dell’altro, sapendo che aiutare e prendersi cura non significa “rubare l’identità ad un’altra persona e neppure decidere della vita di un altro”. Nettuno, più di tutti gli altri pianeti è legato alla “libertà personale” che richiede responsabilità e scelta.
Aiutare significa “prendersi cura” della parte malata per ritrovare il senso di integrità nell’intero.